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Home » Politica » Paolo Rondelli primo Capo di Stato Lgbt+ al mondo: la rivoluzione arcobaleno di San Marino

Paolo Rondelli primo Capo di Stato Lgbt+ al mondo: la rivoluzione arcobaleno di San Marino

Cinquantanove anni, due master, ex vicepresidente di Arcigay Rimini, primo rappresentante di Stato per la Repubblica del Titano negli Usa. Ecco chi è il nuovo Capitano Reggente

Marianna Grazi
1 Aprile 2022
Paolo Rondelli

Paolo Rondelli, capo di stato Lgbt Repubblica di San Marino

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La rivoluzione parte da San Marino: da oggi è il primo Paese al mondo con un Capo di Stato appartenente alla comunità Lgbt+. Se non è una novità sentir parlare di ministri e ministre o di capi di governo omosessuali, è la prima volta in assoluto che la più alta carica di uno stato viene ricoperta da una persona Lgbt. Nella Repubblica del Titano, splende l’arcobaleno dei diritti da quando Paolo Rondelli, classe 1963, ex vicepresidente di Arcigay Rimini e primo ambasciatore della Repubblica negli Stati Uniti, è diventato uno dei due nuovi Capitani Reggenti, Capi di Stato che non hanno poteri esecutivi e che stanno in carica per sei mesi.

Paolo Rondelli
Paolo Rondelli

Diritti civili: nella Repubblica “avanti tutta”

Una notizia epocale, un “fatto storico” per Arcigay Rimini, che arriva da quel piccolo stato indipendente, a cavallo tra Emilia Romagna e Marche, che negli ultimi mesi non è nuovo ad aperture importanti in materia sociale. “San Marino ha intrapreso già da anni una strada di profonda rivoluzione sul tema dei diritti. Se si pensa che l’omosessualità è stata criminalizzata fino al 2004 questo percorso, specialmente osservandolo dal punto di vista dell’impantanata Italia, è sbalorditivo – spiega l’associazione in una nota –. In pochi anni San Marino ha approvato le unioni civili paritarie, grazie anche al contributo di Paolo Rondelli e alla collaborazione di Arcigay Rimini, ha inserito il divieto di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale nella legge costituzionale, grazie a un referendum vinto con la schiacciante maggioranza del 71%, e recentemente ha anche approvato finalmente l’interruzione volontaria di gravidanza col 77%”. Da Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, con cui il nuovo Capitano Reggente Rondelli ha collaborato a lungo ricoprendo anche cariche importanti, arriva anche un invito all’Italia affinché “prenda esempio da questo percorso di progresso civile e dei diritti”.

I Capitani Reggenti

Rondelli San Marino
Paolo Rondelli è il primo appartenente alla comunità Lgbt+ a ricoprire la carica di Capo di Stato al mondo

A fianco di Rondelli, nella nuova carica, c’è Oscar Mina. I due Capitani Reggenti hanno un ruolo di rappresentanza della Repubblica di San Marino, con potere di veto l’uno rispetto all’altro, e vengono eletti semestralmente dal Consiglio Grande e Generale. In origine denominati “Consules”, la carica esiste dal XIII secolo. Nella Repubblica del Titano, in occasione della cerimonia per loro nomina, era presente anche la senatrice Pd Monica Cirinnà, membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che ha definito la scelta del cinquantanovenne una svolta storica: “La notizia mi riempie di gioia e di orgoglio, perché Paolo Rondelli sarà, da oggi e per i prossimi sei mesi, il primo capo dello Stato appartenente alla comunità LGBT+, non solo a San Marino, ma nel mondo”. La senatrice, da sempre impegnata nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti delle persone queer e omosessuali (vedi il suo strenuo appoggio al –defunto– DDL Zan), è infatti nota soprattutto per dare il nome alla legge italiana che legalizzò nel 2016 le unioni civili.

