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Home » Politica » Luca Trapanese sul caso di Nina: “Non possiamo alzare un muro di carte”

Luca Trapanese sul caso di Nina: “Non possiamo alzare un muro di carte”

Assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli e padre di Alba, il membro del Comitato scientifico di Luce! commenta la storia della 19enne Down che vorrebbe diplomarsi ma si vede negata questa possibilità

Luca Trapanese
22 Marzo 2023
Luca Trapanese con la piccola Alba

Luca Trapanese con la piccola Alba

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La notizia di Nina , una ragazza di 19 anni con sindrome di Down che vorrebbe diplomarsi ma si vede negata questa possibilità mi ha lasciato molto turbato.

Nina Rosa Sorrentino, 19 anni, con sindrome di Down: vorrebbe solo sostenere la Maturità
Nina Rosa Sorrentino, 19 anni, con sindrome di Down: vorrebbe solo sostenere la Maturità

Come padre, e padre di una bambina con la stessa sindrome di Nina, ho sentito un forte senso di rabbia e frustrazione, mi sono immedesimato nei panni di Nina e ho immaginato il senso di impotenza che a volte si prova di fronte ai “NO” che una persona con disabilità deve affrontare.

Come uomo che lavora in una istituzione so che la scuola è dotata di strumenti di progettazione e costruzione del futuro dei nostri figli: il PEI (il piano educativo personalizzato), è uno di questi. Si condivide con la famiglia e con la persona ed “è assicurata la partecipazione attiva degli studenti con accertata condizione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica nel rispetto del principio di autodeterminazione”. 

Luca e Alba Trapanese
Luca Trapanese e la figlia Alba (Instagram)

L’autodeterminazione è ciò che definisce la qualità della vita di ciascuno di noi, e, dunque anche di Nina e di tutte le persone con disabilità. Il compito della società e della scuola è proprio aiutare a svilupparla operando delle scelte, promuovendo la consapevolezza dell’esistenza di alternative e la possibilità di valutare ogni opzione. Quindi mi chiedo innanzitutto dov’è la scuola rispetto a questo tema? Se, come si sostiene, non ci sono le condizioni per cambiare il progetto educativo di Nina , come mai questa comunicazione arriva come una sconfitta per lei e per la famiglia? Dov’è il dialogo educativo? Il patto educativo?

Alba, la bimba down che lui, papà single ed omosessuale adottò quando era neonata
Luca Trapanese con Alba, la bimba down che lui, papà single ed omosessuale adottò quando era neonata, in una foto tratta dal profilo Instagram

Si è certamente interrotto qualcosa nella relazione educativa tra la scuola, Nina, e la famiglia e, mi preme sottolinearlo, i fili di questa relazione sono una responsabilità che sta soprattutto in mano alla scuola.

Mi sconforta il pensiero che le conquiste, seppur tardive, che sono state fatte vengano vissute come principi astratti e irrealizzabili, troppo difficili, utopistici. Si tratta di persone, di destini e di vite di cui abbiamo la responsabilità non possiamo alzare un muro di carte e stare comodi nelle nostre certezze. Dobbiamo fare passi avanti con la nostra volontà e con fatica altrimenti resteranno solo le carte e spariranno le persone.

premio-luce-startup-inclusiva

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Nina Rosa Sorrentino, 19 anni, con sindrome di Down: vorrebbe solo sostenere la Maturità

Come padre, e padre di una bambina con la stessa sindrome di Nina, ho sentito un forte senso di rabbia e frustrazione, mi sono immedesimato nei panni di Nina e ho immaginato il senso di impotenza che a volte si prova di fronte ai "NO" che una persona con disabilità deve affrontare.

Come uomo che lavora in una istituzione so che la scuola è dotata di strumenti di progettazione e costruzione del futuro dei nostri figli: il PEI (il piano educativo personalizzato), è uno di questi. Si condivide con la famiglia e con la persona ed "è assicurata la partecipazione attiva degli studenti con accertata condizione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica nel rispetto del principio di autodeterminazione". 

Luca e Alba Trapanese
Luca Trapanese e la figlia Alba (Instagram)

L'autodeterminazione è ciò che definisce la qualità della vita di ciascuno di noi, e, dunque anche di Nina e di tutte le persone con disabilità. Il compito della società e della scuola è proprio aiutare a svilupparla operando delle scelte, promuovendo la consapevolezza dell’esistenza di alternative e la possibilità di valutare ogni opzione. Quindi mi chiedo innanzitutto dov’è la scuola rispetto a questo tema? Se, come si sostiene, non ci sono le condizioni per cambiare il progetto educativo di Nina , come mai questa comunicazione arriva come una sconfitta per lei e per la famiglia? Dov’è il dialogo educativo? Il patto educativo?

Alba, la bimba down che lui, papà single ed omosessuale adottò quando era neonata
Luca Trapanese con Alba, la bimba down che lui, papà single ed omosessuale adottò quando era neonata, in una foto tratta dal profilo Instagram

Si è certamente interrotto qualcosa nella relazione educativa tra la scuola, Nina, e la famiglia e, mi preme sottolinearlo, i fili di questa relazione sono una responsabilità che sta soprattutto in mano alla scuola.

Mi sconforta il pensiero che le conquiste, seppur tardive, che sono state fatte vengano vissute come principi astratti e irrealizzabili, troppo difficili, utopistici. Si tratta di persone, di destini e di vite di cui abbiamo la responsabilità non possiamo alzare un muro di carte e stare comodi nelle nostre certezze. Dobbiamo fare passi avanti con la nostra volontà e con fatica altrimenti resteranno solo le carte e spariranno le persone.

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