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Home » HP Trio » Aurora Ramazzotti sulla polemica scatenata dai capezzoli in vista: “C’è dello sconcerto”

Aurora Ramazzotti sulla polemica scatenata dai capezzoli in vista: “C’è dello sconcerto”

La figlia 25enne di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti fa riferimento alle critiche scatenate dalle foto postate sul suo profilo Instagram nelle quali si intravedono i capezzoli sotto la maglietta e attacca i media: “Ma finitela con questi titoli acchiappa click orrendi"

Lucia Lapi
14 Aprile 2022
Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto 'incriminata' postata su Instagram

Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto 'incriminata' postata su Instagram

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“Ma finitela con questi titoli acchiappa click orrendi: quello che mi fa più arrabbiare non è tanto che venga usata la mia immagine in modo improprio, piuttosto che una persona si illuda che io gli stia vendendo il piacere assicurato, invece è… un minipimer”. Ride Aurora Ramazzotti, 25 anni, sulle sue stories Instagram.

Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto 'incriminata' postata su Instagram
Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto ‘incriminata’ postata su Instagram

Quindi, facendo riferimento alla querelle in corso con alcuni media, che hanno criticato le foto postate sul suo profilo nelle quali si intravedono i capezzoli turgidi sotto il corpetto a canottiera, ribatte: “Noi sconcertati. S-c-o-n-c-e-r-t-a-t-i…. C’è dello sconcerto“. Liquida così l’articolo di Libero, che ha titolato appunto: “Aurora Ramazzotti, capezzoli in mostra. La foto da bollino rosso, sconcerto totale”. Ed è su questo lo ‘sconcerto’ che la Ramazzotti ha voluto ironizzare, come aveva già fatto – del resto – nei confronti di alcuno follower che avevano sottolineato il dettaglio ‘piccante’ sui social, lasciandosi andare a qualche critica.

Aurora Ramazzotti, 25 anni
“Libera il capezzolo” è la campagna lanciata da Aurora Ramazzotti (25 anni) su Instagram

Ma, com’è noto, la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti non è una persona che si lasci intimidire dalle critiche, confermandosi capace di replicare per le rime e con una buona dose di ironia: “I capezzoli? Sono una cosa naturale”, le sue parole, commentando lo scatto la ritrae sorridente al tavolo di un ristorante davanti a una tavola imbandita. A far scoppiare lo scandalo era stato appunto il fatto che non avesse il reggiseno sotto il suo top verde scollato: in questo modo le si sono intravisti i capezzoli.

L’ironia corre sui social

Di fronte ai commenti di chi le ha fatto notare il dettaglio, Aurora ha ribadito: “Volevo tranquillizzarvi. Sì, ho dei capezzoli, penso sia abbastanza diffuso. Allego esempi per correttezza”. E ancora: “Sono una cosa naturale”, ha scritto su Instagram, dove poi ha messo in mostra i capezzoli di varie specie animali, incluso il suo gatto.

Aurora Ramazzotti parla di acne sui suoi profili social
Aurora Ramazzotti aveva parlato anche di acne sul suo profilo Instagram

Aurora Ramazzotti non ha fatto prediche e non si è arrabbiata, ma ha comunque voluto rispondere con ironia. Tant’è che dopo aver condiviso foto di mammelle di mucca, di capezzoli di una mamma Gorilla e di una gatta, ha deciso di condividere con i suoi follower anche lo scatto del suo gatto Kida: “Anche loro li hanno (i capezzoli), è normale in natura”. Infine ha coinvolto pure il fidanzato Goffredo Cerza, di cui ha inquadrato un capezzolo visibile sotto la maglietta: “Mi ero dimenticata, anche i maschi hanno i capezzoli. Amore, per la scienza, fai vedere”. E lui si è prestato al gioco.

Vittima di catcalling: “Mi fate schifo”

Ora, con le nuove stories, ha voluto sottolineare come queste critiche la lascino indifferente, ma piuttosto la facciano indignare le attenzioni dei media. Giusto un anno fa Aurora Ramazzotti aveva denunciato, sempre su Instagram di esserne stata vittima di catcalling facendo jogging al parco: “Appena mi metto una gonna o mi tolgo la giacca sportiva mentre sto correndo, sento fischi o commenti sessisti. Mi fate schifo”, aveva scritto riferendosi ai commenti pesanti, mascherati da complimento, che sarebbe meglio definire molestie di strada.

