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Home » Attualità » “L’inclusione non sia solo apparenza”: il nuovo appello per dare ai cittadini disabili pari dignità

“L’inclusione non sia solo apparenza”: il nuovo appello per dare ai cittadini disabili pari dignità

Una lettera inviata al Governo da Maddalena Milone perché il nomenclatore tariffario degli ausili venga aggiornato così come la legge 104/92 per i lavoratori

Marianna Grazi
7 Novembre 2022
Maddalena Milone

Maddalena Milone

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Vi ricordate Maddalena Milone? La ragazza di Grosseto che, vivendo sulla propria pelle il disagio di avere a che fare con protesi e ausili per persone con disabilità di modelli ormai superati e obsoleti aveva lanciato una raccolta firme perché il nomenclatore tariffario fosse aggiornato così come la famosa legge 104. “”>Abbiamo raccolto 40mila firme – scrive ora la 39enne in una nota che ha inviato anche a Luce!, dove aveva già lanciato il suo appello –. Ora abbiamo inviato una lettera al Governo per comunicare gravissime discriminazioni dei cittadini con disabilità, nella speranza che ci ascolti. Ci rivolgiamo alle associazioni e alla stampa nazionale e locale per diffondere tale tema e nella speranza che si possa arrivare a delle soluzioni concrete in tempi celeri”.

Perché chi vive costantemente con le proprie difficoltà, che vanno oltre la disabilità e si concretizzano in ostacoli quotidiani alle semplici azioni, che siano barriere architettoniche o discriminazione, protesi vecchie, scomode o semplicemente inutilizzabili, non può e non vuole arrendersi davanti a queste, ma chiede semplicemente di non essere trattato da cittadino o cittadina di “serie b”. Per questo abbiamo deciso, ancora una volta, di farci portavoce della richiesta di Maddalena e di chi, come lei, vorrebbe esclusivamente vivere al meglio la propria vita, godendo di quelle possibilità che, ad oggi, sono loro precluse.

Maddalena Milone, nel 2021, si è dovuta sottoporre all’amputazione della gamba sinistra

La lettera

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio, della Repubblica, del Ministero della disabilità, delle pari opportunità, della Sanità e del Lavoro.
Notando delle criticità importanti nelle normative e politiche che riguardano le persone con disabilità e le persone fragili, abbiamo proposto una raccolta firme online che ha avuto un’ampia adesione, che trovate al seguente link: “La disabilità non scade: aggiornate il nomenclatore e la legge 104“

“Dato che si tratta di un problema urgente e molto grave per moltissimi cittadini, mi auguro che il  Governo possa fornire delle risposte celeri e adeguate”, scrive ancora Milone.

Con la seguente lettera vorremmo presentare delle criticità che riguardano diverse aree della disabilità nel nostro Paese:

1. aggiornamento nomenclatore tariffario 
Il nomenclatore tariffario degli ausili, protesici e non, è un documento in cui sono elencati i vari ausili ortopedici necessari alle persone con disabilità per camminare. Al momento risulta ancora in vigore quello del 1999. Nonostante sia stato emanato, in effetti, un documento con i nuovi dispositivi tecnologici e i nuovi livelli di LEA, tale documento (DPCM 12 gennaio 2017), approvato nel 2021, risulta ancora non operativo.

Le stesse officine ortopediche chiedono a gran voce di risolvere tale problema, che comporta per loro una maggiore difficoltà lavorativa e un doversi adattare a una burocrazia non più adeguata. Sul sito Fioto viene riportato: “Questi cinque anni di attesa hanno accentuato le diseguaglianze territoriali (sia tra le Regioni sia tra le ASL) di accesso alle prestazioni di assistenza protesica; si sono moltiplicate le situazioni di abusivismo in assenza della disciplina dell’accreditamento della filiera erogativa. Non è più tempo di rinvii; i LEA devono diventare operativi.”
Soprattutto, però, questo risulta un problema molto grave per coloro che colpiti da disabilità si trovano ad affrontare spese molto alte o a rinunciare a poter svolgere determinate attività, incluse quelle lavorative e sportive, rimaste privilegio dei pochi che possono permettersi le protesi e le carrozzine per lo sport.

