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Home » Politica » Lo Ius Scholae torna in aula, ma la strada per l’approvazione è lunga e in salita

Lo Ius Scholae torna in aula, ma la strada per l’approvazione è lunga e in salita

La proposta di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati sarà discussa il prossimo 29 giugno alla Camera. Secondo una ricerca di ActionAid il 62% delle persone non sa cosa sia, ma 6 italiani su 10 si dichiarano favorevoli

Ettore Maria Colombo
24 Giugno 2022
ius scholae

Ius Scholae: la legge sui nuovi cittadini italiani è attesa da oltre 20 anni

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Tante belle parole, visto che ricorreva la giornata mondiale del rifugiato e una mezza promessa. Venerdì 24 giugno, nell’Aula di Montecitorio doveva approdare lo Ius scholae, il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati che hanno completato almeno un ciclo di studi primari. Poi il rinvio a mercoledì 29, dopo il caos in Commissione Istruzione, con il capogruppo di Fratelli d’Italia Federico Mollicone che ha perso completamente le staffe e ha accusato: “È stata imposta la votazione a parere favorevole”.

Ad annunciare l’atteso ritorno alla discussione del provvedimento era stato il presidente della Camera, Roberto Fico, a Napoli, dove ha partecipato alla passeggiata interculturale proprio in occasione della Giornata internazionale del rifugiato, lo scorso 20 giugno. “È un provvedimento di assoluta civiltà – spiegava Fico in merito allo ius scholae – ed è giusto che dei ragazzi, dopo che fanno un ciclo scolastico, possano essere cittadini italiani”. Fico ricorda che ci sono delle persone che “fanno dieci anni di ciclo scolastico, parlano non solo l’italiano, ma anche i nostri dialetti e non hanno la cittadinanza italiana. Siamo all’assurdo”. “Lo Ius soli – ha aggiunto il presidente della Camera, rispondendo alle sollecitazioni dei cronisti – è un’altra cosa e io penso che lo Ius scholae sia più appropriato”. In realtà, si tratta di una parziale mediazione nel tentativo di superare le forti resistenze del centrodestra che annuncia barricate.

italiani-senza-cittadinanza
Ius Scholae: la proposta di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati torna in Aula, alla Camera il 29 giugno

La protesta della sottosegretaria Sasso (Lega)

Non a caso, è arrivata subito la reprimenda della Lega e nella sua versione istituzionale, quella di Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione (sic): “Su temi di particolare complessità e delicatezza come lo ius scholae, che sarà dibattuto a breve in Parlamento, è raccomandabile che i presidenti delle Aule tengano fede al proprio ruolo di garanti super partes, in modo da non esacerbare un confronto che già di per sé si preannuncia spigoloso. Le dichiarazioni del presidente della Camera, Fico, non contribuiscono a rasserenare gli animi perché potrebbero far pensare a un tentativo di indirizzare in qualche modo la discussione verso il risultato da lui auspicato. Esprimere un parere è ovviamente nelle sue prerogative, altra cosa è dare l’idea di militare in favore di uno degli schieramenti in campo” dice la Sasso, che poi enumera i ‘veri’ problemi dei cittadini: inflazione, siccità, occupazione (mancano solo le cavallette), secondo cui “bloccare le Camere sul tema della cittadinanza rischia di aggravare lo scollamento tra Istituzioni e Paese reale. Un’estensione generalizzata e indiscriminata della cittadinanza non servirebbe a nessuno”. Inoltre, ha ricordato Sasso perfida, “l’agenda del Governo di unità nazionale guidato da Draghi non prevede interventi su questo tipo di argomenti, che possono provocare nuove e inutili tensioni nella maggioranza”. Morale, la Lega si prepara al duro ostruzionismo.

Mattarella alla Giornata internazionale del rifugiato: “Rafforzare l’azione di protezione”

Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “L’azione a favore dei rifugiati va rafforzata ora”

 

Ma prima di parlare del cuore del provvedimento meglio raccontare di una giornata importante. A spronare l’Italia a fare di più, nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’azione a favore dei rifugiati per il Capo dello Stato, “va rafforzata ora, nei momenti di accentuata crisi, secondo quell’approccio multilaterale, del quale l’Italia è storica e convinta sostenitrice” per proteggere “quei milioni di donne, uomini e bambini costretti da conflitti armati, discriminazioni, violazioni e abusi dei loro diritti e libertà fondamentali, a fuggire dal proprio paese alla ricerca di un presente e di un futuro migliori”. Ma questo vuol dire fare di più anche nel percorso di integrazione di coloro che ormai da anni vivono nel nostro Paese. Un’esigenza sentita da gran parte del Parlamento che, come annunciato da Fico, questo venerdì affronterà il tema dello Ius Scholae in Aula. Per il presidente della Camera si tratta, come detto, di un “provvedimento di assoluta civiltà”.

