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Home » HP Trio » Le trovano un cancro durante il parto, la storia di Lois Walker tra gioia e dolore: “Non volevo affezionarmi a mio figlio”

Le trovano un cancro durante il parto, la storia di Lois Walker tra gioia e dolore: “Non volevo affezionarmi a mio figlio”

Regno Unito, la donna lamentava da tempo problemi allo stomaco. I medici l'avevano sempre rassicurata evidenziando come quei disturbi potessero essere legati all'ansia. Ma alla fine la drammatica scoperta

Edoardo Martini
1 Giugno 2022
lois walker, la donna a cui è stato diagnosticato un cancro durante il parto

lois walker, la donna a cui è stato diagnosticato un cancro durante il parto

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La gioia e il dolore, la vita che nasce e la malattia che fa di tutto per strapparla. Nel Regno Unito a una donna è stato diagnosticato un cancro terminale durante il parto. È la tragica storia di Lois Walker, una madre che adesso accusa i medici di non averle dato ascolto quando ne aveva bisogno e quando sentiva che c’era qualcosa che non andava.

Lois Walker insieme ai suoi due figli (Foto / Instagram / Dale Wistow)

La storia di Lois Walker, la donna a cui è stato diagnosticato il cancro durante il parto

Lois Walker, 37 anni, di Barnsley in Regno Unito, ha avuto mal di stomaco per 12 mesi ma gli specialisti hanno sempre attribuito il disturbo all‘ansia. È stato solo quando suo figlio Ray è nato con taglio cesareo nel 2021 che le è stato diagnosticato un cancro al quarto stadio. Ora la donna ha scritto una lettera di reclamo al suo studio medico, che ha rifiutato di commentare a causa della riservatezza del paziente.

La donna ha detto alla BBC di aver visto “ripetutamente” i medici del Dove Valley Practice a Worsbrough e del Barnsley Hospital, ma in tutte le occasioni le è stato detto che poteva soffrire della sindrome dell’intestino irritabile o di ipocondria. “Non so cos’altro avrei potuto fare. Era come se nessuno volesse ascoltare. Ho detto loro ‘Sento che sto per morire‘. Volevo essere presa sul serio. C’era qualcosa di gravemente sbagliato, lo sentivo” ha detto la 37enne.

La drammatica scoperta: “Non volevo affezionarmi a mio figlio”

Quando è andata in ospedale per far nascere suo figlio con taglio cesareo l’anno scorso, i chirurghi hanno fatto la drammatica scoperta: tumore alle ovaie, nel rivestimento dell’addome e nei linfonodi. “Il mio addome era così malato, c’erano tumori ovunque. Dissero che era come un sacco di sabbia che era stato aperto ed era finita ovunque”. La signora Walker, che ha altri tre figli, ha detto che con questa diagnosi si sente “preoccupata sul fatto di affezionarsi o no” a suo figlio appena nato. “È stato davvero, davvero difficile”, ha detto. “Non volevo affezionarmi a lui, ma è il mio raggio di sole. I miei figli sono il mio unico scopo di vita. Voglio concentrarmi sulla creazione dei ricordi. Se l’amore potesse salvarmi, sono sicura che non morirei mai” ha aggiunto la 37enne.

Lois Walker, il compagno Dale Wistow e il figlio. La donna a cui è stato diagnosticato un cancro durante il parto: “Non volevo affezionarmi a lui, ma è il mio raggio di sole” (Foto / Instagram / Lois Walker)

L’appello di Lois: “Ascoltate sempre il vostro corpo”

Il suo partner Dale Wistow ha dichiarato riguardo al cancro: “Speriamo di averlo preso in tempo. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro adesso”. La signora Walker ora sta esortando le altre persone ad ascoltare il proprio corpo e chiedere aiuto quando non si sentono bene. “Se c’è anche solo un medico che legge questo e pensa ‘dobbiamo fare di meglio’, a me basta”, ha detto. “Non vorrei che nessuno passasse quello che sto passando io”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
La gioia e il dolore, la vita che nasce e la malattia che fa di tutto per strapparla. Nel Regno Unito a una donna è stato diagnosticato un cancro terminale durante il parto. È la tragica storia di Lois Walker, una madre che adesso accusa i medici di non averle dato ascolto quando ne aveva bisogno e quando sentiva che c'era qualcosa che non andava.
Lois Walker insieme ai suoi due figli (Foto / Instagram / Dale Wistow)

La storia di Lois Walker, la donna a cui è stato diagnosticato il cancro durante il parto

Lois Walker, 37 anni, di Barnsley in Regno Unito, ha avuto mal di stomaco per 12 mesi ma gli specialisti hanno sempre attribuito il disturbo all'ansia. È stato solo quando suo figlio Ray è nato con taglio cesareo nel 2021 che le è stato diagnosticato un cancro al quarto stadio. Ora la donna ha scritto una lettera di reclamo al suo studio medico, che ha rifiutato di commentare a causa della riservatezza del paziente. La donna ha detto alla BBC di aver visto "ripetutamente" i medici del Dove Valley Practice a Worsbrough e del Barnsley Hospital, ma in tutte le occasioni le è stato detto che poteva soffrire della sindrome dell'intestino irritabile o di ipocondria. "Non so cos'altro avrei potuto fare. Era come se nessuno volesse ascoltare. Ho detto loro 'Sento che sto per morire'. Volevo essere presa sul serio. C'era qualcosa di gravemente sbagliato, lo sentivo" ha detto la 37enne.

La drammatica scoperta: "Non volevo affezionarmi a mio figlio"

Quando è andata in ospedale per far nascere suo figlio con taglio cesareo l'anno scorso, i chirurghi hanno fatto la drammatica scoperta: tumore alle ovaie, nel rivestimento dell'addome e nei linfonodi. "Il mio addome era così malato, c'erano tumori ovunque. Dissero che era come un sacco di sabbia che era stato aperto ed era finita ovunque". La signora Walker, che ha altri tre figli, ha detto che con questa diagnosi si sente "preoccupata sul fatto di affezionarsi o no" a suo figlio appena nato. "È stato davvero, davvero difficile", ha detto. "Non volevo affezionarmi a lui, ma è il mio raggio di sole. I miei figli sono il mio unico scopo di vita. Voglio concentrarmi sulla creazione dei ricordi. Se l'amore potesse salvarmi, sono sicura che non morirei mai" ha aggiunto la 37enne.
Lois Walker, il compagno Dale Wistow e il figlio. La donna a cui è stato diagnosticato un cancro durante il parto: "Non volevo affezionarmi a lui, ma è il mio raggio di sole" (Foto / Instagram / Lois Walker)

L'appello di Lois: "Ascoltate sempre il vostro corpo"

Il suo partner Dale Wistow ha dichiarato riguardo al cancro: "Speriamo di averlo preso in tempo. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro adesso". La signora Walker ora sta esortando le altre persone ad ascoltare il proprio corpo e chiedere aiuto quando non si sentono bene. "Se c'è anche solo un medico che legge questo e pensa ‘dobbiamo fare di meglio', a me basta", ha detto. "Non vorrei che nessuno passasse quello che sto passando io".
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