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Home » Attualità » Di Fazio, violenze sessuali e niente carcere: per l’orco “braccialetto elettronico e cella a 5 stelle”

Di Fazio, violenze sessuali e niente carcere: per l’orco “braccialetto elettronico e cella a 5 stelle”

Il manager dalla doppia vita milanese è accusato di avere abusato di cinque donne dopo averle drogate e di aver tentato di uccidere la ex moglie. Il grido di dolore delle vittime: "È un'ingiustizia, non ci sentiamo protette"

Letizia Cini
22 Febbraio 2022
Antonio Di Fazio, il manager dalla doppia vita è accusato di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e di aver tentato di uccidere la ex moglie

Antonio Di Fazio, il manager dalla doppia vita è accusato di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e di aver tentato di uccidere la ex moglie

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Non basta drogarle. Troppo poco. Non basta violentarle, in fondo, cosa c’è di male? Se sono andate lì, avranno ben immaginato a cosa andavano incontro. Forse doveva torturarle a sangue, ucciderle. Forse. Ma chissà, una giustificazione si sarebbe potuta trovare anche in questo caso. I manager si sa, sono persone tanto stressate. E poi, diciamocelo, chi è che non nasconde qualche vizietto? Ad Antonio Di Fazio piacciono droga e donne (meglio se rese incapaci di difendersi), non è poi una debolezza così grave. E lui non è certo l’unico, via.

Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage nella sua azienda

Qual è quindi la sorpresa nel veder uscire di galera il manager dalla doppia vita? Sì, proprio quello finito in carcere a San Vittore con l’accusa di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e aver tentato di uccidere la ex moglie. Com’è possibile… un errore giudiziario, penserà qualcuno. Soprattutto le vittime e i loro familiari. Lo pensiamo anche noi e vogliamo dirlo forte e chiaro.
Antonio Di Fazio non verrà scarcerato nel senso che sarà libero, questo sarebbe veramente troppo: la gip Anna Magelli (una donna) ha deciso però di “revocare” la detenzione in carcere del detenuto Di Fazio dopo soli otto mesi, per trasferirlo in una comunità con braccialetto elettronico.
Ed essendo il manager – da bravo uomo d’affari,  molto benestante – potrà addirittura permettersi una “comunità a cinque stelle”, come la definiscono le vittime che hanno fatto sentire la loro voce in una lettera di protesta diretta proprio alla Giudice per le indagini preliminari: una missiva in cui denunciano la “vergogna di aver concesso al loro aguzzino il soggiorno in una gabbia dorata da 180 euro al giorno” anziché in una cella delle patrie galere.

Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021: è accusato di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e di aver tentato di uccidere la ex moglie

Il procuratore capo facente funzione Riccardo Targetti, in una nota, ha voluto precisare: “Di Fazio è tutt’ora detenuto presso il carcere di San Vittore e continuerà ad affrontare in stato di detenzione il processo con il rito abbreviato (la sentenza è attesa per il 28 febbraio).

Il giudice Anna Magelli, su istanza dei difensori e con il parere favorevole della procura, ha solo ordinato il trasferimento dell’imputato in una comunità protetta ad alta intensità di protezione, ove rimarrà in stato di detenzione con braccialetto elettronico e pertanto nella pratica impossibilità di muoversi e di comunicare con persone diverse dai difensori e dai familiari”. Targetti parla di notizie “false” che creano allarme. Ma le vittime si ribellano, e mettono nero su bianco la loro delusione.

Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage

Il grido di dolore

“Non ci sentiamo per nulla rassicurate dalla nota di Targetti – si legge nel loro appello –. Fra l’altro, non è affatto falsa la notizia della scarcerazione, perché Di Fazio verrà sì scarcerato appena, nei tempi tecnici, arriverà il braccialetto elettronico, essendo stato ammesso, con provvedimento e parere favorevole della procura, agli arresti domiciliari. La Comunità non è affatto un luogo di detenzione – scrivo ancora – men che meno ad “alta intensità di protezione“ come erroneamente scrive Targetti, bensì una “comunità psichiatrica ad alta assistenza“ ove Di Fazio permarrà in regime di arresti domiciliari”.

