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Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata: "In netto aumento fra i ragazzi"

di LETIZIA CINI -
15 marzo 2022
ANORESSIA-1

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La pandemia di Covid con le misure restrittive adottate per contenerla ha avuto “un effetto devastante, traumatico, nella vita di tutti, ma in particolare nelle categorie più fragili“. E una ricerca epidemiologica nazionale sui Disturbi del comportamento alimentare ha messo in luce nel 2020 "un aumento netto del 30%» di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata in tutte le aree del Paese2. A tracciare il quadro è Laura Dalla Ragione, direttore della Rete disturbi del comportamento alimentare dell’Usl Umbria 1 e presidente della Società italiana riabilitazione per queste patologie. Lo fa in vista della giornata nazionale contro i Disturbi alimentari in programma il 15 marzo. Secondo Laura Dalla Ragione “si calcola che in Italia in questo momento ci siano circa tre milioni di persone affette da tali patologie". "Purtroppo oggi anche i maschi sono colpiti - spiega ancora la presidente della Siridap - mentre fino a dieci anni fa erano indenni. Ora invece nella fascia adolescenziale sono il 20 % e probabilmente tra dieci anni questo non sarà più un disturbo di genere. Il motivo dell’interessamento del mondo maschile è collegato al cambiamento del rapporto con il corpo dei ragazzi, anche per loro teatro del disagio".
Si calcola che in Italia ci siano circa tre milioni di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Il 15 marzo 2022 è la Giornata nazionale per la lotta ai a Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: si calcola che in Italia ne soffrano circa tre milioni di persone: anche i maschi sono colpiti e tra dieci anni questo non sarà più un disturbo di genere

Il  peso del lockdown

Per Laura Dalla Ragione “probabilmente il lockdown ha fatto emergere una sofferenza più nascosta, quella maschile“. L’esperta spiega quindi che più colpita rimane ancora la fascia tra 12 e 25 anni, ma in questo momento ci sono anche “esordi precoci di bambini di 8-9 anni e persone adulte di 40-50 che si ammalano per la prima volta“. “In un certo senso - dice - si tratta di forme nuove di depressione che possono colpire tutti, indistintamente dal livello sociale e culturale".
Disturbi alimentari: la più colpita rimane ancora la fascia tra 12 e 25 anni, ma in questo momento ci sono anche “esordi precoci di bambini di 8-9 anni e persone adulte di 40-50 che si ammalano per la prima volta

Disturbi alimentari: la più colpita rimane la fascia tra 12 e 25 anni,  in aumento  gli “esordi precoci di bambini di 8-9 anni e persone adulte di 40-50 che si ammalano per la prima volta"

17 novembre 2010 muore a soli 28 anni, Isabelle Caro, divenuta famosa per un servizio fotografico di Oliviero Toscan

17 novembre 2010 muore a soli 28 anni, Isabelle Caro, divenuta famosa per un servizio fotografico di Oliviero Toscan

Dalla Ragione invita comunque a non fraintendere l’origine di queste patologie. "L’attenzione estrema all’immagine corporea, il culto della magrezza - sottolinea - non sono ‘la causa’ dei disturbi alimentari. La loro funzione sembra invece quella di suggerire la strada attraverso la quale un malessere più profondo, grave, strutturale si esprime e cerca una sua risoluzione. È una grande paura di vivere e la sensazione di non essere adatti a questo mondo che pervade la vita delle tante persone che entrano nella strada dei disturbi alimentari". Dalla Ragione parla quindi del ruolo delle famiglie che “per poter accettare il disturbo e quindi chiedere aiuto devono poter uscire dalla trappola della vergogna e del senso di colpa associati al sintomo dei figli“. “I genitori - sottolinea - non sono colpevoli della sofferenza dei ragazzi, ma possono essere anzi l’ancora di salvezza. I disturbi del comportamento alimentare infatti sono una patologia egosintonica, chi ne soffre cioè, soprattutto all’inizio, non è consapevole della gravità e della pericolosità della propria condizione e non è assolutamente motivato ad accedere ad un percorso di cura: per questo l’intervento tempestivo dei famigliari è di fondamentale importanza".