In una tavola rotonda organizzata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati a Roma, Chiara Cardoletti, Rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, ha ricordato che quest’anno al livello globale si è arrivati a cento milioni di persone tra sfollati e rifugiati, “un record mai visto prima”. Solo l’anno scorso ci sono stati 49 conflitti. L’ultimo, in Ucraina, ha portato 6,9 milioni di persone a lasciare la propria nazione. L’89% di queste persone vivono in Paesi in via di sviluppo. “Questi 100 milioni di persone – le ha fatto eco la viceministra Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Marina Sereni – non è vero che arrivano tutti in Italia e in Europa. La stragrande maggioranza di queste persone trovano rifugio in Africa, in Asia, Medio-Oriente, America Latina“. Per Sereni è “un fenomeno di una tale portata e di tale importanza da non poter essere usato nelle campagne elettorali”. A giudizio del presidente della Comunità Sant’Egidio Marco Impagliazzo, c’è bisogno di incrementare “i corridoi umanitari” visto che sono “strumenti legali” ed ha annunciato “una grande operazione con la Libia che dovrebbe concludersi il 30 giugno per liberare le persone dai centri di detenzione”, mentre tra poche settimane verranno accolti “tanti migranti afghani fuggiti in Pakistan e Iran: grazie alla collaborazione con il ministero dell’Interno e degli Esteri riusciremo a farli venire in Italia”. Nonostante i tanti problemi, però, l’Italia è un paese di cui andare orgogliosi su questi temi, ha sostenuto Cardoletti, perché “continua a guardare non solo a se stesso ma anche fuori: il Governo italiano guarda al Mediterraneo, all’Afghanistan, alla Russia e cerca di mantenere un dialogo. E non è un lavoro da poco, e più che i fondi che mette a disposizione di tutte noi organizzazioni internazionali, della società civile, è il lavoro che fa ogni giorno per ricordare a tutti che una volta che il dialogo non c’è più, quindi bisogna rilanciarlo. Una delle cose più importanti che fa il Governo italiano è che è parte integrante della soluzione perché senza il dialogo i conflitti non si eliminerebbero più” è la positiva conclusione.

Che cos’è lo ius scholae e come funziona

cos'è lo ius scholae
Ius scholae, 6 italiani su 10 sono favorevoli, ma il 62% degli intervistati da ActionAid non sa di cosa si tratti

Ma che cos’è lo ius scholae e come funziona? Innanzitutto va detto che lo scorso 9 marzo la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato parere favorevole al testo presentato dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia, presidente della stessa Commissione, e che questo testo è stato finalmente calendarizzato e arriverà in discussione in Aula, appunto, il 29 giugno (e non il 24 come precedentemente annunciato).

La norma sullo ius scholae è piuttosto semplice: il minore straniero nato in Italia o che è entrato nel Paese prima dei 12 anni di età, che ha risieduto legalmente e senza interruzioni nel Paese, ha diritto a ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni “uno o più cicli scolastici”. La cittadinanza può essere richiesta dai genitori, oppure dallo stesso minore entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. In caso di cittadinanza ottenuta per richiesta dei genitori, si può rinunciarvi sempre entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età.

L’ultima modifica introdotta dal disegno di legge prevede che i funzionari dell’anagrafe abbiano il dovere di comunicare alle famiglie potenzialmente interessate la possibilità di richiedere la cittadinanza nel corso dei sei mesi precedenti il 18esimo anno di età. In caso di mancato avvertimento, i termini per la scadenza della presentazione della domanda vengono sospesi. La proposta è simile al disegno di legge approvato alla Camera nel 2015, ma mai confermato dal Senato, che prevedeva un cosiddetto “ius soli temperato”. Lo ius soli è invece il principio per cui chi nasce sul territorio di uno stato ne acquisisce automaticamente la cittadinanza. La versione temperata discussa in Italia prevedeva la concessione della cittadinanza sulla base della frequenza di un ciclo scolastico.

I problemi politici per l’approvazione

Il testo del disegno di legge era stato approvato in commissione da un’insolita maggioranza, formata dal centrosinistra più Forza Italia. Si oppongono Fratelli d’Italia e la Lega, con quest’ultima che era riuscita a far slittare la discussione del disegno di legge da maggio a fine giugno. Il percorso dello ius scholae ora rimane comunque assai accidentato. Il calendario dei lavori della Camera è fitto di impegni e la pausa estiva si sta avvicinando. Lega e Fratelli d’Italia hanno già annunciato che si opporranno alla legge presentando emendamenti e con altre strategie ostruzionistiche, mentre non è chiaro quanto solida riuscirà a restare la coalizione che sostiene il provvedimento. Infine, c’è da ricordare che, anche dopo l’eventuale approvazione da parte della Camera dei Deputati, resterebbe, in ogni caso, da superare lo scoglio più improbo, quello del Senato, dove i numeri sono ben più ballerini e dove, per capirci, si sono arenati il ddl Zan, già l’anno scorso e, ormai da mesi, il ddl sul fine vita. Per lo ius scholae quindi, la strada è ancora lunga.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
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Ius Scholae: la proposta di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati torna in Aula, alla Camera il 29 giugno

