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Home » Politica » Il senatore Pillon ci ricasca: la storia di una statua diventa motivo per attaccare i diritti LGBT+

Il senatore Pillon ci ricasca: la storia di una statua diventa motivo per attaccare i diritti LGBT+

Il senatore ha modificato la storia di una statua di Birmingham con un post su Facebook per attaccare nuovamente i diritti LGBT+. Nonostante lo smascheramento della storia il post non è stato ancora cancellato

Edoardo Martini
19 Luglio 2022
Simone Pillon

Simone Pillon

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Una strategia che ha dell’incredibile quella adottata dal senatore della Lega Simone Pillon. Durante la giornata di lunedì, sui suoi canali social, Pillon ha condiviso l’ennesimo post indignato all’urlo di “FOLLIA!”. La ragione? In una piazza di Birmingham compare il monumento della nuova famiglia: due donne, una delle quali incinta, con due bambini per mano. Questo il modello di decostruzione sociale – continua – spinto dal pensiero unico liberal. Una piccola domanda: dov’è il padre? Cancellato? Sostituito da una fiala di seme maschile congelato? Come faranno quei figli a crescere non solo senza il padre, ma senza l’idea stessa di padre? Come faranno a pregare il Padre che è nei cieli se non sanno neppure cosa sia il padre terreno? L’Occidente si avvia velocemente alla propria autodistruzione. Solo la famiglia, quella vera, potrà salvarci.”

Il post su Facebook del senatore Simone Pillon

La notizia come Fake News

Se la notizia tempo fa sarebbe stata classificata come Fake News, oggi questa stessa notizia è ancora là ferma sui social creata ad arte per essere gettata in pasto a simpatizzanti e preoccupati elettori.

Basta però una semplice ricerca online per conoscere la vera storia della statua. Tanto per cominciare, non è comparsa in questi giorni, ma è stata inaugurata il 30 ottobre 2014 a Centenary Square, davanti alla Library of Birmingham. Il titolo dell’opera è ‘A Real Birmingham Family’ e ritrae due sorelle single. Certo non un monumento alla famiglia tradizionale di cui Pillon si erge a estremo difensore.

Si potrebbe pensare che il senatore abbia cancellato il post. Ed è qui il vero problema. A nessuno dei seguaci di Pillon interessa che quella notizia non sia vera. E neppure al senator. Anzi sui social molti dei commenti danno ragione proprio a lui.

Il problema del senatore Pillon è il tentativo continuo e subliminale con cui cerca, incessantemente, di solleticare le pulsioni più conservatrici dei suoi follower, seguendo una precisa agenda anti-fattuale e anti-politica.

La risposta di Paola Turci al post incriminato sul gay pride di Simone Pillon

“Vogliamo restare liberi dalle coccarde arcobaleno”

Il senatore già tempo fa era finito al centro del ciclone per un post sui giocatori di baseball che avevano rifiutato di indossare il logo del gay pride. “Onore ai giocatori di baseball di Tampa che hanno rifiutato di indossare il logo del gay pride in nome della loro fede cristiana. L’ideologia LGBT è radicalmente contro la fede, come dimostrano le sfilate blasfeme di questi giorni. Opporsi all’agenda gay è un gesto di fede. Costa caro, e ne so qualcosa, visto che son sotto processo da quasi 8 anni, ma ne vale la pena. Senza odiare o disprezzare nessuno, ma fedeli alla verità”.

La risposta di Paola Turci non si fece attendere: “Quanto è poco cristiano (e molto fascista) tutto questo, manifesto compreso”.

