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Home » HP Blocco Grande » Da Wonder Woman a Solange: le eroine femminili che hanno rivoluzionato la storia del fumetto

Da Wonder Woman a Solange: le eroine femminili che hanno rivoluzionato la storia del fumetto

Le prime cinque protagoniste di Libere di...VIVERE

Sofia Francioni
18 Aprile 2022
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Con fatica le donne si sono conquistate un ruolo da protagoniste anche nel fumetto. La Fondazione Global Thinking Foundation, in tour con l’esposizione itinerante Libere di…VIVERE, è partita dalle loro storie (che vi presentiamo) per educare gli studenti alla prevenzione della violenza e della violenza economica di genere. Perché? “Le eroine sono riuscite a portare in primo piano la questione femminile anche nel fumetto, arrivando a un pubblico di massa”, risponde la presidente di Glt Foundation Claudia Segre, “Wonder Woman, Mafalda, Eva Kant, Solange e Valentina sono diventate nostre amiche, sorelle, ci hanno fatto sentire meno sole. Ed è probabile che anche oggi riescano a parlare alle ragazze e ai ragazzi meglio di tanti scrittori, perché la narrativa del racconto si lega alla potenza delle immagini nel fumetto, creando un dialogo tra generazioni efficace e unico”. Libere di…VIVERE è partita dalle eroine più veterane, arrivando nel tour 2022 a svelarne di nuove…che vi faremo conoscere in una prossima puntata. Intanto, le prime cinque:

Wonder Woman, la prima supereroina del fumetto

Wonder Woman, anno di apparizione: 1941, artisti: William M. Marston – Harry G. Peters

 

Intrepida, saggia, brillante, Wonder Woman, figlia di Ippolita, regina delle Amazzoni, è la prima supereroina del fumetto mondiale. Fa la sua comparsa all’inizio degli anni Quaranta sulle testate della National Allied Publications, la stessa casa editrice di Superman e Batman, che di lì a poco sarebbe diventata DC Comics. La inventa uno psicologo, William M. Marston, che fa presente all’editore l’assenza di personaggi femminili nelle sue produzioni. I primi disegni sono di Harry G. Peters. È il 1942, e il successo è clamoroso. Un numero sempre crescente di donne si identifica in questo nuovo personaggio forte e indipendente, al punto che può essere annoverato fra i primi simboli del femminismo. Nel 1944 Marston si ammala gravemente e, in segreto, viene sostituito da una diciannovenne, Joye Hummel, che lavora alacremente fino al 1947. Prima donna a scrivere per l’eroina, all’epoca non ottiene alcun riconoscimento. Negli anni successivi Wonder Woman supera tutte le crisi editoriali e le crociate puritane americane degli anni Cinquanta. Il personaggio evolve, acquisisce nuovi poteri, diventa protagonista di adattamenti cinematografici e televisivi (l’interpretazione forse più famosa è quella di Linda Carter, nella serie 1975-79), si lascia alle spalle le lotte contro i nazisti ma continuerà a difendere senza tregua la vita, la libertà e la pace dell’umanità, grazie, oltre che ai superpoteri e all’abilità di guerriera, a quella che, per molti, è la sua principale qualità: la capacità tattica, cognitiva e strategica.

