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Home » Attualità » Chiara Ferragni su maternità e lavoro: “In Italia difficile accettare una mamma imprenditrice”

Chiara Ferragni su maternità e lavoro: “In Italia difficile accettare una mamma imprenditrice”

L'influencer più famosa al mondo lo conferma: "La retorica della mamma perfetta è tossica"

Sofia Francioni
27 Maggio 2022
Chiara Ferragni

Chiara Ferragni

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Si parla tanto di cosa deve fare una madre, mai di che cos’è oggi una mamma: perché? Nella nostra campagna “Mamme, per noi il Covid non esiste” lo abbiamo chiesto proprio a loro. Donne come Anna, Elena e Silvia ci hanno raccontato che essere mamme a volte è bestiale, che la maternità è basata sul senso di colpa, che le mamme – per quanto se ne dica – sono ancora sotto scacco della Mamma con la m maiuscola. “Oggigiorno non so se rifarei dei figli. Mi sono sorpresa a pensarlo, ma è la verità e va detta. Non biasimo i giovani che scelgono di non fare figli: essere genitori è davvero difficile. Ed essere mamme ancora di più, perché non c’è nessuno disposto a darti una mano”, ha detto Anna che di lavoro fa le pulizie nelle case degli altri (nella sua) e ha due figli. “Le mamme sono portate sempre a dire: Faccio io! se non la mamma, chi deve farlo? è lei che deve. Eh sì: è proprio lei. Grande come il cuore di mamma eccetera eccetera”, ha continuato Silvia, 35 anni con due figli piccoli, “il problema è che questa retorica delle super eroine o delle mamme multitasking ci inchioda tantissimo in questa posizione: e noi mamme siamo le prime a ripetercela. Senso di colpa dopo senso di colpa”. 

La nostra campagna “Mamme per noi il Covid non esiste”: per raccontarci la tua esperienza scrivi all’email: [email protected]

La psicologa e psicoterapeuta Cristina Di Loreto, che ha fondato Me First, un metodo e un percorso per aiutare le madri a restare in equilibrio anche quando lavoro, figli, mariti e talvolta anziani genitori fanno perno su di loro portandole sull’orlo dell’esaurimento, lo ha confermato: è il mito della madre perfetta che immola le donne in questa posizione. “Uno stereotipo che è difficile da smantellare, molto studiato in letteratura: mamme che per essere all’altezza delle aspettative rinunciano al benessere e alla propria realizzazione personale. Con questa narrazione anacronistica di cui siamo sempre figlie, anche le aspettative verso noi stesse sono sempre troppo alte. Proviamo sensi colpa verso i figli, i mariti, i genitori, ma non proviamo mai il senso di colpa più importante, quello verso noi stesse. E così ci mettiamo sempre in fondo alla lista delle priorità, finendo per minare non solo il nostro equilibrio ma quello di tutti gli altri”.

Chiara Ferragni, mamma sotto giudizio

Chiara Ferragni, imprenditrice e influencer

L’ultima ad aver detto in mondo visione quanto la retorica della madre perfetta sia tossica, è l’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, mamma di Leone e Vittoria. “Quando diventi mamma per la società non sei più quasi nient’altro. Penso sempre che ogni cosa che faccio venga sempre un po’ scrutinata, guardata con la lente di ingrandimento. Sembra quasi che si debba scegliere se essere più imprenditrice o più madre: l’idea che si possa essere entrambe le cose c’è ancora poco”. A margine del talk Forti Insieme, lanciato da Ferragni e Pantene per sostenere l’imprenditoria e l’empowerment femminile, la mamma più famosa d’Italia conferma che in Italia avere dei figli, ma volersi realizzare anche professionalmente, per una donna è ancora vista come una contraddizione. Tutto l’opposto di quanto accade ai padri lavoratori: “Qualsiasi cosa facciano nei confronti della famiglia viene esaltata. Per le madri, invece, è normale”, ha continuato l’imprenditrice. “Spero che la nuova generazione lotterà per cambiare questo principio”.

Se in Italia manca la cultura della paternità

Lo abbiamo già scritto sulle pagine di Luce!: in Italia a mancare non sono solo le politiche a sostegno della genitorialità, ma anche la cultura della paternità “di cui si discute ancora molto poco”, ha riferito la direttrice della Nazione Agnese Pini durante gli Stati Generali della natalità a Roma il 13 maggio. “La mia generazione, quella di chi è stata bambina tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta arriva da un lungo processo di disincentivo culturale (e io aggiungo menomale) verso quella che era la concezione di madre tradizionale: una madre che stava a casa o che aveva un lavoro di assoluta risulta nell’economia familiare. Mentre quelle mamme, pochissime, che lavoravano a tempo pieno venivano percepite con diffidenza. Le mie coetanee sono cresciute con l’idea che una mamma possa e debba avere un lavoro, coltivare una professione, una formazione. A mancare, però, sono state le opportunità. Viviamo in un Paese dove non lavora neppure una donna su due e dove c’è il tasso più basso di natalità in Europa. Che cosa abbiamo davanti se non un cortocircuito del sistema?”

