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Home » Politica » Elly Schlein è la prima donna alla guida del Pd: “Bisessuale, femminista e progressista”

Elly Schlein è la prima donna alla guida del Pd: “Bisessuale, femminista e progressista”

La nuova segretaria del Partito Democratico ha raggiunto l’80% delle schede ed è al 53,8%, contro il 46,2% di Stefano Bonaccini che replica: "Le ho fatto i complimenti". Il commento del Circolo ’Mario Mieli’

Letizia Cini
28 Febbraio 2023
i. È la prima donna alla guida del Pd: Elly Schelin è la nuova segretaria del Partito Democratico

"Elly Schlein intervistata dopo la votazione" "Bologna/ 26 feb 2023" ANSA/MAX CAVALLARI/ DATA" ANSA/MAX CAVALLARI

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È la prima donna alla guida del Pd: Elly Schlein , 37 anni, è la nuova segretaria del Partito Democratico, anche se i dati definitivi verranno comunicati domani. Quando lo scrutinio ha raggiunto ormai l’80% delle schede la deputata democratica è al 53,8%, contro il 46,2% di Stefano Bonaccini che tra gli iscritti aveva invece raggiunto il 52,8% a fronte del 34,8% della sfidante. Un dato clamoroso perché è la prima volta che il voto dei gazebo, al quale partecipa anche chi non ha la tessera Pd, ribalta quello degli iscritti. Le primarie, peraltro, raccontano un partito diviso in due, il centro-nord schierato con la Schlein e il sud e le isole con Bonaccini.

Elly Schlein batte Bonaccini e succede a Enrico Letta. Vince una donna grazie a un’abbondante partecipazione femminile e giovanile nel milione di persone che ha affollato i gazebo, affluenza che ha confortato le speranze della vigilia. Vince l’idea che possa servire una anti-Meloni a contrastare la premier, consegnando all’Italia un duopolio rosa maggioranza-opposizione forse unico al mondo.

All’80 per cento dei seggi scrutinati Stefano Bonaccini raggiunge il 46,20 per cento e Elly Schlein il 53,80%”. Così Silvia Roggiani, presidente della commissione congresso Pd. Ma è lo stesso Bonaccini ad ammettere la sconfitta un minuto dopo: “Ho sentito Elly Schlein e le ho fatto i complimenti. Ha prevalso lei, è stata più capace di me di dare un senso di rinnovamento al Partito Democratico. Le ho detto che saremo a disposizione del partito”. Da ’OccupyPd’ a segretaria dem: la parabola vincente di Elly Schlein, prima donna alla guida del Pd La nascita in Svizzera, il nonno emigrato negli Stati Uniti, gli anni di battaglie e esperienze che hanno visto avvicinarsi e allontanarsi più volte dal partito che ora è chiamata a guidare

“Congratulazioni a Elly Schlein e complimenti al Pd per la mobilitazione dei suoi elettori nel congresso – il commento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – . Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro”.

Chi è Elly Schlein

Il Partito Democratico ha la prima segretaria donna e femminista. Così ama definirsi Elly Schlein, “l’anti-Meloni” scelta da Enrico Letta per chiudere la campagna elettorale delle politiche. Un’ascesa vertiginosa, quella della neo segretaria, passata direttamente dalla vice presidenza della Regione Emilia-Romagna alla Camera e, ora, al Nazareno. La più giovane segretaria che il partito abbia mai avuto. Il tutto nel giro di cinque mesi. E pensare che fino a poco fa, Elly Schlein non era nemmeno una iscritta al Pd. Ne era uscita in dissenso dalla linea della segreteria Renzi e ci e’ voluto un congresso costituente per permetterle di rientrare in tempi record. Con Schlein, il Partito Democratico si avvia a “fare la sinistra”, come la deputata ha continuare a dire per tutta la campagna congressuale. Elly, all’anagrafe Elena Ethel Schlein, è nata nel 1985 a Lugano da una famiglia di accademici. La madre, l’italiana Maria Paola Viviani Schlein, è stata preside della facolta’ di Giurisprudenza dell’Università degli studi dell’Insubria. Il padre, lo statunitense Melvin Schlein, è professore emerito di Scienze politiche e ha un passato da assistant director nella sede bolognese della Johns Hopkins University. Scuole ad Agno, comune svizzero di 4.518 abitanti del Canton Ticino, maturità a Lugano, la segretaria del Pd ha studiato al Dams di Bologna per poi passare a Giurisprudenza. Si definisce una nerd, appassionata di videogiochi e cinefila, amante dell’indie-rock statunitense, per due volte volontaria negli Usa per le campagne elettorale di Barack Obama.