L’ordinanza di sostituzione della misura cautelare firmata dal gip si basa sul comportamento processuale dell’imputato, che avrebbe confessato la violenza a una studentessa della Bocconi e prestato il consenso all’acquisizione a fini probatori in dibattimento di tutti i verbali delle sommarie informazioni rese dalle persone offese nel corso delle indagini.
Un altro elemento che avrebbe indotto la decisione è il “forte legame con il figlio che farebbe scemare – secondo gli investigatori – il pericolo di fuga” e infine la “possibilità per l’imputato di proseguire il percorso terapeutico iniziato con lo psichiatra anche nella comunità”. Trascorsi i tempi tecnici per ottenere il braccialetto elettronico che, in realtà avrebbe già dovuto arrivare ieri, il provvedimento è di venerdì, Di Fazio rimarrà in carcere fino al 23 febbraio, quindi uscirà da San Vittore per andare alla “Perla” di Grumello.

Antonio Di Fazio, ordinanza arresti domiciliari

Il ritratto di Di Fazio

Qualche riga per ricordare chi è e di cosa è accusato Antonio Di Fazio può essere utile a capire meglio il grido di dolore che si è alzato dalle vittime. Solo nei confronti dell’ex moglie, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile di 4 reati commessi dal 2009 al 2017: violenza sessuale con uso di narcotici, tentato omicidio premeditato, maltrattamenti in famiglia e stalking. Tra il 2009 e il 2014 la donna presentò tredici denunce, per una serie di episodi gravissimi. Nella dolorosa audizione dell’ex moglie, al quarto piano del Palazzo di giustizia, la donna aveva confermato di essere stata sottoposta a maltrattamenti, di essere stata narcotizzata, di avere subito stalking e minacce, secondo il “modus operandi” già riferito dalle altre vittime.

Davanti al giudice Magelli il manager ha ammesso gli abusi nei confronti della studentessa, adescata con la scusa di uno stage nella sua azienda farmaceutica: il colloquio a casa sua, il caffè drogato, il malore della ragazza che poi lo ha accusato, facendo partire l’inchiesta il giorno dopo.

Un copione che continua a ripetersi all’infinito. Provini, colloqui di lavoro, stage: boschi in cui si nasconde l’orco che vuole mangiarsi dignità e aspirazioni di giovani donne. Che oggi hanno il coraggio di denunciare e di farlo arrestare. Una volta preso è importante fermarlo e punirlo severamente. Magari regalandogli un bel braccialetto.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Non basta drogarle. Troppo poco. Non basta violentarle, in fondo, cosa c’è di male? Se sono andate lì, avranno ben immaginato a cosa andavano incontro. Forse doveva torturarle a sangue, ucciderle. Forse. Ma chissà, una giustificazione si sarebbe potuta trovare anche in questo caso. I manager si sa, sono persone tanto stressate. E poi, diciamocelo, chi è che non nasconde qualche vizietto? Ad Antonio Di Fazio piacciono droga e donne (meglio se rese incapaci di difendersi), non è poi una debolezza così grave. E lui non è certo l’unico, via.
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage nella sua azienda
Qual è quindi la sorpresa nel veder uscire di galera il manager dalla doppia vita? Sì, proprio quello finito in carcere a San Vittore con l’accusa di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e aver tentato di uccidere la ex moglie. Com’è possibile... un errore giudiziario, penserà qualcuno. Soprattutto le vittime e i loro familiari. Lo pensiamo anche noi e vogliamo dirlo forte e chiaro. Antonio Di Fazio non verrà scarcerato nel senso che sarà libero, questo sarebbe veramente troppo: la gip Anna Magelli (una donna) ha deciso però di “revocare” la detenzione in carcere del detenuto Di Fazio dopo soli otto mesi, per trasferirlo in una comunità con braccialetto elettronico. Ed essendo il manager - da bravo uomo d’affari,  molto benestante - potrà addirittura permettersi una “comunità a cinque stelle”, come la definiscono le vittime che hanno fatto sentire la loro voce in una lettera di protesta diretta proprio alla Giudice per le indagini preliminari: una missiva in cui denunciano la “vergogna di aver concesso al loro aguzzino il soggiorno in una gabbia dorata da 180 euro al giorno" anziché in una cella delle patrie galere.
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021: è accusato di avere violentato 5 donne dopo averle drogate e di aver tentato di uccidere la ex moglie
Il procuratore capo facente funzione Riccardo Targetti, in una nota, ha voluto precisare: “Di Fazio è tutt’ora detenuto presso il carcere di San Vittore e continuerà ad affrontare in stato di detenzione il processo con il rito abbreviato (la sentenza è attesa per il 28 febbraio). Il giudice Anna Magelli, su istanza dei difensori e con il parere favorevole della procura, ha solo ordinato il trasferimento dell’imputato in una comunità protetta ad alta intensità di protezione, ove rimarrà in stato di detenzione con braccialetto elettronico e pertanto nella pratica impossibilità di muoversi e di comunicare con persone diverse dai difensori e dai familiari”. Targetti parla di notizie “false” che creano allarme. Ma le vittime si ribellano, e mettono nero su bianco la loro delusione.
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage
Antonio Di Fazio, il manager arrestato a maggio 2021 per aver attirato una studentessa di 21 anni nel suo appartamento con il pretesto di uno stage

