"I nostri pensieri e la nostra immaginazione sono gli unici veri limiti alle nostre possibilità", scriveva poeticamente Orison Swett Marden. Per i cittadini di
Dervio, invece, le
possibilità sono sì
limitate, ma non dall’immaginazione, bensì da
un’ordinanza. Quanto limitate? Per saperlo con esattezza bisognerebbe studiare a fondo le 87 lunghe pagine di
divieti fitte fitte di articoli: ben
222. Un numero che potrebbe sembrare al limite dell’accettabile per una megalopoli, ma che, a fare due conti, suona alquanto esagerato considerando che il piccolo paesino in provincia di Lecco conta appena
2.642 anime.
Regolati zuccherifici (che non ci sono9 e Acquapark (dove sono vietati i tuffi)
E le stranezze non finiscono qui, dal momento che sono stati disciplinati pure gli
zuccherifici in una zona dove
non esistono, come del resto i magazzini di sale. Che potrebbero però sorgere un domani, ovviamente; se non fosse che le acque che bagnano Dervio non sono quelle del mare, bensì le placide,
chiare, fresche e dolci acque del
lago di Como. In ogni caso, prima ancora che sorgano (in un imprecisato futuro) saline d’acqua dolce, al titolo IV, e precisamente all’articolo 51, è stato disposto che tra i magazzini di sale (che potranno un domani essere ipoteticamente costruiti) occorrerà rispettare la distanza di ben cinque metri.
Tra i divieti fissati nel nuovo regolamento di polizia a Dervio c'è anche quello di tuffi
Tra i poco più di 2mila lettori dell’ordinanza chiamati direttamente i causa, c’erano certamente anche i
titolari dell’Acquapark galleggiante che sorge poco distante dalla riva. Che, scorrendo le varie pagine, arrivati al titolo XXII, leggendo e rileggendo l’articolo 210, devono aver sgranato gli occhi, fatto un balzo sulla sedia, ed essersi chiesti increduli: "Abbiamo letto male… oppure quello che sta scritto ci sta dicendo che in pratica… dovremmo chiudere?". Ebbene, l’articolo parlava molto chiaramente del
divieto di "effettuare tuffi dai pontili, dai moli, dalle barche ormeggiate e da qualsivoglia struttura fissa o mobile naturale o artificiale, collocate su area pubblica o demaniale, all’interno dell’area lacustre". Un articolo che stride non solo con la funzione dell’Acquapark galleggiante, ma con la stessa anima di Dervio, che d’estate si popola di
turisti che, guarda caso, arrivano proprio per rinfrescarsi dalla calura facendo bagni e tuffi.
Chi è colpito dal nuovo regolamento di polizia
Il nuovo
Regolamento di Polizia urbana e rurale è suonato bizzarro anche ad altre categorie di persone, tutte, a vario modo, chiamate in causa per qualcosa: dai commercianti agli allevatori di api, dai contadini che hanno un orto alle massaie, fino agli artigiani, e non solo, a cui è stato fatto divieto di "riscaldare la cera naturale e artificiale, specialmente se in miscela con acquaragia, sopra la fiamma libera”. Per
sfuggire alle multe, chi propenderà per la soluzione più drastica, quella cioè di chiudersi in casa, sappia che è vietatissimo scuotere le tovaglie o stendere panni da balconi e finestre che affacciano su una pubblica strada. Ma attenzione: i divieti non riguardano solo le persone, ma anche gli
animali, il cui comportamento è stato altrettanto disciplinato. E così potranno salire sui mezzi pubblici solo due cani per passeggero, a patto che quel passeggero non sia un cacciatore, altrimenti la situazione cambia: segugi, setter e altri cani da caccia sono infatti off-limits sui bus dalle 8 di mattina alle 7 di sera.
Non più di due cani al guinzaglio per chi sale su un mezzo pubblico
Per chi abita a Dervio dunque, o ha intenzione di farci un salto in villeggiatura, deve prestare molta attenzione a dove e come muoversi. E per chi drasticamente deciderà di non muoversi affatto e di stare fermo, magari immobile, meglio in un posto all’ombra, sappia che, sempre secondo il regolamento, tende e parasole "devono avere l’orlo inferiore sia frontale, sia laterale, compresi frange e ornamenti, a una altezza non minore di 2 metri e 70 dal suolo" e che "la sporgenza deve contenersi fino a 30 centimetri dal filo del marciapiede". Interpellato,
il primo cittadino ci ha tenuto a precisare che le
norme non sono state scritte per prendersi gioco di nessuno, anzi "servono a
tutelare, non a penalizzare, i bravi cittadini". Alcune "sembrano strampalate, ma sono state fatte – precisa il sindaco - sulla scorta di alcuni episodi già successi, e saranno usate all’occorrenza, solo se e quando serve". In pratica questa Bibbia delle ordinanze considera, contiene, e soprattutto
previene ogni possibilità di illeciti, presenti e anche futuri. Il tutto "senza dover ricorrere a continue ordinanze" rimarca il sindaco. Un esempio concreto? Il divieto sui tuffi che "sarà applicato solo se qualche spericolato proverà a buttarsi da luoghi pericolosi". In ogni caso, le sanzioni stabilite risultano così salate che potranno arrivare
fino a 900 euro. A tutti coloro che, dopo la lettura delle 87 lunghe pagine dell’ordinanza, presi da timore di un qualsiasi passo falso, decideranno di smontare le tende da sole, rinunciare a fare la cera, l’orto, i tuffi e anche a chiudersi in casa, non resterà che concedersi una bella e tranquilla passeggiata, magari nel verde, in mezzo ai prati. Facendo però attenzione a non raccogliere fiori e frutti vicine all’arenile: perché è assolutamente vietato.