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Home » HP Blocco Grande » “Per l’editoria più fondi e campagne di sensibilizzazione. Il prossimo passo sarà un tavolo di confronto per combattere fake news, discriminazioni e odio sui social”

“Per l’editoria più fondi e campagne di sensibilizzazione. Il prossimo passo sarà un tavolo di confronto per combattere fake news, discriminazioni e odio sui social”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giuseppe Moles (FI) ci spiega quali sono gli interventi messi in campo per contrastare la crisi del settore editoriale, aggravata dal Covid: "Un Fondo straordinario per rilanciare e sostenere l'intero sistema, oltre agli investimenti già stanziati". E sui nuovi media: "Bene la direttiva europea sul copyright, su internet e sui social professionalità e spirito critico sono fondamentali"

Ettore Maria Colombo
11 Novembre 2021
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Giuseppe Moles (classe 1967, lucano) è uno dei fondatori del partito creato da Silvio Berlusconi, Forza Italia. Senatore dal 2018, da febbraio di quest’anno è sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Giuseppe Moles

Allievo e braccio destro, per lungo tempo, dell’ex ministro Antonio Martino (la cui foto campeggia nel suo ufficio, alla Presidenza del Consiglio), è un liberale a tutto tondo, ma anche una persona gradevole, piacevole e un attento osservatore della politica italiana, di cui conosce miti e riti. Catapultato alla Presidenza del Consiglio, all’Editoria in particolare, dopo una vita passata a occuparsi di Difesa e militari, si è trovato in una giungla di iene (dattilografe) in cui è difficile districarsi, ma lui ci riesce benissimo. Tra i particolari piacevoli, della conversazione che abbiamo avuto con Moles per “Luce!” è che, nel suo ufficio, con il caffè, si può fumare, in un angoletto dedicato…

 

Mai come quest’anno i fondi per l’editoria fanno un poderoso ‘balzo in avanti’. Come mai? È merito suo o è la risposta a una crisi, del settore, ormai irreversibile?

“Negli anni Ottanta andava di moda una canzone, “Video kill the radio star“. Si diceva, in pratica, che la tv avrebbe ucciso la radio, ma le cose non sono andate così. Oggi si dice che il digitale sta uccidendo la carta stampata, ma io non lo credo. Credo in una coesistenza virtuosa di tutti i media: tv, radio, digitale. Venendo al cuore della domanda, ho chiesto e ottenuto per l’intero settore molte cose, ma in più oggi, con la Manovra, è il governo Draghi che ha voluto dare un segnale forte: si torna ad investire sull’intera filiera del mondo dell’editoria con un Fondo straordinario per l’Editoria che potrà essere utilizzato dal sistema editoriale italiano non solo per sostenere ma anche per rilanciare. Si tratta di 90 milioni nel 2022 e 140 milioni nel 2023 (in totale, si tratta di ben 230 milioni, ndr).
È un di più rispetto a tutti gli altri strumenti che avevo già pensato e strutturato, da utilizzare per nuove assunzioni, credito d’impresa, investimenti, e che va a sommarsi anche al capitolo del PNRR sulla digitalizzazione. Confido che, in Parlamento, tutte le forze politiche, anche di diverso orientamento, approveranno queste misure perché sono tutte sensibili al problema. Fino a ieri, ho operato con misure singole, ma il rischio era che rimanessero solo come spot temporanei ora, invece, si può ragionare sul medio-lungo periodo per rafforzare il sistema editoriale nel suo complesso”.

Parliamo, dunque, degli investimenti ordinari.

“C’è di base, intanto, il Fondo per il Pluralismo, che cuba 115 milioni, a cui dobbiamo aggiungere tutte le norme che ho inserito nel decreto Sostegni bis, triplicando le risorse passate, per un totale di altri 140 milioni, tra crediti d’imposta diretti e indiretti. Poi anche il sostegno alle edicole e il credito di imposta sulla carta (90 milioni), su cui stiamo aspettando l’ok definitivo della Ue che arriverà a breve, come anche altri 60 milioni per gli accordi di filiera. Infine, in Manovra economica, ho inserito ulteriori 120 milioni di credito d’imposta, in due anni, sempre per la carta (in totale, dunque, si tratta di 435 milioni che, con il Fondo straordinario, cubano ben 665 milioni, ndr)”.

La crisi dell’editoria è aumentata con il Covid, ma è anche dovuta all’aggressione di Internet, dei social e dei giganti del web, giusto?

“Il Covid non ha che aggravato la crisi del settore, l’ha amplificata. Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti possibili per riuscire a fronteggiarla: strumenti immediati, ove possibile e per quanto possibile, e provvedimenti ad hoc, come quelli già citati, come il bonus per le edicole, che era di 500 euro e che ho aumentato a mille euro. Con l’aiuto del Fondo straordinario, unito ai fondi ordinari, come detto, il sistema ora può riposizionarsi e traghettare sé stesso nel futuro, sempre più tenendo da conto la tutela occupazionale. Il compito del governo è aiutarlo il meglio possibile, proprio perché la crisi del sistema editoriale permane ancora.
Per quanto riguarda i giganti del web, abbiamo recepito l’importante direttiva Ue sul copyright. A ogni editore vanno distribuiti i giusti compensi, quindi l’equo compenso, per l’uso che i giganti del web fanno dei suoi articoli; ogni editore deve poter scegliere, e da oggi può farlo, se chiedere l’equo compenso o cedere il suo prodotto in modo gratuito (per la pubblicità che gliene deriva). Ho lavorato, da questo punto di vista, con il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, per la parte sul diritto d’autore, in modo sinergico, e tutto il governo ha condiviso tutte le mie scelte”.

L’equo compenso riguarda anche i precari del mondo dell’informazione, spesso sottopagati.

“Quanto fatto a favore del sistema editoriale, che è tanto, può aiutare a risolvere anche questo tema. Ho chiesto alle parti interessate di elaborare delle proposte prima di sedersi intorno al tavolo, per poi poterle valutare. Fra pochi giorni convocherò quindi ufficialmente il tavolo sull’equo compenso e spero che, dopo i fallimenti passati, potremo trovare insieme soluzioni condivise”.

L’Inpgi, è notizia recente, verrà assorbito dall’Inps. Un fallimento per le nostre pensioni.

“Innanzitutto, l’Inpgi 2 (la cassa mutua dei giornalisti lavoratori autonomi, ndr) resta autonomo perché è in attivo. Per l’Inpgi 1 il rischio era il default ed il commissariamento dell’istituto che, in questo modo, è stato sventato. I diritti acquisiti non saranno toccati mentre, dal luglio 2022, varrà per tutti i contribuenti dell’ex Inpgi 1 il sistema contributivo. Una scelta forse dolorosa, ma l’unica, al momento, perseguibile e quindi necessaria”.

Parliamo ora dei temi classici di cui si occupa Luce!. Discriminazioni di genere, immagine stereotipata della donna, persone disabili, pedo-pornografia. Cosa fare per combatterli?

“La fortuna, e insieme la sfortuna, della mia delega è che è molto trasversale e attraversa, quindi, le competenze che riguardano diversi ministeri, dalla Giustizia alle Pari Opportunità, in merito ai temi che lei solleva e di cui Luce! parla. La linea di comunicazione del governo è coordinata dal mio Dipartimento e io non solo ho sposato, ma spesso ho subito veicolato, e dato impulso, a tutte le campagne dei vari ministeri e di tutte le autorità competenti su questi temi.
Ad esempio, la tutela delle condizioni di vita dei bambini, inserita subito nelle nostre campagne di comunicazione istituzionale, o le diverse campagne di sensibilizzazione sui vaccini. L’indicazione data è di lavorare, e tanto, su tutti questi temi, come pure sul contrasto alla pirateria informatica ed alla diffusione delle fake news, in generale. Tra l’altro, ho in mente di mettere in campo una serie di tavoli di approfondimento e sviluppare al meglio queste campagne nell’ambito della comunicazione istituzionale del governo, in particolare per quello che riguarda il loro impatto sui social e sui più diversi strumenti digitali.
Certo, ci sono molti problemi. Qual è il confine, per dire, tra il body shaming e l’istigazione al suicidio? È solo penale o anche morale ed etico? Si tratta di temi strettamente correlati, connessi, e stiamo lavorando con diversi ministeri per affrontarli. Per fortuna, nel governo, si lavora bene, senza gelosie o prevaricazioni”.