Maddalena Milone
Maddalena chiede che venga aggiornato il nomenclatore tariffario per gli ausili e le protesi

2. Legge 104/1992 e legge 151/2001
Anche nei casi di gravità, la legge non tutela sufficientemente il lavoratore disabile sul posto di lavoro, in quanto la normativa tende a tutelare il caregiver prevedendo un congedo straordinario e il diritto al part time per gravissimi e documentati motivi di salute, solo a beneficio dei parenti/genitori/figli della persona con handicap, ma non per il disabile stesso.
Mi chiedo e Vi chiedo, quindi, in che modo avvenga l’inclusione della persona con difficoltà nel mondo del lavoro, se in caso di gravi problemi di salute tale forma di congedo è prevista solo per chi assiste ma non per il lavoratore diretto interessato, che rischia così di perdere il lavoro se capita un grave problema di salute.

3. Sussidi economici per persone con disabilità e invalidità civile
È lampante come 295 euro di invalidità civile o 500 euro di accompagnamento non siano sufficienti, nel 2022 in Italia, per permettere una vita dignitosa, soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che una persona disabile deve affrontare maggiori spese mediche. Aggiungo che il limite 17.050, 42 euro lordi (circa 1200 euro al mese) per avere tale sussidio appare assolutamente inadeguato, considerando anche i problemi precedentemente esposti. Chiediamo che tali importi vengano adeguati al costo della vita.

Milone, dopo aver raccolto 40mila firme per l’aggiornamento della legge 104/92, si rivolge ora con una lettera direttamente al governo

La Costituzione Italiana, all’articolo 3, così recita:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche , di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. 

L’articolo 38, invece, cita:

“Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

“È palese come tali contraddizioni violino addirittura la fonte primaria del nostro diritto, ma soprattutto avere dei cittadini in grado di lavorare e di produrre per lo Stato sarebbe un vantaggio per la Società, che invece di fatto esclude queste persone sia in ambito sociale che lavorativo, in quanto non le mette in condizione di raggiungere il loro pieno potenziale” prosegue Maddalena Milone. “Crediamo fermamente che sia non solo etico, ma utile un’integrazione migliore del cittadino con handicap, rendendo di nuovo produttive persone che ad oggi sono considerate solo una spesa. Si parla tanto di inclusione – conclude – ma spesso si ha l’impressione che le proposte e gli interventi sul tema siano solo di pura apparenza”.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Vi ricordate Maddalena Milone? La ragazza di Grosseto che, vivendo sulla propria pelle il disagio di avere a che fare con protesi e ausili per persone con disabilità di modelli ormai superati e obsoleti aveva lanciato una raccolta firme perché il nomenclatore tariffario fosse aggiornato così come la famosa legge 104. "">Abbiamo raccolto 40mila firme – scrive ora la 39enne in una nota che ha inviato anche a Luce!, dove aveva già lanciato il suo appello –. Ora abbiamo inviato una lettera al Governo per comunicare gravissime discriminazioni dei cittadini con disabilità, nella speranza che ci ascolti. Ci rivolgiamo alle associazioni e alla stampa nazionale e locale per diffondere tale tema e nella speranza che si possa arrivare a delle soluzioni concrete in tempi celeri". Perché chi vive costantemente con le proprie difficoltà, che vanno oltre la disabilità e si concretizzano in ostacoli quotidiani alle semplici azioni, che siano barriere architettoniche o discriminazione, protesi vecchie, scomode o semplicemente inutilizzabili, non può e non vuole arrendersi davanti a queste, ma chiede semplicemente di non essere trattato da cittadino o cittadina di "serie b". Per questo abbiamo deciso, ancora una volta, di farci portavoce della richiesta di Maddalena e di chi, come lei, vorrebbe esclusivamente vivere al meglio la propria vita, godendo di quelle possibilità che, ad oggi, sono loro precluse.
Maddalena Milone, nel 2021, si è dovuta sottoporre all'amputazione della gamba sinistra