Eva Kant: non solo la compagna di Diabolik

Eva Kant, anno di apparizione: 1963
artisti: Angela e Luciana Giussani

Donna bellissima e sofisticata, Eva Kant fa la sua prima apparizione nel fumetto Diabolik, creato l’anno precedente dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, il 3 marzo 1963. Il suo cognome – omaggio al filosofo Immanuel Kant, oggetto di studio della giovane Angela – è quello di un aristocratico, di cui è figlia illegittima. Lady Kant si innamora del famoso genio criminale, lo aiuta e lo accompagna nei suoi furti e omicidi e, più che semplice fidanzata, finisce per rappresentare l’alter ego sensuale del Re del Terrore. Nelle prime storie Eva riveste un ruolo decisamente subalterno a Diabolik. Spesso arriva a disperarsi dell’esser scivolata in una vita angosciosa a cui, per amore, non può sottrarsi. In un albo Diabolik, a causa della disobbedienza della compagna, giunge quasi al punto di ucciderla. Per fortuna ci ripensa perché, col tempo, le relazioni di coppia e di “lavoro” si stabilizzano sempre di più su un rapporto di perfetta parità – una novità assoluta rispetto alla quasi totalità delle partnership che compaiono in altri fumetti. E se è vero che Eva Kant diventa la controparte ideale di Diabolik, mutuando da lui molti caratteri fondamentali, lo stesso vale per lui, che assorbe dalla donna alcuni lati della sua personalità. In tempi recenti Eva si è affrancata dal ruolo di comprimaria (si è guadagnata un logo e una testata), diventando testimone di campagne sociali in difesa delle donne e contemporaneamente icona nel mondo della pubblicità, della moda e del cinema.

Mafalda: femminile, acuta, irriverente

Mafalda, anno di apparizione: 1964, artista: Joaquín Lavado in arte Quino

La piccola Mafalda è la protagonista dell’omonima striscia a fumetti creata dall’argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata fra il 1964 e il 1973, e diventata popolarissima in Sudamerica e in tutto il mondo. Lo sguardo sull’umanità di Mafalda è, nello stesso tempo, femminile, acuto, irriverente. Mafalda scardina le ipocrisie di un mondo piccolo-borghese che si nega a vedere la realtà, nascondendo la testa sotto la sabbia. Intelligente e pestifera, Mafalda tempesta, con le sue domande su pace, guerra e società, adulti benestanti e benpensanti che non possono o non vogliono rispondere. Il risultato è, invariabilmente, cinico, caustico, irresistibile. Mafalda non si integra, non accetta compromessi, e il suo umorismo non risparmia nessuno. Fu guardata con sospetto dalla sinistra peronista che l’accusava di non essere abbastanza politicizzata, e ovviamente messa all’indice dalla destra golpista di Videla, che costrinse Quino ad abbandonare l’Argentina per salvare la pelle – come altri fumettisti argentini, primo fra tutti, Héctor Oesterheld, autore de L’Eternauta). Insieme a Mafalda c’è il suo gruppo di amici, bambini come lei, che rappresenta il riflesso – innocente, ironico, spietato – del pianeta degli adulti in tutte le sue aberranti sfaccettature. Le strisce di Quino sono state tradotte in dozzine di lingue, e alla sua protagonista sono dedicate una statua in una piazza di Buenos Aires e una targa commemorativa sull’edificio dove viveva l’autore quando ideò il personaggio.

Valentina rompe tutti gli schemi

Valentina, anno di apparizione: 1965, artista: Guido Crepax

Personaggio femminile assolutamente anomalo e rivoluzionario, immaginato e disegnato da Guido Crepax a metà degli Anni Sessanta, Valentina irrompe sulla scena del fumetto internazionale come una novità assoluta nella storia della letteratura disegnata, oltre che come una vera e propria opera d’arte. Esordisce nel 1965, sulle pagine della rivista Linus, da personaggio secondario in una serie fantascientifica – è la fidanzata del protagonista, Philip Rembrandt, alias Neutron, un critico d’arte col potere di rallentare il tempo – ma prestissimo si conquista la scena e un ruolo di protagonista assoluta, affascinando torme di lettori tanto in Italia quanto in Francia, Argentina e Giappone. La sua spregiudicatezza, la sua indipendenza, la sua autonomia, il suo look ispirato all’attrice americana degli anni Venti Louise Brooks, rompono ogni precedente archetipo femminile nel fumetto internazionale e la trasformano presto in un nuovo modello femminile di riferimento. Alle caratteristiche tipiche dello stile di Crepax, in cui il realismo si mescola con la dimensione onirica e lisergica, si aggiungono tocchi di erotismo sfumato e feticismo elegante, e una grande attenzione all’inconscio della protagonista e alla sua biografia. In effetti Valentina, ed è questa una delle trovate più straordinarie dell’autore, vive un’esistenza reale: ha un vero lavoro col quale si guadagna da vivere, la fotografa, una carta d’identità, un preciso domicilio milanese; nasce il 25 dicembre 1942, invecchia (sebbene un po’ più lentamente del normale), ed esce di scena, nel 1995.