Cosa le fa più paura, del mondo dei social?

“Internet e i social possono essere una grande opportunità, perché in realtà sono uno strumento. È l’uso che se ne fa che può essere potenzialmente pericoloso. Da liberale, penso che il punto sia la responsabilità soggettiva del singolo comportamento. Quello che, in diritto, si chiama ‘comportamento concludente’ e che, giuridicamente, diventa un fatto. Sul piano personale, mi preoccupano quelli che si nascondono dietro l’anonimato e che utilizzano il palcoscenico dei social per diffondere odio, fake news, violenza. È fondamentale la professionalità di chi opera nel mondo dei media e dell’informazione, affinché una notizia possa essere certificata e quindi vera. E lo spirito critico è decisivo e fondamentale“.

Sottosegretario, la pandemia non accenna a diminuire. Si prospetta una IV ondata. Eppure, i no vax e no Pass si fanno sempre più aggressivi, cattivi

“Abbiamo lanciato fin dall’inizio una campagna di sensibilizzazione sulla vaccinazione, e stiamo per lanciare un nuovo video, che partirà lunedì prossimo, su tutti i canali della Rai, tv, radio, social (Moles ce lo mostra in anteprima: ci sono alcuni testimonial, molto noti al grande pubblico e cittadini comuni. Una campagna bella ed emozionante, come tutte le altre, ndr). Tutti gli attori, i conduttori, i personaggi famosi, ci tengo a dirlo, lo hanno fatto a titolo gratuito, ma mi hanno commosso i tanti cittadini che hanno partecipato e che ho ringraziato, ognuno, di persona. Sono loro il cuore della nostra Italia. Solo con i vaccini si può mettere nell’angolo il virus e l’Italia lo sta facendo. Il Green Pass è uno strumento di libertà, tua e di tutti gli altri. Anche qui, da liberale, dico: la mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro. E io ho diritto alla libertà di stare bene, di non ammalarmi, di guarire e di vivere. Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero, come previsto dalla Costituzione, ma nessuno ha il diritto di usare ed esercitare violenza, che va sempre perseguita. Bisogna avere fiducia nella scienza”.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran

Giuseppe Moles (classe 1967, lucano) è uno dei fondatori del partito creato da Silvio Berlusconi, Forza Italia. Senatore dal 2018, da febbraio di quest'anno è sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Giuseppe Moles

Allievo e braccio destro, per lungo tempo, dell'ex ministro Antonio Martino (la cui foto campeggia nel suo ufficio, alla Presidenza del Consiglio), è un liberale a tutto tondo, ma anche una persona gradevole, piacevole e un attento osservatore della politica italiana, di cui conosce miti e riti. Catapultato alla Presidenza del Consiglio, all'Editoria in particolare, dopo una vita passata a occuparsi di Difesa e militari, si è trovato in una giungla di iene (dattilografe) in cui è difficile districarsi, ma lui ci riesce benissimo. Tra i particolari piacevoli, della conversazione che abbiamo avuto con Moles per "Luce!" è che, nel suo ufficio, con il caffè, si può fumare, in un angoletto dedicato…

 

