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Home » HP Trio » Alla ricerca dell’oro blu: cresce la richiesta dell’uomo ma le risorse idriche sono sempre di meno

Alla ricerca dell’oro blu: cresce la richiesta dell’uomo ma le risorse idriche sono sempre di meno

Il 22 marzo, dal 1993, si celebra il World Water Day, istituito dalle Nazioni Unite per sensibilizzare su un utilizzo consapevole dell'acqua e sulla sua importanza fondamentale per la sopravvivenza

Domenico Guarino
22 Marzo 2022
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Secondo gli esperti il quantitativo di pioggia in un anno è lo stesso ma sono diminuiti i giorni di caduta

L’oro blu sta cambiando. E non è solo un fatto di inquinamento delle falde o di sfruttamento intensivo. Anche le trasformazioni del clima stanno modificando pian piano, ma in maniera sempre più evidente, il modo in cui l’acqua arriva sui nostri suoli, modificando tutto il ciclo vitale collegato con gli eventi atmosferici e le piogge in particolare.

Secondo uno studio realizzato infatti dal dottor Massimiliano Fazzini, responsabile gruppo di studio “Cambiamenti Climatici” della società italiana di geologia ambientale – SIGEA, se è vero che “Negli ultimi 50 anni è piovuto più o meno sempre con gli stessi quantitativi”, va considerato che tale quantità di acqua “cade in un numero di giorni che, a seconda delle aree fisiche della penisola, è diminuito tra il 6 ed il 10% circa”. Non solo, perché nel 2021 le regioni meridionali hanno registrato quantità di piogge piuttosto abbondanti, con surplus sino al 15%, mentre al centro-nord, e in particolare tra Piemonte ed Emilia Romagna, sono state decisamente inferiori alle medie climatologiche, sino al 25% in alcune aree emiliane.

La richiesta di acqua corrente aumenta dell’1% ogni anno

Dati che fanno riflettere in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi e che testimoniano che tra poco più di quindici anni la nostra Penisola potrà considerarsi in uno stato di “stress idrico”, con tutto ciò che ne consegue. “Le precipitazioni sono mediamente più concentrate nel tempo; sta aumentando in tal senso la frequenza dei giorni con precipitazioni abbondanti – afferma Fazzini – con ovvie ripercussioni sulle portate dei corsi d’acqua principali, sulla ricarica delle falde acquifere di diversa tipologia e magnitudo ma soprattutto sul ruscellamento, con ovvie ripercussioni sul dissesto idrogeologico”. Inoltre “si assiste ad un marcato aumento della frequenza e della durata dei periodi senza precipitazioni o se si preferisce dei periodi caratterizzati da “siccità climatica”. Questo segnale, almeno negli ultimi anni, sembrerebbe paradossalmente essere più significativo al nord piuttosto che al sud, con ovvie problematiche sulla disponibilità, soprattutto nei periodi caratterizzati da temperature più elevate, quando il fabbisogno aumenta per svariate cause, da quelle agricole a quelle industriali a quelle turistiche”.

La giornata mondiale dell’acqua 2022

Il 22 marzo si celebra la giornata mondiale dell’acqua

Ogni anno il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio, e festeggiata per la prima volta nel 1993. L’importanza delle giornata è sottolineata dal fatto che i dati sulle risorse idriche del pianeta sono a dir poco sconfortanti: secondo l’Onu siamo davanti a un crescente fabbisogno d’acqua, per cui la domanda globale aumenta al ritmo costante dell’1% all’anno; di questo passo fra 30 anni potremmo aver bisogno del 30% di acqua in più, ma il mondo ne dispone sempre meno. L’oro blu, come dice il nome, sta diventando una risorsa tanto ricercata quanto finita. Attualmente, infatti, 785 milioni di persone non dispongono di acqua potabile e 2 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienici di base. Se portato avanti in modo incontrollato, come al momento accade, lo sfruttamento umano delle fonti di acqua potrebbe portare a un vero e proprio disastro: entro il 2050 si stima che il 51% della popolazione e il 46% del PIL globale saranno a rischio idrico.

