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Home » HP Trio » In Polonia approvata la legge anti-Lgbt nelle scuole. Gli attivisti: “Politica di controllo e paura”

In Polonia approvata la legge anti-Lgbt nelle scuole. Gli attivisti: “Politica di controllo e paura”

D'ora in poi sarà l'esecutivo ad assumere e licenziare i presidi e i programmi didattici dovranno passare al vaglio di supervisori scelti dal governo. Secondo il ministro dell'istruzione il loro ruolo è quello di bloccare “una minaccia per la moralità dei bambini”

Marianna Grazi
12 Febbraio 2022
Warsaw, Poland - June 15th, 2013: A woman with two little girls - and white - sitting on a sidewalk during the 13th Equality Parade. They are holding little rainbow flags. The white kid on the right, in heart-shaped sunglasses. Another woman sitting on the left. A car in the backgroud, and another woman with a flag standing on the right - visible her legs. Horizontal image.

Warsaw, Poland - June 15th, 2013: A woman with two little girls - and white - sitting on a sidewalk during the 13th Equality Parade. They are holding little rainbow flags. The white kid on the right, in heart-shaped sunglasses. Another woman sitting on the left. A car in the backgroud, and another woman with a flag standing on the right - visible her legs. Horizontal image.

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La Polonia vieta definitivamente di trattare tematiche Lgbtq+ nelle scuole. La nuova legge, approvata dal Senato, impone che tutte le attività extracurriculari gestite da organizzazioni non governative negli istituti scolastici dovranno essere approvate da un supervisore nominato dal governo. In più viene facilitata la procedura di licenziamento dei dirigenti scolastici. Un mese fa a dare il via libera alla tanto dibattuta proposta voluta dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), che rafforza il controllo del governo sulla scuola, era stata la Camera bassa. Tuttavia, dopo una prima bocciatura da parte del Senato, controllato dall’opposizione, la maggioranza di governo, guidata appunto dal partito Diritto e Giustizia, si è mossa in modo scaltro, anticipando a sorpresa il voto di una settimana. Così, come riporta la Reuters, il 9 febbraio scorso c’è stato il voto finale che, cancellando il veto precedentemente posto, con 233 parlamentari favorevoli, 220 contrari e 2 astenuti, ha dato il via libera alla legge anti-Lgbtq+ nella scuola.

La legge passa in mano ora al presidente Andrzej Duda, che procederà rapidamente alla firma e alla divulgazione, essendone uno strenuo sostenitore. Si tratta di una vera e propria limitazione al diritto di insegnamento e un ulteriore attacco del governo ai diritti civili della comunità Lgbt, già pesantemente discriminata così come le altre minoranze. Un po’ come accaduto mesi fa in Ungheria. I parlamentari polacchi di maggioranza, al momento dell’approvazione, sono scoppiati in un lungo applauso. Una scena che non ricordare la scena a cui noi italiani abbiamo assistito qualche mese fa, al momento dell’affossamento del Ddl Zan, con molti senatori presenti in Aula che si sono sperticati in grida di giubilo, cori, abbracci e applausi a non finire.

Una legge nell’interesse dei bambini

Una manifestazione di protesta contro il governo ultraconservatore polacco

D’ora in poi sarà l’esecutivo ad assumere e licenziare i presidi, impedendo di fatto a gruppi esterni di operare; inoltre i programmi didattici dovranno passare il vaglio governativo, entro e non oltre due mesi prima dell’inizio delle lezioni, attraverso supervisori scelti, per poter essere applicati nelle scuole. Przemysław Czarnek, il ministro dell’Istruzione, dopo il primo via libera della Camera bassa un mese fa, aveva assicurato che il ruolo di questi supervisori sarà quello di di bloccare qualsiasi programmazione che sarebbe “una minaccia per la moralità dei bambini”. Ovviamente il primo ambito in cui il governo crede che questa ‘minaccia’ possa arrivare è quello dell’educazione sessuale. A detta di Czarnek, infatti, il controllo da parte del governo ultraconservatore sulle attività extracurriculari portate avanti da organizzazioni non governative misura è necessario per “depoliticizzare” le scuole “politicizzate” del Paese. Il pretesto, in sostanza, è quello di difendere l’infanzia dal presunto “indottrinamento Lgbt+”.

Le opposizioni gridano alla censura

I sindacati e le ong polacche, ma non solo, hanno già definito questa nuova legge come pura e semplice censura. Dagli oppositori politici intanto sale il grido di allarme secondo cui questo provvedimento è parte di uno sforzo più ampio per eliminare i valori liberali dalla vita pubblica. Gli attivisti, dopo l’approvazione definitiva di mercoledì scorso, dalle pagine di PinkNews hanno definito il provvedimento “agghiacciante”, perché andrà ad introdurre una politica di “controllo e paura” nelle scuole.

