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Home » HP Blocco Grande » “A Gorgona vogliamo trasformare un bruco in farfalla. Anche i carcerati devono poter immaginare un mondo migliore”

“A Gorgona vogliamo trasformare un bruco in farfalla. Anche i carcerati devono poter immaginare un mondo migliore”

Un murale, realizzato dall’artista internazionale Zed1 con l’aiuto di alcuni detenuti, come parte del progetto "Coloriamo Gorgona". L'obiettivo è quello di costruire percorsi di vita che uniscano arte e attenzione alla comunità, esprimendo storie, vissuti e speranze di chi quell’isola la abita da recluso 

Luca Filippi
16 Dicembre 2021
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Non è Alcatraz, non è l’isola carcere terrore di tutti i detenuti. Anzi arrivando Gorgona si pensa a tutto, tra il mare azzurro e il verde smeraldo dei boschi, fuorché a un carcere. E ora nella piazza principale del paese c’è anche un’opera d’arte realizzata con il contributo dei detenuti. “Questo murale rappresenta bene quello che vogliamo fare qui a Gorgona, trasformare un bruco in una farfalla”. Carlo Mazzerbo, direttore del carcere di Livorno e della sezione staccata di Gorgona è convinto che il compito del suo istituto non sia solo quello di far scontare una pena, ma formare una persona in grado di potersi reinserire nella società.

L’inaugurazione del murale all’Isola di Gorgona

“E per questo non dobbiamo costringere i detenuti a vivere in un ambiente brutto e degradato, ma dare loro delle regole e farli vivere in un ambiente ricco di stimoli positivi. L’arte in questo senso è un mezzo formidabile per immaginare un mondo migliore. Il murale non è stato calato dall’alto, ma è nato qui sull’isola, dal rapporto con l’artista e i detenuti. E anche loro sono stati coinvolti, hanno dato una mano nelle parti meno difficili dell’opera”. È stato inaugurato in questi giorni, infatti, il murale realizzato sull’Isola dall’artista internazionale Zed1 con l’aiuto di alcune delle persone detenute. L’opera si trova terrazza Belvedere, la piazza ‘vissuta’ paese dove c’è l’unico bar. L’iniziativa, nata dalla spinta del direttore Mazzerbo, è parte del progetto “Coloriamo Gorgona”. È stato portato a termine con il sostegno delGarante dei diritti dei detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano, e grazie al contributo di Asa Livorno. Il progetto, costruito da Murali, Arci Livorno e Linc, tre organizzazioni che da tempo collaborano per costruire iniziative sociali che uniscono arte e attenzione alla comunità, prende vita dalla volontà di cogliere e raccontare l’identità così particolare della Gorgona esprimendo, attraverso il segno artistico, storie, vissuti e speranze di chi quell’isola la abita da recluso. In una fase iniziale Linc e Arci hanno condotto una ricerca sul campo che ha individuato nella “rinascita” una tematica sentita profondamente dai detenuti. Successivamente l’artista Zed1, grazie al coordinamento organizzativo di Murali, ha dato forma a questo tema, con il suo tratto distintivo in grado di raccontare temi sociali complessi con la leggerezza di una rappresentazione fiabesca. “Il tema della rinascita” spiega il Garante Marco Solimano “esprime un desiderio radicato in chi vive quest’isola e l’arte è un mezzo straordinario per esprimerlo. 

Il tentativo di costruire percorsi nuovi, che diano spazio alla volontà di rimettersi in gioco delle persone ristrette prende forma, anche simbolicamente, attraverso i colori e le linee di questo murale”.”Questo progetto – sottolinea poi il direttore Carlo Mazzerbo – rappresenta un ulteriore passo verso un disegno di apertura dell’isola e di incontro con la società. La volontà di aprire Gorgona all’arte racconta la volontà di creare integrazione, incontro e contaminazioni, permettendo ai detenuti di partecipare, da attori protagonisti, a progetti di riqualificazione dell’isola. Con questo progetto, fornendo l’opportunità di collaborare con un artista conosciuto a livello internazionale, e grazie alla collaborazione con i partner, abbiamo fatto un ulteriore importante passo in questa direzione”.

