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Home » HP Trio » Alopecia areata, una mostra per sfatare il tabù

Alopecia areata, una mostra per sfatare il tabù

A Bologna "Mettiti nei miei panni" dal 27 maggio: gli scatti di 12 persone che invitano il pubblico ad avvicinarsi alla loro immagine

Redazione
21 Maggio 2023
alopecia-areata-mostra

A Bologna una mostra dedicata dedicata all’alopecia areata

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“Mettiti nei miei panni”: ecco la mostra dedicata all’alopecia areata. La repentina caduta dei capelli, o di altri peli del corpo, che si manifesta tipicamente a chiazze glabre o aree, è al centro di un’esposizione fotografica che apre il 27 maggio presso la Scuderia Future Food Living Lab di piazza Verdi a Bologna.

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“Mettiti nei miei panni” è la mostra per sensibilizzare sull’alopecia areata con gli scatti di Andrea Brintazzoli

L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata (ASAA) e promossa dal Comune di Bologna per il progetto “Mettiti nei miei Panni” e gli scatti sono di Andrea Brintazzoli.

All’inaugurazione del 27 maggio (ore 17,30) sarà presente la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy. La mostra resterà aperta fino al 3 giugno.

La mostra “Mettiti nei miei panni”

Si tratta di un progetto fotografico, innovativo e sperimentale, in cui 12 persone affette da alopecia areata (totale e universale) invitano il pubblico ad avvicinarsi alla loro immagine, profondamente modificata a causa dell’alopecia.

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L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata (ASAA) e promossa dal Comune di Bologna per il progetto “Mettiti nei miei Panni”

Come? Attraverso un gioco empatico e coinvolgente che vuole rendere più sensibile lo sguardo collettivo, per abituarlo a un nude look.

Un’immagine estetica che non è determinata da una scelta estetica e nemmeno da un trattamento chemioterapico, ma è la conseguenza di una malattia genetica e autoimmune.

I ritratti dei volti senza capelli mirano a dare visibilità alla alopecia, affinché sia riconoscibile, nominabile, legittimata nella sua esistenza come vera e propria patologia, e non solo come disagio estetico.

Questi scatti, quindi, vogliono dare l’attenzione che merita a questa patologia al fine di sensibilizzare la comunità nella sua interezza e le istituzioni.

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I ritratti dei volti senza capelli mirano a dare visibilità alla alopecia (Foto: Andrea Brintazzoli)

Il mancato riconoscimento della stessa come malattia rara, insieme alla forte influenza dei canoni estetici convenzionali che la società odierna impone, rendono infatti spesso doloroso il percorso personale di adattamento e di accettazione della propria immagine che questa malattia richiede.

Che cosa è l’alopecia areata

L’alopecia areata, detta anticamente “Area Celsi”, è una patologia attualmente poco conosciuta che si manifesta in diverse forme e con decorso imprevedibile con piccole chiazze glabre fino alla perdita completa dei capelli e dei peli.

Il termine “alopecia” deriva dal greco alopex che significa volpe, unico animale che perde il pelo a chiazze in autunno e in primavera.

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Un progetto fotografico in cui 12 persone affette da alopecia areata invitano il pubblico ad avvicinarsi alla loro immagine, profondamente modificata dall’alopecia (Foto: Andrea Brintazzoli)

L’incidenza e la prevalenza non si conoscono con precisione. Si stima che l’alopecia areata colpisca il 2% della popolazione, 145 milioni di persone nel mondo, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali.

Può manifestarsi a qualunque età, fin dai primi mesi di vita, ma è più frequente tra i 20 e i 40 anni. E’ stato stimato, inoltre, che c’è una predisposizione ereditaria nei confronti dell’alopecia areata, che spesso colpisce più persone nella stessa famiglia.

L’alopecia areata colpisce generalmente il cuoio capelluto e la barba, ma può interessare qualunque parte del corpo ricoperta di peli: viso, braccia, gambe e tronco.

Raramente, viene coinvolto l’intero cuoio capelluto (alopecia totale) o, addirittura, tutta la superficie corporea (alopecia universale).

L’alopecia areata è una patologia genetica e autoimmune, la cui origine genetica è stata identificata e confermata da una ricerca condotta da un team di ricercatori della Columbia University Medical Center anche se a oggi non sono chiari i meccanismi scatenanti.

Associazione Sensibilizzazione Alopecia Areata (ASAA)

L’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Areata (ASAA) nasce il 27 settembre del 2008 dalla volontà di un gruppo di auto mutuo aiuto formatosi spontaneamente.

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La presidentessa dell’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata è la psicologa Alessandra Sbarra (Instagram)

Lo scopo è soprattutto quello di offrire ascolto, esperienza, serenità e benessere interiore alle persone affette da alopecia e ai loro familiari.

