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Lo Ius Scholae torna in aula, ma la strada per l'approvazione è lunga e in salita

di ETTORE MARIA COLOMBO -
24 giugno 2022
ius scholae

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Tante belle parole, visto che ricorreva la giornata mondiale del rifugiato e una mezza promessa. Venerdì 24 giugno, nell’Aula di Montecitorio doveva approdare lo Ius scholae, il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati che hanno completato almeno un ciclo di studi primari. Poi il rinvio a mercoledì 29, dopo il caos in Commissione Istruzione, con il capogruppo di Fratelli d'Italia Federico Mollicone che ha perso completamente le staffe e ha accusato: "È stata imposta la votazione a parere favorevole". Ad annunciare l'atteso ritorno alla discussione del provvedimento era stato il presidente della Camera, Roberto Fico, a Napoli, dove ha partecipato alla passeggiata interculturale proprio in occasione della Giornata internazionale del rifugiato, lo scorso 20 giugno. “È un provvedimento di assoluta civiltà – spiegava Fico in merito allo ius scholae – ed è giusto che dei ragazzi, dopo che fanno un ciclo scolastico, possano essere cittadini italiani”. Fico ricorda che ci sono delle persone che “fanno dieci anni di ciclo scolastico, parlano non solo l'italiano, ma anche i nostri dialetti e non hanno la cittadinanza italiana. Siamo all'assurdo”. “Lo Ius soli - ha aggiunto il presidente della Camera, rispondendo alle sollecitazioni dei cronisti - è un'altra cosa e io penso che lo Ius scholae sia più appropriato”. In realtà, si tratta di una parziale mediazione nel tentativo di superare le forti resistenze del centrodestra che annuncia barricate.
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Ius Scholae: la proposta di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati torna in Aula, alla Camera il 29 giugno

La protesta della sottosegretaria Sasso (Lega)

Non a caso, è arrivata subito la reprimenda della Lega e nella sua versione istituzionale, quella di Rossano Sasso, sottosegretario all'Istruzione (sic): “Su temi di particolare complessità e delicatezza come lo ius scholae, che sarà dibattuto a breve in Parlamento, è raccomandabile che i presidenti delle Aule tengano fede al proprio ruolo di garanti super partes, in modo da non esacerbare un confronto che già di per sé si preannuncia spigoloso. Le dichiarazioni del presidente della Camera, Fico, non contribuiscono a rasserenare gli animi perché potrebbero far pensare a un tentativo di indirizzare in qualche modo la discussione verso il risultato da lui auspicato. Esprimere un parere è ovviamente nelle sue prerogative, altra cosa è dare l'idea di militare in favore di uno degli schieramenti in campo” dice la Sasso, che poi enumera i ‘veri’ problemi dei cittadini: inflazione, siccità, occupazione (mancano solo le cavallette), secondo cui “bloccare le Camere sul tema della cittadinanza rischia di aggravare lo scollamento tra Istituzioni e Paese reale. Un'estensione generalizzata e indiscriminata della cittadinanza non servirebbe a nessuno”. Inoltre, ha ricordato Sasso perfida, “l'agenda del Governo di unità nazionale guidato da Draghi non prevede interventi su questo tipo di argomenti, che possono provocare nuove e inutili tensioni nella maggioranza”. Morale, la Lega si prepara al duro ostruzionismo.

Mattarella alla Giornata internazionale del rifugiato: "Rafforzare l’azione di protezione"

Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "L'azione a favore dei rifugiati va rafforzata ora"

