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Home » HP Trio » Eleonora muore di cancro a 13 anni. L’appello della mamma: “Vi prego datemi il suo tema”

Eleonora muore di cancro a 13 anni. L’appello della mamma: “Vi prego datemi il suo tema”

La ragazza, tre mesi prima della scomparsa, aveva svolto da privatista una delle prove di idoneità per accedere alla terza media a Bologna. Ma le richieste della madre per poterlo avere non hanno mai ricevuto risposta

Marianna Grazi
3 Giugno 2022
Sabrina Bergonzoni con la figlia Eleonora

Sabrina Bergonzoni con la figlia Eleonora

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Eleonora 13 anni tumore osseo
La 13enne Eleonora è scomparsa a causa di un cancro osseo nell’estate del 2018

Quello che Sabrina Bergonzoni, di Bologna, chiede è solo di poter avere un ricordo della sua Eleonora. Una mamma che vorrebbe poter leggere le ultime parole scritte della figlia, scomparsa a causa di un cancro a soli 13 anni, nel 2018. A maggio di quello stesso anno, tre mesi prima della morte, la ragazzina aveva svolto, da privatista a causa delle sue condizioni di salute, un tema come prova di idoneità alla terza media. Un’ultima testimonianza di vita che la donna vorrebbe poter leggere, vorrebbe tenere con sé in memoria della sua bambina. Richieste che, a distanza di anni, ancora non hanno ricevuto risposta.

“Speriamo che il suo braccio regga”

È l’amore immenso di una madre quello che si legge tra le righe dei post su Facebook a cui Sabrina affida i suoi pensieri. Che nonostante quel dolore indescrivibile causato dalla perdita della figlia, un dolore che non potrà mai spegnersi, non si arrende. Il 28 maggio 2018 aveva accompagnato a scuola sua figlia Eleonora, 13enne da anni alle prese con un tumore osseo. Nell’istituto scolastico bolognese, la ragazza con una forza incredibile, imbottita di antidolorifici, affrontò la prova scritta che le avrebbe permesso di poter accedere alla terza media, il settembre successivo. “Speriamo che il suo braccio regga“, scriveva Bergonzoni sulla sua pagina social, in attesa della sua bambina nell’auto fuori dalla scuola. “La stimo e l’amo ogni giorno“, concludeva il post.

Sabrina Bergonzoni Facebook
L’appello di Sabrina Bergonzoni per avere dalla scuola il tema che la figlia Eleonora, deceduta per un cancro a soli 13 anni, ha svolto 3 mesi prima della morte (Facebook)

Lo stesso post che, ricondiviso qualche anno di distanza, ha tutto un altro valore. Di sfogo: “Le mie attese in auto, i suoi antidolorifici, un sole che racchiudeva false promesse di gioiose giornate estive che a 13 anni hanno il sapore di futuro e a 46 anni con una figlia malata ricorda solo il dolore per un futuro perso“, scrive a maggio 2022 mamma Sabrina. Un futuro andato in fumo troppo presto quando Eleonora, tre mesi dopo quell’esame, ha perso la prova più importante, quella con la vita. Ma il tema, quell’ultima battaglia ‘normale’ per una ragazzina di 13 anni che in una vita normale dovrebbe appunto ‘combattere’ con lo studio, con i compiti, con le amiche per le cose più futili, aveva un significato importantissimo per Bergonzoni, che da allora non ha mai smesso di chiedere alla scuola di poterlo avere.

Appelli inascoltati

“Finora i tentativi con la scuola si sono arenati” denuncia Sabrina Bergonzoni dalla sua pagina Facebook. Aggiungendo: “Coglierò il suggerimento di inoltrare la domanda via pec ovviamente, ma, poiché non sono l’unico genitore a cui è accaduta questa cosa, urge qualche riflessione”. Uno sfogo che segue i numerosi appelli, inascoltati fino ad oggi, che la donna ha rivolto alla scuola per poter ottenere quel foglio dove sono impresse le parole della sua bambina, morta ormai 4 anni fa. Telefonate, mail, ora la PEC in cui, per l’ennesima volta, si trova a chiedere con il cuore in mano: “La mia bambina stava combattendo un brutto tumore ed è mancata nel settembre dello stesso anno. Poiché non ho molte cose scritte da lei desidererei tantissimo poter leggere quello che ha scritto”.

Richiesta tema figlia morta
La denuncia di Sabrina Bergonzoni su Facebook dopo l’ennesima richiesta andata a vuoto per riavere dalla scuola il tema di Eleonora