Solange, la combattente

Solange, anno di apparizione: 1983, artista: Cinzia Ghigliano

Avventura, ideali e sacrificio sono invece le cifre della vita di Solange, donna apolide, intraprendente e coraggiosa, le cui storie piene di colpi di scena e riferimenti storici si dipanano fra incessanti viaggi in tutto il mondo, a cavallo fra Ottocento e Novecento, in piena Belle Époque. Le sue tavole, nate negli anni Ottanta dalla penna di Cinzia Ghigliano, una delle poche autrici di fumetti in Italia, in collaborazione col marito, lo scrittore Marco Tomatis, appaiono sulla rivista Corto Maltese, poi su Comic Art e altre testate, infine vengono raccolte in volumi che conquistano il mercato internazionale. Solange incarna i problemi e le contraddizioni di una donna di colore, bellissima, che sceglie un’esistenza indipendente e si vota alla difesa degli ideali contro sistemi inflessibili e nemici spietati. Cresciuta dalla nonna, amica di combattenti anarchici e utopisti russi, Solange lascia San Pietroburgo alla volta dell’Europa e delle Americhe. A Panama lavora per Madame, anziana nobildonna francese che sogna di costruire una società perfetta. In seguito inizia una nuova vita in Venezuela ma, alla vigilia della Prima guerra mondiale, torna in Europa. Lo scoppio del conflitto la coglie sulle Alpi italiane, dove affronterà nuovi rischi e sarà testimone degli orrori più selvaggi. Tre anni dopo, nel tentativo di lasciarsi alle spalle queste esperienze sconvolgenti, si reca in Irlanda. Ma lo spettro della guerra aleggia ancora, Solange viene coinvolta nel movimento per l’indipendenza irlandese, e l’avventura continua.

Queste eroine (insieme ad altre tre!) saranno in tour insieme a Libere di…VIVERE in tante città italiane. Prossima meta? Firenze dal 28 al 30 aprile. La partecipazione alle tappe dell’esposizione itinerante è gratuita: basta iscriversi al sito www.liberedivivere.com ed essere dotati di super green pass.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
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Wonder Woman, la prima supereroina del fumetto

Wonder Woman, anno di apparizione: 1941, artisti: William M. Marston - Harry G. Peters
  Intrepida, saggia, brillante, Wonder Woman, figlia di Ippolita, regina delle Amazzoni, è la prima supereroina del fumetto mondiale. Fa la sua comparsa all’inizio degli anni Quaranta sulle testate della National Allied Publications, la stessa casa editrice di Superman e Batman, che di lì a poco sarebbe diventata DC Comics. La inventa uno psicologo, William M. Marston, che fa presente all’editore l’assenza di personaggi femminili nelle sue produzioni. I primi disegni sono di Harry G. Peters. È il 1942, e il successo è clamoroso. Un numero sempre crescente di donne si identifica in questo nuovo personaggio forte e indipendente, al punto che può essere annoverato fra i primi simboli del femminismo. Nel 1944 Marston si ammala gravemente e, in segreto, viene sostituito da una diciannovenne, Joye Hummel, che lavora alacremente fino al 1947. Prima donna a scrivere per l’eroina, all’epoca non ottiene alcun riconoscimento. Negli anni successivi Wonder Woman supera tutte le crisi editoriali e le crociate puritane americane degli anni Cinquanta. Il personaggio evolve, acquisisce nuovi poteri, diventa protagonista di adattamenti cinematografici e televisivi (l’interpretazione forse più famosa è quella di Linda Carter, nella serie 1975-79), si lascia alle spalle le lotte contro i nazisti ma continuerà a difendere senza tregua la vita, la libertà e la pace dell’umanità, grazie, oltre che ai superpoteri e all’abilità di guerriera, a quella che, per molti, è la sua principale qualità: la capacità tattica, cognitiva e strategica.