Dopo l’invettiva della cantatrice contro Pillon, lo stesso senatore del Carroccio rispose all’attacco: “Paola Turci mi definisce poco cristiano e molto fascista per aver sostenuto i giocatori di Tampa (Florida) che si sono rifiutati di indossare i colori del Gay Pride. Ormai siamo all’assurdo per cui non basta sopportare passivamente le sguaiatezze LGBT: è obbligatorio aderire ai Pride, pena la scomunica riservata ai fassisti. Io, come i giocatori di Tampa, e come la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, vogliamo restare liberi dalle coccarde arcobaleno. A proposito: fascista è chi vuole imporre agli altri i propri dogmi. Io non pretendo che tu venga alle processioni, ma tu non puoi pretendere che noi ci adeguiamo ai diktat LGBT.”, concluse il senatore.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Una strategia che ha dell'incredibile quella adottata dal senatore della Lega Simone Pillon. Durante la giornata di lunedì, sui suoi canali social, Pillon ha condiviso l’ennesimo post indignato all’urlo di “FOLLIA!”. La ragione? In una piazza di Birmingham compare il monumento della nuova famiglia: due donne, una delle quali incinta, con due bambini per mano. Questo il modello di decostruzione sociale - continua - spinto dal pensiero unico liberal. Una piccola domanda: dov’è il padre? Cancellato? Sostituito da una fiala di seme maschile congelato? Come faranno quei figli a crescere non solo senza il padre, ma senza l’idea stessa di padre? Come faranno a pregare il Padre che è nei cieli se non sanno neppure cosa sia il padre terreno? L’Occidente si avvia velocemente alla propria autodistruzione. Solo la famiglia, quella vera, potrà salvarci."
Il post su Facebook del senatore Simone Pillon

La notizia come Fake News

Se la notizia tempo fa sarebbe stata classificata come Fake News, oggi questa stessa notizia è ancora là ferma sui social creata ad arte per essere gettata in pasto a simpatizzanti e preoccupati elettori. Basta però una semplice ricerca online per conoscere la vera storia della statua. Tanto per cominciare, non è comparsa in questi giorni, ma è stata inaugurata il 30 ottobre 2014 a Centenary Square, davanti alla Library of Birmingham. Il titolo dell’opera è 'A Real Birmingham Family' e ritrae due sorelle single. Certo non un monumento alla famiglia tradizionale di cui Pillon si erge a estremo difensore. Si potrebbe pensare che il senatore abbia cancellato il post. Ed è qui il vero problema. A nessuno dei seguaci di Pillon interessa che quella notizia non sia vera. E neppure al senator. Anzi sui social molti dei commenti danno ragione proprio a lui. Il problema del senatore Pillon è il tentativo continuo e subliminale con cui cerca, incessantemente, di solleticare le pulsioni più conservatrici dei suoi follower, seguendo una precisa agenda anti-fattuale e anti-politica.
La risposta di Paola Turci al post incriminato sul gay pride di Simone Pillon

"Vogliamo restare liberi dalle coccarde arcobaleno"

Il senatore già tempo fa era finito al centro del ciclone per un post sui giocatori di baseball che avevano rifiutato di indossare il logo del gay pride. "Onore ai giocatori di baseball di Tampa che hanno rifiutato di indossare il logo del gay pride in nome della loro fede cristiana. L’ideologia LGBT è radicalmente contro la fede, come dimostrano le sfilate blasfeme di questi giorni. Opporsi all’agenda gay è un gesto di fede. Costa caro, e ne so qualcosa, visto che son sotto processo da quasi 8 anni, ma ne vale la pena. Senza odiare o disprezzare nessuno, ma fedeli alla verità”. La risposta di Paola Turci non si fece attendere: “Quanto è poco cristiano (e molto fascista) tutto questo, manifesto compreso”. Dopo l’invettiva della cantatrice contro Pillon, lo stesso senatore del Carroccio rispose all’attacco: “Paola Turci mi definisce poco cristiano e molto fascista per aver sostenuto i giocatori di Tampa (Florida) che si sono rifiutati di indossare i colori del Gay Pride. Ormai siamo all’assurdo per cui non basta sopportare passivamente le sguaiatezze LGBT: è obbligatorio aderire ai Pride, pena la scomunica riservata ai fassisti. Io, come i giocatori di Tampa, e come la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, vogliamo restare liberi dalle coccarde arcobaleno. A proposito: fascista è chi vuole imporre agli altri i propri dogmi. Io non pretendo che tu venga alle processioni, ma tu non puoi pretendere che noi ci adeguiamo ai diktat LGBT.", concluse il senatore.
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