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Home » Politica » L’erede transgender della Disney si scusa: “Dovevamo fare di più contro la Don’t Say Gay”

L’erede transgender della Disney si scusa: “Dovevamo fare di più contro la Don’t Say Gay”

Il suo bisnonno era il fratello di Walt Disney e co-fondatore della società dei sogni. Ora Charlee Corra, 30 anni, in un'intervista torna a parlare della polemica per la tardiva e lacunosa presa di posizione dell'azienda contro la legge della Florida

Marianna Grazi
13 Aprile 2022
Charlee Corra ha partecipato alla cena della Human Rights Campaign 2022 al JW Marriott Los Angeles (Tommaso Boddi/FilmMagic)

Charlee Corra ha partecipato alla cena della Human Rights Campaign 2022 al JW Marriott Los Angeles (Tommaso Boddi/FilmMagic)

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charlee-corra-disney-scuse-don't say gay
Charlee Corra Diseny ha recentemente dichiarato di essere transgender e si è scusato per lo scarso intervento dell’azienda di famiglia contro la legge anti-LGBTQ+ della Florida

Mentre i dipendenti della major protestavano contro quella che consideravano una risposta tardiva e lacunosa da parte dell’azienda a quella che i critici chiamano la legge “Don’t Say Gay” della Florida, un erede Disney, che di recente ha fatto coming out come transgender, è rimasto ad osservare il precipitare degli eventi in silenzio. Ora però, Charlee Corra Disney vuole parlare. In un’intervista al Los Angeles Times pubblicata lo scorso fine settimana il trentenne, insegnante di scienze al liceo, ha detto di essersi pentito non aver fatto di più per aiutare la comunità Lgbtq+ dello Stato. “Non ho chiamato i senatori o preso provvedimenti”, ha detto Charlee, il cui bisnonno era il co-fondatore dell’azienda Roy O. Disney. “Sento che avrei potuto fare di più“.

“Nella mia vita non ho avuto riferimenti, non toglieteli anche ai bambini”

Charlee Corra ha pubblicamente dichiarato di essere transgender. Membro della famiglia Disney, Charlee ha rilasciato un’intervista al Times di LA, pubblicata domenica, nel bel mezzo delle polemiche sulla legge anti-LGBTQ.  “Ho avuto pochissimi modelli di ruolo apertamente gay – ha detto il 30enne, che è il figliastro di Roy P. Disney, il pronipote di Walt Disney –. E certamente non ho avuto nessun modello di ruolo trans o non-binario”. L’insegnante di scienze del liceo ha poi aggiunto: “Non mi vedevo riflesso in nessuno, e questo mi faceva sentire come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me“.

Charlee-Corra-Disney-HRC
Charlee Corra Disney all’evento della HRC di marzo

Parlando al Los Angeles Times dei problemi che i giovani Lgbtq+ si trovano spesso ad affrontare, come il bullismo, le tendenze suicide, la depressione e l’ansia, Charlee Cora ha aggiunto: “E ora ci si deve mettere pure questa legge? Non possono conoscere la loro comunità e la loro storia a scuola, o fare sport o usare il bagno che vogliono?”.

Le scuse e il nuovo impegno

Le dichiarazioni dell’erede dell’impero Disney arrivano infatti a poche settimane dall’entrata in vigore della “Don’t Say Gay” e a un mese esatto dalle scuse che l’amministratore delegato della major, Bob Chapek, ha rivolto le proprie scuse ai dipendenti per il “silenzio” dell’azienda in merito all’approvazione della nuova legge in Florida, dopo che gli stessi lavoratori avevano manifestato e scritto alcune lettere di protesta sulla gestione della questione. Mentre Charlee ha ammesso che lui e gli amministratori e rappresentanti dell’azienda non stanno facendo abbastanza per aiutare la comunità, “Sento che potrei fare di più”, ha aggiunto e recentemente hanno fatto una grande donazione alla Campagna per i diritti umani.

Charlee-Corra-Disney
Charlee Corra Disney e la sua famiglia hanno promesso donazioni fino a 500mila dollari alla Campagna sui diritti umani

Con papà Roy e mamma Sheri, ha annunciato all’inizio di questo mese che avrebbe corrisposto fino a 500mila dollari in donazioni all’HRC. L’impegno è venuto dopo che lo stesso Charlee aveva annunciato in precedenza una di metà di quella somma durante il gala annuale dell’organizzazione a marzo. La famiglia ha deciso di fare questa importante donazione dopo che l’Human right company ne aveva rifiutata di 5 milioni di dollari dall’azienda Disney, chiedendo invece di fare di più al di fuori del sostegno finanziario. “L’uguaglianza conta davvero tanto per noi, soprattutto perché nostro figlio, Charlee, è transgender e un orgoglioso membro della comunità LGBTQ+”, ha detto Roy P. Mentre Sheri ha spiegato al Times: “Ho un figlio trans, e lo amo a prescindere da tutto il resto”.

