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Home » HP Trio » Basket Roma, la falsa storia del ceffone. La giocatrice difende l’allenatore: “Ma quale schiaffo, lui mi ha insegnato a vivere”

Basket Roma, la falsa storia del ceffone. La giocatrice difende l’allenatore: “Ma quale schiaffo, lui mi ha insegnato a vivere”

Un video finito online ha creato una enorme bufera su un coach di una squadra di pallacanestro femminile di serie B. Nelle immagini sembra che il tecnico tiri un ceffone a una sua atleta. Dopo la polemica la ragazza ha smentito tutto: "È stata una semplicissima pacca. Non credete a tutto ciò che leggete sul web"

Remy Morandi
24 Maggio 2022
roma basket ceffone schiaffo

roma basket ceffone schiaffo

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Basta scrivere su Google “Basket Roma” per notare che le prime ricerche correlate sono “ceffone” e “schiaffo“. Quella di una giocatrice di pallacanestro di 17 anni, Benedetta, e del suo allenatore, Luciano Bongiorno, 51 anni, è una storia che dimostra che molte volte tanti traggono conclusioni prima di sapere, che molte volte non basta guardare un video per stabilire quale sia la verità e la realtà dei fatti, che molte volte prima di parlare “c’è bisogno di ascoltare“. Parole quest’ultime di Benedetta, la giocatrice del Basket Roma che ha smentito di essere stata presa a schiaffi dal suo allenatore: “Non c’è stato alcuno schiaffo. Il mio allenatore mi conosce da 12 anni, mi ha insegnato il basket e mi ha anche insegnato a vivere”.

Uno screenshot del video usato per “dimostrare” lo schiaffo dell’allenatore alla giocatrice di 17 anni del Basket Roma

Basket Roma, la falsa storia dello schiaffo dell’allenatore alla giocatrice di 17 anni

Ma partiamo dai fatti. Domenica 22 maggio si è tenuta al PalaSojourner di Rieti la finale per il terzo e quarto posto del campionato di basket femminile di serie B tra il Basket Roma e l’Aran Cucine Roseto. Alla fine del secondo quarto, le giocatrici delle rispettive squadre si dirigono verso le panchine. È in questo momento che nel video finito online, si vede l’allenatore del Basket Roma Luciano Bongiorno avvicinarsi a Benedetta, una sua giocatrice di 17 anni. Nelle immagini l’allenatore sembra tirare con veemenza uno schiaffo all’atleta. Ma il video, come ha anche detto la stessa Benedetta, è fuorviante e quello schiaffo non c’è mai stato. “Il mio allenatore aveva notato che stavo andando in down, così ha deciso di riaccendermi dandomi una scossa. Mi ha dato una pacca sulla coda, e niente di più“, scrive Benedetta in un post su Instagram, dove spiega esattamente come sono andati i fatti.

Tuttavia, prima che la giocatrice e lo stesso allenatore potessero spiegare l’accaduto, la bufera e la polemica sulla violenza dell’uomo nei confronti della ragazza minorenne erano già partite. La pagina Facebook della Basket Roma è stata bersagliata da critiche all’indirizzo del coach: “Complimenti alle ragazze, coach da radiare, spero che la giustizia sportiva e non solo intervenga”, ha scritto un tifoso. “Vergognoso il comportamento dell’allenatore, mi auguro che vengano presi provvedimenti seri”, ha aggiunto un altro.

Sulla vicenda sono intervenuti in tantissimi. Differenza Donna Aps e Assist Associazione Nazionale Atlete hanno chiesto “l’immediato intervento del Presidente della Federazione Pallacanestro, Giovanni Petrucci, e del presidente del Coni Giovanni Malagò, perché l’allenatore del Basket Roma, Luciano Bongiorno, venga immediatamente radiato e non abbia più modo di esercitare la professione di allenatore”. Queste le parole delle associazioni.

Il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, come richiesto dalle associazioni, alla fine è intervenuto. “Ho, doverosamente, attivato la Procura federale. La violenza è esecrabile e non appartiene al nostro sport e alla nostra cultura. Condanniamo senza esitazione quanto accaduto”. “Schiaffeggiare una propria atleta – ha sottolineato Petrucci – non è mai giustificabile e non appartiene allo sport, alla pallacanestro e al mio modo di concepirlo. Questo gesto squalifica chi l’ha compiuto, sia come persona, sia come allenatore. Il rispetto deve essere al primo posto nei valori di chi fa sport, in particolare nei rapporti tra allenatori e giocatori, perché educare significa comprendere”.

Anche la società del Roma Basket è intervenuta, diffondendo una nota nella quale definisce “deplorevole” il gesto e “si scusa per quanto avvenuto, in primo luogo con l’atleta e la sua famiglia, dei quali chiediamo di rispettare la privacy”. L’episodio, ha aggiunto la società, “è avvenuto in un momento di tensione agonistica” e “sarebbe dovuto essere gestito diversamente”.

Queste le principali reazioni alla vicenda. Ma molti altri, anche politici, sono intervenuti condannando “l’episodio di violenza”.

