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Home » Politica » Smart working e asili nido. La ricetta del governo per le madri che lavorano

Smart working e asili nido. La ricetta del governo per le madri che lavorano

La ministro della Famiglia Roccella presenta il piano contro l’inverno demografico. Negli ultimi dieci anni i giovani occupati sono calati del 7,6%. Donne sempre più precarie

Claudia Marin
2 Marzo 2023
Il ministro Roccella al convegno di Farmindustria ’Per una nuova primavera demografica’

Il ministro Roccella al convegno di Farmindustria ’Per una nuova primavera demografica’

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L’inverno demografico italiano colpisce drammaticamente il mercato del lavoro e i numeri non lasciano scampo: i giovani occupati sono calati del 7,6% negli ultimi dieci anni, una “rarità”, e quelli che trovano un impiego sono per lo più precari, soprattutto se donne. Con l’85% delle dimissioni femminili che si produce in relazione alla maternità. Non basta. Solo negli ultimi cinque anni la popolazione in età di lavoro è diminuita di 756mila persone e nel solo 2022 di 133mila. E nel giro di 10 anni, spiegano dall’Istat, la popolazione calerà di un altro milione e 200mila unità, che saliranno a 5 milioni nell’arco di 30 anni.

Ci sono anche e soprattutto queste cifre dietro il ’Codice di autodisciplina delle imprese in favore della maternità’, una sorta di decalogo per sostenere la natalità nelle imprese e nel lavoro, presentato mercoledì 1° marzo a Roma dalla Ministra Eugenia Roccella, al convegno di Farmindustria ’Per una nuova primavera demografica’. La responsabile della Famiglia e delle Pari opportunità sollecita una massiccia adesione al programma di best practices che hanno già dimostrato di funzionare. “Abbiamo trovato una buona accoglienza nelle organizzazioni di categoria e nei sindacati – spiega -. Sono tutte cose fattibili e concrete, che partono da buone pratiche che abbiamo già visto. Certo, si tratta di politiche che sono più facili da perseguire per le grandi aziende ma studieremo anche la corretta applicazione per le piccole”.

La ministra della Famiglia e delle Pari opportunità Eugenia Roccella

Cose tanto più necessarie tenendo conto che “gli uomini italiani sono i meno collaborativi in Europa sul piano domestico”. In base a concrete esperienze, si propongono tre ambiti di comportamento aziendale: il favore per la continuità di carriera delle madri, le iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute, l’adattamento dei tempi e modi di lavoro, il sostegno alle spese per la cura e l’educazione dei figli. Nel primo ambito rientrano: l’opportunità di continua informazione sulla evoluzione dell’impresa e dell’area professionale della lavoratrice durante i periodi di astensione, che si configura come un diritto (non un obbligo) della lavoratrice; la formazione mirata e sostegno al benessere psico-fisico nella fase di rientro al lavoro; la considerazione della maternità nei percorsi di carriera che richiedono necessità logistiche; l’analisi di gender pay gap che neutralizzino i periodi di astensione.

Il capitolo salute comprende: campagne di prevenzione e vaccinazione; screening periodici e pacchetti check-up dedicati alla maternità; attenzione alla medicina di genere; assistenza sanitaria integrativa. Il versante dei tempi e modi di lavoro si declina nella possibilità di congedi e aspettative più lunghi, in caso di maternità/paternità, rispetto alla legge e al contratto collettivo integrate economicamente tra l’80 e il 100%, in un clima di collaborazione tra azienda e dipendenti; la flessibilità di orario d’ingresso e uscita; il passaggio a part-time verticale e orizzontale; l’utilizzo del corretto smart working, la disponibilità di asili nido (o loro rimborso) e copertura delle spese per la prima infanzia.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
L’inverno demografico italiano colpisce drammaticamente il mercato del lavoro e i numeri non lasciano scampo: i giovani occupati sono calati del 7,6% negli ultimi dieci anni, una "rarità", e quelli che trovano un impiego sono per lo più precari, soprattutto se donne. Con l’85% delle dimissioni femminili che si produce in relazione alla maternità. Non basta. Solo negli ultimi cinque anni la popolazione in età di lavoro è diminuita di 756mila persone e nel solo 2022 di 133mila. E nel giro di 10 anni, spiegano dall’Istat, la popolazione calerà di un altro milione e 200mila unità, che saliranno a 5 milioni nell’arco di 30 anni. Ci sono anche e soprattutto queste cifre dietro il ’Codice di autodisciplina delle imprese in favore della maternità’, una sorta di decalogo per sostenere la natalità nelle imprese e nel lavoro, presentato mercoledì 1° marzo a Roma dalla Ministra Eugenia Roccella, al convegno di Farmindustria ’Per una nuova primavera demografica’. La responsabile della Famiglia e delle Pari opportunità sollecita una massiccia adesione al programma di best practices che hanno già dimostrato di funzionare. "Abbiamo trovato una buona accoglienza nelle organizzazioni di categoria e nei sindacati - spiega -. Sono tutte cose fattibili e concrete, che partono da buone pratiche che abbiamo già visto. Certo, si tratta di politiche che sono più facili da perseguire per le grandi aziende ma studieremo anche la corretta applicazione per le piccole".
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