Una richiesta che ne segue altre, tante, vane. “In questi giorni ho ripensato ai tentativi fatti per recuperare il tema di Eleonora – ha scritto ancora Sabrina il 1° giugno scorso –. Diverse telefonate ma in realtà anche una mail ad un indirizzo che mi era stato fornito al telefono per fare la richiesta. Risale a due anni fa”. E sotto la foto della nuova domanda all’istituto. Nonostante tutto, comunque, non accusa nessuno. Sa che, nel nostro Paese esiste una burocrazia asfissiante: “Ci sono delle leggi, c’è il diritto amministrativo, le procedure…ok… – commenta ancora postando un’intervista rilasciata al Corriere sulla sua battaglia – ma se un genitore chiama e ti racconta un dramma potrebbe esserci qualcuno che ti indichi la procedura invece di indicarti di inviare una mail a qualcuno che non risponderà? Ed è mai possibile che se non usi PEC o raccomandate ci si senta in diritto di ignorare una richiesta?  – aggiunge –. Noi genitori di ragazzi con malattie gravi siamo abituati ai muri di gomma. Questo vi assicuro non è dei peggiori che ho sperimentato”. E poi la conclusione che dimostra quanto sia forte la speranza di questa madre: “Cara Eleonora, magari nel tema ci hai mandato tutti a quel paese, ne avresti avuto tutte le ragioni. Ti amo infinitamente“.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Eleonora 13 anni tumore osseo
La 13enne Eleonora è scomparsa a causa di un cancro osseo nell'estate del 2018
Quello che Sabrina Bergonzoni, di Bologna, chiede è solo di poter avere un ricordo della sua Eleonora. Una mamma che vorrebbe poter leggere le ultime parole scritte della figlia, scomparsa a causa di un cancro a soli 13 anni, nel 2018. A maggio di quello stesso anno, tre mesi prima della morte, la ragazzina aveva svolto, da privatista a causa delle sue condizioni di salute, un tema come prova di idoneità alla terza media. Un'ultima testimonianza di vita che la donna vorrebbe poter leggere, vorrebbe tenere con sé in memoria della sua bambina. Richieste che, a distanza di anni, ancora non hanno ricevuto risposta.

"Speriamo che il suo braccio regga"

È l'amore immenso di una madre quello che si legge tra le righe dei post su Facebook a cui Sabrina affida i suoi pensieri. Che nonostante quel dolore indescrivibile causato dalla perdita della figlia, un dolore che non potrà mai spegnersi, non si arrende. Il 28 maggio 2018 aveva accompagnato a scuola sua figlia Eleonora, 13enne da anni alle prese con un tumore osseo. Nell'istituto scolastico bolognese, la ragazza con una forza incredibile, imbottita di antidolorifici, affrontò la prova scritta che le avrebbe permesso di poter accedere alla terza media, il settembre successivo. "Speriamo che il suo braccio regga", scriveva Bergonzoni sulla sua pagina social, in attesa della sua bambina nell'auto fuori dalla scuola. "La stimo e l'amo ogni giorno", concludeva il post.
Sabrina Bergonzoni Facebook
L'appello di Sabrina Bergonzoni per avere dalla scuola il tema che la figlia Eleonora, deceduta per un cancro a soli 13 anni, ha svolto 3 mesi prima della morte (Facebook)
Lo stesso post che, ricondiviso qualche anno di distanza, ha tutto un altro valore. Di sfogo: "Le mie attese in auto, i suoi antidolorifici, un sole che racchiudeva false promesse di gioiose giornate estive che a 13 anni hanno il sapore di futuro e a 46 anni con una figlia malata ricorda solo il dolore per un futuro perso", scrive a maggio 2022 mamma Sabrina. Un futuro andato in fumo troppo presto quando Eleonora, tre mesi dopo quell'esame, ha perso la prova più importante, quella con la vita. Ma il tema, quell'ultima battaglia 'normale' per una ragazzina di 13 anni che in una vita normale dovrebbe appunto 'combattere' con lo studio, con i compiti, con le amiche per le cose più futili, aveva un significato importantissimo per Bergonzoni, che da allora non ha mai smesso di chiedere alla scuola di poterlo avere.

Appelli inascoltati

"Finora i tentativi con la scuola si sono arenati" denuncia Sabrina Bergonzoni dalla sua pagina Facebook. Aggiungendo: "Coglierò il suggerimento di inoltrare la domanda via pec ovviamente, ma, poiché non sono l'unico genitore a cui è accaduta questa cosa, urge qualche riflessione". Uno sfogo che segue i numerosi appelli, inascoltati fino ad oggi, che la donna ha rivolto alla scuola per poter ottenere quel foglio dove sono impresse le parole della sua bambina, morta ormai 4 anni fa. Telefonate, mail, ora la PEC in cui, per l'ennesima volta, si trova a chiedere con il cuore in mano: "La mia bambina stava combattendo un brutto tumore ed è mancata nel settembre dello stesso anno. Poiché non ho molte cose scritte da lei desidererei tantissimo poter leggere quello che ha scritto".
Richiesta tema figlia morta
La denuncia di Sabrina Bergonzoni su Facebook dopo l'ennesima richiesta andata a vuoto per riavere dalla scuola il tema di Eleonora
Una richiesta che ne segue altre, tante, vane. "In questi giorni ho ripensato ai tentativi fatti per recuperare il tema di Eleonora – ha scritto ancora Sabrina il 1° giugno scorso –. Diverse telefonate ma in realtà anche una mail ad un indirizzo che mi era stato fornito al telefono per fare la richiesta. Risale a due anni fa". E sotto la foto della nuova domanda all'istituto. Nonostante tutto, comunque, non accusa nessuno. Sa che, nel nostro Paese esiste una burocrazia asfissiante: "Ci sono delle leggi, c'è il diritto amministrativo, le procedure...ok... – commenta ancora postando un'intervista rilasciata al Corriere sulla sua battaglia – ma se un genitore chiama e ti racconta un dramma potrebbe esserci qualcuno che ti indichi la procedura invece di indicarti di inviare una mail a qualcuno che non risponderà? Ed è mai possibile che se non usi PEC o raccomandate ci si senta in diritto di ignorare una richiesta?  – aggiunge –. Noi genitori di ragazzi con malattie gravi siamo abituati ai muri di gomma. Questo vi assicuro non è dei peggiori che ho sperimentato". E poi la conclusione che dimostra quanto sia forte la speranza di questa madre: "Cara Eleonora, magari nel tema ci hai mandato tutti a quel paese, ne avresti avuto tutte le ragioni. Ti amo infinitamente".  
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