Eva Kant: non solo la compagna di Diabolik

Eva Kant, anno di apparizione: 1963
artisti: Angela e Luciana Giussani
Donna bellissima e sofisticata, Eva Kant fa la sua prima apparizione nel fumetto Diabolik, creato l’anno precedente dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, il 3 marzo 1963. Il suo cognome – omaggio al filosofo Immanuel Kant, oggetto di studio della giovane Angela – è quello di un aristocratico, di cui è figlia illegittima. Lady Kant si innamora del famoso genio criminale, lo aiuta e lo accompagna nei suoi furti e omicidi e, più che semplice fidanzata, finisce per rappresentare l’alter ego sensuale del Re del Terrore. Nelle prime storie Eva riveste un ruolo decisamente subalterno a Diabolik. Spesso arriva a disperarsi dell’esser scivolata in una vita angosciosa a cui, per amore, non può sottrarsi. In un albo Diabolik, a causa della disobbedienza della compagna, giunge quasi al punto di ucciderla. Per fortuna ci ripensa perché, col tempo, le relazioni di coppia e di “lavoro” si stabilizzano sempre di più su un rapporto di perfetta parità – una novità assoluta rispetto alla quasi totalità delle partnership che compaiono in altri fumetti. E se è vero che Eva Kant diventa la controparte ideale di Diabolik, mutuando da lui molti caratteri fondamentali, lo stesso vale per lui, che assorbe dalla donna alcuni lati della sua personalità. In tempi recenti Eva si è affrancata dal ruolo di comprimaria (si è guadagnata un logo e una testata), diventando testimone di campagne sociali in difesa delle donne e contemporaneamente icona nel mondo della pubblicità, della moda e del cinema.

Mafalda: femminile, acuta, irriverente

Mafalda, anno di apparizione: 1964, artista: Joaquín Lavado in arte Quino
La piccola Mafalda è la protagonista dell’omonima striscia a fumetti creata dall’argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata fra il 1964 e il 1973, e diventata popolarissima in Sudamerica e in tutto il mondo. Lo sguardo sull’umanità di Mafalda è, nello stesso tempo, femminile, acuto, irriverente. Mafalda scardina le ipocrisie di un mondo piccolo-borghese che si nega a vedere la realtà, nascondendo la testa sotto la sabbia. Intelligente e pestifera, Mafalda tempesta, con le sue domande su pace, guerra e società, adulti benestanti e benpensanti che non possono o non vogliono rispondere. Il risultato è, invariabilmente, cinico, caustico, irresistibile. Mafalda non si integra, non accetta compromessi, e il suo umorismo non risparmia nessuno. Fu guardata con sospetto dalla sinistra peronista che l’accusava di non essere abbastanza politicizzata, e ovviamente messa all’indice dalla destra golpista di Videla, che costrinse Quino ad abbandonare l’Argentina per salvare la pelle – come altri fumettisti argentini, primo fra tutti, Héctor Oesterheld, autore de L’Eternauta). Insieme a Mafalda c’è il suo gruppo di amici, bambini come lei, che rappresenta il riflesso – innocente, ironico, spietato – del pianeta degli adulti in tutte le sue aberranti sfaccettature. Le strisce di Quino sono state tradotte in dozzine di lingue, e alla sua protagonista sono dedicate una statua in una piazza di Buenos Aires e una targa commemorativa sull’edificio dove viveva l’autore quando ideò il personaggio.

