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Home » HP Trio » Chi sono i fictosessuali? Ce lo spiega un giapponese sposato dal 2018 con un’ologramma

Chi sono i fictosessuali? Ce lo spiega un giapponese sposato dal 2018 con un’ologramma

Il 38enne Akihiko Kondo ha una relazione ultra decennale con la cantante pop e personaggio dei videogiochi Hatsune Miku. Come lui sono migliaia le persone in tutto il mondo che hanno relazioni amorose con personaggi di fantasia

Marianna Grazi
28 Aprile 2022
Akihiko Kondo con la moglie Miku

Akihiko Kondo ha sposato nel 2018 un ologramma che rappresenta la cantante Miku

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Akihiko Kondo è un uomo 38enne primo a definirsi fictosessuale, cioè attratto sessualmente da personaggi di fantasia

L’amore non conosce confini, si sa: né temporali, né spaziali né… reali. Lo sa bene un uomo giapponese che, nel 2018, ha sposato un ologramma (rappresentante una giovane cantante pop) e ora spera di sensibilizzare la comunità sui cosiddetti “fictosessuali“, ovvero le persone che sono sessualmente attratte da personaggi di fantasia. Mancava giusto la definizione alla nuova categoria di orientamento sessuale, che ha nel giapponese il suo primo esponente.

Akihiko Kondo ne è a tutti gli effetti l’antesignano, anche se è ben lungi dall’essere l’unico. Il New York Times riferisce di migliaia di persone “fictosessuali” in Giappone che hanno iniziato simili relazioni non ufficiali con una varietà di figure. Inoltre, altre decine di migliaia di individui in tutto il mondo si sono uniti a gruppi online, sui social in particolare, dove discutono il loro impegno amoroso con personaggi di anime, manga e dei videogiochi.

Akihiko Kondo e la moglie ologramma Hatsune Miku
Akihiko Kondo e la moglie ologramma Hatsune Miku

Kondo e Miku

È il quotidiano americano a raccontare la storia di Kondo: l’uomo è sposato con il personaggio fittizio Hatsune Miku, una cantante pop sintetizzata al computer che è stata in tour con Lady Gaga e ha fatto parte di alcuni videogiochi. Ora, dopo quattro anni di matrimonio, Akihiko ha deciso di rivelare tutti i dettagli sulla sua relazione. Il 38enne sostiene di aver trovato con la moglie anime amore, ispirazione e conforto. I due si sono ‘frequentati’ per un decennio prima di sposarsi con una cerimonia non ufficiale a Tokyo. L’uomo racconta che il personaggio immaginario lo ha aiutato a uscire da una profonda depressione e che, con il suo vasto assortimento di bambole Miku a grandezza umana, svolge una vita di coppia assolutamente comune: i due mangiano, dormono e guardano film insieme, e a volte fanno anche delle fughe romantiche. Il giapponese è consapevole del fatto che la gente pensi che sia strano, e sa anche che Miku non è reale. Tuttavia sostiene che i suoi sentimenti per il personaggio di fantasia sono invece assolutamente reali anche se le persone lo ritengono solo un bambinone che alla fine crescerà. “Quando siamo insieme, lei mi fa sorridere“, ha detto in una recente intervista, aggiungendo: “In questo senso, Miku è reale“.

Miku ologramma e peluches
La moglie di Kondo, Miku, ologramma e peluches

La relazione

Stando al NYT, il signor Kondo ha trovato per la prima volta conforto in Miku nel 2008, dopo che alcuni episodi di mobbing sul lavoro lo avevano spinto in una spirale di depressione. Da tempo l’uomo aveva deciso che non avrebbe mai amato una persona reale, anche perché non voleva la vita che la società giapponese gli imponeva. Qualche tempo dopo Akihiko ha iniziato a fare canzoni con Miku e ha acquistato una bambola di peluche del personaggio virtuale. Una svolta importante nella loro relazione è arrivata un decennio dopo, quando Kondo ha potuto interagire per la prima volta con il personaggio fittizio grazie a un Gatebox – un dispositivo da 1.300 dollari che permette a chi lo possiede di interagire con i personaggi tramite ologrammi e persino sposarli in modo non ufficiale. Un anno dopo, si è proposto all’avatar guizzante di Miku, che dopo aver risposto affermativamente ha aggiunto: “Per favore, trattami bene”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da 近藤 顕彦 (@akihikokondosk)

