"Per colmare una lacuna, per combattere discriminazioni e pregiudizi, per favorire la conoscenza e far conoscere battaglie di civiltà spesso dimenticate o non note alle nuove generazioni" c'è un'idea a Torino che cerca casa: aprire un
museo dedicato alla storia dell'omosessualità. Una proposta avanzata da due personalità che hanno fatto la storia del movimento omosessuale in Italia: Angelo Pezzana e Maurizio Gelatti, presidente e co-presidente della Fondazione Sandro Penna –
FUORI!, il
Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano nato nel 1971 a Torino. Il comitato promotore del progetto, capitanato da
Pezzana e
Gelatti ha infatti scritto una lettera sul punto al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
Un museo della storia omosessuale con gli archivi del Fuori!
"Leggiamo ovunque che Torino è ritenuta in Italia la “
Capitale dei diritti” e che deve ritrovare la sua vocazione turistica e intercettare nuovi flussi di visitatori ed ecco che non possiamo esimerci da scrivervi, dire la nostra e metterci a disposizione come ogni cittadino e ogni cittadina, nel confine delle proprie possibilità, dovrebbe sempre fare.
Torino – riteniamo fermamente – debba ospitare un museo dell’omosessualità. Non lo diciamo con leggerezza ma con
dati alla mano e per vari motivi". Quali? "Inanzittutto
a Torino è nato il movimento omosessuale, in secondo luogo - spiegano i promotori - la Fondazione (Sandro Penna-FUORI!
ndr) che presidiamo possiede e custodisce uno dei più importanti (non vogliamo peccare di superbia)
archivi dedicati al movimento omosessuale che siamo pronti a mettere a disposizione". Anche perché "le esperienze analoghe nel mondo dedicate alla storia dell'omosessualità e degli omosessuali, come lo
Schwules Museum di Berlino", secondo Pezzana e Gelatti "riscuotono un grande successo". Ma Torino sarebbe la città ideale per un progetto del genere anche perché è "l'unica città italiana, dove esiste la cattedra di
Storia dell’omosessualità". Pertanto, secondo il comitato: "Il museo potrebbe contare sul sicuro sostegno degli atenei locali. Perché fra un anno, a Torino si svolgerà
l’assemblea generale dei Pride europei e in città arriveranno i principali stakeholder Lgbt del mondo con la possibilità di poter illustrare loro il progetto e di ottenere il loro supporto".
Al Comitato promotore del museo, oltre a
Pezzana e
Gelatti, hanno aderito numerose personalità del mondo della cultura, della politica e dell’imprenditoria, a cominciare dall’ex sindaca
Chiara Appendino e dal suo assessore ai Diritti
Marco Giusta, nuovo coordinatore del
Torino Pride. Fra i vari nomi anche quelli di
Guido Accornero e
Nicola Lagioia, rispettivamente fondatore e direttore del Salone del Libro di Torino, il critico d’arte
Luca Beatrice,
Giulio Biino e
Elena Loewenthal, presidente e direttrice del Circolo dei Lettori, e
Alessandro Bollo, direttore del Polo del ’900. Ma ancora, la senatrice
Monica Cirinnà, il direttore del Tff
Stefano Francia di Celle e le direttrici attuale e precedente del
Lovers Film Festival,
Vladimir Luxuria e
Irene Dionisio. Alla proposta hanno aderito anche
Fulvio Gianaria, presidente Ogr-Crt,
Ugo Nespolo,
Antonio Pizzo, docente, fra i promotori della cattedra di Storia dell’Omosessualità all’Università di Torino, e
Paolo Verri, ex direttore del Comitato Italia 150 e fautore della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura.
Grillini propone il "Gay Museum" a Bologna
Intanto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo si dimostra entusiasta: "Saremo orgogliosi di accogliere il primo museo dedicato alla storia dell'omosessualità: Torino in tema di diritti è sempre stata apripista in Italia". Ma qualcosa si muove anche a Bologna.
Franco Grillini (
intervistato da Luce!), ex parlamentare e storico leader di Arcigay, si sta muovendo per creare un museo dell'omosessualità a Bologna, in vista dei 40 anni del circolo Arcigay
Il Cassero: "È una mia vecchia idea - spiega l'attivista emiliano - quella di fare a Bologna un '
Gay museum' sulla scorta di quello che hanno fatto a
Berlino, Londra, Parigi e
San Francisco. L'attuale sindaco aveva detto di sì anche in campagna elettorale a questa proposta e adesso lo dobbiamo realizzare. Un bel museo con tutte le iniziative, gli archivi e i filmati. È una quantità di materiale gigantesca".