Paolo Rondelli
Paolo Rondelli, 59 anni, uno dei due nuovi capitani reggenti della Repubblica di San Marino

Cinquantanove anni, ha studiato sia ingegneria chimica che cultura e pratiche della moda all’Università di Bologna, ha un master in Comunicazione storica e uno in Valorizzazione dell’Arte Sacra e del Turismo Religioso. È stato direttore generale degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, presidente del Rotary locale, ha lavorato nel Consiglio d’Europa. È stato il primo ambasciatore della Repubblica del Titano negli Stati Uniti. Insomma i primati non gli mancano. In un post del 26 marzo sulla sua pagina Facebook Paolo Rondelli aveva annunciato il suo nuovo incarico di Capo di Stato: “Apprendo che qualcuno ha pruderie scandalistiche sulla mia vita privata e sul mio orientamento sessuale, tanto da segnalare la cosa a testate giornalistiche. Posso tranquillamente affermare pubblicamente che sono iscritto da anni all’Associazione Naturista Emiliano Romagnola, parte della Federazione Naturista Internazionale. Il Naturismo è una filosofia dì vita. A beneficio dì coloro che cercano a tutti i costi lo scandalo nella vita di personaggi pubblici allego immagini della tessera. Magari potrebbe interessare più la notizia che sarò probabilmente il primo capo di Stato al mondo appartenente alla comunità LGBT+ (solo ministri e Primi Ministri fino ad ora). E la schiantiamo così…” aveva spiegato, non senza una punta di ironia. Quella che non manca nemmeno nella descrizione che fa di sé @Dadonmountain (il suo nome dell’account) su Instagram, dove in inglese scrive: “Sono nato, vivo e forse un giorno morirò. Amante dell’estate, viaggiatore, curioso. Non cerco relazioni, né sesso, tanto per essere chiari”.

Ministri e capi di governo

Finora, nel mondo, ci sono stati solo ministri e ministre e capi di governo dichiaratamente omosessuali, ma è la prima volta per un Capo di Stato. Per fare degli esempi si può chiamare in causa la prima ministra serba Ana Brnabic, il premier lussemburghese Xavier Bette, il già premier irlandese Leo Varadkar, il Segretario ai Trasporti americano Pete Buttigieg e, per guardare al nostro Paese, l’ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Allargando il campo d’indagine, ma non troppo, c’è poi Robert Biedron, il presidente commissione diritti donne dell’Unione Europea dichiaratamente gay.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
La rivoluzione parte da San Marino: da oggi è il primo Paese al mondo con un Capo di Stato appartenente alla comunità Lgbt+. Se non è una novità sentir parlare di ministri e ministre o di capi di governo omosessuali, è la prima volta in assoluto che la più alta carica di uno stato viene ricoperta da una persona Lgbt. Nella Repubblica del Titano, splende l'arcobaleno dei diritti da quando Paolo Rondelli, classe 1963, ex vicepresidente di Arcigay Rimini e primo ambasciatore della Repubblica negli Stati Uniti, è diventato uno dei due nuovi Capitani Reggenti, Capi di Stato che non hanno poteri esecutivi e che stanno in carica per sei mesi.
Paolo Rondelli
Paolo Rondelli

Diritti civili: nella Repubblica "avanti tutta"

Una notizia epocale, un "fatto storico" per Arcigay Rimini, che arriva da quel piccolo stato indipendente, a cavallo tra Emilia Romagna e Marche, che negli ultimi mesi non è nuovo ad aperture importanti in materia sociale. "San Marino ha intrapreso già da anni una strada di profonda rivoluzione sul tema dei diritti. Se si pensa che l'omosessualità è stata criminalizzata fino al 2004 questo percorso, specialmente osservandolo dal punto di vista dell'impantanata Italia, è sbalorditivo – spiega l'associazione in una nota –. In pochi anni San Marino ha approvato le unioni civili paritarie, grazie anche al contributo di Paolo Rondelli e alla collaborazione di Arcigay Rimini, ha inserito il divieto di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale nella legge costituzionale, grazie a un referendum vinto con la schiacciante maggioranza del 71%, e recentemente ha anche approvato finalmente l'interruzione volontaria di gravidanza col 77%". Da Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, con cui il nuovo Capitano Reggente Rondelli ha collaborato a lungo ricoprendo anche cariche importanti, arriva anche un invito all'Italia affinché "prenda esempio da questo percorso di progresso civile e dei diritti".

