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Home » HP Trio » I dolori di un’influencer, Camihawke e il male ai capelli: “Soffro di tricodinia”

I dolori di un’influencer, Camihawke e il male ai capelli: “Soffro di tricodinia”

In un post su Instagram Camilla Boniardi, 32 anni, racconta la patologia cronica che l'affligge: “Il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto”

Lucia Lapi
6 Febbraio 2023
Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web

Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web

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“Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia.

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto.”

Meglio conosciuta come Camihawke, su Instagram è seguita da 1,3 milioni di persone. Il suo primo romanzo, ’Per tutto il resto dei miei sbagli’ (Mondadori) è stato il caso editoriale della scorsa estate, salito subito al primo posto in classifica, con 36mila copie vendute in due settimane. È una storia d’amore tra una giovane ragazza e il cantante di una rock band: una storia che ricorda molto la sua in cui parla di autostima, di dubbi e del bisogno di essere amati. Dopo un percorso di studi classici e aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, Camihawke decide di abbandonare i codici e intraprendere la strada dalla comunicazione.

È uno dei personaggi che ha saputo meglio coniugare la presenza sul web con quella sugli altri media, con esperienze nella radio e nell’intrattenimento televisivo. È stata co-conduttrice del programma ’Girl Solving’ su Radio2, tra le protagoniste di ’Pink Different’ su FoxLife e ha affiancato Carlo Cracco nel cooking show ’Nella mia cucina’ su Rai2. Nel 2019 Camihawke è diventata ambasciatrice Airc per la ricerca sul cancro, è stata votata come miglior instagrammer ai Macchianera internet awards e ha partecipato come speaker al TedX Rimini.

“Il mio corpo mi sta parlando”

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli.

 Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web
Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web

“Lo sfogo”

La 32enne originaria di Monza nella sua carriera social ha già affrontato temi tanto difficili quando diffusi. Dall’anoressia, di cui ha sofferto in passato, all’ansia e alle difficoltà quotidiane raccontate in un libro, “Per tutto il resto dei miei sbagli”, uscito due anni fa. “Ho fatto le analisi del sangue, stiamo capendo se i valori sono nella norma”, racconta Camilla in un lungo post su Instagram. E ancora: “Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto. Cerco di ricaricarmi questo weekend per affrontare la settimana di Sanremo al meglio, scusate se nelle settimane o mesi a venire non sarò sempre al top, o sarò un po’ assente se ne sentirò l’esigenza, ma credo che il benessere mentale sia importante tanto quanto quello fisico, perché se trascurato prima o poi viene a bussare alla porta”.

Cos’è la tricodinia

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. L’origine del dolore è dovuta a un’infiammazione dei follicoli piliferi, che può essere favorita da una situazione di forte stress psico-fisico, malattie dermatologiche – come follicolite, dermatite seborroica o anche l’acne – oppure dall’alopecia.

Le cause

Molto spesso le cause scatenanti sono da cercare sottotraccia, in ambito psicologico: stress e ansia legati a periodi difficili possono dare origine ai primi sintomi e scatenare la tricodinia. Se a scatenare le reazioni può essere lo stress, uno dei problemi è la ridotta soglia di attivazione dei nocicettori (i ricettori delle sensazioni dolorose) diffusi in tutto il cuoio capelluto. Ad innescare la tricodinia, attivando le terminazioni nervose, sarebbe inoltre un’infiammazione della cute o del follicolo pilifero, la cui vera causa non è ancora del tutto stata

La tricodinia viene solitamente curata con degli antiinfiammatori per alleviare i fastidi e il dolore. In alcuni casi possibile intervenire con altre cure farmacologiche, basate su laser e trattamenti igienici. Ma, in ogni caso, ai primi sintomi è molto importante rivolgersi a un medico – come ha giustamente fatto Camihawke – per sottoporsi alle necessarie analisi per capire meglio cosa sta succedendo.

