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Hong Kong respinge l'appello dei transgender: cambio dei documenti solo dopo l'intervento

di MARIANNA GRAZI -
27 gennaio 2022
Henry Tse

Henry Tse

Le persone transgender a Hong Kong non potranno avere il loro genere ufficialmente riconosciuto ufficialmente sui documenti di identità a meno che non si sottopongano "a un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso". La Corte d'Appello ha ribadito, con una sentenza di mercoledì 26 gennaio, la validità delle politiche finora seguite nell'ex colonia, osservando che le autorità devono avere un "parametro chiaro, definito, coerente e obiettivo" per determinare il sesso. I cittadini di Hong Kong sono attualmente identificati come maschi o femmine sulle loro carte d'identità e ciò dipende esclusivamente dal genere assegnato ad ogni persona alla nascita. Non è disponibile alcuna opzione non binaria, né la possibilità di alterare la voce inerente sui documenti senza subire prima un intervento chirurgico. Solo questo, infatti, secondo i giudici darebbe "una chiara e irreversibile somiglianza più vicina al sesso preferito" e qualsiasi cosa al di fuori di ciò porterebbe all'ambiguità.

L'appello di Tse e Q: "Discriminati i diritti umani"

L'ultima sentenza arriva dopo che due uomini transgender hanno sfidato la politica di Hong Kong, denunciandola come una violazione dei diritti umani (Robyn Beck AFP/File)

L'ultima sentenza arriva dopo che due uomini transgender, Henry Tse e un'altra persona identificata come Q, l'anno scorso hanno sfidato la politica di Hong Kong denunciando la questione come una "discriminazione dei diritti umani". Gli attivisti avevano a lungo criticato il Paese per il ritardo sulle questioni di uguaglianza, compresi i diritti Lgbtq, rispetto a molte città occidentali. A maggio 2021, ad esempio, più della metà delle 234 persone transgender intervistate dall'Università cinese dell'ex colonia ha affermato di aver subito discriminazioni ed erano arrivate tantissime segnalazioni di sintomi di depressione derivati. Ma la Corte ha chiuso loro ogni possibilità, ribadendo la necessità dell'operazione per poter procedere alla riassegnazione del genere sui documenti. I giudici hanno però aggiunto di essere "profondamente consapevoli delle difficoltà" che i richiedenti hanno dovuto sopportare, ma che le loro carte d'identità sarebbero state controllate solo occasionalmente. Tse - che mercoledì è stato fotografato mentre lasciava il tribunale indossando una mascherina con scritto "I diritti dei trans sono diritti umani" - ha iniziato la sua causa contro il governo nel 2017. L'uomo sostiene che la questa politica abbia l'effetto di costringere le persone trans a sottoporsi alla chirurgia di riassegnazione del sesso nonostante i rischi per la salute.

Gli attivisti accusano: "Poca conoscenza di cosa siano il sesso e il genere"

Secondo gli attivisti alla scarsa conoscenza dei giudici si aggiunge la poca propensione dei politici filo cinesi ad abbracciare i diritti Lgbtq

I sostenitori dei diritti trans, a livello globale, hanno condotto a lungo una battaglia culturale per educare le persone che l'identità di genere non è definita da tratti biologici dalla nascita e che non tutte le persone trans scelgono di sottoporsi alla chirurgia. Joanne Leung, presidente del Transgender Resource Centre di Hong Kong, ha espresso disappunto per la mancanza di conoscenza dimostrata dai giudici: "La corte ha una comprensione molto limitata di cosa siano il sesso e il genere, e sostiene ancora una separazione binaria del sesso biologico", ha detto all'AFP. In generale, c'è da dire, i politici pro-Pechino della città tendono a essere più conservatori, con scarsa propensione ad abbracciare i diritti Lgbtq. A Hong Kong poi, quest'anno si sarebbero dovuti svolgere i Gay Games, ma gli organizzatori lo hanno rinviato di un anno, chiamando in causa le limitazioni e le restrizioni legate alla pandemia. Un altro segno della poca apertura dimostrata dall'autodefinitasi "Città mondiale dell'Asia", che ha ancora una lunga strada da percorrere per cancellare la discriminazione verso le minoranze sessuali impressa nella legge e nella mentalità dei politici.