I Capitani Reggenti

Rondelli San Marino
Paolo Rondelli è il primo appartenente alla comunità Lgbt+ a ricoprire la carica di Capo di Stato al mondo
A fianco di Rondelli, nella nuova carica, c'è Oscar Mina. I due Capitani Reggenti hanno un ruolo di rappresentanza della Repubblica di San Marino, con potere di veto l'uno rispetto all'altro, e vengono eletti semestralmente dal Consiglio Grande e Generale. In origine denominati "Consules", la carica esiste dal XIII secolo. Nella Repubblica del Titano, in occasione della cerimonia per loro nomina, era presente anche la senatrice Pd Monica Cirinnà, membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che ha definito la scelta del cinquantanovenne una svolta storica: "La notizia mi riempie di gioia e di orgoglio, perché Paolo Rondelli sarà, da oggi e per i prossimi sei mesi, il primo capo dello Stato appartenente alla comunità LGBT+, non solo a San Marino, ma nel mondo". La senatrice, da sempre impegnata nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti delle persone queer e omosessuali (vedi il suo strenuo appoggio al –defunto– DDL Zan), è infatti nota soprattutto per dare il nome alla legge italiana che legalizzò nel 2016 le unioni civili.
Paolo Rondelli
Paolo Rondelli, 59 anni, uno dei due nuovi capitani reggenti della Repubblica di San Marino
Cinquantanove anni, ha studiato sia ingegneria chimica che cultura e pratiche della moda all'Università di Bologna, ha un master in Comunicazione storica e uno in Valorizzazione dell'Arte Sacra e del Turismo Religioso. È stato direttore generale degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, presidente del Rotary locale, ha lavorato nel Consiglio d'Europa. È stato il primo ambasciatore della Repubblica del Titano negli Stati Uniti. Insomma i primati non gli mancano. In un post del 26 marzo sulla sua pagina Facebook Paolo Rondelli aveva annunciato il suo nuovo incarico di Capo di Stato: "Apprendo che qualcuno ha pruderie scandalistiche sulla mia vita privata e sul mio orientamento sessuale, tanto da segnalare la cosa a testate giornalistiche. Posso tranquillamente affermare pubblicamente che sono iscritto da anni all’Associazione Naturista Emiliano Romagnola, parte della Federazione Naturista Internazionale. Il Naturismo è una filosofia dì vita. A beneficio dì coloro che cercano a tutti i costi lo scandalo nella vita di personaggi pubblici allego immagini della tessera. Magari potrebbe interessare più la notizia che sarò probabilmente il primo capo di Stato al mondo appartenente alla comunità LGBT+ (solo ministri e Primi Ministri fino ad ora). E la schiantiamo così…" aveva spiegato, non senza una punta di ironia. Quella che non manca nemmeno nella descrizione che fa di sé @Dadonmountain (il suo nome dell'account) su Instagram, dove in inglese scrive: "Sono nato, vivo e forse un giorno morirò. Amante dell'estate, viaggiatore, curioso. Non cerco relazioni, né sesso, tanto per essere chiari".

Ministri e capi di governo

Finora, nel mondo, ci sono stati solo ministri e ministre e capi di governo dichiaratamente omosessuali, ma è la prima volta per un Capo di Stato. Per fare degli esempi si può chiamare in causa la prima ministra serba Ana Brnabic, il premier lussemburghese Xavier Bette, il già premier irlandese Leo Varadkar, il Segretario ai Trasporti americano Pete Buttigieg e, per guardare al nostro Paese, l'ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Allargando il campo d'indagine, ma non troppo, c'è poi Robert Biedron, il presidente commissione diritti donne dell'Unione Europea dichiaratamente gay.

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