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Home » HP Trio » È italiano il primo murales a New York che combatte il razzismo e assorbe lo smog delle auto

È italiano il primo murales a New York che combatte il razzismo e assorbe lo smog delle auto

Lancia messaggi contro l'odio verso gli asiatici e grazie alla vernice Airlite neutralizza le emissioni di 90 veicoli al giorno

Federico Martini
29 Maggio 2021
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Contro il razzismo nei confronti delle comunità asiatiche negli Stati Uniti si alza anche una voce italiana, attraverso la street art. ‘Stand with us’ è il primo murales in Usa realizzato con ‘Airlite‘, la pittura mangia-smog, ossia una tecnologia che si applica su qualsiasi superficie trasformando ogni parete in un depuratore naturale. Si tratta di un progetto promosso dall’italiana Yourban2030, l’ente non profit creato dall’imprenditrice romana Veronica De Angelis, e realizzato dall’artista Amanda Phingbodhipakkiya (nella foto: un suo precedente murale sul tema). Il murales, di 400 mq, verrà svelato il 5 giugno in occasione del Jersey City Mural Festival diretto da Mana Public Arts. La data non è casuale: coincide con la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

 

Contro l’Asian hate

‘Stand With Us’ raffigura tre donne e oltre ad essere un messaggio contro il razzismo, in particolare l’Asian Hate, vista la sua collocazione nei pressi dell’Holland Tunnel, galleria che collega New York e New Jersey, una delle aree urbane più inquinate del paese, simboleggia anche un messaggio di tutela dell’ambiente. «Siamo arrivati negli Stati Uniti – ha detto all’agenzia Ansa Veronica De Angelis – dopo aver sviluppato la progettualità dell’arte urbana degli eco-murales partendo dall’Italia. Nel 2018 a Roma abbiamo realizzato ‘Hunting Pollution’, il più grande in Europa con la tecnologia Airlite, che rappresenta un airone tricolore, specie in estinzione, in lotta per la sopravvivenza. Nel 2020 abbiamo unito 90 street artist da tutto il mondo per la campagna Color4Action, raccolta fondi per la lotta globale per l’emergenza covid, mentre con Outside In siamo stati capofila della cordata internazionale per il primo murales green a tema LGBT+ di 250 mq sempre a Roma“.

 

Neutralizza le emissioni delle auto

Stand With Us è in grado di neutralizzare ogni giorno le emissioni di 90 auto a benzina euro 6, come 4 ettari di bosco e assorbirà oltre 18 chilogrammi di CO2 al mese. In linea con la mission di Yourban 2030, che si ispira ai 17 punti dell’Agenda 2030, l’opera risponde agli obiettivi della carta globale nei suoi passaggi che sottolineano la promozione, l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze (obiettivo 5) e il superamento delle disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi (obiettivo 10). “L’arte ha la capacità di lenire il dolore, dare gioia e spingere le persone all’azione – ha spiegato Amanda Phingbodhipakkiya -. ‘Stand With Us è una lettera d’amore dedicata alla comunità degli asiatici americani e delle isole del Pacifico: non siete soli”.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Contro il razzismo nei confronti delle comunità asiatiche negli Stati Uniti si alza anche una voce italiana, attraverso la street art. ‘Stand with us’ è il primo murales in Usa realizzato con ‘Airlite', la pittura mangia-smog, ossia una tecnologia che si applica su qualsiasi superficie trasformando ogni parete in un depuratore naturale. Si tratta di un progetto promosso dall’italiana Yourban2030, l’ente non profit creato dall’imprenditrice romana Veronica De Angelis, e realizzato dall’artista Amanda Phingbodhipakkiya (nella foto: un suo precedente murale sul tema). Il murales, di 400 mq, verrà svelato il 5 giugno in occasione del Jersey City Mural Festival diretto da Mana Public Arts. La data non è casuale: coincide con la Giornata Mondiale dell’Ambiente.  

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‘Stand With Us’ raffigura tre donne e oltre ad essere un messaggio contro il razzismo, in particolare l’Asian Hate, vista la sua collocazione nei pressi dell’Holland Tunnel, galleria che collega New York e New Jersey, una delle aree urbane più inquinate del paese, simboleggia anche un messaggio di tutela dell’ambiente. «Siamo arrivati negli Stati Uniti - ha detto all’agenzia Ansa Veronica De Angelis - dopo aver sviluppato la progettualità dell’arte urbana degli eco-murales partendo dall’Italia. Nel 2018 a Roma abbiamo realizzato ‘Hunting Pollution’, il più grande in Europa con la tecnologia Airlite, che rappresenta un airone tricolore, specie in estinzione, in lotta per la sopravvivenza. Nel 2020 abbiamo unito 90 street artist da tutto il mondo per la campagna Color4Action, raccolta fondi per la lotta globale per l’emergenza covid, mentre con Outside In siamo stati capofila della cordata internazionale per il primo murales green a tema LGBT+ di 250 mq sempre a Roma".  

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