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"Negli anni Ottanta andava di moda una canzone, "Video kill the radio star". Si diceva, in pratica, che la tv avrebbe ucciso la radio, ma le cose non sono andate così. Oggi si dice che il digitale sta uccidendo la carta stampata, ma io non lo credo. Credo in una coesistenza virtuosa di tutti i media: tv, radio, digitale. Venendo al cuore della domanda, ho chiesto e ottenuto per l'intero settore molte cose, ma in più oggi, con la Manovra, è il governo Draghi che ha voluto dare un segnale forte: si torna ad investire sull'intera filiera del mondo dell'editoria con un Fondo straordinario per l'Editoria che potrà essere utilizzato dal sistema editoriale italiano non solo per sostenere ma anche per rilanciare. Si tratta di 90 milioni nel 2022 e 140 milioni nel 2023 (in totale, si tratta di ben 230 milioni, ndr). È un di più rispetto a tutti gli altri strumenti che avevo già pensato e strutturato, da utilizzare per nuove assunzioni, credito d'impresa, investimenti, e che va a sommarsi anche al capitolo del PNRR sulla digitalizzazione. Confido che, in Parlamento, tutte le forze politiche, anche di diverso orientamento, approveranno queste misure perché sono tutte sensibili al problema. Fino a ieri, ho operato con misure singole, ma il rischio era che rimanessero solo come spot temporanei ora, invece, si può ragionare sul medio-lungo periodo per rafforzare il sistema editoriale nel suo complesso".

Parliamo, dunque, degli investimenti ordinari.

"C'è di base, intanto, il Fondo per il Pluralismo, che cuba 115 milioni, a cui dobbiamo aggiungere tutte le norme che ho inserito nel decreto Sostegni bis, triplicando le risorse passate, per un totale di altri 140 milioni, tra crediti d'imposta diretti e indiretti. Poi anche il sostegno alle edicole e il credito di imposta sulla carta (90 milioni), su cui stiamo aspettando l'ok definitivo della Ue che arriverà a breve, come anche altri 60 milioni per gli accordi di filiera. Infine, in Manovra economica, ho inserito ulteriori 120 milioni di credito d'imposta, in due anni, sempre per la carta (in totale, dunque, si tratta di 435 milioni che, con il Fondo straordinario, cubano ben 665 milioni, ndr)".

La crisi dell'editoria è aumentata con il Covid, ma è anche dovuta all'aggressione di Internet, dei social e dei giganti del web, giusto?

"Il Covid non ha che aggravato la crisi del settore, l'ha amplificata. Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti possibili per riuscire a fronteggiarla: strumenti immediati, ove possibile e per quanto possibile, e provvedimenti ad hoc, come quelli già citati, come il bonus per le edicole, che era di 500 euro e che ho aumentato a mille euro. Con l'aiuto del Fondo straordinario, unito ai fondi ordinari, come detto, il sistema ora può riposizionarsi e traghettare sé stesso nel futuro, sempre più tenendo da conto la tutela occupazionale. Il compito del governo è aiutarlo il meglio possibile, proprio perché la crisi del sistema editoriale permane ancora. Per quanto riguarda i giganti del web, abbiamo recepito l'importante direttiva Ue sul copyright. A ogni editore vanno distribuiti i giusti compensi, quindi l'equo compenso, per l'uso che i giganti del web fanno dei suoi articoli; ogni editore deve poter scegliere, e da oggi può farlo, se chiedere l'equo compenso o cedere il suo prodotto in modo gratuito (per la pubblicità che gliene deriva). Ho lavorato, da questo punto di vista, con il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, per la parte sul diritto d’autore, in modo sinergico, e tutto il governo ha condiviso tutte le mie scelte".

L'equo compenso riguarda anche i precari del mondo dell'informazione, spesso sottopagati.

"Quanto fatto a favore del sistema editoriale, che è tanto, può aiutare a risolvere anche questo tema. Ho chiesto alle parti interessate di elaborare delle proposte prima di sedersi intorno al tavolo, per poi poterle valutare. Fra pochi giorni convocherò quindi ufficialmente il tavolo sull'equo compenso e spero che, dopo i fallimenti passati, potremo trovare insieme soluzioni condivise".

L'Inpgi, è notizia recente, verrà assorbito dall'Inps. Un fallimento per le nostre pensioni.