La lettera

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio, della Repubblica, del Ministero della disabilità, delle pari opportunità, della Sanità e del Lavoro. Notando delle criticità importanti nelle normative e politiche che riguardano le persone con disabilità e le persone fragili, abbiamo proposto una raccolta firme online che ha avuto un'ampia adesione, che trovate al seguente link: "La disabilità non scade: aggiornate il nomenclatore e la legge 104"
"Dato che si tratta di un problema urgente e molto grave per moltissimi cittadini, mi auguro che il  Governo possa fornire delle risposte celeri e adeguate", scrive ancora Milone.
Con la seguente lettera vorremmo presentare delle criticità che riguardano diverse aree della disabilità nel nostro Paese:
1. aggiornamento nomenclatore tariffario  Il nomenclatore tariffario degli ausili, protesici e non, è un documento in cui sono elencati i vari ausili ortopedici necessari alle persone con disabilità per camminare. Al momento risulta ancora in vigore quello del 1999. Nonostante sia stato emanato, in effetti, un documento con i nuovi dispositivi tecnologici e i nuovi livelli di LEA, tale documento (DPCM 12 gennaio 2017), approvato nel 2021, risulta ancora non operativo. Le stesse officine ortopediche chiedono a gran voce di risolvere tale problema, che comporta per loro una maggiore difficoltà lavorativa e un doversi adattare a una burocrazia non più adeguata. Sul sito Fioto viene riportato: "Questi cinque anni di attesa hanno accentuato le diseguaglianze territoriali (sia tra le Regioni sia tra le ASL) di accesso alle prestazioni di assistenza protesica; si sono moltiplicate le situazioni di abusivismo in assenza della disciplina dell'accreditamento della filiera erogativa. Non è più tempo di rinvii; i LEA devono diventare operativi." Soprattutto, però, questo risulta un problema molto grave per coloro che colpiti da disabilità si trovano ad affrontare spese molto alte o a rinunciare a poter svolgere determinate attività, incluse quelle lavorative e sportive, rimaste privilegio dei pochi che possono permettersi le protesi e le carrozzine per lo sport.
Maddalena Milone
Maddalena chiede che venga aggiornato il nomenclatore tariffario per gli ausili e le protesi
2. Legge 104/1992 e legge 151/2001 Anche nei casi di gravità, la legge non tutela sufficientemente il lavoratore disabile sul posto di lavoro, in quanto la normativa tende a tutelare il caregiver prevedendo un congedo straordinario e il diritto al part time per gravissimi e documentati motivi di salute, solo a beneficio dei parenti/genitori/figli della persona con handicap, ma non per il disabile stesso. Mi chiedo e Vi chiedo, quindi, in che modo avvenga l'inclusione della persona con difficoltà nel mondo del lavoro, se in caso di gravi problemi di salute tale forma di congedo è prevista solo per chi assiste ma non per il lavoratore diretto interessato, che rischia così di perdere il lavoro se capita un grave problema di salute. 3. Sussidi economici per persone con disabilità e invalidità civile È lampante come 295 euro di invalidità civile o 500 euro di accompagnamento non siano sufficienti, nel 2022 in Italia, per permettere una vita dignitosa, soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che una persona disabile deve affrontare maggiori spese mediche. Aggiungo che il limite 17.050, 42 euro lordi (circa 1200 euro al mese) per avere tale sussidio appare assolutamente inadeguato, considerando anche i problemi precedentemente esposti. Chiediamo che tali importi vengano adeguati al costo della vita.
Milone, dopo aver raccolto 40mila firme per l'aggiornamento della legge 104/92, si rivolge ora con una lettera direttamente al governo
La Costituzione Italiana, all'articolo 3, così recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche , di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".  L'articolo 38, invece, cita: "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria".
"È palese come tali contraddizioni violino addirittura la fonte primaria del nostro diritto, ma soprattutto avere dei cittadini in grado di lavorare e di produrre per lo Stato sarebbe un vantaggio per la Società, che invece di fatto esclude queste persone sia in ambito sociale che lavorativo, in quanto non le mette in condizione di raggiungere il loro pieno potenziale" prosegue Maddalena Milone. "Crediamo fermamente che sia non solo etico, ma utile un'integrazione migliore del cittadino con handicap, rendendo di nuovo produttive persone che ad oggi sono considerate solo una spesa. Si parla tanto di inclusione – conclude – ma spesso si ha l’impressione che le proposte e gli interventi sul tema siano solo di pura apparenza".
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