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In Polonia approvata la legge anti-Lgbt nelle scuole. Gli attivisti: "Politica di controllo e paura"

di MARIANNA GRAZI -
12 febbraio 2022
Gay Pride

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La Polonia vieta definitivamente di trattare tematiche Lgbtq+ nelle scuole. La nuova legge, approvata dal Senato, impone che tutte le attività extracurriculari gestite da organizzazioni non governative negli istituti scolastici dovranno essere approvate da un supervisore nominato dal governo. In più viene facilitata la procedura di licenziamento dei dirigenti scolastici. Un mese fa a dare il via libera alla tanto dibattuta proposta voluta dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), che rafforza il controllo del governo sulla scuola, era stata la Camera bassa. Tuttavia, dopo una prima bocciatura da parte del Senato, controllato dall’opposizione, la maggioranza di governo, guidata appunto dal partito Diritto e Giustizia, si è mossa in modo scaltro, anticipando a sorpresa il voto di una settimana. Così, come riporta la Reuters, il 9 febbraio scorso c'è stato il voto finale che, cancellando il veto precedentemente posto, con 233 parlamentari favorevoli, 220 contrari e 2 astenuti, ha dato il via libera alla legge anti-Lgbtq+ nella scuola. La legge passa in mano ora al presidente Andrzej Duda, che procederà rapidamente alla firma e alla divulgazione, essendone uno strenuo sostenitore. Si tratta di una vera e propria limitazione al diritto di insegnamento e un ulteriore attacco del governo ai diritti civili della comunità Lgbt, già pesantemente discriminata così come le altre minoranze. Un po' come accaduto mesi fa in Ungheria. I parlamentari polacchi di maggioranza, al momento dell'approvazione, sono scoppiati in un lungo applauso. Una scena che non ricordare la scena a cui noi italiani abbiamo assistito qualche mese fa, al momento dell'affossamento del Ddl Zan, con molti senatori presenti in Aula che si sono sperticati in grida di giubilo, cori, abbracci e applausi a non finire.

Una legge nell'interesse dei bambini

Una manifestazione di protesta contro il governo ultraconservatore polacco

D'ora in poi sarà l'esecutivo ad assumere e licenziare i presidi, impedendo di fatto a gruppi esterni di operare; inoltre i programmi didattici dovranno passare il vaglio governativo, entro e non oltre due mesi prima dell’inizio delle lezioni, attraverso supervisori scelti, per poter essere applicati nelle scuole. Przemysław Czarnek, il ministro dell’Istruzione, dopo il primo via libera della Camera bassa un mese fa, aveva assicurato che il ruolo di questi supervisori sarà quello di di bloccare qualsiasi programmazione che sarebbe “una minaccia per la moralità dei bambini”. Ovviamente il primo ambito in cui il governo crede che questa 'minaccia' possa arrivare è quello dell'educazione sessuale. A detta di Czarnek, infatti, il controllo da parte del governo ultraconservatore sulle attività extracurriculari portate avanti da organizzazioni non governative misura è necessario per “depoliticizzare” le scuole “politicizzate” del Paese. Il pretesto, in sostanza, è quello di difendere l’infanzia dal presunto “indottrinamento Lgbt+”.

Le opposizioni gridano alla censura

I sindacati e le ong polacche, ma non solo, hanno già definito questa nuova legge come pura e semplice censura. Dagli oppositori politici intanto sale il grido di allarme secondo cui questo provvedimento è parte di uno sforzo più ampio per eliminare i valori liberali dalla vita pubblica. Gli attivisti, dopo l'approvazione definitiva di mercoledì scorso, dalle pagine di PinkNews hanno definito il provvedimento “agghiacciante”, perché andrà ad introdurre una politica di “controllo e paura” nelle scuole.

Secondo attivisti, sindacati e ong si tratta di un ulteriore attacco alle libertà civili teso a instaurare una politica di 'controllo e paura'

“I giovani saranno puniti perché non verrà più insegnata loro la tolleranza, l’apertura alla diversità, il pensiero critico e indipendente. Czarnek introduce un’atmosfera di denuncia, controllo e paura nelle scuole. I giovani Lgbtq+ si sentiranno sempre meno al sicuro”, ha detto Justyna Nakielska, advocacy officer del gruppo per i diritti LGBT+ Kampania Przeciw Homofobii ai microfoni di PinkNews (lo riporta il sito Gay.it). L'attivista, a supporto delle sue parole, ha citato un rapporto del 2020 dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali secondo cui 4 giovani queer su 10 in Polonia nascondono la propria identità a scuola, temendo ritorsioni. In più, tra le giovani generazioni, solo il 18% dei ragazzi ritiene che la scuola stia sposando argomenti relativi alla comunità Lgbt in modo positivo o equilibrato. “La disuguaglianza e l’esclusione aumenteranno– conclude Nakielska – e ci sarà sempre meno spazio per i giovani LGBT".