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Home » Attualità » L’occupazione femminile tocca il 50,5%. Bonetti applaude: “è la quota più alta di sempre”

L’occupazione femminile tocca il 50,5%. Bonetti applaude: “è la quota più alta di sempre”

"Dal 1977 al 2018 nell’arco di 40 anni il divario di genere e diminuito da 41 punti a 18 punti", spiega l'Istat

Sofia Francioni
1 Febbraio 2022
Elena Bonetti Ministro per le Pari Opportunità del Governo Draghi (Photo by Roberto Serra / Iguana)

Elena Bonetti Ministro per le Pari Opportunità del Governo Draghi (Photo by Roberto Serra / Iguana)

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L’anno appena trascorso si conclude con un dato positivo: l’occupazione femminile sale al 50,5%: la quota più alta di sempre. Il rialzo a dicembre 2021, come fa sapere l’Istat, è di 54mila occupate rispetto al mese prima e di 377mila occupate in più rispetto al 2020. Un dato a cui plaude la ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti, parlando del dato più alto nella storia d’Italia: “Dopo il crollo dell’occupazione femminile del 2020, l’anno del Governo Draghi ha segnato un rapidissimo recupero ai livelli pre-pandemia. E oggi Istat certifica, per dicembre 2021, un tasso di occupazione femminile al 50.5%, un dato mai così alto nella nostra storia”, ha scritto la ministra su Facebook, che prosegue: “La scelta di investimento sul lavoro delle donne è quella giusta: decontribuzione del costo del lavoro femminile, condizionalità per gli appalti nel Pnrr su donne e giovani, premialità e incentivi alle imprese, servizi di welfare e una Strategia nazionale, la prima nella storia del nostro Paese, che monitorerà il raggiungimento degli obiettivi di parità del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Non siamo arrivati alla meta, c’è ancora tanto, tantissimo, da fare, ma abbiamo attivato un processo che finalmente ci fa crescere, perché far crescere il lavoro delle donne vuol dire ricchezza e sviluppo per tutto il Paese“.

La media più alta di sempre: nel 1977 l’occupazione femminile era al 33,5% e nel 2018 al 49,5%

Sono le donne a “spingere” il mondo del lavoro. Nel complesso, infatti, l’occupazione rimane stabile al 59% rispetto al periodo pre-pandemico (febbraio 2020). E questo, nonostante “il calo di occupazione tra gli uomini, gli autonomi e gli ultra 50enni”, proprio perché “l’occupazione femminile cresce insieme a quella dei dipendenti a termine e delle persone con meno di 50 anni di età”. Le donne occupate su suolo italiano sono 9 milioni e 650mila, mentre gli uomini 13,1 milioni. Per entrambi, rispetto al 2020, l’occupazione sale, ma a due velocità: di 1,2 punti per gli uomini, attestandosi al 67,6% sul totale, e di 2,5 punti per le donne che toccano finalmente quota 50,5%.

Come ricordato sopra: è la quota più alta di sempre. Secondo la serie storica dell’occupazione femminile registrata dall’Istat, la stessa nel 1977 in Italia si attestava al 33,5%. Nel 2012 era ferma al 47,1% e nel 2018 al 49,5%. “Dal 1977 al 2018 il tasso di occupazione è cresciuto di solo 4,8 punti percentuali nel complesso, ma analizzato per genere evidenzia dinamiche contrapposte dei due sessi: per gli uomini il tasso di occupazione è sceso di 7 punti (dal 74,6 al 67,6%), mentre per le donne è aumentato di 16 punti (dal 33,5 del 1977 al 49,8%). Questo significa, spiega l’Istat che “nell’arco di 40 anni il divario di genere e diminuito da 41 punti a 18“.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

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La media più alta di sempre: nel 1977 l'occupazione femminile era al 33,5% e nel 2018 al 49,5%

Sono le donne a "spingere" il mondo del lavoro. Nel complesso, infatti, l'occupazione rimane stabile al 59% rispetto al periodo pre-pandemico (febbraio 2020). E questo, nonostante "il calo di occupazione tra gli uomini, gli autonomi e gli ultra 50enni", proprio perché "l'occupazione femminile cresce insieme a quella dei dipendenti a termine e delle persone con meno di 50 anni di età". Le donne occupate su suolo italiano sono 9 milioni e 650mila, mentre gli uomini 13,1 milioni. Per entrambi, rispetto al 2020, l'occupazione sale, ma a due velocità: di 1,2 punti per gli uomini, attestandosi al 67,6% sul totale, e di 2,5 punti per le donne che toccano finalmente quota 50,5%. Come ricordato sopra: è la quota più alta di sempre. Secondo la serie storica dell'occupazione femminile registrata dall'Istat, la stessa nel 1977 in Italia si attestava al 33,5%. Nel 2012 era ferma al 47,1% e nel 2018 al 49,5%. "Dal 1977 al 2018 il tasso di occupazione è cresciuto di solo 4,8 punti percentuali nel complesso, ma analizzato per genere evidenzia dinamiche contrapposte dei due sessi: per gli uomini il tasso di occupazione è sceso di 7 punti (dal 74,6 al 67,6%), mentre per le donne è aumentato di 16 punti (dal 33,5 del 1977 al 49,8%). Questo significa, spiega l'Istat che "nell’arco di 40 anni il divario di genere e diminuito da 41 punti a 18".
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