Le voci inascoltate dell’allenatore e della giocatrice e della madre: “Lo schiaffo non c’è stato”

Le parole che però non hanno fatto clamore e non sono diventate notizia sono quelle della mamma della giocatrice, dell’allenatore e della giocatrice stessa. Nel pomeriggio di lunedì 23 maggio, la madre di Benedetta è intervenuta sull’argomento dicendosi “molto amareggiata dal fatto che le immagini dell’episodio di ieri stiano facendo il giro del web”. “Mia figlia è molto tranquilla – ha aggiunto la madre della giocatrice -, e questo è quello che conta per me. Conosciamo Luciano da quando (Benedetta, ndr) aveva sei anni, età in cui ha iniziato l’attività di minibasket, abbiamo un ottimo rapporto e lui per mia figlia è come un secondo papà. Alla fine della partita con Luciano ci siamo confrontati su quanto accaduto convenendo che non sono gesti belli da vedere, e possono essere fraintesi da chi non conosce il rapporto che c’è tra di noi. Preciso anche, essendo stata presente all’incontro, che non è stato un ceffone ma una pacca sulla coda. Quindi vi pregherei – ha così concluso la madre della giocatrice – di interrompere questa tempesta mediatica che non giova a nessuno”.

L’allenatore, Luciano Bongiorno, dopo la bufera, è stato costretto a scusarsi. “Sono stato protagonista – ha dichiarato il coach – di un episodio spiacevole e mi scuso per quanto è successo”. “Conosco l’atleta in questione da quando aveva 6 anni e sono entrato in campo a gioco fermo per spronarla, con un linguaggio del corpo troppo violento e facendo un gesto che dalle immagini appare diverso da quello che in effetti è stato, ovvero una pacca sulla coda dei capelli. Non c’era nessun intento diverso, nessuna intenzione di colpirla in alcun modo”, ha detto il tecnico romano. “Faccio l’allenatore da 32 anni e non mi è mai successo niente del genere. Il Basket Roma – ha aggiunto l’allenatore in una nota diffusa sulla pagina Facebook del club – è una società sana e rispettosa di determinati valori e completamente estranea ad atteggiamenti del genere”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Benedetta Aghilarre (@benedetta.aghilarre)

Alla fine anche Benedetta, la protagonista di questa vicenda, ha voluto dire la sua. Lo ha fatto sul suo profilo Instagram, nelle storie e in un post. “Ciao sono Benedetta, atleta del Basket Roma con maglia n.11. Sì, sono la giocatrice protagonista del video che purtroppo sta spopolando in tutta Italia. Cercherò di essere il più chiara possibile e dirvi cosa è successo ieri realmente. Potrei tranquillamente dire che non è successo niente, perché per me così è stato. Ma ‘niente’ a tutti non basta”.

Benedetta inizia a raccontare quanto accaduto e quello che si vede nel video finito online. “Era la fine del secondo quarto turno della finale 3-4 posto di serie B, quando ho sbagliato un tiro da sotto e mentre tornavamo in difesa abbiamo preso una tripla sulla sirena. Il mio allenatore aveva subito notato che ero in down – scrive l’atleta su Instagram -, così ha deciso di riaccendermi dandomi una scossa. Mi ha dato una spacca sulla coda, e niente di più. Non c’è stato nessun ‘ceffone’ e nessuno ‘schiaffo’ , una semplicissima pacca che non ha minimamente sfiorato il mio corpo”.

E quindi commenta: “È facilissimo prendere un titolo ed affiancarlo a un video sgranato senza contesto. Avrei preferito essere stata confrontata da tutti coloro che hanno pensato di ‘prendere le mie difese’ quando non c’era alcun problema, però in ogni caso vi ringrazio per l’interesse. Il mio allenatore mi conosce da 12 anni – spiega Benedetta -, mi ha insegnato il basket e mi ha anche insegnato a vivere. Pensate che è anche stato il mio maestro alle elementari“.

“Sarò sincera – si legge ancora nel post su Instagram -. Se fino a ieri stavo benissimo e festeggiavo la vittoria, oggi sono emotivamente provata da tutta questa storia. Mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere. Non credete a tutto ciò che leggete sul web, perché io ancora non ho detto la mia. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per leggere e ragionare su ciò che ho scritto. Io ringrazio le mie compagne e mi stringo forte a Luciano perché il bene vince su tutto“, conclude la giocatrice di Basket.

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“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Basta scrivere su Google "Basket Roma" per notare che le prime ricerche correlate sono "ceffone" e "schiaffo". Quella di una giocatrice di pallacanestro di 17 anni, Benedetta, e del suo allenatore, Luciano Bongiorno, 51 anni, è una storia che dimostra che molte volte tanti traggono conclusioni prima di sapere, che molte volte non basta guardare un video per stabilire quale sia la verità e la realtà dei fatti, che molte volte prima di parlare "c'è bisogno di ascoltare". Parole quest'ultime di Benedetta, la giocatrice del Basket Roma che ha smentito di essere stata presa a schiaffi dal suo allenatore: "Non c'è stato alcuno schiaffo. Il mio allenatore mi conosce da 12 anni, mi ha insegnato il basket e mi ha anche insegnato a vivere".
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