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Home » Politica » Stage non retribuiti, il Parlamento UE boccia l’emendamento per vietarli. Giovani ancora ‘sfruttati’

Stage non retribuiti, il Parlamento UE boccia l’emendamento per vietarli. Giovani ancora ‘sfruttati’

L'eurocamera approva la risoluzione dal titolo “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia”, ma cadono gli emendamenti che chiedevano di "vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati"

Marianna Grazi
18 Febbraio 2022
Woman holding European Union flag at sunset.

Woman holding European Union flag at sunset.

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Brutte notizie per i giovani europei: il Parlamento di Strasburgo ha bocciato l’emendamento in cui si vietano tirocini e stage non pagati. Tra chi parla di tradimento, chi di ‘sfruttamento’ legalizzato, nell’anno europeo dei giovani proprio l’Europa manca l’appuntamento con le generazioni future, per dare loro una risposta adeguata contro un fenomeno, quello lavoro nero, che ne condiziona pesantemente le prospettive di vita.

Gli emendamenti alla risoluzione per i giovani

Il Parlamento europeo ha bocciato due emendamenti per vietare i tirocini non retribuiti

La plenaria infatti, giovedì 17 febbraio, ha votato la risoluzione dal titolo “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia”, approvandola con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astensioni. Ma, ed è qui che è stata persa l’opportunità per fare davvero la differenza, i deputati però hanno bocciato due emendamenti chiave, pressoché identici (il 3 e il 14), presentati rispettivamente dal gruppo socialista e dai Verdi, in cui si chiedeva di “vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati”. A questi il Parlamento europeo ha detto no. Sono stati infatti solo 293 i voti favorevoli, contro i 377 contrari e 26 astensioni.

La destra affossa la proposta: contrari anche Lega e Forza Italia

In particolare, gli emendamenti alla proposta di modifica della Risoluzione non sono piaciuti alle destre che siedono a Strasburgo: ad affossarlo sono stati popolari (PPE), liberali (RE), conservatori (ECR) e sovranisti (ID) e una parte dei non iscritti.

Il leader di Azione, Carlo Calenda, tra gli europarlamentari a votare contro gli emendamenti

Come al solito, infatti, consuetudine ormai radicata nell’emiciclo nazionale, la truppa dei deputati tricolore si divide anche nel Parlamento Ue: PD e M5S ripropongono l’alleanza di governo in sede dell’Unione, mentre dall’altro lato della barricata politica tra le file dei contrari agli emendamenti si contano i parlamentari della Lega e di Forza Italia, ma anche Carlo Calenda (leader di Azione, nel gruppo Renew Europe) e Sandro Gozi di Italia Viva. Si astengono invece quelli di Fratelli d’Italia. A sostenere la causa della necessità di porre fine a questa forma di lavoro nero c’erano gli under 29 di tutta Europa: socialisti (S&D), Verdi, Sinistra (ex GUE) e gli italiani del Movimento 5 Stelle che siedono tra i non iscritti.

Stage e tirocini non pagati: male italiano che contagia l’Europa

In Italia, sembra quasi un’ovvietà ma è giusto ribadirlo, è normale offrire tirocini e stage non retribuiti, un abitudine diventata consuetudine e poi regola. La risoluzione su giovani e ripresa post-pandemica – ormai orfana del divieto di stage non pagati – insiste infatti sulla necessità di “garantire reali opportunità di lavoro anziché tirocini di scarsa qualità o continui percorsi di formazione”. Come non pensare al caso italiano: la Corte dei conti europea, ad esempio, ha più volte denunciato la scarsa efficacia nell’uso dei fondi UE destinati ai giovani. Nel nostro Paese, la -ormai nota- Garanzia giovani è servita infatti perlopiù ad offrire tirocini: 54% delle proposte, contro una media europea del 13%.

La media dei fondi Ue per i giovani investiti in tirocini è del 13%. In Italia sono invece stati finanziati per il 54%

Media in cui rientra però anche la pratica del ‘non pagato’. Ed è anche per questo motivo che l’Eurocamera ha chiesto ai suoi parlamentari di mettere in campo una strategia per migliorare la situazione. Ma non una legge che vieti di offrire questo tipo di percorsi, di una pratica che pure viene definita “una forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti”. È mancato il coraggio, probabilmente, di fare davvero la differenza, di dire basta. Un tradimento? Certo. Dei politici nazionali verso i giovani italiani, ma dov’è la novità, quando nel nostro Paese migliaia di ragazzi e ragazze scendono in piazza da settimane per protestare contro il percorso di alternanza scuola-lavoro, gridando la loro rabbia e il loro dolore nel nome dei loro coetanei rimasti vittime di incidenti mortali proprio nell’ambito del progetto. Il tradimento, però, questa volta arriva anche dell’Europa che si allontana dai suoi cittadini più giovani dimostrandosi sorda alle loro richieste.

