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Home » HP Trio » India: una sposa muore durante il matrimonio combinato, la sorella la sostituisce all’altare

India: una sposa muore durante il matrimonio combinato, la sorella la sostituisce all’altare

I parenti della defunta hanno ammesso che è stata una decisione "difficile da prendere", tuttavia il rito è stato deciso e celebrato immediatamente, con il feretro di Surabhi nella stanza accanto in attesa di sepoltura

Camilla Prato
5 Giugno 2021
Indian wedding ceremony. Weddings in India vary regionally, the religion and per personal preferences of the bride and groom. They are festive occasions in India, and in most cases celebrated with extensive decorations, colors, music, dance, costumes and rituals that depend on the religion of the bride and the groom, as well as their preferences

Indian wedding ceremony. Weddings in India vary regionally, the religion and per personal preferences of the bride and groom. They are festive occasions in India, and in most cases celebrated with extensive decorations, colors, music, dance, costumes and rituals that depend on the religion of the bride and the groom, as well as their preferences

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Doveva essere un giorno di festa, il 27 maggio scorso, per Surabhi e Manjesh Kumar. Ad Etawah, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, si stava per celebrare il loro matrimonio combinato quando all’improvviso, durante la cerimonia, la sposa ha avuto un malore che ha stroncato così la sua giovane vita. Ciò che è avvenuto dopo è stato altrettanto sconcertante.

La storia, raccontata dal Daily Mail, ha suscitato molto sgomento sui social. Secondo la ricostruzione dei fatti, Surbhi è collassata dopo il primo di una lunga serie di riti che consiste nello scambio di ghirlande della coppia, un momento importante del rito nuziale indù. Uno scambio avvenuto a casa della ragazza, dove poche ore prima era giunto lo sposo, originario del villaggio di Nawli, accompagnato da tutta la famiglia. Disperati, i genitori della ragazza l’hanno trasportata in ospedale. Quando il medico, chiamato per rianimarla, ha confermato il decesso, i parenti si sono riuniti per prendere velocemente una decisione che ponesse rimedio alla mancanza della sposa.

La madre di Surabhi, in preda al dolore sia per la perdita della figlia che per il mancato sposalizio. avrebbe proposto ai futuri consuoceri la figlia più giovane Nisha. Una soluzione tanto rapida quanto cinica, che però è stata accettata: probabilmente i genitori di quest’ultima non volevano rinunciare alla dote, e quelli dello sposo non volevano affrontare la vergogna di un rientro a casa senza che fossero state celebrate le nozze.

Senza pensarci troppo su le famiglie dei due giovani, infatti, hanno concordato di ripristinare l’antica tradizione che prevedeva il matrimonio con la sorella della sposa se questa fosse morta. E così la giovane Nisha è stata costretta a sposare quello che poco prima sarebbe dovuto diventare suo cognato.

Il fratello di Surbhi e Nisha, Saurabh, ha detto all’agenzia di stampa Ians: “È difficile credere che un cadavere fosse nell’altra stanza e una sposa fosse in preparazione nella prossima”. Secondo i racconti, il feretro della giovane defunta è stato tenuto senza alcun rispetto in una stanza, fino al termine della processione nuziale. Solo allora sono stati avviati i riti funebri.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Doveva essere un giorno di festa, il 27 maggio scorso, per Surabhi e Manjesh Kumar. Ad Etawah, nello stato indiano dell'Uttar Pradesh, si stava per celebrare il loro matrimonio combinato quando all'improvviso, durante la cerimonia, la sposa ha avuto un malore che ha stroncato così la sua giovane vita. Ciò che è avvenuto dopo è stato altrettanto sconcertante. La storia, raccontata dal Daily Mail, ha suscitato molto sgomento sui social. Secondo la ricostruzione dei fatti, Surbhi è collassata dopo il primo di una lunga serie di riti che consiste nello scambio di ghirlande della coppia, un momento importante del rito nuziale indù. Uno scambio avvenuto a casa della ragazza, dove poche ore prima era giunto lo sposo, originario del villaggio di Nawli, accompagnato da tutta la famiglia. Disperati, i genitori della ragazza l’hanno trasportata in ospedale. Quando il medico, chiamato per rianimarla, ha confermato il decesso, i parenti si sono riuniti per prendere velocemente una decisione che ponesse rimedio alla mancanza della sposa. La madre di Surabhi, in preda al dolore sia per la perdita della figlia che per il mancato sposalizio. avrebbe proposto ai futuri consuoceri la figlia più giovane Nisha. Una soluzione tanto rapida quanto cinica, che però è stata accettata: probabilmente i genitori di quest'ultima non volevano rinunciare alla dote, e quelli dello sposo non volevano affrontare la vergogna di un rientro a casa senza che fossero state celebrate le nozze. Senza pensarci troppo su le famiglie dei due giovani, infatti, hanno concordato di ripristinare l'antica tradizione che prevedeva il matrimonio con la sorella della sposa se questa fosse morta. E così la giovane Nisha è stata costretta a sposare quello che poco prima sarebbe dovuto diventare suo cognato. Il fratello di Surbhi e Nisha, Saurabh, ha detto all’agenzia di stampa Ians: "È difficile credere che un cadavere fosse nell’altra stanza e una sposa fosse in preparazione nella prossima". Secondo i racconti, il feretro della giovane defunta è stato tenuto senza alcun rispetto in una stanza, fino al termine della processione nuziale. Solo allora sono stati avviati i riti funebri.
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