La famiglia internazionale e il nonno senese e antifascista

Il nonno materno, Agostino Viviani, era un noto avvocato senese e antifascista, mentre il nonno paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti da una famiglia di origine ebraica, dell’Europa Orientale. Nata in Svizzera nel 1985, da madre italiana e padre americano, Elly ha scelto Bologna come città per laurearsi in giurisprudenza e vivere. Oltre a Susanna, la diplomatica dell’ambasciata greca vittima a dicembre di un attentato, ha anche un altro fratello che vive all’estero.

La parlamentare Elly Schlein (Instagram)
Elly Schelin, 37 anni,è la nuova segretaria del Partito Democratico

L’ascesa politica

Nel Pd ci nasce, politicamente. Di area civatiana, nel 2013 è l’ideologa di Occupy Pd, movimento che si oppone ai 101 franchi tiratori che fermano la corsa di Romano Prodi al Quirinale. Nel 2014, con Matteo Renzi segretario, viene eletta al Parlamento Europeo con oltre 50 mila preferenze. Con il rottamatore, tuttavia, non c’è feeling: “Me ne sono andata dal partito per scelte come la Buona scuola, la riforma della Costituzione, lo Sblocca-Italia, tre voti di fiducia sulla legge elettorale. Anche sul clima il Pd e’ mancato: non e’ piu’ il tempo delle mezze parole, le battaglie vanno fatte fino in fondo: dunque, no al consumo di suolo”, ricorda la segretaria dem. Nel 2015, quindi, Schlein approda a Possibile, ma nel 2019 si rompe il sodalizio con Civati ed Elly inizia a ballare da sola. Alle porte ci sono le Regionali in Emilia-Romagna, la sinistra che accompagna Stefano Bonaccini cerca un volto. Schlein diventa la capolista di Coraggiosa, rassemblement di sinistra che ha tra gli sponsor anche l’ex governatore Vasco Errani. La lista non arriva al 4%, ma Schlein – complici un video virale in cui incalza Matteo Salvini, un forte investimento sui social e il favore delle Sardine – supera le 22 mila preferenze su tre province. Il salto alla vicepresidenza della Regione e’ scontato. Da vice di Bonaccini comincia a comparire negli studi dei principali talk-show, fa coming out: “In questo momento sto con una ragazza e sono felice”.

Elly Schlein
Elly Schlein in una foto d’archivio: partita come outsider è riuscita a imporsi come prima segretaria del Pd

L’Espresso le dedica una copertina da possibile leader di una futura Cosa Rossa. Dopo la nascita del governo Draghi e le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, è lei a fare il primo passo: “Diamoci un appuntamento”. Lancia l’appello nel marzo 2021 alla galassia della sinistra, specificando che “la soluzione non e’ rientrare in un Pd in grande confusione”. Andra’ diversamente. Alle elezioni politiche sceglie di correre col Pd in Emilia-Romagna, blindata nel listino proporzionale. Veste i panni dell’anti-Meloni: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna”, dice dal palco di Piazza del Popolo a Roma ribaltando l’iconico discorso della leader di Fratelli d’Italia. Dopo la sconfitta e le conseguenti dimissioni di Letta, il nome di Schlein viene dato in pole per la segreteria. Accanto a quello del ‘suo’ presidente: Stefano Bonaccini. E’ il derby della via Emilia. Ma Schlein non è ancora iscritta: si candida a Roma, prende la tessera alla Bolognina, il circolo della Svolta di Occhetto, incassa il sostegno di buona parte della sinistra dem e di Articolo Uno. Il voto tra gli iscritti conferma le attese: tocca a lei sfidare Bonaccini alle primarie. Nessuno è mai riuscito nel ribaltone: i gazebo hanno sempre confermato il vincitore nei circoli.

