Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Città al femminile, è possibile? L’incontro a Siena per discutere su architettura e urbanistica di genere

Città al femminile, è possibile? L’incontro a Siena per discutere su architettura e urbanistica di genere

Sabato 27 novembre l'appuntamento con la giornata di studi organizzata dal Centro culturale Mara Meoni e da Cesvot, in collaborazione con l'ordine degli architetti di Siena. Ripensare la città in ottica diversa è possibile?

Camilla Prato
23 Novembre 2021
Piazza del Campo, Siena, Italy - Birds Eye View, Aerial View

Piazza del Campo, Siena, Italy - Birds Eye View, Aerial View

Share on FacebookShare on Twitter

È possibile pensare una città al femminile? È la domanda su cui si basa la riflessione delle donne del Centro culturale Mara Meoni di Siena. Donne che discutono, che vogliono confrontarsi sul tema, insieme a importanti studiose e a chi si occupa di dare una dimensione concreta a questo interrogativo, a questo pensiero, cioè architette e architetti che si sono occupati nel loro lavoro di prospettare una dimensione urbana diversa da quella da sempre costruita solo per gli uomini. Città a misura d’uomo, dimensioni del vivere ‘maschili’. Ma i tempi cambiano e anche nel settore urbano e architettonico le donne vogliono lasciare più che un’impronta.
Per questo è nato questo interrogativo, se sia ipotizzabile invece una città al femminile, a misura di donna. E dalla volontà di discutere su questa possibilità è nato l’incontro che si svolgerà sabato 27 novembre 2021, dalle 11 alle 18, presso la Scuola Edile alla Lizza, in Viale Rinaldo Franci, 18 a Siena.

Intitolata “Che genere di città? Ottica femminile in architettura e pianificazione urbana” la giornata di studi è stata promossa su iniziativa proprio del  Centro culturale delle donne Mara Meoni, in collaborazione con il CESVOT (Centro servizi Volontariato Toscana), l’Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Siena, di Donna chiama donna, dell’Accademia Senese degli Intronati, dell’Ente senese scuola edile e dell’Archivio UDI della provincia di Siena. Il Centro, nato “nel 1981 per contribuire all’arricchimento culturale delle donne, alla presa di coscienza della loro condizione”, lancia dunque un sasso nello stagno del dibattito pubblico, per portare all’attenzione un tema spesso sottovalutato o lasciato ai margini, come quello dell’urbanistica, in rapporto appunto al genere. Città maschili, città femminili, cosa significa davvero avere un’ottica di genere in architettura?

L’iniziativa, introdotta e coordinata da Carla Caterina Rocchi, si strutturerà in vari momenti della giornata, a partire dal mattino con il workshop “Urbanistica femminista: prospettive nuove con al centro la vita” a cura di Oihane Ruiz Menendez, urbanista spagnola, e Sara De Marco, senior architect al Comune di Brighton. Nel pomeriggio invece spazio anche per un excursus storico, con il presidente dell’Ordine degli architetti di Siena, Nicola Valente che terrà la conferenza “Donne e architettura: una storia da riscrivere” e subito dopo sarà la volta de “L’architettura sotto lo sguardo della differenza”, l’intervento curato dalla filosofa femminista e per anni docente a Siena Maria Luisa Boccia. E ancora si passerà all’attualità, a due giorni di distanza dalla Giornata internazionale, per parlarne con la storica dell’arte Bernardina Sani de “Le panchine rosse: un arredo urbano contro la violenza sulle donne”. Le conclusioni saranno affidate all’architetta Marina Gennari, dell’Accademia Senese degli Intronati.

Potrebbe interessarti anche

Claudia Raia parto 56 anni
Lifestyle

L’attrice brasiliana Claudia Raia di nuovo mamma a 56 anni

19 Marzo 2023
Ellie Goulding (Instagram)
Spettacolo

Musica contro l’isolamento. Ellie Goulding: “Il palco il mio posto sicuro”

21 Marzo 2023
Il murales mangia smog all'uscita della metro Rebibbia a Roma
Scienze e culture

Murales mangia smog a Rebibbia per “Accendere il futuro”

22 Marzo 2023

Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
È possibile pensare una città al femminile? È la domanda su cui si basa la riflessione delle donne del Centro culturale Mara Meoni di Siena. Donne che discutono, che vogliono confrontarsi sul tema, insieme a importanti studiose e a chi si occupa di dare una dimensione concreta a questo interrogativo, a questo pensiero, cioè architette e architetti che si sono occupati nel loro lavoro di prospettare una dimensione urbana diversa da quella da sempre costruita solo per gli uomini. Città a misura d'uomo, dimensioni del vivere 'maschili'. Ma i tempi cambiano e anche nel settore urbano e architettonico le donne vogliono lasciare più che un'impronta. Per questo è nato questo interrogativo, se sia ipotizzabile invece una città al femminile, a misura di donna. E dalla volontà di discutere su questa possibilità è nato l'incontro che si svolgerà sabato 27 novembre 2021, dalle 11 alle 18, presso la Scuola Edile alla Lizza, in Viale Rinaldo Franci, 18 a Siena. Intitolata "Che genere di città? Ottica femminile in architettura e pianificazione urbana" la giornata di studi è stata promossa su iniziativa proprio del  Centro culturale delle donne Mara Meoni, in collaborazione con il CESVOT (Centro servizi Volontariato Toscana), l'Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Siena, di Donna chiama donna, dell'Accademia Senese degli Intronati, dell'Ente senese scuola edile e dell'Archivio UDI della provincia di Siena. Il Centro, nato "nel 1981 per contribuire all'arricchimento culturale delle donne, alla presa di coscienza della loro condizione", lancia dunque un sasso nello stagno del dibattito pubblico, per portare all'attenzione un tema spesso sottovalutato o lasciato ai margini, come quello dell'urbanistica, in rapporto appunto al genere. Città maschili, città femminili, cosa significa davvero avere un'ottica di genere in architettura? L'iniziativa, introdotta e coordinata da Carla Caterina Rocchi, si strutturerà in vari momenti della giornata, a partire dal mattino con il workshop "Urbanistica femminista: prospettive nuove con al centro la vita" a cura di Oihane Ruiz Menendez, urbanista spagnola, e Sara De Marco, senior architect al Comune di Brighton. Nel pomeriggio invece spazio anche per un excursus storico, con il presidente dell'Ordine degli architetti di Siena, Nicola Valente che terrà la conferenza "Donne e architettura: una storia da riscrivere" e subito dopo sarà la volta de "L'architettura sotto lo sguardo della differenza", l'intervento curato dalla filosofa femminista e per anni docente a Siena Maria Luisa Boccia. E ancora si passerà all'attualità, a due giorni di distanza dalla Giornata internazionale, per parlarne con la storica dell'arte Bernardina Sani de "Le panchine rosse: un arredo urbano contro la violenza sulle donne". Le conclusioni saranno affidate all'architetta Marina Gennari, dell'Accademia Senese degli Intronati.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto