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Abusi sui minori a Monaco, Ratzinger confessa in una lettera: "Dio perdoni la nostra grandissima colpa"

di REMY MORANDI -
8 febbraio 2022
Joseph Ratzinger

Joseph Ratzinger

"Presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l'animo lieto". Joseph Ratzinger, 94 anni, risponde con una lettera (qui il testo integrale in pdf) all'inchiesta degli abusi sui minori a Monaco, in Germania, che vedrebbero coinvolto Benedetto XVI per non aver preso provvedimenti nei confronti di alcuni sacerdoti accusati di violenza sessuale su minori.

La "confessione" di Benedetto XVI: "Dio perdoni la nostra grandissima colpa"

"Care sorelle e cari fratelli! A seguito della presentazione del rapporto sugli abusi nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga il 20 gennaio 2022, mi preme rivolgere a tutti voi una parola personale". Inizia così la lettera del Papa emerito Benedetto XVI, pubblicata oggi dalla sala stampa della Santa Sede. Dopo alcuni ringraziamenti, Ratzinger rende pubblica la sua "confessione": "Mi colpisce sempre più fortemente che giorno dopo giorno la Chiesa ponga all'inizio della celebrazione della Santa Messa la confessione della nostra colpa e la richiesta di perdono. Preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. È chiaro che la parola 'grandissima' non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa. E mi dice in modo consolante che per quanto grande possa essere oggi la mia colpa, il Signore mi perdona, se con sincerità mi lascio scrutare da Lui e sono realmente disposto al cambiamento di me stesso". Queste le parole del Papa emerito.

Ratzinger: "Chiedo perdono a tutte le vittime di abusi sessuali"

E aggiunge: "In tutti i miei incontri con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascurati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade". Per questo motivo Ratzinger chiede perdono a tutte le vittime di abusi sessuali: "Ancora una volta - prosegue il Papa emerito - posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso".

Il Papa emerito: "Presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita"

In conclusione della lettera, Ratzinger riflette sulla morte: "Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l'animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l'amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte".

Perché Ratzinger è coinvolto nell'inchiesta degli abusi sui minori?

Lo scorso 20 gennaio fu pubblicato un rapporto commissionato dalla Chiesa Cattolica a Westpfahl Spilker, uno studio legale tedesco, per fare luce sui casi di violenze su minori a Monaco in Germania tra il 1945 e il 2019. Nel rapporto si legge che in questo periodo di tempo almeno 497 persone avrebbero subito danni nell'ambito di abusi pedofili nell'arcidiocesi di Monaco. Il rapporto documenta centinaia di casi di abusi che sarebbero stati commessi durante questi otto decenni, e in particolare punta il dito contro i vertici dell'arcidiocesi che si sono succeduti in questo lungo periodo di tempo. Tra questi, anche il Papa emerito Benedetto XVI. Dal marzo 1977 al febbraio 1982, infatti, Joseph Ratzinger ricopriva la carica di arcivescovo di Monaco e Frisinga. Nel rapporto dello studio legale tedesco si legge che nel corso dei cinque anni in cui Ratzinger era a Monaco due religiosi che prestavano assistenza spirituale ai giovani avrebbero commesso degli abusi sessuali e nessuno avrebbe preso provvedimenti nei loro confronti. In particolare, nel 1980 il Papa emerito non avrebbe preso provvedimenti nei confronti di Peter Hullermann, un prete accusato di pedofilia, che proprio in quell'anno venne spostato dalla diocesi di Essen a quella di Monaco e Frisinga. I legali dello studio tedesco che ha redatto il rapporto sugli abusi contestano a Benedetto XVI di aver negato "di essere stato presente alla riunione del 15 gennaio 1980 che decise il trasferimento (di Peter Hullermann, ndr)" anche se "dal protocollo risulta non fosse stato assente". E come in effetti poi precisò la difesa legale di Benedetto XVI "Joseph Ratzinger era presente alla riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980 nella quale si parlò del sacerdote X (Peter Hullermann, ndr)". Tuttavia il Papa emerito sarebbe stato ingiustamente accusato dallo studio legale tedesco di aver "impiegato questo sacerdote nell'attività pastorale, pur essendo a conoscenza degli abusi da lui commessi". Questo passaggio, secondo i legali di Benedetto XVI, "non corrisponde al vero", in quanto "Joseph Ratzinger non era a conoscenza né del fatto che il sacerdote X fosse un abusatore, né che fosse inserito nell’attività pastorale".

Benedetto XVI: "L'errore ci fu, ma non sono un bugiardo"

Nella lettera diffusa oggi, il Papa emerito spiega che "è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980. Questo errore, che purtroppo si è verificato non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile". E aggiunge: "Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo. Tanto più mi hanno commosso le svariate espressioni di fiducia, le cordiali testimonianze e le commoventi lettere d’incoraggiamento che mi sono giunte da tante persone. Sono particolarmente grato per la fiducia, l’appoggio e la preghiera che Papa Francesco mi ha espresso personalmente. Vorrei infine ringraziare - conclude Benedetto XVI - la piccola famiglia nel Monastero “Mater Ecclesiae” la cui comunione di vita in ore liete e difficili mi dà quella solidità interiore che mi sostiene".