Il grido di dolore

“Non ci sentiamo per nulla rassicurate dalla nota di Targetti – si legge nel loro appello –. Fra l’altro, non è affatto falsa la notizia della scarcerazione, perché Di Fazio verrà sì scarcerato appena, nei tempi tecnici, arriverà il braccialetto elettronico, essendo stato ammesso, con provvedimento e parere favorevole della procura, agli arresti domiciliari. La Comunità non è affatto un luogo di detenzione - scrivo ancora - men che meno ad “alta intensità di protezione“ come erroneamente scrive Targetti, bensì una “comunità psichiatrica ad alta assistenza“ ove Di Fazio permarrà in regime di arresti domiciliari”. L’ordinanza di sostituzione della misura cautelare firmata dal gip si basa sul comportamento processuale dell’imputato, che avrebbe confessato la violenza a una studentessa della Bocconi e prestato il consenso all’acquisizione a fini probatori in dibattimento di tutti i verbali delle sommarie informazioni rese dalle persone offese nel corso delle indagini. Un altro elemento che avrebbe indotto la decisione è il “forte legame con il figlio che farebbe scemare - secondo gli investigatori - il pericolo di fuga” e infine la “possibilità per l’imputato di proseguire il percorso terapeutico iniziato con lo psichiatra anche nella comunità”. Trascorsi i tempi tecnici per ottenere il braccialetto elettronico che, in realtà avrebbe già dovuto arrivare ieri, il provvedimento è di venerdì, Di Fazio rimarrà in carcere fino al 23 febbraio, quindi uscirà da San Vittore per andare alla “Perla” di Grumello.
Antonio Di Fazio, ordinanza arresti domiciliari

Il ritratto di Di Fazio

Qualche riga per ricordare chi è e di cosa è accusato Antonio Di Fazio può essere utile a capire meglio il grido di dolore che si è alzato dalle vittime. Solo nei confronti dell’ex moglie, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile di 4 reati commessi dal 2009 al 2017: violenza sessuale con uso di narcotici, tentato omicidio premeditato, maltrattamenti in famiglia e stalking. Tra il 2009 e il 2014 la donna presentò tredici denunce, per una serie di episodi gravissimi. Nella dolorosa audizione dell’ex moglie, al quarto piano del Palazzo di giustizia, la donna aveva confermato di essere stata sottoposta a maltrattamenti, di essere stata narcotizzata, di avere subito stalking e minacce, secondo il “modus operandi” già riferito dalle altre vittime. Davanti al giudice Magelli il manager ha ammesso gli abusi nei confronti della studentessa, adescata con la scusa di uno stage nella sua azienda farmaceutica: il colloquio a casa sua, il caffè drogato, il malore della ragazza che poi lo ha accusato, facendo partire l’inchiesta il giorno dopo. Un copione che continua a ripetersi all’infinito. Provini, colloqui di lavoro, stage: boschi in cui si nasconde l’orco che vuole mangiarsi dignità e aspirazioni di giovani donne. Che oggi hanno il coraggio di denunciare e di farlo arrestare. Una volta preso è importante fermarlo e punirlo severamente. Magari regalandogli un bel braccialetto.
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