All’inaugurazione anche l’assessore al sociale del Comune di Livorno Andrea Raspanti. “Siamo impegnati – dice – a dare sostanza e continuità ad iniziative che rinsaldano la relazione naturale tra Gorgona e Livorno. Il progetto ‘Coloriamo Gorgona’, nel suo dialogare con progetti simili realizzati sulla terraferma, rappresenta un ponte ideale tra l’isola e la città. Il nostro auspicio è riuscire a rendere sempre più concreti questi ponti soprattutto per chi da quest’isola riparte grazie a percorsi di inclusione”. A Gorgona vivono attualmente 90 detenuti. È una colonia agricola, i reclusi lavorano tutti fuori dal carcere nelle vigne e nei campi, tornano in cella solo per dormire. “È la dimostrazione che si può fare qualcosa di buono – commenta Mazzerbo – è chiaro che le persone detenute qui a Gorgona hanno caratteristiche particolari, sono tutti con pene da scontare non superiori a 10 anni, non possono avere condanne per reati di criminalità organizzata e devono essere interessate attivamente al loro riscatto non solo con il lavoro, ma non la formazione, lo studio. Però se si può fare qui, si può fare anche altrove e avremo persone migliori da reinserire nella società, come del resto vuole l’articolo 27 della Costituzione che prevede la funzione rieducativa della pena”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Non è Alcatraz, non è l’isola carcere terrore di tutti i detenuti. Anzi arrivando Gorgona si pensa a tutto, tra il mare azzurro e il verde smeraldo dei boschi, fuorché a un carcere. E ora nella piazza principale del paese c'è anche un'opera d'arte realizzata con il contributo dei detenuti. "Questo murale rappresenta bene quello che vogliamo fare qui a Gorgona, trasformare un bruco in una farfalla". Carlo Mazzerbo, direttore del carcere di Livorno e della sezione staccata di Gorgona è convinto che il compito del suo istituto non sia solo quello di far scontare una pena, ma formare una persona in grado di potersi reinserire nella società.
L'inaugurazione del murale all'Isola di Gorgona
"E per questo non dobbiamo costringere i detenuti a vivere in un ambiente brutto e degradato, ma dare loro delle regole e farli vivere in un ambiente ricco di stimoli positivi. L'arte in questo senso è un mezzo formidabile per immaginare un mondo migliore. Il murale non è stato calato dall’alto, ma è nato qui sull'isola, dal rapporto con l'artista e i detenuti. E anche loro sono stati coinvolti, hanno dato una mano nelle parti meno difficili dell’opera". È stato inaugurato in questi giorni, infatti, il murale realizzato sull'Isola dall’artista internazionale Zed1 con l’aiuto di alcune delle persone detenute. L'opera si trova terrazza Belvedere, la piazza 'vissuta' paese dove c’è l’unico bar. L’iniziativa, nata dalla spinta del direttore Mazzerbo, è parte del progetto "Coloriamo Gorgona". È stato portato a termine con il sostegno delGarante dei diritti dei detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano, e grazie al contributo di Asa Livorno. Il progetto, costruito da Murali, Arci Livorno e Linc, tre organizzazioni che da tempo collaborano per costruire iniziative sociali che uniscono arte e attenzione alla comunità, prende vita dalla volontà di cogliere e raccontare l’identità così particolare della Gorgona esprimendo, attraverso il segno artistico, storie, vissuti e speranze di chi quell’isola la abita da recluso. In una fase iniziale Linc e Arci hanno condotto una ricerca sul campo che ha individuato nella "rinascita" una tematica sentita profondamente dai detenuti. Successivamente l’artista Zed1, grazie al coordinamento organizzativo di Murali, ha dato forma a questo tema, con il suo tratto distintivo in grado di raccontare temi sociali complessi con la leggerezza di una rappresentazione fiabesca. "Il tema della rinascita" spiega il Garante Marco Solimano "esprime un desiderio radicato in chi vive quest’isola e l’arte è un mezzo straordinario per esprimerlo.  Il tentativo di costruire percorsi nuovi, che diano spazio alla volontà di rimettersi in gioco delle persone ristrette prende forma, anche simbolicamente, attraverso i colori e le linee di questo murale"."Questo progetto – sottolinea poi il direttore Carlo Mazzerbo – rappresenta un ulteriore passo verso un disegno di apertura dell’isola e di incontro con la società. La volontà di aprire Gorgona all’arte racconta la volontà di creare integrazione, incontro e contaminazioni, permettendo ai detenuti di partecipare, da attori protagonisti, a progetti di riqualificazione dell’isola. Con questo progetto, fornendo l’opportunità di collaborare con un artista conosciuto a livello internazionale, e grazie alla collaborazione con i partner, abbiamo fatto un ulteriore importante passo in questa direzione". All’inaugurazione anche l’assessore al sociale del Comune di Livorno Andrea Raspanti. "Siamo impegnati – dice – a dare sostanza e continuità ad iniziative che rinsaldano la relazione naturale tra Gorgona e Livorno. Il progetto 'Coloriamo Gorgona', nel suo dialogare con progetti simili realizzati sulla terraferma, rappresenta un ponte ideale tra l’isola e la città. Il nostro auspicio è riuscire a rendere sempre più concreti questi ponti soprattutto per chi da quest’isola riparte grazie a percorsi di inclusione". A Gorgona vivono attualmente 90 detenuti. È una colonia agricola, i reclusi lavorano tutti fuori dal carcere nelle vigne e nei campi, tornano in cella solo per dormire. "È la dimostrazione che si può fare qualcosa di buono – commenta Mazzerbo – è chiaro che le persone detenute qui a Gorgona hanno caratteristiche particolari, sono tutti con pene da scontare non superiori a 10 anni, non possono avere condanne per reati di criminalità organizzata e devono essere interessate attivamente al loro riscatto non solo con il lavoro, ma non la formazione, lo studio. Però se si può fare qui, si può fare anche altrove e avremo persone migliori da reinserire nella società, come del resto vuole l’articolo 27 della Costituzione che prevede la funzione rieducativa della pena".
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