Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Donne leader dei partiti, ecco quante sono in Europa. L’Italia supera (di poco) la media Ue

Donne leader dei partiti, ecco quante sono in Europa. L’Italia supera (di poco) la media Ue

Secondo l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (Eige), solo una donna su quattro guida una formazione politica (26,1% del totale). Il nostro Paese, con il 28,6%, va meglio. Ma la parità di genere è ancora un miraggio

Domenico Guarino
23 Marzo 2022
Share on FacebookShare on Twitter

La democrazia è partecipazione, si dice. Ma se si partecipa e non si vince mai, allora significa che la gara è in qualche modo truccata. Lo sanno bene le donne che in politica faticano a rompere il ‘tetto di cristallo’, e, in Italia come altrove, tranne rarissime eccezioni, sono condannate ad un ruolo di comprimarie in un mondo gestito e governato dagli uomini. Con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione delle agende, promozione delle carriere, individuazione delle priorità etc etc. finanche al tipo di linguaggio utilizzato. Sì perché la politica è quella cosa che serve farla anche dal basso, ma se non arrivi mai in alto, è pressoché inutile.

La situazione italiana è nota: se, da un lato, negli ultimi anni si nota una maggiore presenza di donne in parlamento, al governo, nelle amministrazioni locali, dall’altro, la presenza femminile in queste istituzioni rimane comunque relegata a posizioni di minor potere decisionale, mentre i vertici sono ancora irrimediabilmente appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Uno squilibrio che trova spazio anche nei partiti politici.

Giorgia Meloni, 45 anni, è presidente di Fratelli d’Italia dal 2014

Donne leader dei partiti, solo una donna su quattro ai vertici in Europa

Ebbene, da questo punto di vista possiamo consolarci: siamo messi male, ma gli altri non sono messi meglio. O viceversa, fate voi. La sostanza, pessima, non cambia. Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), che raccoglie e pubblica i dati relativi alla presenza di donne ai vertici dei principali partiti dei 27 Paesi membri dell’Ue, nei principali partiti europei, (considerando i partiti che, al momento della rilevazione, occupavano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali) le donne sono leader solo nel 26,1% dei casi – ovvero una donna su quattro – contro il 73,9% degli  uomini. Laddove per leader si intende la persona al vertice, che può essere segretario, coordinatore, presidente, a seconda delle diverse organizzazioni e di come cambiano tra i paesi. La percentuale cala nella maggior parte dei Paesi e solo in pochi raggiunge livelli di parità, rispetto alla quota di uomini nelle stesse posizioni. In 5 Paesi infine nessuna donna è ai vertici dei principali partiti: Croazia, Repubblica Ceca, Malta, Polonia e Romania.

Anche in questo caso sono i Paesi del nord Europa a registrare, i migliori risultati in termini di parità di genere: secondo i dati 2021 infatti, le donne leader di partito costituiscono il 66,7% in Finlandia, il 57,1% in Svezia e il 50% in Danimarca.  Una situazione diametralmente opposta è quella che si registra in Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Malta. Qui nessuna donna è ai vertici dei maggiori partiti presenti in parlamento.

Teresa Bellanova, 63 anni, è coordinatrice nazionale di Italia Viva insieme a Ettore Rosato

Donne leader dei partiti, l’Italia supera la media europea

Per quanto riguarda il nostro Paese, con una quota del 28,6%, l’Italia supera di 2,5 punti la media Ue del 26,1%. Le leader nello specifico sono Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia e Teresa Bellanova, coordinatrice di Italia viva insieme a Ettore Rosato. Gli altri partiti italiani analizzati da Eige, in quanto detentori di oltre il 5% dei seggi in parlamento, sono Forza Italia, Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Lega. Nessuno di questi è guidato da una donna.

Analizzando poi i dati dell’ultimo decennio, si vede come, al pari di quanto accade nel resto dell’Europa, dal 2011 al 2017 nessuno dei principali partiti presenti nel parlamento italiano era guidato da donne. La situazione cambia solo nel 2018, con le elezioni che hanno portato Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, ad avere una presenza in parlamento complessivamente superiore al 5% dei seggi. Un successivo aumento si verifica poi nel 2020, con la fuoriuscita dal Partito Democratico dei parlamentari guidati da Matteo Renzi e la conseguente nascita di Italia Viva che, come abbiamo detto in precedenza, ha Teresa Bellanova come coordinatrice.

Nel 2021, oltre a Meloni e Bellanova di cui abbiamo già parlato in precedenza, si conta Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd. Va inoltre aggiunto che a ottobre 2021 – quindi 4 mesi dopo la rilevazione di Eige e per questo mancante nei dati – Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, ha nominato tra i suoi vice Paola Taverna e Alessandra Todde.

