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A Torino un museo dedicato alla storia dell'omosessualità: il Fuori! mette a disposizione l'archivio

di SOFIA FRANCIONI -
8 dicembre 2021
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"Per colmare una lacuna, per combattere discriminazioni e pregiudizi, per favorire la conoscenza e far conoscere battaglie di civiltà spesso dimenticate o non note alle nuove generazioni" c'è un'idea a Torino che cerca casa: aprire un museo dedicato alla storia dell'omosessualità. Una proposta avanzata da due personalità che hanno fatto la storia del movimento omosessuale in Italia: Angelo Pezzana e Maurizio Gelatti, presidente e co-presidente della Fondazione Sandro Penna – FUORI!, il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano nato nel 1971 a Torino. Il comitato promotore del progetto, capitanato da Pezzana e Gelatti ha infatti scritto una lettera sul punto al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

Un museo della storia omosessuale con gli archivi del Fuori!

"Leggiamo ovunque che Torino è ritenuta in Italia la “Capitale dei diritti” e che deve ritrovare la sua vocazione turistica e intercettare nuovi flussi di visitatori ed ecco che non possiamo esimerci da scrivervi, dire la nostra e metterci a disposizione come ogni cittadino e ogni cittadina, nel confine delle proprie possibilità, dovrebbe sempre fare. Torino – riteniamo fermamente – debba ospitare un museo dell’omosessualità. Non lo diciamo con leggerezza ma con dati alla mano e per vari motivi". Quali? "Inanzittutto a Torino è nato il movimento omosessuale, in secondo luogo - spiegano i promotori - la Fondazione (Sandro Penna-FUORI! ndr) che presidiamo possiede e custodisce uno dei più importanti (non vogliamo peccare di superbia) archivi dedicati al movimento omosessuale che siamo pronti a mettere a disposizione". Anche perché "le esperienze analoghe nel mondo dedicate alla storia dell'omosessualità e degli omosessuali, come lo Schwules Museum di Berlino", secondo Pezzana e Gelatti "riscuotono un grande successo". Ma Torino sarebbe la città ideale per un progetto del genere anche perché è "l'unica città italiana, dove esiste la cattedra di Storia dell’omosessualità". Pertanto, secondo il comitato: "Il museo potrebbe contare sul sicuro sostegno degli atenei locali. Perché fra un anno, a Torino si svolgerà l’assemblea generale dei Pride europei e in città arriveranno i principali stakeholder Lgbt del mondo con la possibilità di poter illustrare loro il progetto e di ottenere il loro supporto". Al Comitato promotore del museo, oltre a Pezzana e Gelatti, hanno aderito numerose personalità del mondo della cultura, della politica e dell’imprenditoria, a cominciare dall’ex sindaca Chiara Appendino e dal suo assessore ai Diritti Marco Giusta, nuovo coordinatore del Torino Pride. Fra i vari nomi anche quelli di Guido Accornero e Nicola Lagioia, rispettivamente fondatore e direttore del Salone del Libro di Torino, il critico d’arte Luca Beatrice, Giulio Biino e Elena Loewenthal, presidente e direttrice del Circolo dei Lettori, e Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900. Ma ancora, la senatrice Monica Cirinnà, il direttore del Tff Stefano Francia di Celle e le direttrici attuale e precedente del Lovers Film Festival, Vladimir Luxuria e Irene Dionisio. Alla proposta hanno aderito anche Fulvio Gianaria, presidente Ogr-Crt, Ugo Nespolo, Antonio Pizzo, docente, fra i promotori della cattedra di Storia dell’Omosessualità all’Università di Torino, e Paolo Verri, ex direttore del Comitato Italia 150 e fautore della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura.

Grillini propone il "Gay Museum" a Bologna

Intanto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo si dimostra entusiasta: "Saremo orgogliosi di accogliere il primo museo dedicato alla storia dell'omosessualità: Torino in tema di diritti è sempre stata apripista in Italia". Ma qualcosa si muove anche a Bologna. Franco Grillini (intervistato da Luce!), ex parlamentare e storico leader di Arcigay, si sta muovendo per creare un museo dell'omosessualità a Bologna, in vista dei 40 anni del circolo Arcigay Il Cassero: "È una mia vecchia idea - spiega l'attivista emiliano - quella di fare a Bologna un 'Gay museum' sulla scorta di quello che hanno fatto a Berlino, Londra, Parigi e San Francisco. L'attuale sindaco aveva detto di sì anche in campagna elettorale a questa proposta e adesso lo dobbiamo realizzare. Un bel museo con tutte le iniziative, gli archivi e i filmati. È una quantità di materiale gigantesca".