The Circle

The Circle è l’azienda agricola acquaponica più estesa d’Europa ed è nata dall’idea di 4 ragazzi italiani

In occasione della ricorrenza l’Onu, con la pubblicazione del Rapporto Ipcc Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability lancia un importante allarme. La scarsità di risorse idriche e le perdite sostanziali per la produzione agricola che, da sola, beve il 70% dell’acqua mondiale, sono importanti fattori di rischio per l’Europa. Per questo, nel 2017, i biotecnologi Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e il marketer Thomas Marino, quattro giovani imprenditori romani uniti dall’ambizione di combattere gli sprechi in agricoltura per risolvere alcune tra le più spinose problematiche ambientali, hanno dato origine a quello che, oggi, è il più grande impianto acquaponico d’Europa: The Circle. Si tratta di una soluzione tutta italiana per dimostrare che ridurre il consumo di acqua del 90% nel settore è possibile.

I cambiamenti climatici impattano sempre di più e in maniera irreversibile sui sistemi naturali e umani, già spinti oltre le loro capacità di adattamento. “La siccità causata dalle elevate temperature invernali e dalla scarsità di piogge sta mettendo in ginocchio l’agricoltura tradizionale: il risparmio di acqua è diventato fondamentale per la sopravvivenza delle coltivazioni ed è sempre più importante trovare soluzioni innovative per produrre in maniera più sostenibile”, dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica d’Europa. Se il settore agricolo continua a ‘bere’ il 70% dell’acqua mondiale, la siccità è diventata la calamità più rilevante per le coltivazioni italiane, con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno secondo Coldiretti.

Gli impianti di coltivazione ad acquaponica (The Circle)

L’acquaponica

Per rispondere all’emergenza negli ultimi anni si fa largo una soluzione agricola, incentivata dalla Commissione Europea, che pone al centro della propria tecnologia il risparmio di risorse idriche fino al 90%: l’acquaponica. Il sistema di coltivazione a ricircolo prevede infatti che l’acqua prelevata da una vasca di allevamento dei pesci, una volta filtrata e depurata, vada a irrigare le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali, interamente fuori suolo, brevettate dall’azienda e, infine, ritorni nella vasca di allevamento. Grazie a questa tecnica è possibile recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito. Il ruolo dei pesci, poi, è fondamentale: essi infatti  producono ammoniaca che, attraverso alcuni processi, viene trasformata in azoto, ovvero uno dei macronutrienti necessari alla crescita delle piante. Un vero e proprio circolo virtuoso naturale – in serra, quindi ‘ecologico’ anche dal punto di vista energetico – in cui l’intervento umano non va più a danneggiare bensì a migliorare ulteriormente un’ecosistema già esistente. Non viene introdotto infatti nessun diserbante o fertilizzante di sintesi: solo materiale organico prodotto dai pesci. In questo sistema a ciclo chiuso il 90% di acqua torna al principio del ciclo riducendo al minimo il suo consumo per kg di prodotto.

“In natura non esistono scarti, è tutto un riciclo- spiega Thomas Marino -. La soluzione agricola alle più minacciose problematiche ambientali esiste, così come gli incentivi da parte dell’Unione Europea per implementarla. L’allarme lanciato dall’ONU è un richiamo urgente all’azione. Non c’è più tempo. C’è bisogno sempre di più di soluzioni innovative per produrre più cibo in meno spazio, in maniera più sostenibile. Noi ci siamo”. L’attuale giro d’affari intorno all’agricoltura fuori suolo, infatti, ha superato i 4 miliardi di dollari e cresce del 25% ogni anno. Secondo le previsioni, l’intero settore raggiungerà globalmente il valore di 47 miliardi di dollari entro il 2027.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Secondo gli esperti il quantitativo di pioggia in un anno è lo stesso ma sono diminuiti i giorni di caduta

L’oro blu sta cambiando. E non è solo un fatto di inquinamento delle falde o di sfruttamento intensivo. Anche le trasformazioni del clima stanno modificando pian piano, ma in maniera sempre più evidente, il modo in cui l’acqua arriva sui nostri suoli, modificando tutto il ciclo vitale collegato con gli eventi atmosferici e le piogge in particolare.