Potrebbe interessarti anche

In Uganda approvata una legge anti-gay (Amnesty International)
Attualità

Uganda, sì alla legge anti-gay. Carcere anche per chi si dichiara Lgbtq

22 Marzo 2023
"Fa' la cosa giusta!" dal 24 al 26 marzo a Milano
Lifestyle

Fa’ la cosa giusta!, donne sempre più protagoniste

24 Marzo 2023
Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa
Sport

Pugilato: Irma Testa, la farfalla campana, vince i mondiali a New Delhi

26 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza

La democrazia è partecipazione, si dice. Ma se si partecipa e non si vince mai, allora significa che la gara è in qualche modo truccata. Lo sanno bene le donne che in politica faticano a rompere il ‘tetto di cristallo’, e, in Italia come altrove, tranne rarissime eccezioni, sono condannate ad un ruolo di comprimarie in un mondo gestito e governato dagli uomini. Con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione delle agende, promozione delle carriere, individuazione delle priorità etc etc. finanche al tipo di linguaggio utilizzato. Sì perché la politica è quella cosa che serve farla anche dal basso, ma se non arrivi mai in alto, è pressoché inutile.

La situazione italiana è nota: se, da un lato, negli ultimi anni si nota una maggiore presenza di donne in parlamento, al governo, nelle amministrazioni locali, dall’altro, la presenza femminile in queste istituzioni rimane comunque relegata a posizioni di minor potere decisionale, mentre i vertici sono ancora irrimediabilmente appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Uno squilibrio che trova spazio anche nei partiti politici.

Giorgia Meloni, 45 anni, è presidente di Fratelli d'Italia dal 2014

Donne leader dei partiti, solo una donna su quattro ai vertici in Europa

Ebbene, da questo punto di vista possiamo consolarci: siamo messi male, ma gli altri non sono messi meglio. O viceversa, fate voi. La sostanza, pessima, non cambia. Secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), che raccoglie e pubblica i dati relativi alla presenza di donne ai vertici dei principali partiti dei 27 Paesi membri dell'Ue, nei principali partiti europei, (considerando i partiti che, al momento della rilevazione, occupavano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali) le donne sono leader solo nel 26,1% dei casi - ovvero una donna su quattro - contro il 73,9% degli  uomini. Laddove per leader si intende la persona al vertice, che può essere segretario, coordinatore, presidente, a seconda delle diverse organizzazioni e di come cambiano tra i paesi. La percentuale cala nella maggior parte dei Paesi e solo in pochi raggiunge livelli di parità, rispetto alla quota di uomini nelle stesse posizioni. In 5 Paesi infine nessuna donna è ai vertici dei principali partiti: Croazia, Repubblica Ceca, Malta, Polonia e Romania.

Anche in questo caso sono i Paesi del nord Europa a registrare, i migliori risultati in termini di parità di genere: secondo i dati 2021 infatti, le donne leader di partito costituiscono il 66,7% in Finlandia, il 57,1% in Svezia e il 50% in Danimarca.  Una situazione diametralmente opposta è quella che si registra in Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Malta. Qui nessuna donna è ai vertici dei maggiori partiti presenti in parlamento.

Teresa Bellanova, 63 anni, è coordinatrice nazionale di Italia Viva insieme a Ettore Rosato

Donne leader dei partiti, l'Italia supera la media europea

Per quanto riguarda il nostro Paese, con una quota del 28,6%, l'Italia supera di 2,5 punti la media Ue del 26,1%. Le leader nello specifico sono Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e Teresa Bellanova, coordinatrice di Italia viva insieme a Ettore Rosato. Gli altri partiti italiani analizzati da Eige, in quanto detentori di oltre il 5% dei seggi in parlamento, sono Forza Italia, Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Lega. Nessuno di questi è guidato da una donna.

Analizzando poi i dati dell’ultimo decennio, si vede come, al pari di quanto accade nel resto dell’Europa, dal 2011 al 2017 nessuno dei principali partiti presenti nel parlamento italiano era guidato da donne. La situazione cambia solo nel 2018, con le elezioni che hanno portato Fratelli d'Italia, guidato da Giorgia Meloni, ad avere una presenza in parlamento complessivamente superiore al 5% dei seggi. Un successivo aumento si verifica poi nel 2020, con la fuoriuscita dal Partito Democratico dei parlamentari guidati da Matteo Renzi e la conseguente nascita di Italia Viva che, come abbiamo detto in precedenza, ha Teresa Bellanova come coordinatrice.

Nel 2021, oltre a Meloni e Bellanova di cui abbiamo già parlato in precedenza, si conta Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd. Va inoltre aggiunto che a ottobre 2021 - quindi 4 mesi dopo la rilevazione di Eige e per questo mancante nei dati - Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, ha nominato tra i suoi vice Paola Taverna e Alessandra Todde.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto