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Home » HP Trio » “Disabilitiamo i pregiudizi”: per la giornata sulla disabilità il mondo del calcio si unisce

“Disabilitiamo i pregiudizi”: per la giornata sulla disabilità il mondo del calcio si unisce

Lo sport veicolo privilegiato per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dell'inclusione, delle pari opportunità e dell'abbattimento delle barriere sociali. Come Figc e Dcps siamo tutti una grande famiglia"

Camilla Prato
3 Dicembre 2021
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In tutto il mondo è riconosciuta come la Giornata internazionale delle persone con disabilità, ma il 3 dicembre (e il successivo weekend sportivo fino a lunedì 6 dicembre), nel nostro Paese, sarà il giorno in cui il calcio si unisce in un’unica squadra vincente. Istituita ufficialmente nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la giornata ha l’obiettivo di promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità in ogni ambito della società civile. Tra i quali anche lo sport, ovviamente, da sempre veicolo privilegiato per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi così importanti, deve fare la sua parte.

A farsi promotrici di questo messaggio di integrazione e inclusione sociale saranno la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (DCPS) con il sostegno della Figc e delle maggiori leghe calcistiche italiane, unite nel concorrere a realizzare una società sempre più inclusiva. Nella prossima giornata dei campionati di Serie A Tim, Serie BKT e Serie C, prima del fischio d’inizio delle partite, gli atleti delle associazioni sportive che aderiscono ai campionati ufficiali della DCPS scenderanno sul terreno di gioco dei club di tutta Italia indossando le maglie delle diverse società calcistiche, dopo più di un anno di lontananza a causa dell’emergenza sanitaria. Sui maxischermi degli stadi verrà inoltre trasmesso un video promozionale con il messaggio a sostegno della campagna di comunicazione promossa dalla Figc “Disabilitiamo i pregiudizi”. Testimonial d’eccezione dell’iniziativa i campioni di ieri e di oggi Felipe Anderson (S.S. Lazio), Matija Nastasic (ACF Fiorentina), Guglielmo Vicario (Empoli FC) e l’indimenticabile cannoniere Antonio Di Natale, attuale tecnico della Carrarese. Ma non solo, perché la campagna trova anche l’abbraccio convinto della Lega Nazionale Dilettanti e della Serie A Femminile TimVision, grazie ad una forte comunanza di valori e di condivisione di obiettivi nel ribadire l’importante valenza sociale del calcio, sia maschile che femminile.

“La Lega Serie A è da sempre molto attenta e sensibile verso le tematiche sociali, da oltre cinque anni sosteniamo iniziative a favore degli atleti disabili, consapevoli che il calcio di vertice può e deve svolgere un ruolo chiave nell’abbattere e favorire l’inclusione”, dichiara il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, mentre il presidente federale Gabriele Gravina afferma: “Con questa splendida iniziativa, il calcio italiano dimostra ancora una volta di essere una grande e bella famiglia. Sarà un bell’evento di ripartenza anche per l’attività della Divisione dopo lunghi mesi di difficoltà a causa della pandemia da Covid- 19: il calcio è uno, senza barriere, e in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità lo ribadiremo tutti insieme”.

“È un appuntamento – sottolinea infine il Presidente del Consiglio Direttivo della DCPS, Franco Carraro – che assume un significato ancora più profondo grazie al supporto di tutto il mondo del calcio, che scende in campo a sostegno della piena inclusione delle persone con disabilità per sottolineare la valenza sociale dello sport come strumento di crescita per l’individuo, sotto il profilo caratteriale, emotivo e valoriale. Sosteniamo la passione e la voglia di giocare a calcio di questi atleti che, grazie alla capacità di mettersi in gioco, hanno trovato la forza di reagire alle avversità, percorrendo la via maestra dello sport, per promuovere una cultura basata sulla valorizzazione delle differenze che rappresentano una risorsa per la Società. Perché lo sport – conclude – deve essere inclusivo e permettere a tutti di partecipare. Per un calcio che sa costruire, che include e sa ascoltare”.

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
In tutto il mondo è riconosciuta come la Giornata internazionale delle persone con disabilità, ma il 3 dicembre (e il successivo weekend sportivo fino a lunedì 6 dicembre), nel nostro Paese, sarà il giorno in cui il calcio si unisce in un'unica squadra vincente. Istituita ufficialmente nel 1992 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la giornata ha l’obiettivo di promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità in ogni ambito della società civile. Tra i quali anche lo sport, ovviamente, da sempre veicolo privilegiato per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi così importanti, deve fare la sua parte. A farsi promotrici di questo messaggio di integrazione e inclusione sociale saranno la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (DCPS) con il sostegno della Figc e delle maggiori leghe calcistiche italiane, unite nel concorrere a realizzare una società sempre più inclusiva. Nella prossima giornata dei campionati di Serie A Tim, Serie BKT e Serie C, prima del fischio d'inizio delle partite, gli atleti delle associazioni sportive che aderiscono ai campionati ufficiali della DCPS scenderanno sul terreno di gioco dei club di tutta Italia indossando le maglie delle diverse società calcistiche, dopo più di un anno di lontananza a causa dell’emergenza sanitaria. Sui maxischermi degli stadi verrà inoltre trasmesso un video promozionale con il messaggio a sostegno della campagna di comunicazione promossa dalla Figc "Disabilitiamo i pregiudizi". Testimonial d’eccezione dell'iniziativa i campioni di ieri e di oggi Felipe Anderson (S.S. Lazio), Matija Nastasic (ACF Fiorentina), Guglielmo Vicario (Empoli FC) e l’indimenticabile cannoniere Antonio Di Natale, attuale tecnico della Carrarese. Ma non solo, perché la campagna trova anche l’abbraccio convinto della Lega Nazionale Dilettanti e della Serie A Femminile TimVision, grazie ad una forte comunanza di valori e di condivisione di obiettivi nel ribadire l’importante valenza sociale del calcio, sia maschile che femminile. "La Lega Serie A è da sempre molto attenta e sensibile verso le tematiche sociali, da oltre cinque anni sosteniamo iniziative a favore degli atleti disabili, consapevoli che il calcio di vertice può e deve svolgere un ruolo chiave nell'abbattere e favorire l'inclusione", dichiara il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, mentre il presidente federale Gabriele Gravina afferma: "Con questa splendida iniziativa, il calcio italiano dimostra ancora una volta di essere una grande e bella famiglia. Sarà un bell’evento di ripartenza anche per l’attività della Divisione dopo lunghi mesi di difficoltà a causa della pandemia da Covid- 19: il calcio è uno, senza barriere, e in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità lo ribadiremo tutti insieme". "È un appuntamento – sottolinea infine il Presidente del Consiglio Direttivo della DCPS, Franco Carraro – che assume un significato ancora più profondo grazie al supporto di tutto il mondo del calcio, che scende in campo a sostegno della piena inclusione delle persone con disabilità per sottolineare la valenza sociale dello sport come strumento di crescita per l’individuo, sotto il profilo caratteriale, emotivo e valoriale. Sosteniamo la passione e la voglia di giocare a calcio di questi atleti che, grazie alla capacità di mettersi in gioco, hanno trovato la forza di reagire alle avversità, percorrendo la via maestra dello sport, per promuovere una cultura basata sulla valorizzazione delle differenze che rappresentano una risorsa per la Società. Perché lo sport – conclude – deve essere inclusivo e permettere a tutti di partecipare. Per un calcio che sa costruire, che include e sa ascoltare”.  
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