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Home » Attualità » Lo smart working alleato dell’empowerment femminile: effetti, strumenti e proposte dalla Rivoluzione agile

Lo smart working alleato dell’empowerment femminile: effetti, strumenti e proposte dalla Rivoluzione agile

Il ministro Orlando: "In questa fase lavoriamo sugli spazi coworking, sulla formazione dei sindacalisti e sulla ricerca"

Sofia Francioni
29 Marzo 2022
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Lo smart working con il Covid è decollato, aprendo una nuova era per il mondo del lavoro. L’Italia, che nel 2019 partiva dalle retrovie con 4,8% dei lavoratori da remoto, nel 2021 si è dimostrata uno dei paesi europei più reattivi, alzando la percentuale al 40%. In piena pandemia erano infatti 8 milioni gli italiani che lavoravano da casa o comunque da remoto, come rivelava a maggio 2021 un’indagine di Cgil e Fondazione Di Vittorio, contro circa 500mila smart workers in epoca pre-Covid. Ma il conto alla rovescia è già partito: il 31 marzo 2022 il nostro Paese uscirà dal regime di emergenza e lo smart working tornerà ad essere disciplinato dalle regole ordinarie prevista nella legge 81/2017, lasciando la contrattazione sul lavoro agile a un accordo individuale tra il datore di lavoro e il dipendente. L’incontro-confronto “Empowerment femminile: un obiettivo non solo di crescita sociale ma anche di sviluppo economico“, organizzato il 28 marzo in Senato su iniziativa della senatrice Pd Valeria Fedeli con l’associazione Fuori Quota, sul tema parte da tante domande e qualche proposta: “Se vogliamo che lo smart working continui a essere un buon alleato dell’empowerment femminile, dobbiamo dare seguito alle politiche sociali a sostegno della cura,  incentivare le aziende per affrontare i cambiamenti interni e nei territori, con beneficio delle aziende e dei lavoratori e investire in ricerca e formazione “.

Lavoro agile evoluto: tempi e spazi flessibili con beneficio dei territori

La presidente di Fuori Quota Maurizia Iachino

Per l’associazione Fuori Quota, animata da amministratrici delegate, professioniste di società quotate e manager nelle imprese e nelle istituzioni “siamo un Paese che sta trascurando terribilmente le risorse femminili, non premiando la capacità e l’eccellenza delle donne che potrebbero guidare tante decisioni proprio in momenti difficili come questo. Il lavoro agile ci sembra una grande occasione per ripensare profondamente il paradigma del lavoro tradizionale“, dichiara la presidente di Fuori Quota Maurizia Iachino, “la felicità è uno dei benefici più nobili che possiamo ottenere dal lavoro: dobbiamo ambire a un lavoro agile evoluto“. Il lavoro agile, secondo la fotografia scattata dall’associazione, avrebbe delle ricadute solo positive: sui territori, sulle comunità e sui consumi. “Lo smart working consente infatti di diminuire i picchi nell’utilizzo dei mezzi pubblici, delle auto in circolazione, riequilibra la distribuzione tra centri-periferie, rivitalizza i cosiddetti quartieri dormitorio, comportando più sicurezza stradale, per le donne e la possibilità di ripensare le politiche urbanistiche”. Inoltre, il lavoro agile rivoluziona infatti il modo di vivere di tutti i lavoratori “concedendo spazio e tempi flessibili per vivere al meglio, lavorando: un’esigenza avvertita soprattutto dalle nuove generazioni” continua Iachino.

Orlando: “Per lo smart working più servizi e un nuovo welfare aziendale”

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando

“Siamo stati il primo Paese europeo a dare luogo a un protocollo tra le parti sociali sullo smart working“, dichiara il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervenuto all’evento insieme alla ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti. “Dalla prima diffidenza allo scoppio della pandemia, nel Paese è maturata una riflessione intorno al tema e c’è oggi la consapevolezza dell’importanza di questo strumento che permette di dare valore al tempo del lavoro e a quello del riposo“. Il protocollo, approvato a dicembre 2021, affronta i temi-satelliti del lavoro agile: dall’implementazione dei servizi per costruire una rete di supporto anche intorno agli smart workers al ripensamento del welfare aziendale. “I bonus legati allo smart working non sono la priorità. Se anche dovesse esserci, lo scostamento di bilancio andrà incontro alla sopravvivenza di alcune imprese e alla povertà crescente. Ricordiamoci che a fronte di un quadro inflattivo, si registra che un quinto dei lavoratori italiani è un lavoratore povero“.

Bonetti: “Equa partecipazione al lavoro agile fra uomini e donne”

La ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti

“Il lavoro non è altro dalla vita: dobbiamo renderlo umano, dobbiamo armonizzarlo con le sfere personali del lavoratore”, dice in video-collegamento la ministra Bonetti. “Il lavoro agile deve garantire la possibilità di una piena partecipazione tra uomini e donne. Deve dare accesso ai premi di produttività e agli avanzamenti di carriera, senza ostacolarla”. La ministra per le Pari Opportunità passa poi al quadro al femminile: “Su tutti gli investimenti del Pnrr abbiamo previsto vantaggi fiscali per le aziende che prediligano carriere femminili. La nostra proposta è modificare il codice degli appalti per espandere queste clausole a tutti settori della pubblica amministrazione. Le donne guadagnano meno degli uomini, lavorano meno, hanno più sovraccarico familiare e risentono di una discontinuità di carriera indotta dalle regole del mercato: oggi per un’impresa costa più assumere una donna che un uomo e questo scarto va azzerato”.

Tante sfide e qualche soluzione: gli spazi coworking 

Il centro direzionale di Milano di piazza Gae Aulenti

Secondo il ministro Orlando le leggi sul lavoro agile del futuro dovranno guardare ai bilanci sociali e a quelli d’impatto svolti dalla società civile, ai risultati della ricerca, agli strumenti dei voucher per arruolare nuovi professionisti esperti in materia e alla contrattazione aziendale tra il datore di lavoro e il dipendente. “Chi farà la contrattazione?” domanda il ministro “Io siedo sempre a tavoli dove siamo tutti uomini”.

La rivoluzione dello smart working avrà bisogno di formazione, di ricerca e imporrà un aggiornamento dei programmi universitari. Ridisegnerà le città “e questo causerà anche qualche contraccolpo: avremo uno svuotamento di alcune aree, la redistribuzione dei pesi urbanistici cambierà profondamente. Finora si è investito tantissimo sui centri direzionali, ma sono realtà che probabilmente andranno ripensate”. Per questo, propone il ministro: “serve una norma secca. Le città devono rivedere i loro piani regolatori“. In questa fase, secondo il ministro, è fondamentale lavorare sulla modalità del coworking “come risposta al rischio di un’atomizzazione del lavoro”, ma anche sulle rappresentanze sindacali: “dovremo finanziare non solo la formazione sullo smart working dei lavoratori e dei manager, ma anche quella dei sindacalisti e dei rappresentanti delle imprese perché gli smart workers nel corso dei prossimi 10 anni faranno un salto quantico”.

 

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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Bonetti: "Equa partecipazione al lavoro agile fra uomini e donne"

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Tante sfide e qualche soluzione: gli spazi coworking 

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