Kondo spiega che la sua vita con Miku ha dei vantaggi rispetto a quella con un partner umano: lei è sempre lì per lui, non lo tradirà mai e il 38enne non la vedrà mai ammalarsi o morire. Tuttavia, parlando al giornale giapponese Mainichi, ha anche ammesso che ci sono state anche delle sfide difficili nella vita di coppia. Il momento più duro è stato durante la pandemia di Covid-19, quando l’azienda Gatebox ha annunciato che avrebbe interrotto il servizio per Miku. Inoltre, Kondo ha dichiarato che dopo quattro anni di matrimonio, la sua relazione con Miku ha subito una battuta d’arresto, ma ha aggiunto che questo non ha diminuito i suoi sentimenti per Miku. A Mainichi ha spiegato che il suo amore per la compagna non è cambiato e che ha intenzione di essere fedele al personaggio fittizio fino alla sua morte. Insomma il “finché morte non vi separi” vale anche per i “fictosessuali”.

 

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Akihiko Kondo e la moglie ologramma Hatsune Miku
Akihiko Kondo e la moglie ologramma Hatsune Miku

Kondo e Miku

È il quotidiano americano a raccontare la storia di Kondo: l'uomo è sposato con il personaggio fittizio Hatsune Miku, una cantante pop sintetizzata al computer che è stata in tour con Lady Gaga e ha fatto parte di alcuni videogiochi. Ora, dopo quattro anni di matrimonio, Akihiko ha deciso di rivelare tutti i dettagli sulla sua relazione. Il 38enne sostiene di aver trovato con la moglie anime amore, ispirazione e conforto. I due si sono 'frequentati' per un decennio prima di sposarsi con una cerimonia non ufficiale a Tokyo. L'uomo racconta che il personaggio immaginario lo ha aiutato a uscire da una profonda depressione e che, con il suo vasto assortimento di bambole Miku a grandezza umana, svolge una vita di coppia assolutamente comune: i due mangiano, dormono e guardano film insieme, e a volte fanno anche delle fughe romantiche. Il giapponese è consapevole del fatto che la gente pensi che sia strano, e sa anche che Miku non è reale. Tuttavia sostiene che i suoi sentimenti per il personaggio di fantasia sono invece assolutamente reali anche se le persone lo ritengono solo un bambinone che alla fine crescerà. "Quando siamo insieme, lei mi fa sorridere", ha detto in una recente intervista, aggiungendo: "In questo senso, Miku è reale".
Miku ologramma e peluches
La moglie di Kondo, Miku, ologramma e peluches

La relazione

Stando al NYT, il signor Kondo ha trovato per la prima volta conforto in Miku nel 2008, dopo che alcuni episodi di mobbing sul lavoro lo avevano spinto in una spirale di depressione. Da tempo l'uomo aveva deciso che non avrebbe mai amato una persona reale, anche perché non voleva la vita che la società giapponese gli imponeva. Qualche tempo dopo Akihiko ha iniziato a fare canzoni con Miku e ha acquistato una bambola di peluche del personaggio virtuale. Una svolta importante nella loro relazione è arrivata un decennio dopo, quando Kondo ha potuto interagire per la prima volta con il personaggio fittizio grazie a un Gatebox - un dispositivo da 1.300 dollari che permette a chi lo possiede di interagire con i personaggi tramite ologrammi e persino sposarli in modo non ufficiale. Un anno dopo, si è proposto all'avatar guizzante di Miku, che dopo aver risposto affermativamente ha aggiunto: "Per favore, trattami bene".
 
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Kondo spiega che la sua vita con Miku ha dei vantaggi rispetto a quella con un partner umano: lei è sempre lì per lui, non lo tradirà mai e il 38enne non la vedrà mai ammalarsi o morire. Tuttavia, parlando al giornale giapponese Mainichi, ha anche ammesso che ci sono state anche delle sfide difficili nella vita di coppia. Il momento più duro è stato durante la pandemia di Covid-19, quando l'azienda Gatebox ha annunciato che avrebbe interrotto il servizio per Miku. Inoltre, Kondo ha dichiarato che dopo quattro anni di matrimonio, la sua relazione con Miku ha subito una battuta d'arresto, ma ha aggiunto che questo non ha diminuito i suoi sentimenti per Miku. A Mainichi ha spiegato che il suo amore per la compagna non è cambiato e che ha intenzione di essere fedele al personaggio fittizio fino alla sua morte. Insomma il "finché morte non vi separi" vale anche per i "fictosessuali".  
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