Il coming out in tv e copertine di giornali

È l’anti-Meloni, dicono. L’exploit di Elly Schlein la settimana scorsa alla chiusura della campagna elettorale in Piazza del Popolo: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”, dice dal palco ribaltando l’iconico discorso della leader di Fratelli d’Italia. Oggi, dopo la sconfitta del Pd, è eletta alla Camera e, insieme a Bonaccini, presenza fissa nel totonomi per il Nazaren. Schlein per ora non fa nulla per tirarsene fuori. “Ma se non ha neanche la tessera…”, fa notare un dirigente dem emiliano-romagnolo. Forse, nel Pd che verrà, non è più un problema.

Reazioni: Circolo di Cultura Omosessuale ’Mario Mieli’

“Siamo pronti al dialogo sui temi della comunità Lgbtqia+”, questo il commento arrivato Circolo di Cultura Omosessuale ’Mario Mieli’. “Salutiamo Elly Schlein, da poco designata dalle primarie nuova segretaria del Partito democratico, e le auguriamo buon lavoro. Un augurio necessario, visto il compito non semplice di ricompattare il partito e affrontare il governo più a destra da molti anni a questa parte, ma anche davvero sentito”, si legge nella nota. “Il Pd riparte finalmente da una donna, bisessuale, progressista e attenta alle istanze della comunità Lgbtqia+: la nuova segretaria del Pd ha già dichiarato di voler riproporre una legge contro l’omolesbobitransfobia, “il minimo sindacale in Europa”, e di volersi battere per il matrimonio egualitario e i diritti di tutte le famiglie. Una donna ma non una madre, quella di Schlein sarà una leadership femminile ma soprattutto femminista, quindi l’esatto opposto di quanto espresso finora da Giorgia Meloni. E questo ci sembra già abbastanza, dopo alcune settimane di continuo tiro al bersaglio di fascisti e conversatori nei nostri confronti”, prosegue il testo.

“Siamo pronti a sostenere Elly Schlein alla testa delle forze della Sinistra italiana, e auspichiamo sin da subito un colloquio e un dialogo serrato per allinearci nella difesa delle nostre rivendicazioni”, ha esclamato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Se la politica italiana deve cambiare per tornare a essere incisiva e vicina alla nostra comunità, allora accogliamo l’arrivo di Schlein con speranza e ottimismo, ricordando però che saremo sì sempre aperti, ma anche attenti”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
È la prima donna alla guida del Pd: Elly Schlein , 37 anni, è la nuova segretaria del Partito Democratico, anche se i dati definitivi verranno comunicati domani. Quando lo scrutinio ha raggiunto ormai l’80% delle schede la deputata democratica è al 53,8%, contro il 46,2% di Stefano Bonaccini che tra gli iscritti aveva invece raggiunto il 52,8% a fronte del 34,8% della sfidante. Un dato clamoroso perché è la prima volta che il voto dei gazebo, al quale partecipa anche chi non ha la tessera Pd, ribalta quello degli iscritti. Le primarie, peraltro, raccontano un partito diviso in due, il centro-nord schierato con la Schlein e il sud e le isole con Bonaccini. Elly Schlein batte Bonaccini e succede a Enrico Letta. Vince una donna grazie a un’abbondante partecipazione femminile e giovanile nel milione di persone che ha affollato i gazebo, affluenza che ha confortato le speranze della vigilia. Vince l’idea che possa servire una anti-Meloni a contrastare la premier, consegnando all’Italia un duopolio rosa maggioranza-opposizione forse unico al mondo. All’80 per cento dei seggi scrutinati Stefano Bonaccini raggiunge il 46,20 per cento e Elly Schlein il 53,80%”. Così Silvia Roggiani, presidente della commissione congresso Pd. Ma è lo stesso Bonaccini ad ammettere la sconfitta un minuto dopo: “Ho sentito Elly Schlein e le ho fatto i complimenti. Ha prevalso lei, è stata più capace di me di dare un senso di rinnovamento al Partito Democratico. Le ho detto che saremo a disposizione del partito”. Da ’OccupyPd’ a segretaria dem: la parabola vincente di Elly Schlein, prima donna alla guida del Pd La nascita in Svizzera, il nonno emigrato negli Stati Uniti, gli anni di battaglie e esperienze che hanno visto avvicinarsi e allontanarsi più volte dal partito che ora è chiamata a guidare “Congratulazioni a Elly Schlein e complimenti al Pd per la mobilitazione dei suoi elettori nel congresso - il commento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - . Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro”.