In aumento fra adolescenti e ragazzi

Disturbi alimentari: tra il 2020 e il 2021 gli accessi alle strutture di cura territoriali e ospedaliere dei ragazzi è aumentato di quattro volte

Disturbi alimentari: tra il 2020 e il 2021 gli accessi alle strutture di cura territoriali e ospedaliere dei ragazzi è aumentato di quattro volte

“Tra il 2020 e il 2021 gli accessi alle strutture di cura territoriali e ospedaliere dei ragazzi è aumentato di quattro volte - quantifica la direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare dell’Usl Umbria 1 e presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso - . Probabilmente il lockdown ha fatto emergere una sofferenza più nascosta, quella maschile“. La fascia più colpita? “Rimane ancora quella tra 12 e 25 anni. ma in questo momento si è molto allargata, con esordi precoci di bambini di 8-9 anni e persone adulte di 40 -50 anni che si ammalano per la prima volta - chiarice l’esperta - . In un certo senso si tratta di forme nuove di depressione che possono colpire tutti, indistintamente dal livello sociale e culturale. I Dca possono colpire tutti, sono patologie globalizzate, cioè si diffondono a macchia d’olio appena si diffondono certi stili di vita e certi modelli culturali“.
Si calcola che in Italia ci siano circa tre milioni di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Si calcola che in Italia ci siano circa tre milioni di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

I pazienti con disturbi del comportamento alimentari sono diffusi in modo omogeneo in tutte le regioni, non esiste differenza tra la Sicilia e la Lombardia: “Quello che cambia purtroppo è la qualità della assistenza - aggiunge Laura Dalla Ragione -. Ci sono regione come l’Umbria, il Veneto, la Lombardia dove sono garantiti servizi e dove quindi la patologia viene intercettata precocemente e questo determina un migliore esito della patologia. In questo momento i disturbi alimentari prevalenti sono la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata".

Ortoressia (ossessione del mangiare sano) e bigoressia (quella della massa muscolare)

“L’anoressia è il 30% della patologia - prosegue -, ma è ancora la principale causa di morte. Si stanno diffondendo anche altri disturbi del comportamento alimentare come l’ortoressia (ossessione del mangiare sano) e la bigoressia (quella della massa muscolare). I disturbi del comportamento alimentare sono una patologia egosintonica, chi ne soffre cioè, soprattutto all’inizio, non è consapevole della gravità e della pericolosità della propria condizione e non è assolutamente motivato ad accedere ad un percorso di cura: per questo l’intervento tempestivo dei famigliari è di fondamentale importanza".

L'importanza della famiglia

"La famiglia, secondo il nostro approccio di cura e la nostra visione del sintomo, non è mai ritenuta colpevole, anzi il lavoro che facciamo è quello di trasformare il senso di colpa delle famiglie in responsabilità - chiarisce l'esperta - : non ci focalizziamo sui limiti e sulle colpe dei famigliari, ma andiamo alla ricerca delle risorse famigliari, che vogliamo valorizzare e riattivare per mobilitarle nella cura della persona. Le famiglie, se accolte senza giudizio e guidate, possono diventare delle alleate molto preziose nella lotta contro il disturbo alimentare“. Una nota di speranza: “I disturbi del comportamento alimentare sono patologie curabili e guaribili - conclude -. Non si muore di anoressia o bulimia, ma si muore se non ci si cura adeguatamente. Non a caso si muore di più nelle regioni dove non ci sono centri specializzati . Il successo della cura dipende da due fattori fondamentali; la precocità dell’inizio del trattamento e la continuità assistenziale".
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Il 13 dicembre 2011 muore Kate Chilve: a 31 anni pesava solo 29 chili

La giornata: 15 marzo 2022 piazze e monumenti illuminati di lilla

Il 15 marzo 2022 piazze e monumenti illuminati di lilla in occasione della Giornata Nazionale per la lotta ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Grazie all’impegno dell’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e di Never give up onlus, il 15 marzo 2022 i Comuni italiani aderiranno alla campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro i disturbi alimentari, illuminando piazze e monumenti di lilla in occasione della giornata mondiale per la lotta contro i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. “L’associazione impegnata da anni nella lotta a questi disturbi illumina di lilla il Colosseo per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto precocemente e tempestivamente - spiega Simona Sinesi per Never give up - . Questi disturbi in Italia rappresentano, infatti, la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni e purtroppo solo il 10% di chi soffre riesce a chiedere aiuto”.