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Non a caso, è arrivata subito la reprimenda della Lega e nella sua versione istituzionale, quella di Rossano Sasso, sottosegretario all'Istruzione (sic): “Su temi di particolare complessità e delicatezza come lo ius scholae, che sarà dibattuto a breve in Parlamento, è raccomandabile che i presidenti delle Aule tengano fede al proprio ruolo di garanti super partes, in modo da non esacerbare un confronto che già di per sé si preannuncia spigoloso. Le dichiarazioni del presidente della Camera, Fico, non contribuiscono a rasserenare gli animi perché potrebbero far pensare a un tentativo di indirizzare in qualche modo la discussione verso il risultato da lui auspicato. Esprimere un parere è ovviamente nelle sue prerogative, altra cosa è dare l'idea di militare in favore di uno degli schieramenti in campo” dice la Sasso, che poi enumera i ‘veri’ problemi dei cittadini: inflazione, siccità, occupazione (mancano solo le cavallette), secondo cui “bloccare le Camere sul tema della cittadinanza rischia di aggravare lo scollamento tra Istituzioni e Paese reale. Un'estensione generalizzata e indiscriminata della cittadinanza non servirebbe a nessuno”. Inoltre, ha ricordato Sasso perfida, “l'agenda del Governo di unità nazionale guidato da Draghi non prevede interventi su questo tipo di argomenti, che possono provocare nuove e inutili tensioni nella maggioranza”. Morale, la Lega si prepara al duro ostruzionismo.

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Che cos’è lo ius scholae e come funziona

cos'è lo ius scholae
Ius scholae, 6 italiani su 10 sono favorevoli, ma il 62% degli intervistati da ActionAid non sa di cosa si tratti
Ma che cos’è lo ius scholae e come funziona? Innanzitutto va detto che lo scorso 9 marzo la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato parere favorevole al testo presentato dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia, presidente della stessa Commissione, e che questo testo è stato finalmente calendarizzato e arriverà in discussione in Aula, appunto, il 29 giugno (e non il 24 come precedentemente annunciato). La norma sullo ius scholae è piuttosto semplice: il minore straniero nato in Italia o che è entrato nel Paese prima dei 12 anni di età, che ha risieduto legalmente e senza interruzioni nel Paese, ha diritto a ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni "uno o più cicli scolastici". La cittadinanza può essere richiesta dai genitori, oppure dallo stesso minore entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. In caso di cittadinanza ottenuta per richiesta dei genitori, si può rinunciarvi sempre entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. L’ultima modifica introdotta dal disegno di legge prevede che i funzionari dell’anagrafe abbiano il dovere di comunicare alle famiglie potenzialmente interessate la possibilità di richiedere la cittadinanza nel corso dei sei mesi precedenti il 18esimo anno di età. In caso di mancato avvertimento, i termini per la scadenza della presentazione della domanda vengono sospesi. La proposta è simile al disegno di legge approvato alla Camera nel 2015, ma mai confermato dal Senato, che prevedeva un cosiddetto "ius soli temperato". Lo ius soli è invece il principio per cui chi nasce sul territorio di uno stato ne acquisisce automaticamente la cittadinanza. La versione temperata discussa in Italia prevedeva la concessione della cittadinanza sulla base della frequenza di un ciclo scolastico.

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Il testo del disegno di legge era stato approvato in commissione da un’insolita maggioranza, formata dal centrosinistra più Forza Italia. Si oppongono Fratelli d’Italia e la Lega, con quest’ultima che era riuscita a far slittare la discussione del disegno di legge da maggio a fine giugno. Il percorso dello ius scholae ora rimane comunque assai accidentato. Il calendario dei lavori della Camera è fitto di impegni e la pausa estiva si sta avvicinando. Lega e Fratelli d’Italia hanno già annunciato che si opporranno alla legge presentando emendamenti e con altre strategie ostruzionistiche, mentre non è chiaro quanto solida riuscirà a restare la coalizione che sostiene il provvedimento. Infine, c’è da ricordare che, anche dopo l’eventuale approvazione da parte della Camera dei Deputati, resterebbe, in ogni caso, da superare lo scoglio più improbo, quello del Senato, dove i numeri sono ben più ballerini e dove, per capirci, si sono arenati il ddl Zan, già l’anno scorso e, ormai da mesi, il ddl sul fine vita. Per lo ius scholae quindi, la strada è ancora lunga.
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