Chi è Elly Schlein

Il Partito Democratico ha la prima segretaria donna e femminista. Così ama definirsi Elly Schlein, “l’anti-Meloni” scelta da Enrico Letta per chiudere la campagna elettorale delle politiche. Un’ascesa vertiginosa, quella della neo segretaria, passata direttamente dalla vice presidenza della Regione Emilia-Romagna alla Camera e, ora, al Nazareno. La più giovane segretaria che il partito abbia mai avuto. Il tutto nel giro di cinque mesi. E pensare che fino a poco fa, Elly Schlein non era nemmeno una iscritta al Pd. Ne era uscita in dissenso dalla linea della segreteria Renzi e ci e’ voluto un congresso costituente per permetterle di rientrare in tempi record. Con Schlein, il Partito Democratico si avvia a “fare la sinistra”, come la deputata ha continuare a dire per tutta la campagna congressuale. Elly, all’anagrafe Elena Ethel Schlein, è nata nel 1985 a Lugano da una famiglia di accademici. La madre, l’italiana Maria Paola Viviani Schlein, è stata preside della facolta’ di Giurisprudenza dell’Università degli studi dell’Insubria. Il padre, lo statunitense Melvin Schlein, è professore emerito di Scienze politiche e ha un passato da assistant director nella sede bolognese della Johns Hopkins University. Scuole ad Agno, comune svizzero di 4.518 abitanti del Canton Ticino, maturità a Lugano, la segretaria del Pd ha studiato al Dams di Bologna per poi passare a Giurisprudenza. Si definisce una nerd, appassionata di videogiochi e cinefila, amante dell’indie-rock statunitense, per due volte volontaria negli Usa per le campagne elettorale di Barack Obama.

La famiglia internazionale e il nonno senese e antifascista

Il nonno materno, Agostino Viviani, era un noto avvocato senese e antifascista, mentre il nonno paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti da una famiglia di origine ebraica, dell’Europa Orientale. Nata in Svizzera nel 1985, da madre italiana e padre americano, Elly ha scelto Bologna come città per laurearsi in giurisprudenza e vivere. Oltre a Susanna, la diplomatica dell’ambasciata greca vittima a dicembre di un attentato, ha anche un altro fratello che vive all’estero.
La parlamentare Elly Schlein (Instagram)
Elly Schelin, 37 anni,è la nuova segretaria del Partito Democratico