Aurora Ramazzotti e sex toy; ironia sui social
Fra gli argomenti ‘scomodi trattati da Aurora Ramazzotti ci sono i sex toy:  ironia sui social

Fischi, apprezzamenti a sfondo sessuale, strombazzate dall’auto, epiteti volgari, squallidi abbordaggi, proposte e perfino insulti. Una lunga lista di ‘attenzioni’ per le quali la preda prescelta dovrebbe – secondo qualcuno – addirittura ringraziare lo sconosciuto di turno, sentendosi lusingata da cotanta premura.

Aurora Ramazzotti: “Free the nipple”

“Libera il capezzolo” è la campagna lanciata da Aurora Ramazzotti su Instagram. La prima e unica figlia (insieme) di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti non si pente di aver postato lo scatto nelle stories in cui si intravedono i suoi capezzoli e ha liquidato i bacchettoni mettendoli a tacere: “Volevo tranquillizzarvi. Sì, ho dei capezzoli, penso sia abbastanza diffuso”.

 

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Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

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“Ma finitela con questi titoli acchiappa click orrendi: quello che mi fa più arrabbiare non è tanto che venga usata la mia immagine in modo improprio, piuttosto che una persona si illuda che io gli stia vendendo il piacere assicurato, invece è... un minipimer". Ride Aurora Ramazzotti, 25 anni, sulle sue stories Instagram.
Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto 'incriminata' postata su Instagram
Aurora Ramazzotti, 25 anni, e la foto 'incriminata' postata su Instagram
Quindi, facendo riferimento alla querelle in corso con alcuni media, che hanno criticato le foto postate sul suo profilo nelle quali si intravedono i capezzoli turgidi sotto il corpetto a canottiera, ribatte: "Noi sconcertati. S-c-o-n-c-e-r-t-a-t-i.... C’è dello sconcerto". Liquida così l’articolo di Libero, che ha titolato appunto: “Aurora Ramazzotti, capezzoli in mostra. La foto da bollino rosso, sconcerto totale". Ed è su questo lo 'sconcerto' che la Ramazzotti ha voluto ironizzare, come aveva già fatto - del resto - nei confronti di alcuno follower che avevano sottolineato il dettaglio 'piccante' sui social, lasciandosi andare a qualche critica.
Aurora Ramazzotti, 25 anni
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Ma, com’è noto, la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti non è una persona che si lasci intimidire dalle critiche, confermandosi capace di replicare per le rime e con una buona dose di ironia: “I capezzoli? Sono una cosa naturale”, le sue parole, commentando lo scatto la ritrae sorridente al tavolo di un ristorante davanti a una tavola imbandita. A far scoppiare lo scandalo era stato appunto il fatto che non avesse il reggiseno sotto il suo top verde scollato: in questo modo le si sono intravisti i capezzoli.

L'ironia corre sui social

Di fronte ai commenti di chi le ha fatto notare il dettaglio, Aurora ha ribadito: “Volevo tranquillizzarvi. Sì, ho dei capezzoli, penso sia abbastanza diffuso. Allego esempi per correttezza”. E ancora: “Sono una cosa naturale”, ha scritto su Instagram, dove poi ha messo in mostra i capezzoli di varie specie animali, incluso il suo gatto.
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Vittima di catcalling: "Mi fate schifo"

Ora, con le nuove stories, ha voluto sottolineare come queste critiche la lascino indifferente, ma piuttosto la facciano indignare le attenzioni dei media. Giusto un anno fa Aurora Ramazzotti aveva denunciato, sempre su Instagram di esserne stata vittima di catcalling facendo jogging al parco: “Appena mi metto una gonna o mi tolgo la giacca sportiva mentre sto correndo, sento fischi o commenti sessisti. Mi fate schifo”, aveva scritto riferendosi ai commenti pesanti, mascherati da complimento, che sarebbe meglio definire molestie di strada.
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Aurora Ramazzotti: “Free the nipple"

“Libera il capezzolo” è la campagna lanciata da Aurora Ramazzotti su Instagram. La prima e unica figlia (insieme) di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti non si pente di aver postato lo scatto nelle stories in cui si intravedono i suoi capezzoli e ha liquidato i bacchettoni mettendoli a tacere: “Volevo tranquillizzarvi. Sì, ho dei capezzoli, penso sia abbastanza diffuso".  
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