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Home » HP Trio » Il manifesto per la parità di Melinda French Gates: “La tua vita sarà più dura se sei una donna”

Il manifesto per la parità di Melinda French Gates: “La tua vita sarà più dura se sei una donna”

L'imprenditrice statunitense ha pubblicato un appello sul sito della Melinda & Gates Foundation in occasione della sua partecipazione al Generation Equality Forum. "Basta promesse, servono risultati"

Camilla Prato
5 Luglio 2021
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“I diritti delle donne sono diritti umani”. Un’affermazione semplice che però, ancora oggi, a 26 anni di distanza da quando è stata pronunciata, rimane molto spesso solo teoria. Di pratica, ancora oggi ce n’è ben poca. A ribadirlo è una donna che, sulla parità di genere, non ha niente da invidiare agli uomini: Melinda French Gates, imprenditrice e informatica statunitense e (anche) ex moglie di Bill Gates, patron di Microsoft. “Le donne hanno bisogno di risultati e non di retorica”, così viene tradotto il titolo del suo manifesto pubblicato sul sito della Melinda & Gates Foundation. Un titolo che rimanda a quella teoria non ancora messa concretamente in atto.

Ventisei anni fa a Pechino, spiega nel manifesto, si riunirono per la prima volta gli attivisti per la parità di genere, in occasione di una Conferenza mondiale dedicata alle donne e alle ragazze per difendere quella semplice rivendicazione semplice: che i diritti delle donne non sono diversi o inferiori. Come quelli degli uomini sono diritti umani. Allora i leader mondiali si impegnarono a “promuovere l’indipendenza economica delle donne” e ad “adottare tutte le misure necessarie per eradicare qualsiasi forma di discriminazione contro le donne”. “Ma – continua Melinda – a tali annunci non seguirono nuovi mezzi finanziari né politiche di grande impatto. Per questo motivo, malgrado i graduali passi avanti compiuti, ciò che era vero nel 1995 resta vero ancora oggi: non importa dove nasci, la tua vita sarà più dura se sei una donna o una ragazza“.

Tra il 30 giugno e il 2 luglio 2021, a Parigi e (online) in tutto il mondo, gli attivisti e i leader si sono riuniti ancora una volta per dare una forma concreta alle promesse formulate una generazione fa a Pechino. L’imprenditrice e filantropa si è unita a loro  in occasione del Generation Equality Forum che, sperava, permettesse “di cominciare finalmente a colmare il divario tra ambizioni e azioni. Questo significa assumersi importanti impegni di finanziamento, creare programmi di politiche basati sui fatti per garantire che il cambiamento avvenga per davvero e giungere a un piano condiviso che permetta a tutti di sentirsi responsabili dei risultati”, ha dichiarato nel suo manifesto quella che, a tutti gli effetti, è una delle donne più ricche e influenti del mondo.

Per questo ha voluto sottolineare l’importanza della Dichiarazione di Roma firmata quest’anno dai governi del G20 sotto la presidenza italiana. Un documento in cui i leader delle maggiori economie mondiali hanno concordato di rendere i bisogni delle donne una priorità nella risposta globale e coordinata alle pandemie. “Questo è un passo fondamentale per rendere più inclusivo il modo in cui gestiremo le future crisi globali”, ha detto French Gates. Aggiungendo poi che “la parità di genere è una necessità economica. Le previsioni mondiali per una ripresa durevole dopo la crisi di Covid-19 dipendono dalla nostra capacità di cogliere l’occasione per fermare la marginalizzazione delle donne e delle ragazze. Ed è per questo che l’obiettivo del Generation Equality Forum deve essere il passaggio dalla retorica ai risultati“.

Perché dopo 26 anni i risultati sulla parità di genere stentano ancora a farsi vedere, mentre la crisi economica e la pandemia hanno aggravato ulteriormente un gap che la società si continua a trascinare dietro da secoli. Le dichiarazioni, le tante parole spese, le promesse poi non mantenute, sottolinea Melinda, non sono più sufficienti. Ma l’emergenza sanitaria del Coronavirus, pur nella sua drammaticità, ha fornito una nuova chance per ripartire. Per questo, conclude, “Abbiamo bisogno di impegni decisivi e di un’assunzione di responsabilità da parte dei leader rispetto al futuro, per garantire che, per le nostre figlie e le nostre nipoti, la vita di una donna non sarà più dura di quella di un uomo. Così facendo, la vita sarà migliore per tutti“.