L'ascesa politica

Nel Pd ci nasce, politicamente. Di area civatiana, nel 2013 è l’ideologa di Occupy Pd, movimento che si oppone ai 101 franchi tiratori che fermano la corsa di Romano Prodi al Quirinale. Nel 2014, con Matteo Renzi segretario, viene eletta al Parlamento Europeo con oltre 50 mila preferenze. Con il rottamatore, tuttavia, non c’è feeling: “Me ne sono andata dal partito per scelte come la Buona scuola, la riforma della Costituzione, lo Sblocca-Italia, tre voti di fiducia sulla legge elettorale. Anche sul clima il Pd e’ mancato: non e’ piu’ il tempo delle mezze parole, le battaglie vanno fatte fino in fondo: dunque, no al consumo di suolo”, ricorda la segretaria dem. Nel 2015, quindi, Schlein approda a Possibile, ma nel 2019 si rompe il sodalizio con Civati ed Elly inizia a ballare da sola. Alle porte ci sono le Regionali in Emilia-Romagna, la sinistra che accompagna Stefano Bonaccini cerca un volto. Schlein diventa la capolista di Coraggiosa, rassemblement di sinistra che ha tra gli sponsor anche l’ex governatore Vasco Errani. La lista non arriva al 4%, ma Schlein - complici un video virale in cui incalza Matteo Salvini, un forte investimento sui social e il favore delle Sardine - supera le 22 mila preferenze su tre province. Il salto alla vicepresidenza della Regione e’ scontato. Da vice di Bonaccini comincia a comparire negli studi dei principali talk-show, fa coming out: “In questo momento sto con una ragazza e sono felice”.
Elly Schlein
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L’Espresso le dedica una copertina da possibile leader di una futura Cosa Rossa. Dopo la nascita del governo Draghi e le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, è lei a fare il primo passo: “Diamoci un appuntamento”. Lancia l’appello nel marzo 2021 alla galassia della sinistra, specificando che “la soluzione non e’ rientrare in un Pd in grande confusione”. Andra’ diversamente. Alle elezioni politiche sceglie di correre col Pd in Emilia-Romagna, blindata nel listino proporzionale. Veste i panni dell’anti-Meloni: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna”, dice dal palco di Piazza del Popolo a Roma ribaltando l’iconico discorso della leader di Fratelli d’Italia. Dopo la sconfitta e le conseguenti dimissioni di Letta, il nome di Schlein viene dato in pole per la segreteria. Accanto a quello del ‘suo’ presidente: Stefano Bonaccini. E’ il derby della via Emilia. Ma Schlein non è ancora iscritta: si candida a Roma, prende la tessera alla Bolognina, il circolo della Svolta di Occhetto, incassa il sostegno di buona parte della sinistra dem e di Articolo Uno. Il voto tra gli iscritti conferma le attese: tocca a lei sfidare Bonaccini alle primarie. Nessuno è mai riuscito nel ribaltone: i gazebo hanno sempre confermato il vincitore nei circoli.

Il coming out in tv e copertine di giornali

È l’anti-Meloni, dicono. L’exploit di Elly Schlein la settimana scorsa alla chiusura della campagna elettorale in Piazza del Popolo: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”, dice dal palco ribaltando l’iconico discorso della leader di Fratelli d’Italia. Oggi, dopo la sconfitta del Pd, è eletta alla Camera e, insieme a Bonaccini, presenza fissa nel totonomi per il Nazaren. Schlein per ora non fa nulla per tirarsene fuori. “Ma se non ha neanche la tessera...”, fa notare un dirigente dem emiliano-romagnolo. Forse, nel Pd che verrà, non è più un problema.

Reazioni: Circolo di Cultura Omosessuale ’Mario Mieli'

“Siamo pronti al dialogo sui temi della comunità Lgbtqia+", questo il commento arrivato Circolo di Cultura Omosessuale ’Mario Mieli’. "Salutiamo Elly Schlein, da poco designata dalle primarie nuova segretaria del Partito democratico, e le auguriamo buon lavoro. Un augurio necessario, visto il compito non semplice di ricompattare il partito e affrontare il governo più a destra da molti anni a questa parte, ma anche davvero sentito", si legge nella nota. "Il Pd riparte finalmente da una donna, bisessuale, progressista e attenta alle istanze della comunità Lgbtqia+: la nuova segretaria del Pd ha già dichiarato di voler riproporre una legge contro l’omolesbobitransfobia, “il minimo sindacale in Europa”, e di volersi battere per il matrimonio egualitario e i diritti di tutte le famiglie. Una donna ma non una madre, quella di Schlein sarà una leadership femminile ma soprattutto femminista, quindi l’esatto opposto di quanto espresso finora da Giorgia Meloni. E questo ci sembra già abbastanza, dopo alcune settimane di continuo tiro al bersaglio di fascisti e conversatori nei nostri confronti", prosegue il testo. “Siamo pronti a sostenere Elly Schlein alla testa delle forze della Sinistra italiana, e auspichiamo sin da subito un colloquio e un dialogo serrato per allinearci nella difesa delle nostre rivendicazioni”, ha esclamato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Se la politica italiana deve cambiare per tornare a essere incisiva e vicina alla nostra comunità, allora accogliamo l’arrivo di Schlein con speranza e ottimismo, ricordando però che saremo sì sempre aperti, ma anche attenti”.
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