I sintomi

Dolore e prurito del cuoio capelluto sono alcuni dei sintomi. Le sensazioni sono molto soggettive e vanno dal semplice fastidio fino al vero e proprio dolore. Tra i sintomi più comuni:

• formicolio alla testa e dolore al cuoio capelluto
• cute diradata
• dolori diffusi alla testa
• prurito, bruciore o fastidio ai capelli

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
“Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. “Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto.” Meglio conosciuta come Camihawke, su Instagram è seguita da 1,3 milioni di persone. Il suo primo romanzo, ’Per tutto il resto dei miei sbagli’ (Mondadori) è stato il caso editoriale della scorsa estate, salito subito al primo posto in classifica, con 36mila copie vendute in due settimane. È una storia d’amore tra una giovane ragazza e il cantante di una rock band: una storia che ricorda molto la sua in cui parla di autostima, di dubbi e del bisogno di essere amati. Dopo un percorso di studi classici e aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, Camihawke decide di abbandonare i codici e intraprendere la strada dalla comunicazione. È uno dei personaggi che ha saputo meglio coniugare la presenza sul web con quella sugli altri media, con esperienze nella radio e nell’intrattenimento televisivo. È stata co-conduttrice del programma ’Girl Solving’ su Radio2, tra le protagoniste di ’Pink Different’ su FoxLife e ha affiancato Carlo Cracco nel cooking show ’Nella mia cucina’ su Rai2. Nel 2019 Camihawke è diventata ambasciatrice Airc per la ricerca sul cancro, è stata votata come miglior instagrammer ai Macchianera internet awards e ha partecipato come speaker al TedX Rimini.

"Il mio corpo mi sta parlando"

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli.
 Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web
Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web

“Lo sfogo”

La 32enne originaria di Monza nella sua carriera social ha già affrontato temi tanto difficili quando diffusi. Dall’anoressia, di cui ha sofferto in passato, all’ansia e alle difficoltà quotidiane raccontate in un libro, “Per tutto il resto dei miei sbagli”, uscito due anni fa. “Ho fatto le analisi del sangue, stiamo capendo se i valori sono nella norma”, racconta Camilla in un lungo post su Instagram. E ancora: “Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto. Cerco di ricaricarmi questo weekend per affrontare la settimana di Sanremo al meglio, scusate se nelle settimane o mesi a venire non sarò sempre al top, o sarò un po’ assente se ne sentirò l’esigenza, ma credo che il benessere mentale sia importante tanto quanto quello fisico, perché se trascurato prima o poi viene a bussare alla porta”.

Cos’è la tricodinia

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. L'origine del dolore è dovuta a un'infiammazione dei follicoli piliferi, che può essere favorita da una situazione di forte stress psico-fisico, malattie dermatologiche – come follicolite, dermatite seborroica o anche l’acne – oppure dall’alopecia.

Le cause

Molto spesso le cause scatenanti sono da cercare sottotraccia, in ambito psicologico: stress e ansia legati a periodi difficili possono dare origine ai primi sintomi e scatenare la tricodinia. Se a scatenare le reazioni può essere lo stress, uno dei problemi è la ridotta soglia di attivazione dei nocicettori (i ricettori delle sensazioni dolorose) diffusi in tutto il cuoio capelluto. Ad innescare la tricodinia, attivando le terminazioni nervose, sarebbe inoltre un'infiammazione della cute o del follicolo pilifero, la cui vera causa non è ancora del tutto stata La tricodinia viene solitamente curata con degli antiinfiammatori per alleviare i fastidi e il dolore. In alcuni casi possibile intervenire con altre cure farmacologiche, basate su laser e trattamenti igienici. Ma, in ogni caso, ai primi sintomi è molto importante rivolgersi a un medico – come ha giustamente fatto Camihawke – per sottoporsi alle necessarie analisi per capire meglio cosa sta succedendo.

I sintomi

Dolore e prurito del cuoio capelluto sono alcuni dei sintomi. Le sensazioni sono molto soggettive e vanno dal semplice fastidio fino al vero e proprio dolore. Tra i sintomi più comuni: • formicolio alla testa e dolore al cuoio capelluto • cute diradata • dolori diffusi alla testa • prurito, bruciore o fastidio ai capelli
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