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Home » HP Trio » Amazon, il primo sindacato dei lavoratori nasce a New York. Il presidente Biden: “Contento”

Amazon, il primo sindacato dei lavoratori nasce a New York. Il presidente Biden: “Contento”

Storica svolta per i dipendenti del colosso dell'e-commerce. Nello stabilimento di Staten Island, l'unico della Grande mela, gli impiegati hanno votato a favore dell'istituzione dell'Amazon Labour Union

Remy Morandi
2 Aprile 2022
Amazon

Amazon

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A 27 anni dalla sua fondazione, a New York nasce il primo sindacato dei lavoratori di Amazon. Dopo anni di battaglie legali, quella che è avvenuta nello stabilimento di Staten Island è una svolta storica tra le parti sociali Usa e il colosso dell’e-commerce. Gli 8mila dipendenti dello stabilimento – l’unico centro di smistamento di Amazon a New York – hanno espresso 2.654 voti a favore (2.131 contrari) per l’istituzione del sindacato, dando così vita alla Amazon Labor Union. La portavoce di Joe Biden ha commentato la notizia: “Il presidente degli Stati Uniti è contento che i dipendenti possano essere ascoltati”.

Alcuni dipendenti di Amazon escono da un centro di smistamento (Foto Reuters)

Dalla battaglia di Chris Smalls alla nascita del primo sindacato di Amazon

Lo stabilimento di Staten Island, noto come JFK8, è l’unico centro di smistamento di Amazon a New York. E adesso può anche vantarsi di essere il primo ad aver sindacalizzato i suoi 8.325 lavoratori. La battaglia per creare il primo sindacato di Amazon è stata portata avanti da un gruppo di dipendenti, guidato da Chris Smalls, ex impiegato licenziato nel 2020 per aver organizzato una protesta contro l’assenza di misure anti-Covid nello stabilimento della Grande mela. Per l’ex dipendente di Amazon, portare avanti la lotta per i diritti dei lavoratori non è stato affatto semplice. Come riporta la Cnbc, prima di arrivare al voto sulla nascita del sindaco, Amazon ha tappezzato le pareti del JFK8 con striscioni sui quali era stato scritto “Vota No”. Ma non solo. Perché sempre secondo l’emittente televisiva statunitense, Amazon ha pure creato un sito Web a posta per chiedere di votare “no” all’Amazon Labour Union.

Che cosa comporta per i dipendenti Amazon la nascita di un sindacato

Secondo la Cnbc, con l’istituzione del primo sindacato nello stabilimento di Staten Island, ora i dipendenti di Amazon potranno sfidare l’attuale modello di lavoro dell’azienda. Il sindacato potrà interrompere il livello di controllo che Amazon esercita sui suoi dipendenti. E in particolare, potranno essere rivisti il ritmo di lavoro degli impiegati e le loro retribuzioni orarie.

La battaglia per creare il primo sindacato di Amazon è stata guidata da Chris Smalls, ex dipendente licenziato nel 2020

Biden si dice “contento”, Amazon è invece “delusa”

La Casa Bianca plaude per la nascita del primo sindacato dei lavoratori di Amazon. La portavoce di Joe Biden, Jen Psaki, ha dichiarato che “il presidente è contento che i dipendenti possano essere ascoltati. È sempre stato un sostenitore del diritto dei lavoratori di organizzarsi per un lavoro migliore e una vita migliore. I lavoratori di Amazon hanno fatto la loro scelta”, ha concluso la portavoce del presidente Biden.

Tutt’altro che contenta è invece Amazon. Un portavoce del colosso dell’e-commerce ha infatti dichiarato che “siamo delusi dall’esito delle elezioni a Staten Island perché riteniamo che avere un rapporto diretto con l’azienda sia la cosa migliore per i nostri dipendenti. Siamo valutando le nostre opzioni, inclusa la presentazione di obiezioni basate sull’influenza inappropriata e indebita del National Labor Relations Board (il comitato che ha supervisionato il processo della nascita del sindacato, ndr), a cui noi e altri abbiamo assistito in queste elezioni”.