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🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
"I diritti delle donne sono diritti umani". Un'affermazione semplice che però, ancora oggi, a 26 anni di distanza da quando è stata pronunciata, rimane molto spesso solo teoria. Di pratica, ancora oggi ce n'è ben poca. A ribadirlo è una donna che, sulla parità di genere, non ha niente da invidiare agli uomini: Melinda French Gates, imprenditrice e informatica statunitense e (anche) ex moglie di Bill Gates, patron di Microsoft. "Le donne hanno bisogno di risultati e non di retorica", così viene tradotto il titolo del suo manifesto pubblicato sul sito della Melinda & Gates Foundation. Un titolo che rimanda a quella teoria non ancora messa concretamente in atto. Ventisei anni fa a Pechino, spiega nel manifesto, si riunirono per la prima volta gli attivisti per la parità di genere, in occasione di una Conferenza mondiale dedicata alle donne e alle ragazze per difendere quella semplice rivendicazione semplice: che i diritti delle donne non sono diversi o inferiori. Come quelli degli uomini sono diritti umani. Allora i leader mondiali si impegnarono a "promuovere l’indipendenza economica delle donne" e ad "adottare tutte le misure necessarie per eradicare qualsiasi forma di discriminazione contro le donne". "Ma - continua Melinda - a tali annunci non seguirono nuovi mezzi finanziari né politiche di grande impatto. Per questo motivo, malgrado i graduali passi avanti compiuti, ciò che era vero nel 1995 resta vero ancora oggi: non importa dove nasci, la tua vita sarà più dura se sei una donna o una ragazza". Tra il 30 giugno e il 2 luglio 2021, a Parigi e (online) in tutto il mondo, gli attivisti e i leader si sono riuniti ancora una volta per dare una forma concreta alle promesse formulate una generazione fa a Pechino. L'imprenditrice e filantropa si è unita a loro  in occasione del Generation Equality Forum che, sperava, permettesse "di cominciare finalmente a colmare il divario tra ambizioni e azioni. Questo significa assumersi importanti impegni di finanziamento, creare programmi di politiche basati sui fatti per garantire che il cambiamento avvenga per davvero e giungere a un piano condiviso che permetta a tutti di sentirsi responsabili dei risultati", ha dichiarato nel suo manifesto quella che, a tutti gli effetti, è una delle donne più ricche e influenti del mondo. Per questo ha voluto sottolineare l'importanza della Dichiarazione di Roma firmata quest'anno dai governi del G20 sotto la presidenza italiana. Un documento in cui i leader delle maggiori economie mondiali hanno concordato di rendere i bisogni delle donne una priorità nella risposta globale e coordinata alle pandemie. "Questo è un passo fondamentale per rendere più inclusivo il modo in cui gestiremo le future crisi globali", ha detto French Gates. Aggiungendo poi che "la parità di genere è una necessità economica. Le previsioni mondiali per una ripresa durevole dopo la crisi di Covid-19 dipendono dalla nostra capacità di cogliere l’occasione per fermare la marginalizzazione delle donne e delle ragazze. Ed è per questo che l’obiettivo del Generation Equality Forum deve essere il passaggio dalla retorica ai risultati". Perché dopo 26 anni i risultati sulla parità di genere stentano ancora a farsi vedere, mentre la crisi economica e la pandemia hanno aggravato ulteriormente un gap che la società si continua a trascinare dietro da secoli. Le dichiarazioni, le tante parole spese, le promesse poi non mantenute, sottolinea Melinda, non sono più sufficienti. Ma l'emergenza sanitaria del Coronavirus, pur nella sua drammaticità, ha fornito una nuova chance per ripartire. Per questo, conclude, "Abbiamo bisogno di impegni decisivi e di un’assunzione di responsabilità da parte dei leader rispetto al futuro, per garantire che, per le nostre figlie e le nostre nipoti, la vita di una donna non sarà più dura di quella di un uomo. Così facendo, la vita sarà migliore per tutti".
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