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Niccolò, il piccolo campione di hockey in carrozzina: "Io diverso dagli altri? Sono meglio! Finisco il cubo di Rubik in 3 minuti"

di DOMENICO GUARINO -
14 aprile 2022
hockey

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Una palla che rotola, una mazza o un stick a forma di T, una carrozzina elettronica, e tanto entusiasmo: l'hockey per disabili è uno degli sport adattati che hanno maggiore fascino. Uno dei suoi grandi vantaggi è che si tratta di uno sport di squadra che può essere praticato da persone con diversi gradi di disabilità, anche gravi,  il che lo rende un'attività integrante e sociale. Nell’hockey in carrozzina infatti abbiamo due tipi di giocatori: alcuni usano una mazza (simile, ma più leggera, a una tradizionale mazza da hockey), altri - coloro che non possono gestire con le mani l’attrezzo - usano uno stick, che è una specie di "paletta o pinna" a forma di T attaccato alla pedana della carrozzina e che è usato dai giocatori. La palla, realizzata in materiale sintetico, è leggera e bucherellata e deve passare sotto le carrozzine secondo regole precise.

Niccolò Brancaccio è un giovane giocatore di hockey in carrozzina che vive a Firenze

L'obiettivo del gioco è lo stesso di quello dell'hockey: mettere la pallina nella porta avversaria e impedire alla squadra avversaria di fare lo stesso. La squadre sono composte da quattro giocatori in movimento e un portiere. Il campo di gioco è simile a quello di un campo da calcetto al coperto ovvero circa 26 x 16 metri. Il campo è tutto recintato da sponde alte 20 cm che impediscono alla palla di uscire dal campo, mentre le porte sono più basse di quelli dell'hockey tradizionale (20 cm) e hanno una doppia rete. Le partite si giocano in quattro tempi da dieci minuti di durata e una pausa da cinque minuti in mezzo. Si frulla come le trottole, quasi come su una giostra. Niccolò Brancaccio è un giovane giocatore di hockey in carrozzina che vive a Firenze. Lo abbiamo intervistato.

Niccolò ha smesso di fare karate da quando si è dovuto mettere su una carrozzina: "Anche l'hockey mi piace. L'ho scoperto cercando su Internet un gioco che potessi fare anche io"

Perché hai scelto proprio questo sport? "Perché da quando mi sono seduto ho smesso di fare karate, che era uno sport che mi piaceva molto. Allora ho cercato su Internet un gioco o uno sport che potessi fare anch’io e così l’ho trovato". Che emozioni ti dà giocare con i tuoi compagni? E lo sport in generale? "Beh, certamente mi dà un po’ d’ansia, ma anche molto entusiasmo. Mi piace . Mi fa stare bene".

Niccolò ammette di avere un po' di ansia quando gioca a hockey in carrozzina: "Però mi dà anche molto entusiasmo. Mi piace e mi fa stare bene"

In cosa ti senti uguale e in cosa diverso dagli altri? "Dipende, sicuramente nel camminare o nel fare alcune attività pratiche mi sento un po’ diverso. Però ci sono delle cose che mi riescono anche meglio degli altri". Quali? "Ad esempio sono molto bravo con la matematica, ho molta inventiva, so suonare un po’ il pianoforte e finisco il cubo di Rubik in 3 minuti".

Niccolò ci racconta di essere molto bravo con la matematica, di avere molta inventiva e di suonare un po' il pianoforte

Cosa cerchi nelle amicizie? "Devo dire che la caratteristica che più cerco nelle persone è la simpatia. E io stesso risulto simpatico alle persone. Tendenzialmente vado d’accordo con tutti, comunque". Il tuo rapporto con i social. Li usi? Quanto? Per cosa? Sono importanti per te? "Non ho mai provato interesse per i social. L’unico modo in cui mi incontro virtualmente con i miei amici sono i giochi alla Play Station. Ma in generale preferisco di gran lunga i rapporti di persona".

Niccolò denuncia che a Firenze "dovrebbero esserci meno strade sconnesse"

Cosa manca, anche in una città come Firenze, per un ragazzo come te? "Sicuramente dovrebbero esserci meno strade sconnesse". Come vedi il tuo futuro? Cosa ti piacerebbe fare? "Non ci ho mai pensato, in realtà. Guardo sempre solo qualche giorno più avanti. Potrei dire che vivo giorno per giorno". Se ti dico ‘Luce’ a cosa pensi? "Penso a una speranza".