  Ma prima di parlare del cuore del provvedimento meglio raccontare di una giornata importante. A spronare l'Italia a fare di più, nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'azione a favore dei rifugiati per il Capo dello Stato, "va rafforzata ora, nei momenti di accentuata crisi, secondo quell'approccio multilaterale, del quale l'Italia è storica e convinta sostenitrice" per proteggere "quei milioni di donne, uomini e bambini costretti da conflitti armati, discriminazioni, violazioni e abusi dei loro diritti e libertà fondamentali, a fuggire dal proprio paese alla ricerca di un presente e di un futuro migliori”. Ma questo vuol dire fare di più anche nel percorso di integrazione di coloro che ormai da anni vivono nel nostro Paese. Un'esigenza sentita da gran parte del Parlamento che, come annunciato da Fico, questo venerdì affronterà il tema dello Ius Scholae in Aula. Per il presidente della Camera si tratta, come detto, di un "provvedimento di assoluta civiltà". In una tavola rotonda organizzata dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati a Roma, Chiara Cardoletti, Rappresentante Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino, ha ricordato che quest'anno al livello globale si è arrivati a cento milioni di persone tra sfollati e rifugiati, "un record mai visto prima". Solo l'anno scorso ci sono stati 49 conflitti. L'ultimo, in Ucraina, ha portato 6,9 milioni di persone a lasciare la propria nazione. L'89% di queste persone vivono in Paesi in via di sviluppo. "Questi 100 milioni di persone - le ha fatto eco la viceministra Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Marina Sereni – non è vero che arrivano tutti in Italia e in Europa. La stragrande maggioranza di queste persone trovano rifugio in Africa, in Asia, Medio-Oriente, America Latina". Per Sereni è "un fenomeno di una tale portata e di tale importanza da non poter essere usato nelle campagne elettorali”. A giudizio del presidente della Comunità Sant'Egidio Marco Impagliazzo, c’è bisogno di incrementare "i corridoi umanitari" visto che sono "strumenti legali" ed ha annunciato "una grande operazione con la Libia che dovrebbe concludersi il 30 giugno per liberare le persone dai centri di detenzione", mentre tra poche settimane verranno accolti "tanti migranti afghani fuggiti in Pakistan e Iran: grazie alla collaborazione con il ministero dell'Interno e degli Esteri riusciremo a farli venire in Italia". Nonostante i tanti problemi, però, l'Italia è un paese di cui andare orgogliosi su questi temi, ha sostenuto Cardoletti, perché "continua a guardare non solo a se stesso ma anche fuori: il Governo italiano guarda al Mediterraneo, all'Afghanistan, alla Russia e cerca di mantenere un dialogo. E non è un lavoro da poco, e più che i fondi che mette a disposizione di tutte noi organizzazioni internazionali, della società civile, è il lavoro che fa ogni giorno per ricordare a tutti che una volta che il dialogo non c'è più, quindi bisogna rilanciarlo. Una delle cose più importanti che fa il Governo italiano è che è parte integrante della soluzione perché senza il dialogo i conflitti non si eliminerebbero più” è la positiva conclusione.

Che cos’è lo ius scholae e come funziona

cos'è lo ius scholae

Ius scholae, 6 italiani su 10 sono favorevoli, ma il 62% degli intervistati da ActionAid non sa di cosa si tratti

Ma che cos’è lo ius scholae e come funziona? Innanzitutto va detto che lo scorso 9 marzo la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato parere favorevole al testo presentato dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia, presidente della stessa Commissione, e che questo testo è stato finalmente calendarizzato e arriverà in discussione in Aula, appunto, il 29 giugno (e non il 24 come precedentemente annunciato). La norma sullo ius scholae è piuttosto semplice: il minore straniero nato in Italia o che è entrato nel Paese prima dei 12 anni di età, che ha risieduto legalmente e senza interruzioni nel Paese, ha diritto a ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato regolarmente per almeno cinque anni "uno o più cicli scolastici". La cittadinanza può essere richiesta dai genitori, oppure dallo stesso minore entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. In caso di cittadinanza ottenuta per richiesta dei genitori, si può rinunciarvi sempre entro due anni dal compimento del 18esimo anno di età. L’ultima modifica introdotta dal disegno di legge prevede che i funzionari dell’anagrafe abbiano il dovere di comunicare alle famiglie potenzialmente interessate la possibilità di richiedere la cittadinanza nel corso dei sei mesi precedenti il 18esimo anno di età. In caso di mancato avvertimento, i termini per la scadenza della presentazione della domanda vengono sospesi. La proposta è simile al disegno di legge approvato alla Camera nel 2015, ma mai confermato dal Senato, che prevedeva un cosiddetto "ius soli temperato". Lo ius soli è invece il principio per cui chi nasce sul territorio di uno stato ne acquisisce automaticamente la cittadinanza. La versione temperata discussa in Italia prevedeva la concessione della cittadinanza sulla base della frequenza di un ciclo scolastico.

I problemi politici per l’approvazione

Il testo del disegno di legge era stato approvato in commissione da un’insolita maggioranza, formata dal centrosinistra più Forza Italia. Si oppongono Fratelli d’Italia e la Lega, con quest’ultima che era riuscita a far slittare la discussione del disegno di legge da maggio a fine giugno. Il percorso dello ius scholae ora rimane comunque assai accidentato. Il calendario dei lavori della Camera è fitto di impegni e la pausa estiva si sta avvicinando. Lega e Fratelli d’Italia hanno già annunciato che si opporranno alla legge presentando emendamenti e con altre strategie ostruzionistiche, mentre non è chiaro quanto solida riuscirà a restare la coalizione che sostiene il provvedimento. Infine, c’è da ricordare che, anche dopo l’eventuale approvazione da parte della Camera dei Deputati, resterebbe, in ogni caso, da superare lo scoglio più improbo, quello del Senato, dove i numeri sono ben più ballerini e dove, per capirci, si sono arenati il ddl Zan, già l’anno scorso e, ormai da mesi, il ddl sul fine vita. Per lo ius scholae quindi, la strada è ancora lunga.