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Home » HP Trio » “Diario da Tokyo”. Il Generale Caldo è nemico nelle gare all’aperto. Ma Achenza, originario della Sardegna, non può temerlo

“Diario da Tokyo”. Il Generale Caldo è nemico nelle gare all’aperto. Ma Achenza, originario della Sardegna, non può temerlo

Gli azzurri del triathlon si sono preparati a Trapani in inverno e a Livigno in estate. Domenica la gara di nuoto si svolgerà presto al mattino. Di "clima" parla anche la triathleta Veronica Yoko Plebani: "Brutto effetto lo stadio vuoto alla cerimonia di apertura. Auguro agli esordienti lo stadio pieno, a Parigi""

Piero Ceccatelli
27 Agosto 2021
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C’è un avversario a Tokyo, che gli azzurri non hanno ancora affrontato. Perché non si fa sentire nelle piscine del nuoto e nei palasport del tennistavolo. Ma sarà protagonista nelle gare all’aperto: il caldo, che già un mese fa, durante le Olimpiadi, indusse qualcuno a chiedere lo spostamento di orario delle gare di tennis. Un avversario che pratica la par condicio, giacché tutti dovranno affrontarlo, magari con minori difficoltà per chi ci e abituato. Un avversario con cui ha cominciato a fare i conti la nostra squadra di triathlon che gareggerà domenica 29.

Giovanni Achenza (nella foto) si sta allenando agli orari in cui si disputeranno le singole prove. “Siamo usciti al mattino presto per provare il nuoto in acque libere, A quell’ora le temperature sono accettabili”. Strano, che la prova in acqua si svolga col fresco e il ciclismo a un orario in cui ci sarebbe più sollievo a starsene in acqua.
Ma il caldo non può spaventare chi, come Achenza, è nato e cresciuto in Sardegna, l’isola del sole e del mare.
Per acclimatarsi alle temperature di Tokyo i nostri si sono allenati nel luogo più caldo possibile in inverno (a Trapani), e piu fresco in estate (a Livigno). Qui, per non abituarsi al clima dolomitico, i nostri triathleti si sono preparati a bordo piscina, con acqua riscaldata.

Di clima ma in un altro senso, parla la triathleta Veronica Yoko Plebani, alla terza Paralimpiade. «Mi ha fatto effetto entrare nello stadio per la cerimonia di apertura e non sentire il boato del pubblico. Ho spiegato agli atleti esordienti che è un brivido che non si dimentica più. Auguro a tutti loro di ascoltarlo in futuro. In un mondo senza più pandemia».

L’attesa sarà più breve del solito. a Parigi 2024 mancano solo tre anni.

 

 

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
C’è un avversario a Tokyo, che gli azzurri non hanno ancora affrontato. Perché non si fa sentire nelle piscine del nuoto e nei palasport del tennistavolo. Ma sarà protagonista nelle gare all’aperto: il caldo, che già un mese fa, durante le Olimpiadi, indusse qualcuno a chiedere lo spostamento di orario delle gare di tennis. Un avversario che pratica la par condicio, giacché tutti dovranno affrontarlo, magari con minori difficoltà per chi ci e abituato. Un avversario con cui ha cominciato a fare i conti la nostra squadra di triathlon che gareggerà domenica 29. Giovanni Achenza (nella foto) si sta allenando agli orari in cui si disputeranno le singole prove. "Siamo usciti al mattino presto per provare il nuoto in acque libere, A quell’ora le temperature sono accettabili". Strano, che la prova in acqua si svolga col fresco e il ciclismo a un orario in cui ci sarebbe più sollievo a starsene in acqua. Ma il caldo non può spaventare chi, come Achenza, è nato e cresciuto in Sardegna, l'isola del sole e del mare. Per acclimatarsi alle temperature di Tokyo i nostri si sono allenati nel luogo più caldo possibile in inverno (a Trapani), e piu fresco in estate (a Livigno). Qui, per non abituarsi al clima dolomitico, i nostri triathleti si sono preparati a bordo piscina, con acqua riscaldata. Di clima ma in un altro senso, parla la triathleta Veronica Yoko Plebani, alla terza Paralimpiade. «Mi ha fatto effetto entrare nello stadio per la cerimonia di apertura e non sentire il boato del pubblico. Ho spiegato agli atleti esordienti che è un brivido che non si dimentica più. Auguro a tutti loro di ascoltarlo in futuro. In un mondo senza più pandemia». L’attesa sarà più breve del solito. a Parigi 2024 mancano solo tre anni.    
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