"Innanzitutto, l'Inpgi 2 (la cassa mutua dei giornalisti lavoratori autonomi, ndr) resta autonomo perché è in attivo. Per l'Inpgi 1 il rischio era il default ed il commissariamento dell'istituto che, in questo modo, è stato sventato. I diritti acquisiti non saranno toccati mentre, dal luglio 2022, varrà per tutti i contribuenti dell’ex Inpgi 1 il sistema contributivo. Una scelta forse dolorosa, ma l'unica, al momento, perseguibile e quindi necessaria".

Parliamo ora dei temi classici di cui si occupa Luce!. Discriminazioni di genere, immagine stereotipata della donna, persone disabili, pedo-pornografia. Cosa fare per combatterli?

"La fortuna, e insieme la sfortuna, della mia delega è che è molto trasversale e attraversa, quindi, le competenze che riguardano diversi ministeri, dalla Giustizia alle Pari Opportunità, in merito ai temi che lei solleva e di cui Luce! parla. La linea di comunicazione del governo è coordinata dal mio Dipartimento e io non solo ho sposato, ma spesso ho subito veicolato, e dato impulso, a tutte le campagne dei vari ministeri e di tutte le autorità competenti su questi temi. Ad esempio, la tutela delle condizioni di vita dei bambini, inserita subito nelle nostre campagne di comunicazione istituzionale, o le diverse campagne di sensibilizzazione sui vaccini. L'indicazione data è di lavorare, e tanto, su tutti questi temi, come pure sul contrasto alla pirateria informatica ed alla diffusione delle fake news, in generale. Tra l'altro, ho in mente di mettere in campo una serie di tavoli di approfondimento e sviluppare al meglio queste campagne nell'ambito della comunicazione istituzionale del governo, in particolare per quello che riguarda il loro impatto sui social e sui più diversi strumenti digitali. Certo, ci sono molti problemi. Qual è il confine, per dire, tra il body shaming e l'istigazione al suicidio? È solo penale o anche morale ed etico? Si tratta di temi strettamente correlati, connessi, e stiamo lavorando con diversi ministeri per affrontarli. Per fortuna, nel governo, si lavora bene, senza gelosie o prevaricazioni".

Cosa le fa più paura, del mondo dei social?

"Internet e i social possono essere una grande opportunità, perché in realtà sono uno strumento. È l’uso che se ne fa che può essere potenzialmente pericoloso. Da liberale, penso che il punto sia la responsabilità soggettiva del singolo comportamento. Quello che, in diritto, si chiama 'comportamento concludente' e che, giuridicamente, diventa un fatto. Sul piano personale, mi preoccupano quelli che si nascondono dietro l'anonimato e che utilizzano il palcoscenico dei social per diffondere odio, fake news, violenza. È fondamentale la professionalità di chi opera nel mondo dei media e dell'informazione, affinché una notizia possa essere certificata e quindi vera. E lo spirito critico è decisivo e fondamentale".

Sottosegretario, la pandemia non accenna a diminuire. Si prospetta una IV ondata. Eppure, i no vax e no Pass si fanno sempre più aggressivi, cattivi

"Abbiamo lanciato fin dall'inizio una campagna di sensibilizzazione sulla vaccinazione, e stiamo per lanciare un nuovo video, che partirà lunedì prossimo, su tutti i canali della Rai, tv, radio, social (Moles ce lo mostra in anteprima: ci sono alcuni testimonial, molto noti al grande pubblico e cittadini comuni. Una campagna bella ed emozionante, come tutte le altre, ndr). Tutti gli attori, i conduttori, i personaggi famosi, ci tengo a dirlo, lo hanno fatto a titolo gratuito, ma mi hanno commosso i tanti cittadini che hanno partecipato e che ho ringraziato, ognuno, di persona. Sono loro il cuore della nostra Italia. Solo con i vaccini si può mettere nell’angolo il virus e l'Italia lo sta facendo. Il Green Pass è uno strumento di libertà, tua e di tutti gli altri. Anche qui, da liberale, dico: la mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro. E io ho diritto alla libertà di stare bene, di non ammalarmi, di guarire e di vivere. Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero, come previsto dalla Costituzione, ma nessuno ha il diritto di usare ed esercitare violenza, che va sempre perseguita. Bisogna avere fiducia nella scienza".

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