Valentina rompe tutti gli schemi

Valentina, anno di apparizione: 1965, artista: Guido Crepax
Personaggio femminile assolutamente anomalo e rivoluzionario, immaginato e disegnato da Guido Crepax a metà degli Anni Sessanta, Valentina irrompe sulla scena del fumetto internazionale come una novità assoluta nella storia della letteratura disegnata, oltre che come una vera e propria opera d’arte. Esordisce nel 1965, sulle pagine della rivista Linus, da personaggio secondario in una serie fantascientifica – è la fidanzata del protagonista, Philip Rembrandt, alias Neutron, un critico d’arte col potere di rallentare il tempo – ma prestissimo si conquista la scena e un ruolo di protagonista assoluta, affascinando torme di lettori tanto in Italia quanto in Francia, Argentina e Giappone. La sua spregiudicatezza, la sua indipendenza, la sua autonomia, il suo look ispirato all’attrice americana degli anni Venti Louise Brooks, rompono ogni precedente archetipo femminile nel fumetto internazionale e la trasformano presto in un nuovo modello femminile di riferimento. Alle caratteristiche tipiche dello stile di Crepax, in cui il realismo si mescola con la dimensione onirica e lisergica, si aggiungono tocchi di erotismo sfumato e feticismo elegante, e una grande attenzione all’inconscio della protagonista e alla sua biografia. In effetti Valentina, ed è questa una delle trovate più straordinarie dell’autore, vive un’esistenza reale: ha un vero lavoro col quale si guadagna da vivere, la fotografa, una carta d’identità, un preciso domicilio milanese; nasce il 25 dicembre 1942, invecchia (sebbene un po’ più lentamente del normale), ed esce di scena, nel 1995.

Solange, la combattente

Solange, anno di apparizione: 1983, artista: Cinzia Ghigliano
Avventura, ideali e sacrificio sono invece le cifre della vita di Solange, donna apolide, intraprendente e coraggiosa, le cui storie piene di colpi di scena e riferimenti storici si dipanano fra incessanti viaggi in tutto il mondo, a cavallo fra Ottocento e Novecento, in piena Belle Époque. Le sue tavole, nate negli anni Ottanta dalla penna di Cinzia Ghigliano, una delle poche autrici di fumetti in Italia, in collaborazione col marito, lo scrittore Marco Tomatis, appaiono sulla rivista Corto Maltese, poi su Comic Art e altre testate, infine vengono raccolte in volumi che conquistano il mercato internazionale. Solange incarna i problemi e le contraddizioni di una donna di colore, bellissima, che sceglie un’esistenza indipendente e si vota alla difesa degli ideali contro sistemi inflessibili e nemici spietati. Cresciuta dalla nonna, amica di combattenti anarchici e utopisti russi, Solange lascia San Pietroburgo alla volta dell’Europa e delle Americhe. A Panama lavora per Madame, anziana nobildonna francese che sogna di costruire una società perfetta. In seguito inizia una nuova vita in Venezuela ma, alla vigilia della Prima guerra mondiale, torna in Europa. Lo scoppio del conflitto la coglie sulle Alpi italiane, dove affronterà nuovi rischi e sarà testimone degli orrori più selvaggi. Tre anni dopo, nel tentativo di lasciarsi alle spalle queste esperienze sconvolgenti, si reca in Irlanda. Ma lo spettro della guerra aleggia ancora, Solange viene coinvolta nel movimento per l’indipendenza irlandese, e l’avventura continua. Queste eroine (insieme ad altre tre!) saranno in tour insieme a Libere di...VIVERE in tante città italiane. Prossima meta? Firenze dal 28 al 30 aprile. La partecipazione alle tappe dell'esposizione itinerante è gratuita: basta iscriversi al sito www.liberedivivere.com ed essere dotati di super green pass.  
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