Secondo uno studio realizzato infatti dal dottor Massimiliano Fazzini, responsabile gruppo di studio “Cambiamenti Climatici” della società italiana di geologia ambientale – SIGEA, se è vero che “Negli ultimi 50 anni è piovuto più o meno sempre con gli stessi quantitativi”, va considerato che tale quantità di acqua “cade in un numero di giorni che, a seconda delle aree fisiche della penisola, è diminuito tra il 6 ed il 10% circa”. Non solo, perché nel 2021 le regioni meridionali hanno registrato quantità di piogge piuttosto abbondanti, con surplus sino al 15%, mentre al centro-nord, e in particolare tra Piemonte ed Emilia Romagna, sono state decisamente inferiori alle medie climatologiche, sino al 25% in alcune aree emiliane.

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The Circle

The Circle è l'azienda agricola acquaponica più estesa d'Europa ed è nata dall'idea di 4 ragazzi italiani
In occasione della ricorrenza l'Onu, con la pubblicazione del Rapporto Ipcc Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability lancia un importante allarme. La scarsità di risorse idriche e le perdite sostanziali per la produzione agricola che, da sola, beve il 70% dell'acqua mondiale, sono importanti fattori di rischio per l'Europa. Per questo, nel 2017, i biotecnologi Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e il marketer Thomas Marino, quattro giovani imprenditori romani uniti dall'ambizione di combattere gli sprechi in agricoltura per risolvere alcune tra le più spinose problematiche ambientali, hanno dato origine a quello che, oggi, è il più grande impianto acquaponico d'Europa: The Circle. Si tratta di una soluzione tutta italiana per dimostrare che ridurre il consumo di acqua del 90% nel settore è possibile. I cambiamenti climatici impattano sempre di più e in maniera irreversibile sui sistemi naturali e umani, già spinti oltre le loro capacità di adattamento. "La siccità causata dalle elevate temperature invernali e dalla scarsità di piogge sta mettendo in ginocchio l’agricoltura tradizionale: il risparmio di acqua è diventato fondamentale per la sopravvivenza delle coltivazioni ed è sempre più importante trovare soluzioni innovative per produrre in maniera più sostenibile", dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica d'Europa. Se il settore agricolo continua a 'bere' il 70% dell’acqua mondiale, la siccità è diventata la calamità più rilevante per le coltivazioni italiane, con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno secondo Coldiretti.
Gli impianti di coltivazione ad acquaponica (The Circle)

L'acquaponica

Per rispondere all'emergenza negli ultimi anni si fa largo una soluzione agricola, incentivata dalla Commissione Europea, che pone al centro della propria tecnologia il risparmio di risorse idriche fino al 90%: l’acquaponica. Il sistema di coltivazione a ricircolo prevede infatti che l'acqua prelevata da una vasca di allevamento dei pesci, una volta filtrata e depurata, vada a irrigare le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali, interamente fuori suolo, brevettate dall’azienda e, infine, ritorni nella vasca di allevamento. Grazie a questa tecnica è possibile recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito. Il ruolo dei pesci, poi, è fondamentale: essi infatti  producono ammoniaca che, attraverso alcuni processi, viene trasformata in azoto, ovvero uno dei macronutrienti necessari alla crescita delle piante. Un vero e proprio circolo virtuoso naturale - in serra, quindi 'ecologico' anche dal punto di vista energetico - in cui l'intervento umano non va più a danneggiare bensì a migliorare ulteriormente un'ecosistema già esistente. Non viene introdotto infatti nessun diserbante o fertilizzante di sintesi: solo materiale organico prodotto dai pesci. In questo sistema a ciclo chiuso il 90% di acqua torna al principio del ciclo riducendo al minimo il suo consumo per kg di prodotto.

"In natura non esistono scarti, è tutto un riciclo- spiega Thomas Marino -. La soluzione agricola alle più minacciose problematiche ambientali esiste, così come gli incentivi da parte dell’Unione Europea per implementarla. L’allarme lanciato dall'ONU è un richiamo urgente all’azione. Non c’è più tempo. C’è bisogno sempre di più di soluzioni innovative per produrre più cibo in meno spazio, in maniera più sostenibile. Noi ci siamo". L’attuale giro d’affari intorno all’agricoltura fuori suolo, infatti, ha superato i 4 miliardi di dollari e cresce del 25% ogni anno. Secondo le previsioni, l’intero settore raggiungerà globalmente il valore di 47 miliardi di dollari entro il 2027.
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