Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Politica » La Russia sta per bollare come estremisti i gruppi Lgbtq+ e le femministe radicali

La Russia sta per bollare come estremisti i gruppi Lgbtq+ e le femministe radicali

Alla censura di Stato che dal 2013 blocca la propaganda gay potrebbe presto aggiungersi la qualifica di "estremista" che porrebbe fuori legge qualunque attività svolta dall'intera popolazione Lgbtq+

Federico Martini
1 Ottobre 2021
epa09489187 A picture made available on 26 September 2021 shows Russian President Vladimir Putin spending his leisure time in the Siberian Federal District, Russia.  EPA/ALEXEI DRUZHININ / KREMLIN POOL/ SPUTNIK / POOL MANDATORY CREDIT

epa09489187 A picture made available on 26 September 2021 shows Russian President Vladimir Putin spending his leisure time in the Siberian Federal District, Russia. EPA/ALEXEI DRUZHININ / KREMLIN POOL/ SPUTNIK / POOL MANDATORY CREDIT

Share on FacebookShare on Twitter

“Estremisti“. Così il governo russo potrebbe bollare i gruppi Lgbtq+ oltre alle femministe radicali. A proporre la misura discriminatoria  è Andrei Tsyganov, presidente di una commissione per la protezione dei bambini presso il regolatore delle comunicazioni di Roskomnadzor. Se accolta, la proposta porrebbe fuori legge le persone aderenti ai gruppi omosessuali e sarebbe vietata qualunque attività da essi effettuata per elaborare , diffondere,   propagandare contenuti sui social e in rete.

A dare la motizia è il sito www.gay.it citando il quotidiano Moscow Times, secondo il quale Tsyganov avrebbe affermato che le restrizioni sarebbero finalizzate a proteggere i bambini russi da ciò che si ritiene un contenuto distruttivo. L’uscita di Tsyganov arriva lo stesso giorno in cui il ministero della Giustizia russo ha etichettato come “agente straniero” il Centro Ivanovo, organizzazione no-profit per la ricerca e l’istruzione per gli studi di genere.

La Russia sembra avviata ad inasprire ulteriormente le misure contro la omosessualità: risale al 2013 la legge contro la propaganda gay, che ha di fatto introdotto la censura di Stato nei confronti di qualunque tematica LGBT e al divieto di diffusione di una serie di film, ultimi dei quali Benedetta ed Eternals.

L’etichetta “estremista” ora suggerita per le organizzazioni LGBTQ+ e le femministe radicali era stata precedentemente utilizzata per bandire i Testimoni di Geova e per le organizzazioni legate ad Alexei Navalny, critico di Putin (nella foto: durante una battuta di pesca) attualmente in carcere su ordine del Cremlino.

Potrebbe interessarti anche

Il regista iraniano Jafar Panahi (Instagram)
Spettacolo

Iran, il pluripremiato regista Jafar Panahi inizia lo sciopero della fame in carcere

2 Febbraio 2023
Lucio Dalla il prossimo 4 marzo avrebbe compiuto 80 anni
Spettacolo

“Ciao – Rassegna Lucio Dalla”: una serata speciale per celebrare l’artista visionario e sensibile

3 Febbraio 2023
Eva Carieri
Lifestyle

La siciliana Carieri sulle orme della Robin’s contro violenze e discriminazione per diventare Eva

5 Febbraio 2023

Instagram

  • "Ho provato a far cantare Chiara Ferragni, ma non sono riuscito a portarla sul palco" ha scherzato Gianni Morandi. 

"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
"Estremisti". Così il governo russo potrebbe bollare i gruppi Lgbtq+ oltre alle femministe radicali. A proporre la misura discriminatoria  è Andrei Tsyganov, presidente di una commissione per la protezione dei bambini presso il regolatore delle comunicazioni di Roskomnadzor. Se accolta, la proposta porrebbe fuori legge le persone aderenti ai gruppi omosessuali e sarebbe vietata qualunque attività da essi effettuata per elaborare , diffondere,   propagandare contenuti sui social e in rete. A dare la motizia è il sito www.gay.it citando il quotidiano Moscow Times, secondo il quale Tsyganov avrebbe affermato che le restrizioni sarebbero finalizzate a proteggere i bambini russi da ciò che si ritiene un contenuto distruttivo. L'uscita di Tsyganov arriva lo stesso giorno in cui il ministero della Giustizia russo ha etichettato come "agente straniero" il Centro Ivanovo, organizzazione no-profit per la ricerca e l’istruzione per gli studi di genere. La Russia sembra avviata ad inasprire ulteriormente le misure contro la omosessualità: risale al 2013 la legge contro la propaganda gay, che ha di fatto introdotto la censura di Stato nei confronti di qualunque tematica LGBT e al divieto di diffusione di una serie di film, ultimi dei quali Benedetta ed Eternals. L’etichetta “estremista” ora suggerita per le organizzazioni LGBTQ+ e le femministe radicali era stata precedentemente utilizzata per bandire i Testimoni di Geova e per le organizzazioni legate ad Alexei Navalny, critico di Putin (nella foto: durante una battuta di pesca) attualmente in carcere su ordine del Cremlino.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto