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Home » Politica » Mille divieti su 2mila abitanti: benvenuti a Dervio, il paese con l’ordinanza choc che vieta tutto (o quasi)

Mille divieti su 2mila abitanti: benvenuti a Dervio, il paese con l’ordinanza choc che vieta tutto (o quasi)

Nelle 87 pagine del nuovo Regolamento ce n’è per tutti, dai commercianti agli allevatori di api, dai contadini alle massaie. Le norme disciplinano non solo i comportamenti delle persone, ma anche quelli degli animali

Maurizio Costanzo
13 Settembre 2022
Dervio regolamento polizia

Dervio, sul lago di Como

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“I nostri pensieri e la nostra immaginazione sono gli unici veri limiti alle nostre possibilità”, scriveva poeticamente Orison Swett Marden. Per i cittadini di Dervio, invece, le possibilità sono sì limitate, ma non dall’immaginazione, bensì da un’ordinanza. Quanto limitate? Per saperlo con esattezza bisognerebbe studiare a fondo le 87 lunghe pagine di divieti fitte fitte di articoli: ben 222. Un numero che potrebbe sembrare al limite dell’accettabile per una megalopoli, ma che, a fare due conti, suona alquanto esagerato considerando che il piccolo paesino in provincia di Lecco conta appena 2.642 anime.

Regolati zuccherifici (che non ci sono9 e Acquapark (dove sono vietati i tuffi)

E le stranezze non finiscono qui, dal momento che sono stati disciplinati pure gli zuccherifici in una zona dove non esistono, come del resto i magazzini di sale. Che potrebbero però sorgere un domani, ovviamente; se non fosse che le acque che bagnano Dervio non sono quelle del mare, bensì le placide, chiare, fresche e dolci acque del lago di Como. In ogni caso, prima ancora che sorgano (in un imprecisato futuro) saline d’acqua dolce, al titolo IV, e precisamente all’articolo 51, è stato disposto che tra i magazzini di sale (che potranno un domani essere ipoteticamente costruiti) occorrerà rispettare la distanza di ben cinque metri.

divieto tuffi
Tra i divieti fissati nel nuovo regolamento di polizia a Dervio c’è anche quello di tuffi

Tra i poco più di 2mila lettori dell’ordinanza chiamati direttamente i causa, c’erano certamente anche i titolari dell’Acquapark galleggiante che sorge poco distante dalla riva. Che, scorrendo le varie pagine, arrivati al titolo XXII, leggendo e rileggendo l’articolo 210, devono aver sgranato gli occhi, fatto un balzo sulla sedia, ed essersi chiesti increduli: “Abbiamo letto male… oppure quello che sta scritto ci sta dicendo che in pratica… dovremmo chiudere?”. Ebbene, l’articolo parlava molto chiaramente del divieto di “effettuare tuffi dai pontili, dai moli, dalle barche ormeggiate e da qualsivoglia struttura fissa o mobile naturale o artificiale, collocate su area pubblica o demaniale, all’interno dell’area lacustre”. Un articolo che stride non solo con la funzione dell’Acquapark galleggiante, ma con la stessa anima di Dervio, che d’estate si popola di turisti che, guarda caso, arrivano proprio per rinfrescarsi dalla calura facendo bagni e tuffi.

Chi è colpito dal nuovo regolamento di polizia

Il nuovo Regolamento di Polizia urbana e rurale è suonato bizzarro anche ad altre categorie di persone, tutte, a vario modo, chiamate in causa per qualcosa: dai commercianti agli allevatori di api, dai contadini che hanno un orto alle massaie, fino agli artigiani, e non solo, a cui è stato fatto divieto di “riscaldare la cera naturale e artificiale, specialmente se in miscela con acquaragia, sopra la fiamma libera”. Per sfuggire alle multe, chi propenderà per la soluzione più drastica, quella cioè di chiudersi in casa, sappia che è vietatissimo scuotere le tovaglie o stendere panni da balconi e finestre che affacciano su una pubblica strada. Ma attenzione: i divieti non riguardano solo le persone, ma anche gli animali, il cui comportamento è stato altrettanto disciplinato. E così potranno salire sui mezzi pubblici solo due cani per passeggero, a patto che quel passeggero non sia un cacciatore, altrimenti la situazione cambia: segugi, setter e altri cani da caccia sono infatti off-limits sui bus dalle 8 di mattina alle 7 di sera.

cani al guinzaglio
Non più di due cani al guinzaglio per chi sale su un mezzo pubblico

Per chi abita a Dervio dunque, o ha intenzione di farci un salto in villeggiatura, deve prestare molta attenzione a dove e come muoversi. E per chi drasticamente deciderà di non muoversi affatto e di stare fermo, magari immobile, meglio in un posto all’ombra, sappia che, sempre secondo il regolamento, tende e parasole “devono avere l’orlo inferiore sia frontale, sia laterale, compresi frange e ornamenti, a una altezza non minore di 2 metri e 70 dal suolo” e che “la sporgenza deve contenersi fino a 30 centimetri dal filo del marciapiede”. Interpellato, il primo cittadino ci ha tenuto a precisare che le norme non sono state scritte per prendersi gioco di nessuno, anzi “servono a tutelare, non a penalizzare, i bravi cittadini“. Alcune “sembrano strampalate, ma sono state fatte – precisa il sindaco – sulla scorta di alcuni episodi già successi, e saranno usate all’occorrenza, solo se e quando serve”. In pratica questa Bibbia delle ordinanze considera, contiene, e soprattutto previene ogni possibilità di illeciti, presenti e anche futuri. Il tutto “senza dover ricorrere a continue ordinanze” rimarca il sindaco. Un esempio concreto? Il divieto sui tuffi che “sarà applicato solo se qualche spericolato proverà a buttarsi da luoghi pericolosi”.

In ogni caso, le sanzioni stabilite risultano così salate che potranno arrivare fino a 900 euro. A tutti coloro che, dopo la lettura delle 87 lunghe pagine dell’ordinanza, presi da timore di un qualsiasi passo falso, decideranno di smontare le tende da sole, rinunciare a fare la cera, l’orto, i tuffi e anche a chiudersi in casa, non resterà che concedersi una bella e tranquilla passeggiata, magari nel verde, in mezzo ai prati. Facendo però attenzione a non raccogliere fiori e frutti vicine all’arenile: perché è assolutamente vietato.

 

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
"I nostri pensieri e la nostra immaginazione sono gli unici veri limiti alle nostre possibilità", scriveva poeticamente Orison Swett Marden. Per i cittadini di Dervio, invece, le possibilità sono sì limitate, ma non dall’immaginazione, bensì da un’ordinanza. Quanto limitate? Per saperlo con esattezza bisognerebbe studiare a fondo le 87 lunghe pagine di divieti fitte fitte di articoli: ben 222. Un numero che potrebbe sembrare al limite dell’accettabile per una megalopoli, ma che, a fare due conti, suona alquanto esagerato considerando che il piccolo paesino in provincia di Lecco conta appena 2.642 anime.

Regolati zuccherifici (che non ci sono9 e Acquapark (dove sono vietati i tuffi)

E le stranezze non finiscono qui, dal momento che sono stati disciplinati pure gli zuccherifici in una zona dove non esistono, come del resto i magazzini di sale. Che potrebbero però sorgere un domani, ovviamente; se non fosse che le acque che bagnano Dervio non sono quelle del mare, bensì le placide, chiare, fresche e dolci acque del lago di Como. In ogni caso, prima ancora che sorgano (in un imprecisato futuro) saline d’acqua dolce, al titolo IV, e precisamente all’articolo 51, è stato disposto che tra i magazzini di sale (che potranno un domani essere ipoteticamente costruiti) occorrerà rispettare la distanza di ben cinque metri.
divieto tuffi
Tra i divieti fissati nel nuovo regolamento di polizia a Dervio c'è anche quello di tuffi
Tra i poco più di 2mila lettori dell’ordinanza chiamati direttamente i causa, c’erano certamente anche i titolari dell’Acquapark galleggiante che sorge poco distante dalla riva. Che, scorrendo le varie pagine, arrivati al titolo XXII, leggendo e rileggendo l’articolo 210, devono aver sgranato gli occhi, fatto un balzo sulla sedia, ed essersi chiesti increduli: "Abbiamo letto male… oppure quello che sta scritto ci sta dicendo che in pratica… dovremmo chiudere?". Ebbene, l’articolo parlava molto chiaramente del divieto di "effettuare tuffi dai pontili, dai moli, dalle barche ormeggiate e da qualsivoglia struttura fissa o mobile naturale o artificiale, collocate su area pubblica o demaniale, all’interno dell’area lacustre". Un articolo che stride non solo con la funzione dell’Acquapark galleggiante, ma con la stessa anima di Dervio, che d’estate si popola di turisti che, guarda caso, arrivano proprio per rinfrescarsi dalla calura facendo bagni e tuffi.

Chi è colpito dal nuovo regolamento di polizia

Il nuovo Regolamento di Polizia urbana e rurale è suonato bizzarro anche ad altre categorie di persone, tutte, a vario modo, chiamate in causa per qualcosa: dai commercianti agli allevatori di api, dai contadini che hanno un orto alle massaie, fino agli artigiani, e non solo, a cui è stato fatto divieto di "riscaldare la cera naturale e artificiale, specialmente se in miscela con acquaragia, sopra la fiamma libera”. Per sfuggire alle multe, chi propenderà per la soluzione più drastica, quella cioè di chiudersi in casa, sappia che è vietatissimo scuotere le tovaglie o stendere panni da balconi e finestre che affacciano su una pubblica strada. Ma attenzione: i divieti non riguardano solo le persone, ma anche gli animali, il cui comportamento è stato altrettanto disciplinato. E così potranno salire sui mezzi pubblici solo due cani per passeggero, a patto che quel passeggero non sia un cacciatore, altrimenti la situazione cambia: segugi, setter e altri cani da caccia sono infatti off-limits sui bus dalle 8 di mattina alle 7 di sera.
cani al guinzaglio
Non più di due cani al guinzaglio per chi sale su un mezzo pubblico
Per chi abita a Dervio dunque, o ha intenzione di farci un salto in villeggiatura, deve prestare molta attenzione a dove e come muoversi. E per chi drasticamente deciderà di non muoversi affatto e di stare fermo, magari immobile, meglio in un posto all’ombra, sappia che, sempre secondo il regolamento, tende e parasole "devono avere l’orlo inferiore sia frontale, sia laterale, compresi frange e ornamenti, a una altezza non minore di 2 metri e 70 dal suolo" e che "la sporgenza deve contenersi fino a 30 centimetri dal filo del marciapiede". Interpellato, il primo cittadino ci ha tenuto a precisare che le norme non sono state scritte per prendersi gioco di nessuno, anzi "servono a tutelare, non a penalizzare, i bravi cittadini". Alcune "sembrano strampalate, ma sono state fatte – precisa il sindaco - sulla scorta di alcuni episodi già successi, e saranno usate all’occorrenza, solo se e quando serve". In pratica questa Bibbia delle ordinanze considera, contiene, e soprattutto previene ogni possibilità di illeciti, presenti e anche futuri. Il tutto "senza dover ricorrere a continue ordinanze" rimarca il sindaco. Un esempio concreto? Il divieto sui tuffi che "sarà applicato solo se qualche spericolato proverà a buttarsi da luoghi pericolosi". In ogni caso, le sanzioni stabilite risultano così salate che potranno arrivare fino a 900 euro. A tutti coloro che, dopo la lettura delle 87 lunghe pagine dell’ordinanza, presi da timore di un qualsiasi passo falso, decideranno di smontare le tende da sole, rinunciare a fare la cera, l’orto, i tuffi e anche a chiudersi in casa, non resterà che concedersi una bella e tranquilla passeggiata, magari nel verde, in mezzo ai prati. Facendo però attenzione a non raccogliere fiori e frutti vicine all’arenile: perché è assolutamente vietato.  
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