Tra i suoi obiettivi principali quello di sensibilizzare l’opinione pubblica fornendo informazioni sulla patologia, promuovendo e sviluppando progetti orientati a darne visibilità.

La presidentessa dell’associazione è la psicologa Alessandra Sbarra anch’essa affetta dalla malattia e testimonial impegnata in prima linea nella diffusione della consapevolezza all’interno della società dell’esistenza e della riconoscibilità dell’alopecia aerata.

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"Mettiti nei miei panni" è la mostra per sensibilizzare sull'alopecia areata con gli scatti di Andrea Brintazzoli
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata (ASAA) e promossa dal Comune di Bologna per il progetto “Mettiti nei miei Panni” e gli scatti sono di Andrea Brintazzoli. All’inaugurazione del 27 maggio (ore 17,30) sarà presente la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy. La mostra resterà aperta fino al 3 giugno.

La mostra "Mettiti nei miei panni"

Si tratta di un progetto fotografico, innovativo e sperimentale, in cui 12 persone affette da alopecia areata (totale e universale) invitano il pubblico ad avvicinarsi alla loro immagine, profondamente modificata a causa dell'alopecia.
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L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata (ASAA) e promossa dal Comune di Bologna per il progetto “Mettiti nei miei Panni”
Come? Attraverso un gioco empatico e coinvolgente che vuole rendere più sensibile lo sguardo collettivo, per abituarlo a un nude look. Un’immagine estetica che non è determinata da una scelta estetica e nemmeno da un trattamento chemioterapico, ma è la conseguenza di una malattia genetica e autoimmune. I ritratti dei volti senza capelli mirano a dare visibilità alla alopecia, affinché sia riconoscibile, nominabile, legittimata nella sua esistenza come vera e propria patologia, e non solo come disagio estetico. Questi scatti, quindi, vogliono dare l’attenzione che merita a questa patologia al fine di sensibilizzare la comunità nella sua interezza e le istituzioni.
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I ritratti dei volti senza capelli mirano a dare visibilità alla alopecia (Foto: Andrea Brintazzoli)
Il mancato riconoscimento della stessa come malattia rara, insieme alla forte influenza dei canoni estetici convenzionali che la società odierna impone, rendono infatti spesso doloroso il percorso personale di adattamento e di accettazione della propria immagine che questa malattia richiede.

Che cosa è l’alopecia areata

L’alopecia areata, detta anticamente "Area Celsi", è una patologia attualmente poco conosciuta che si manifesta in diverse forme e con decorso imprevedibile con piccole chiazze glabre fino alla perdita completa dei capelli e dei peli. Il termine “alopecia” deriva dal greco alopex che significa volpe, unico animale che perde il pelo a chiazze in autunno e in primavera.
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Un progetto fotografico in cui 12 persone affette da alopecia areata invitano il pubblico ad avvicinarsi alla loro immagine, profondamente modificata dall’alopecia (Foto: Andrea Brintazzoli)
L’incidenza e la prevalenza non si conoscono con precisione. Si stima che l’alopecia areata colpisca il 2% della popolazione, 145 milioni di persone nel mondo, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali. Può manifestarsi a qualunque età, fin dai primi mesi di vita, ma è più frequente tra i 20 e i 40 anni. E’ stato stimato, inoltre, che c’è una predisposizione ereditaria nei confronti dell'alopecia areata, che spesso colpisce più persone nella stessa famiglia. L'alopecia areata colpisce generalmente il cuoio capelluto e la barba, ma può interessare qualunque parte del corpo ricoperta di peli: viso, braccia, gambe e tronco. Raramente, viene coinvolto l'intero cuoio capelluto (alopecia totale) o, addirittura, tutta la superficie corporea (alopecia universale). L’alopecia areata è una patologia genetica e autoimmune, la cui origine genetica è stata identificata e confermata da una ricerca condotta da un team di ricercatori della Columbia University Medical Center anche se a oggi non sono chiari i meccanismi scatenanti.

Associazione Sensibilizzazione Alopecia Areata (ASAA)

L’Associazione Sensibilizzazione Alopecia Areata (ASAA) nasce il 27 settembre del 2008 dalla volontà di un gruppo di auto mutuo aiuto formatosi spontaneamente.
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La presidentessa dell'Associazione Sensibilizzazione Alopecia Aerata è la psicologa Alessandra Sbarra (Instagram)
Lo scopo è soprattutto quello di offrire ascolto, esperienza, serenità e benessere interiore alle persone affette da alopecia e ai loro familiari. Tra i suoi obiettivi principali quello di sensibilizzare l’opinione pubblica fornendo informazioni sulla patologia, promuovendo e sviluppando progetti orientati a darne visibilità. La presidentessa dell'associazione è la psicologa Alessandra Sbarra anch’essa affetta dalla malattia e testimonial impegnata in prima linea nella diffusione della consapevolezza all’interno della società dell’esistenza e della riconoscibilità dell’alopecia aerata.
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