Il presidente Joe Biden si è detto “contento” per la nascita del sindacato nello stabilimento di New York

Anche in Alabama si combatte per il sindacato

Anche a Beesemer, in Alabama si sta combattendo per la nascita di un sindacato. Tuttavia, un primo tentativo di sindacalizzazione sembra essere fallito dopo che i lavoratori del magazzino di Beesemer si sono espressi a maggioranza contro la creazione di un sindacato interno. L’esito delle elezioni però non è ancora definitivo. Adesso infatti si sta procedendo alla revisione dei voti, visto che la vittoria dei no ha di poco superato quella dei sì: 993 contro 875 voti. I risultati della revisione di queste elezioni saranno resi noti tra qualche giorno. Intanto però, i dipendenti del centro di smistamento in Alabama possono gioire per i colleghi di Staten Island, dove per la prima volta nei 27 anni di storia del colosso dell’e-commerce, è nato il primo sindacato dei lavoratori di Amazon.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
A 27 anni dalla sua fondazione, a New York nasce il primo sindacato dei lavoratori di Amazon. Dopo anni di battaglie legali, quella che è avvenuta nello stabilimento di Staten Island è una svolta storica tra le parti sociali Usa e il colosso dell'e-commerce. Gli 8mila dipendenti dello stabilimento - l'unico centro di smistamento di Amazon a New York - hanno espresso 2.654 voti a favore (2.131 contrari) per l'istituzione del sindacato, dando così vita alla Amazon Labor Union. La portavoce di Joe Biden ha commentato la notizia: "Il presidente degli Stati Uniti è contento che i dipendenti possano essere ascoltati".
Alcuni dipendenti di Amazon escono da un centro di smistamento (Foto Reuters)

Dalla battaglia di Chris Smalls alla nascita del primo sindacato di Amazon

Lo stabilimento di Staten Island, noto come JFK8, è l'unico centro di smistamento di Amazon a New York. E adesso può anche vantarsi di essere il primo ad aver sindacalizzato i suoi 8.325 lavoratori. La battaglia per creare il primo sindacato di Amazon è stata portata avanti da un gruppo di dipendenti, guidato da Chris Smalls, ex impiegato licenziato nel 2020 per aver organizzato una protesta contro l'assenza di misure anti-Covid nello stabilimento della Grande mela. Per l'ex dipendente di Amazon, portare avanti la lotta per i diritti dei lavoratori non è stato affatto semplice. Come riporta la Cnbc, prima di arrivare al voto sulla nascita del sindaco, Amazon ha tappezzato le pareti del JFK8 con striscioni sui quali era stato scritto "Vota No". Ma non solo. Perché sempre secondo l'emittente televisiva statunitense, Amazon ha pure creato un sito Web a posta per chiedere di votare "no" all'Amazon Labour Union.

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La battaglia per creare il primo sindacato di Amazon è stata guidata da Chris Smalls, ex dipendente licenziato nel 2020

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Il presidente Joe Biden si è detto "contento" per la nascita del sindacato nello stabilimento di New York

Anche in Alabama si combatte per il sindacato

Anche a Beesemer, in Alabama si sta combattendo per la nascita di un sindacato. Tuttavia, un primo tentativo di sindacalizzazione sembra essere fallito dopo che i lavoratori del magazzino di Beesemer si sono espressi a maggioranza contro la creazione di un sindacato interno. L'esito delle elezioni però non è ancora definitivo. Adesso infatti si sta procedendo alla revisione dei voti, visto che la vittoria dei no ha di poco superato quella dei sì: 993 contro 875 voti. I risultati della revisione di queste elezioni saranno resi noti tra qualche giorno. Intanto però, i dipendenti del centro di smistamento in Alabama possono gioire per i colleghi di Staten Island, dove per la prima volta nei 27 anni di storia del colosso dell'e-commerce, è nato il primo sindacato dei lavoratori di Amazon.
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