Organizzazione Mondiale della Sanità, i dati

In Italia sono oltre tre milioni le persone che hanno problemi di peso, cibo e immagine corporea e, se non opportunatamente trattati, questi problemi possono trasformarsi in disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Questi disturbi si manifestano non solo negli adulti, ma anche nei giovani e giovanissimi, con esordi in età sempre più precoci, ma non è sempre semplice riconoscerli e, per le persone colpite, chiedere aiuto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, anoressia e bulimia sono infatti la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni. Per sensibilizzare su questi disturbi il Colosseo a Roma (il 14 marzo) e molte piazze in Italia (il 15 marzo) si tingeranno di lilla. Inoltre, nel mese di marzo sarà on-air una campagna di comunicazione diretta dal regista premio Oscar Danis Tanović finalizzata a generare maggiore consapevolezza su queste patologie. Poi, nella 28ª Giornata di Campionato, su tutti i campi della Serie A Tim è stato esposto lo striscione dell’iniziativa e proiettato sui maxischermi degli stadi il video della campagna. Nell’ambito della sensibilizzazione su questi disturbi, Elior, che si occupa della ristorazione nelle mense delle scuole italiane, e Never Give Up, onlus di professionisti che nasce nel 2014 con l’obiettivo di intercettare e trattare precocemente i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, lanciano un progetto di sensibilizzazione dedicato a bambini, ragazzi e alle famiglie. Con eventi online e in presenza nelle scuole, Elior e Never Give Up vogliono portare maggiore attenzione su queste tematiche e fornire gli strumenti per poterle affrontare, coinvolgendo i giovani e le loro famiglie fornendo indicazioni utili per riconoscere il problema e agire nel miglior modo possibile. Il primo appuntamento, "Never Give Up talk: disturbi alimentari e il ruolo dei genitori come risorsa" sarà il 17 marzo alle 17.30 e si svolgerà online insieme alla dottoressa Stefania Sinesi, psicoterapeuta, presidente e direttore scientifico di Never Give Up, che darà a genitori e caregiver le nozioni base per poter capire quali sono i disturbi alimentari più frequenti e come riconoscerli in anticipo. È possibile partecipare al link: https://foodacademyvirtualhub.elior.it/.

Villa Reale di Monza

Monza unita nella lotta ai disturbi alimentari. Martedì 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale dei disturbi dell’alimentazione, la Villa Reale sarà illuminata di lilla, colore simbolo della sensibilizzazione alla diagnosi precoce e cura di questi problemi. L’amministrazione Comunale ha individuato il prezioso monumento cittadino quale luogo simbolo, accogliendo così la richiesta dell’associazione Famiglia Peppino Fumagalli per dimostrare la vicinanza ai numerosi adolescenti e alle loro famiglie che combattono contro anoressia e bulimia e per sensibilizzare la città su principi della corretta alimentazione. “Accendiamo i riflettori ancora una volta sui disturbi del comportamento alimentare che affligge un numero sempre più crescente di persone, soprattutto tra i giovani- dichiara il sindaco Dario Allevi- A Monza stiamo anche promuovendo nelle scuole il progetto ‘Peso Positivo’, finalizzato a divulgare percorsi di informazione e prevenzione grazie all’associazione Famiglia Peppino Fumagalli. Grazie al coinvolgimento attivo di istituzioni, famiglie e mondo della scuola possiamo aiutare concretamente i nostri giovani”.