Il tradimento all’ex presidente Sassoli

L’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso a gennaio

Tra i più accaniti sostenitori dell’abolizione di ogni forma di stage non pagato c’era l’ex presidente dell’istituzione David Sassoli, scomparso l’11 gennaio scorso. Ad ottobre 2020, in occasione di una conferenza su giovani e lavoro ospitata proprio nell’Aula a Strasburgo, ebbe modo di esprimere il suo pensiero in merito: “È una battaglia di dignità. Riconoscere il diritto a essere retribuiti è importante tanto quanto il diritto ad avere un lavoro: non basta uno stage per far felice un giovane”. Un messaggio che oggi il Parlamento europeo lascia cadere inascoltato, tradendo la memoria del suo precedente presidente e i suoi appelli, costanti durante il mandato, al rispetto in primis della dignità e dei diritti fondamentali dei cittadini e cittadine europei.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Brutte notizie per i giovani europei: il Parlamento di Strasburgo ha bocciato l'emendamento in cui si vietano tirocini e stage non pagati. Tra chi parla di tradimento, chi di 'sfruttamento' legalizzato, nell'anno europeo dei giovani proprio l’Europa manca l'appuntamento con le generazioni future, per dare loro una risposta adeguata contro un fenomeno, quello lavoro nero, che ne condiziona pesantemente le prospettive di vita.

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La plenaria infatti, giovedì 17 febbraio, ha votato la risoluzione dal titolo “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia”, approvandola con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astensioni. Ma, ed è qui che è stata persa l'opportunità per fare davvero la differenza, i deputati però hanno bocciato due emendamenti chiave, pressoché identici (il 3 e il 14), presentati rispettivamente dal gruppo socialista e dai Verdi, in cui si chiedeva di “vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati”. A questi il Parlamento europeo ha detto no. Sono stati infatti solo 293 i voti favorevoli, contro i 377 contrari e 26 astensioni.

La destra affossa la proposta: contrari anche Lega e Forza Italia

In particolare, gli emendamenti alla proposta di modifica della Risoluzione non sono piaciuti alle destre che siedono a Strasburgo: ad affossarlo sono stati popolari (PPE), liberali (RE), conservatori (ECR) e sovranisti (ID) e una parte dei non iscritti.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, tra gli europarlamentari a votare contro gli emendamenti
Come al solito, infatti, consuetudine ormai radicata nell'emiciclo nazionale, la truppa dei deputati tricolore si divide anche nel Parlamento Ue: PD e M5S ripropongono l’alleanza di governo in sede dell'Unione, mentre dall'altro lato della barricata politica tra le file dei contrari agli emendamenti si contano i parlamentari della Lega e di Forza Italia, ma anche Carlo Calenda (leader di Azione, nel gruppo Renew Europe) e Sandro Gozi di Italia Viva. Si astengono invece quelli di Fratelli d’Italia. A sostenere la causa della necessità di porre fine a questa forma di lavoro nero c'erano gli under 29 di tutta Europa: socialisti (S&D), Verdi, Sinistra (ex GUE) e gli italiani del Movimento 5 Stelle che siedono tra i non iscritti.

Stage e tirocini non pagati: male italiano che contagia l'Europa

In Italia, sembra quasi un'ovvietà ma è giusto ribadirlo, è normale offrire tirocini e stage non retribuiti, un abitudine diventata consuetudine e poi regola. La risoluzione su giovani e ripresa post-pandemica - ormai orfana del divieto di stage non pagati - insiste infatti sulla necessità di "garantire reali opportunità di lavoro anziché tirocini di scarsa qualità o continui percorsi di formazione". Come non pensare al caso italiano: la Corte dei conti europea, ad esempio, ha più volte denunciato la scarsa efficacia nell’uso dei fondi UE destinati ai giovani. Nel nostro Paese, la -ormai nota- Garanzia giovani è servita infatti perlopiù ad offrire tirocini: 54% delle proposte, contro una media europea del 13%.
La media dei fondi Ue per i giovani investiti in tirocini è del 13%. In Italia sono invece stati finanziati per il 54%
Media in cui rientra però anche la pratica del 'non pagato'. Ed è anche per questo motivo che l'Eurocamera ha chiesto ai suoi parlamentari di mettere in campo una strategia per migliorare la situazione. Ma non una legge che vieti di offrire questo tipo di percorsi, di una pratica che pure viene definita “una forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti”. È mancato il coraggio, probabilmente, di fare davvero la differenza, di dire basta. Un tradimento? Certo. Dei politici nazionali verso i giovani italiani, ma dov'è la novità, quando nel nostro Paese migliaia di ragazzi e ragazze scendono in piazza da settimane per protestare contro il percorso di alternanza scuola-lavoro, gridando la loro rabbia e il loro dolore nel nome dei loro coetanei rimasti vittime di incidenti mortali proprio nell’ambito del progetto. Il tradimento, però, questa volta arriva anche dell'Europa che si allontana dai suoi cittadini più giovani dimostrandosi sorda alle loro richieste.

Il tradimento all'ex presidente Sassoli

L'ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, scomparso a gennaio
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