Secondo attivisti, sindacati e ong si tratta di un ulteriore attacco alle libertà civili teso a instaurare una politica di ‘controllo e paura’

“I giovani saranno puniti perché non verrà più insegnata loro la tolleranza, l’apertura alla diversità, il pensiero critico e indipendente. Czarnek introduce un’atmosfera di denuncia, controllo e paura nelle scuole. I giovani Lgbtq+ si sentiranno sempre meno al sicuro”, ha detto Justyna Nakielska, advocacy officer del gruppo per i diritti LGBT+ Kampania Przeciw Homofobii ai microfoni di PinkNews (lo riporta il sito Gay.it). L’attivista, a supporto delle sue parole, ha citato un rapporto del 2020 dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali secondo cui 4 giovani queer su 10 in Polonia nascondono la propria identità a scuola, temendo ritorsioni. In più, tra le giovani generazioni, solo il 18% dei ragazzi ritiene che la scuola stia sposando argomenti relativi alla comunità Lgbt in modo positivo o equilibrato. “La disuguaglianza e l’esclusione aumenteranno– conclude Nakielska – e ci sarà sempre meno spazio per i giovani LGBT”.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
La Polonia vieta definitivamente di trattare tematiche Lgbtq+ nelle scuole. La nuova legge, approvata dal Senato, impone che tutte le attività extracurriculari gestite da organizzazioni non governative negli istituti scolastici dovranno essere approvate da un supervisore nominato dal governo. In più viene facilitata la procedura di licenziamento dei dirigenti scolastici. Un mese fa a dare il via libera alla tanto dibattuta proposta voluta dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), che rafforza il controllo del governo sulla scuola, era stata la Camera bassa. Tuttavia, dopo una prima bocciatura da parte del Senato, controllato dall’opposizione, la maggioranza di governo, guidata appunto dal partito Diritto e Giustizia, si è mossa in modo scaltro, anticipando a sorpresa il voto di una settimana. Così, come riporta la Reuters, il 9 febbraio scorso c'è stato il voto finale che, cancellando il veto precedentemente posto, con 233 parlamentari favorevoli, 220 contrari e 2 astenuti, ha dato il via libera alla legge anti-Lgbtq+ nella scuola. La legge passa in mano ora al presidente Andrzej Duda, che procederà rapidamente alla firma e alla divulgazione, essendone uno strenuo sostenitore. Si tratta di una vera e propria limitazione al diritto di insegnamento e un ulteriore attacco del governo ai diritti civili della comunità Lgbt, già pesantemente discriminata così come le altre minoranze. Un po' come accaduto mesi fa in Ungheria. I parlamentari polacchi di maggioranza, al momento dell'approvazione, sono scoppiati in un lungo applauso. Una scena che non ricordare la scena a cui noi italiani abbiamo assistito qualche mese fa, al momento dell'affossamento del Ddl Zan, con molti senatori presenti in Aula che si sono sperticati in grida di giubilo, cori, abbracci e applausi a non finire.

Una legge nell'interesse dei bambini

Una manifestazione di protesta contro il governo ultraconservatore polacco
D'ora in poi sarà l'esecutivo ad assumere e licenziare i presidi, impedendo di fatto a gruppi esterni di operare; inoltre i programmi didattici dovranno passare il vaglio governativo, entro e non oltre due mesi prima dell’inizio delle lezioni, attraverso supervisori scelti, per poter essere applicati nelle scuole. Przemysław Czarnek, il ministro dell’Istruzione, dopo il primo via libera della Camera bassa un mese fa, aveva assicurato che il ruolo di questi supervisori sarà quello di di bloccare qualsiasi programmazione che sarebbe “una minaccia per la moralità dei bambini”. Ovviamente il primo ambito in cui il governo crede che questa 'minaccia' possa arrivare è quello dell'educazione sessuale. A detta di Czarnek, infatti, il controllo da parte del governo ultraconservatore sulle attività extracurriculari portate avanti da organizzazioni non governative misura è necessario per “depoliticizzare” le scuole “politicizzate” del Paese. Il pretesto, in sostanza, è quello di difendere l’infanzia dal presunto “indottrinamento Lgbt+”.

Le opposizioni gridano alla censura

I sindacati e le ong polacche, ma non solo, hanno già definito questa nuova legge come pura e semplice censura. Dagli oppositori politici intanto sale il grido di allarme secondo cui questo provvedimento è parte di uno sforzo più ampio per eliminare i valori liberali dalla vita pubblica. Gli attivisti, dopo l'approvazione definitiva di mercoledì scorso, dalle pagine di PinkNews hanno definito il provvedimento “agghiacciante”, perché andrà ad introdurre una politica di “controllo e paura” nelle scuole.
Secondo attivisti, sindacati e ong si tratta di un ulteriore attacco alle libertà civili teso a instaurare una politica di 'controllo e paura'
“I giovani saranno puniti perché non verrà più insegnata loro la tolleranza, l’apertura alla diversità, il pensiero critico e indipendente. Czarnek introduce un’atmosfera di denuncia, controllo e paura nelle scuole. I giovani Lgbtq+ si sentiranno sempre meno al sicuro”, ha detto Justyna Nakielska, advocacy officer del gruppo per i diritti LGBT+ Kampania Przeciw Homofobii ai microfoni di PinkNews (lo riporta il sito Gay.it). L'attivista, a supporto delle sue parole, ha citato un rapporto del 2020 dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali secondo cui 4 giovani queer su 10 in Polonia nascondono la propria identità a scuola, temendo ritorsioni. In più, tra le giovani generazioni, solo il 18% dei ragazzi ritiene che la scuola stia sposando argomenti relativi alla comunità Lgbt in modo positivo o equilibrato. “La disuguaglianza e l’esclusione aumenteranno– conclude Nakielska – e ci sarà sempre meno spazio per i giovani LGBT".
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