 

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
charlee-corra-disney-scuse-don't say gay
Charlee Corra Diseny ha recentemente dichiarato di essere transgender e si è scusato per lo scarso intervento dell'azienda di famiglia contro la legge anti-LGBTQ+ della Florida
Mentre i dipendenti della major protestavano contro quella che consideravano una risposta tardiva e lacunosa da parte dell'azienda a quella che i critici chiamano la legge "Don't Say Gay" della Florida, un erede Disney, che di recente ha fatto coming out come transgender, è rimasto ad osservare il precipitare degli eventi in silenzio. Ora però, Charlee Corra Disney vuole parlare. In un'intervista al Los Angeles Times pubblicata lo scorso fine settimana il trentenne, insegnante di scienze al liceo, ha detto di essersi pentito non aver fatto di più per aiutare la comunità Lgbtq+ dello Stato. "Non ho chiamato i senatori o preso provvedimenti", ha detto Charlee, il cui bisnonno era il co-fondatore dell'azienda Roy O. Disney. "Sento che avrei potuto fare di più".

"Nella mia vita non ho avuto riferimenti, non toglieteli anche ai bambini"

Charlee Corra ha pubblicamente dichiarato di essere transgender. Membro della famiglia Disney, Charlee ha rilasciato un'intervista al Times di LA, pubblicata domenica, nel bel mezzo delle polemiche sulla legge anti-LGBTQ.  "Ho avuto pochissimi modelli di ruolo apertamente gay – ha detto il 30enne, che è il figliastro di Roy P. Disney, il pronipote di Walt Disney –. E certamente non ho avuto nessun modello di ruolo trans o non-binario". L'insegnante di scienze del liceo ha poi aggiunto: "Non mi vedevo riflesso in nessuno, e questo mi faceva sentire come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me".
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Charlee Corra Disney all'evento della HRC di marzo
Parlando al Los Angeles Times dei problemi che i giovani Lgbtq+ si trovano spesso ad affrontare, come il bullismo, le tendenze suicide, la depressione e l'ansia, Charlee Cora ha aggiunto: "E ora ci si deve mettere pure questa legge? Non possono conoscere la loro comunità e la loro storia a scuola, o fare sport o usare il bagno che vogliono?".

Le scuse e il nuovo impegno

Le dichiarazioni dell'erede dell'impero Disney arrivano infatti a poche settimane dall'entrata in vigore della "Don't Say Gay" e a un mese esatto dalle scuse che l'amministratore delegato della major, Bob Chapek, ha rivolto le proprie scuse ai dipendenti per il "silenzio" dell'azienda in merito all'approvazione della nuova legge in Florida, dopo che gli stessi lavoratori avevano manifestato e scritto alcune lettere di protesta sulla gestione della questione. Mentre Charlee ha ammesso che lui e gli amministratori e rappresentanti dell'azienda non stanno facendo abbastanza per aiutare la comunità, "Sento che potrei fare di più", ha aggiunto e recentemente hanno fatto una grande donazione alla Campagna per i diritti umani.
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Charlee Corra Disney e la sua famiglia hanno promesso donazioni fino a 500mila dollari alla Campagna sui diritti umani
Con papà Roy e mamma Sheri, ha annunciato all'inizio di questo mese che avrebbe corrisposto fino a 500mila dollari in donazioni all'HRC. L'impegno è venuto dopo che lo stesso Charlee aveva annunciato in precedenza una di metà di quella somma durante il gala annuale dell'organizzazione a marzo. La famiglia ha deciso di fare questa importante donazione dopo che l'Human right company ne aveva rifiutata di 5 milioni di dollari dall'azienda Disney, chiedendo invece di fare di più al di fuori del sostegno finanziario. "L'uguaglianza conta davvero tanto per noi, soprattutto perché nostro figlio, Charlee, è transgender e un orgoglioso membro della comunità LGBTQ+", ha detto Roy P. Mentre Sheri ha spiegato al Times: "Ho un figlio trans, e lo amo a prescindere da tutto il resto".  
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