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Home » Politica » Referendum, doppia sconfitta sui diritti civili: “Inammissibile anche il quesito sulla cannabis”

Referendum, doppia sconfitta sui diritti civili: “Inammissibile anche il quesito sulla cannabis”

Dopo la bocciatura di quello sull'eutanasia, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sulle ‘sostanze stupefacenti', come le ha definite il presidente Giuliano Amato

Lucia Lapi
16 Febbraio 2022
Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato durante la conferenza stampa sui referendum, presso il Palazzo della Consulta

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato durante la conferenza stampa sui referendum, presso il Palazzo della Consulta

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Doppia (e inaspettata?) sconfitta sui diritti civili: “Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum, io dico, sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis”. Lo ha detto il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, spiegando le motivazioni delle sentenze nella conferenza stampa seguita alla camera di consiglio dedicata ai quesiti referendari, iniziata martedì 15 febbraio con la bocciatura di quello sull’eutanasia. Amato ha spiegato che il quesito in merito avrebbe violato “gli obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum”. Inammissibile per i giudici della Consulta anche il quesito referendario sulla responsabilità diretta dei magistrati. Sarebbe stato un referendum “innovativo più che abrogativo”, ha sottolineato Amato. La Corte ha giudicato invece ammissibile 5 quesiti sulla giustizia: quello sulla valutazione dei magistrati, l’abrogazione della legge Severino in materia di incandidabilità dei condannati, la limitazione delle misure cautelari, quello sulla separazione delle funzioni dei magistrati e quello sull’abrogazione delle norme sulle elezioni del Csm.

Eutanasia e cannabis

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato durante la conferenza stampa sui referendum, presso il Palazzo della Consulta
Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato durante la conferenza stampa sui referendum, presso il Palazzo della Consulta

Sui referendum su eutanasia e cannabis “prendiamo atto delle valutazioni della Corte ma su entrambi sono in corso nel Parlamento progetti normativi molto strutturati, ben articolati e riteniamo che la risposta migliore la debba dare il Parlamento“. Così il leader del M5s, Giuseppe Conte parlando ai cronisti fuori dal Senato. “Vista la grande partecipazione della popolazione su questi temi, questa attesa non può rimanere inevasa ed è bene che il Parlamento si assuma le sue responsabilità. Il M5s in prima linea l’ha già fatto proponendo questi testi a aprendosi al confronto con le altre forze politiche“.

Le decisioni

Il palazzo della Consulta, durante l’attesa per il pronunciamento della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale ha ammesso 5 referendum sulla giustizia e ha detto no a quello sulle ‘sostanze stupefacenti’. ‘Non è un no alla cannabis, ma a sostanze che ci farebbero violare anche obblighi internazionali, dice il presidente Amato. I quesiti ammessi riguardano l’abrogazione delle disposizioni sulla incandidabilità (legge Severino), la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, il voto degli avvocati. No invece a quello sulla responsabilità diretta dei giudici. Il quesito bocciato martedì 15 febbraio spiega Amato, ‘non è sull’ eutanasia ma sull’omicidio del consenziente’. Esulta Salvini. FdI sosterrà solo i quesiti sulla custodia cautelare e sulla legge Severino.

La ministra Fabiana Dadone

la ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone
La ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone

“Dispiace prendere atto del fatto che due questioni, che evidentemente scuotono le sensibilità dei singoli cittadini forse anche più dei quesiti sulla giustizia, non siano state ammesse al voto referendario. Resta chiara la richiesta dei cittadini di intervenire su certi temi. Il Parlamento ha l’occasione di cogliere questo momento storico sanando una frattura, innegabile, tra istituzioni e voce del popolo“, il commento della ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone in un post su Facebook riferendosi ai referendum su eutanasia e cannabis.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
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Eutanasia e cannabis

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Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato durante la conferenza stampa sui referendum, presso il Palazzo della Consulta
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La Corte costituzionale ha ammesso 5 referendum sulla giustizia e ha detto no a quello sulle ‘sostanze stupefacenti’. ‘Non è un no alla cannabis, ma a sostanze che ci farebbero violare anche obblighi internazionali, dice il presidente Amato. I quesiti ammessi riguardano l’abrogazione delle disposizioni sulla incandidabilità (legge Severino), la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, il voto degli avvocati. No invece a quello sulla responsabilità diretta dei giudici. Il quesito bocciato martedì 15 febbraio spiega Amato, ‘non è sull’ eutanasia ma sull’omicidio del consenziente’. Esulta Salvini. FdI sosterrà solo i quesiti sulla custodia cautelare e sulla legge Severino.

La ministra Fabiana Dadone

la ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone
La ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone
“Dispiace prendere atto del fatto che due questioni, che evidentemente scuotono le sensibilità dei singoli cittadini forse anche più dei quesiti sulla giustizia, non siano state ammesse al voto referendario. Resta chiara la richiesta dei cittadini di intervenire su certi temi. Il Parlamento ha l’occasione di cogliere questo momento storico sanando una frattura, innegabile, tra istituzioni e voce del popolo“, il commento della ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone in un post su Facebook riferendosi ai referendum su eutanasia e cannabis.
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