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  • "Ho provato a far cantare Chiara Ferragni, ma non sono riuscito a portarla sul palco" ha scherzato Gianni Morandi. 

"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Si parla tanto di cosa deve fare una madre, mai di che cos'è oggi una mamma: perché? Nella nostra campagna "Mamme, per noi il Covid non esiste" lo abbiamo chiesto proprio a loro. Donne come Anna, Elena e Silvia ci hanno raccontato che essere mamme a volte è bestiale, che la maternità è basata sul senso di colpa, che le mamme - per quanto se ne dica - sono ancora sotto scacco della Mamma con la m maiuscola. "Oggigiorno non so se rifarei dei figli. Mi sono sorpresa a pensarlo, ma è la verità e va detta. Non biasimo i giovani che scelgono di non fare figli: essere genitori è davvero difficile. Ed essere mamme ancora di più, perché non c’è nessuno disposto a darti una mano", ha detto Anna che di lavoro fa le pulizie nelle case degli altri (nella sua) e ha due figli. "Le mamme sono portate sempre a dire: Faccio io! se non la mamma, chi deve farlo? è lei che deve. Eh sì: è proprio lei. Grande come il cuore di mamma eccetera eccetera", ha continuato Silvia, 35 anni con due figli piccoli, "il problema è che questa retorica delle super eroine o delle mamme multitasking ci inchioda tantissimo in questa posizione: e noi mamme siamo le prime a ripetercela. Senso di colpa dopo senso di colpa". 
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La psicologa e psicoterapeuta Cristina Di Loreto, che ha fondato Me First, un metodo e un percorso per aiutare le madri a restare in equilibrio anche quando lavoro, figli, mariti e talvolta anziani genitori fanno perno su di loro portandole sull’orlo dell’esaurimento, lo ha confermato: è il mito della madre perfetta che immola le donne in questa posizione. "Uno stereotipo che è difficile da smantellare, molto studiato in letteratura: mamme che per essere all’altezza delle aspettative rinunciano al benessere e alla propria realizzazione personale. Con questa narrazione anacronistica di cui siamo sempre figlie, anche le aspettative verso noi stesse sono sempre troppo alte. Proviamo sensi colpa verso i figli, i mariti, i genitori, ma non proviamo mai il senso di colpa più importante, quello verso noi stesse. E così ci mettiamo sempre in fondo alla lista delle priorità, finendo per minare non solo il nostro equilibrio ma quello di tutti gli altri".

Chiara Ferragni, mamma sotto giudizio

Chiara Ferragni, imprenditrice e influencer
L'ultima ad aver detto in mondo visione quanto la retorica della madre perfetta sia tossica, è l'imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, mamma di Leone e Vittoria. "Quando diventi mamma per la società non sei più quasi nient’altro. Penso sempre che ogni cosa che faccio venga sempre un po’ scrutinata, guardata con la lente di ingrandimento. Sembra quasi che si debba scegliere se essere più imprenditrice o più madre: l’idea che si possa essere entrambe le cose c’è ancora poco". A margine del talk Forti Insieme, lanciato da Ferragni e Pantene per sostenere l’imprenditoria e l’empowerment femminile, la mamma più famosa d'Italia conferma che in Italia avere dei figli, ma volersi realizzare anche professionalmente, per una donna è ancora vista come una contraddizione. Tutto l'opposto di quanto accade ai padri lavoratori: "Qualsiasi cosa facciano nei confronti della famiglia viene esaltata. Per le madri, invece, è normale", ha continuato l'imprenditrice. "Spero che la nuova generazione lotterà per cambiare questo principio".

Se in Italia manca la cultura della paternità

Lo abbiamo già scritto sulle pagine di Luce!: in Italia a mancare non sono solo le politiche a sostegno della genitorialità, ma anche la cultura della paternità "di cui si discute ancora molto poco", ha riferito la direttrice della Nazione Agnese Pini durante gli Stati Generali della natalità a Roma il 13 maggio. "La mia generazione, quella di chi è stata bambina tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta arriva da un lungo processo di disincentivo culturale (e io aggiungo menomale) verso quella che era la concezione di madre tradizionale: una madre che stava a casa o che aveva un lavoro di assoluta risulta nell’economia familiare. Mentre quelle mamme, pochissime, che lavoravano a tempo pieno venivano percepite con diffidenza. Le mie coetanee sono cresciute con l’idea che una mamma possa e debba avere un lavoro, coltivare una professione, una formazione. A mancare, però, sono state le opportunità. Viviamo in un Paese dove non lavora neppure una donna su due e dove c’è il tasso più basso di natalità in Europa. Che cosa abbiamo davanti se non un cortocircuito del sistema?"
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