L’amore, come è noto, è forse il più grande motore dell’arte in tutta la storia dell’uomo. Ma questo sentimento è tale anche quando l’oggetto del desiderio, è una persona dello stesso sesso. Questo aspetto è stato a lungo trascurato nella storia della musica occidentale e Luca Ciammarughi, con il suo ultimo lavoro, ha voluto colmare questa lacuna.
Pianista, saggista musicale e conduttore radiofonico, Ciammarughi ha da poco pubblicato un libro dal titolo quanto mai “intonato”: Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer. Il testo, pubblicato da Edizioni Curci per la collana di saggistica “Correnti”, curata dal compositore e direttore d’orchestra Carlo Boccadoro, si propone di fare luce su alcuni aspetti biografici dei grandi compositori susseguitisi nel corso della storia. In particolare, aspetti della loro vita censurati o edulcorati che oggi potremmo annoverare nell’ambito Lgbtq+, permettendo di conoscerli meglio e di capire più a fondo la loro arte.
Ma perché dovremmo interessarci degli aspetti personali della vita dei grandi artisti? Potremmo anche limitarci ad ascoltarne le opere prescindendo, ad esempio, dalla sessualità di chi le ha scritte. Certo, questo è sempre vero. Le persone possono eventualmente non rispecchiare i nostri canoni, ma la loro arte li consegna all’eternità. Conoscere meglio la persona che ha creato il prodotto artistico ci aiuta ad entrare in un contatto più profondo con esso, e se non a capirlo, ad apprezzarlo meglio. In più aiuta a comprendere come fenomeni quali l’omosessualità non siano in alcun modo “nuovi” e propri del nostro tempo. L’unica grande differenza è che una volta queste persone dovevano tenere nascosta la loro natura, mentre oggi – fortunatamente – ciò accade sempre meno.
“Per decenni nei libri, nelle riviste, nei film e nelle trasmissioni ci hanno sempre detto che Bach aveva venti figli – spiega Ciammarughi –, che Mozart scriveva lettere piccanti alla cugina, che Beethoven sospirava per l’Amata Immortale o che Brahms amava Clara Schumann. Si è quasi sempre sorvolato, invece, sulle passioni omoerotiche di Schubert o Chopin, Saint-Saëns o Bernstein, Szymanowski o Ethel Smyth. Non solo: spesso intorno ai compositori che vissero in maniera alternativa il loro erotismo si è costruito un alone di artificiosa normalità o di asessualità, gettando sotto al tappeto gli aspetti giudicati sconvenienti nel loro modo di amare. Non esiste – conclude l’autore – una ‘musica queer’ e una ‘musica straight’, ma far luce su questi temi ci permette di conoscere meglio l’arte di quei compositori che ne furono toccati”.
L’opera, in appena 200 pagine, parte dalle antiche tracce del periodo Barocco per arrivare fino al Novecento “liberato” di John Cage (autore sperimentale che, tra le varie cose, suonò una vasca da bagno durante una puntata di “Lascia o raddoppia”, condotto da Mike Bongiorno) e Leonard Bernstein, passando per le tempeste romantiche e i turbamenti del fin de siècle. I protagonisti della storia della musica si susseguono in una galleria di personaggi, momenti di vita e atmosfere che, cercando di evitare il semplice pettegolezzo, offrono prospettive inedite a lettori diversi. Il musicofilo potrà trovare nel testo strumenti nuovi per un’esperienza di ascolto più consapevole, mentre la persona queer o l’appassionato di studi di genere potrà, grazie ad esso, appassionarsi al mondo della musica classica. Infine, per capire il valore che esiste tra arte e vita, Hans Werner Henze, grande compositore tedesco vissuto in Italia e scomparso 10 anni fa, disse: “Dovevo provare e sperimentare su di me, prima che potessero diventare musica”.