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Home » HP Trio » Inti-Illimani: “Vale la pena di cantare ancora uniti contro la guerra e ogni sopruso”

Inti-Illimani: “Vale la pena di cantare ancora uniti contro la guerra e ogni sopruso”

Lo storico gruppo cileno torna in tour in Italia con il cantautore fiorentino Giulio Wilson. Jorge Coulón, fondatore della formazione che da sempre ha cantato il suo impegno per la libertà: "La musica è necessaria, dà l’idea che la tribù si è rimessa in movimento"

Giovanni Ballerini
12 Marzo 2022
Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia

Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia

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“Gli ultimi due anni sembrano un secolo con tutto quello che è successo sia a livello mondiale, che a livello nazionale e personale per cui siamo più che felici di tornare a esibirci davanti al pubblico italiano”. Da sempre ambasciatori di pace, della resistenza contro le dittature e le ingiustizie, del patrimonio musicale dell’America Latina, gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe, in difesa della democrazia e del progresso, contro ogni forma di abuso, di repressione e di violenza.

Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia
Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia

Il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia con la classica formazione di otto musicisti per suonare e cantare i loro storici successi, ma anche le canzoni di oggi. Una delle più azzeccate, Vale la pena, l’ha scritta il cantautore fiorentino Giulio Wilson, che è felice di cantarla in coro col gruppo cileno in questo imperdibile Vale la pena Tour 2022.

Il set si aprirà con Giulio Wilson che interpreterà alcuni brani e dei monologhi, poi saliranno alla ribalta gli Inti-Illimani con il loro repertorio senza tempo e naturalmente ci sarà spazio per vedere Giulio Wilson interpretare qualche pezzo assieme al gruppo cileno, come quello che dà il nome al tour ed è un inno alla vita e trasmette positività.

Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista
Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista

“Proporremo in concerto quella che è la nostra aspirazione: far sentire al pubblico che non siamo un gruppo fermo a cinquanta anni fa, che siamo una band viva, di oggi, che vive problemi e gli entusiasmi del presente, ma allo stesso tempo un gruppo che ha una storia ed è fiero di questo – spiega Jorge Coulón, fondatore del gruppo -. E’ normale che il pubblico voglia sentire in concerto le canzoni che conosce, ma è naturale che noi vogliamo fargli anche sentire quello che sappiamo fare oggi. Alla fine sarà un concerto che si identifica con la nostra storia, ma che farà anche alla platea che siamo musicisti che vivono il loro tempo, la sua epoca. Il set sarà insomma un compromesso fra queste due anime artistiche che di certo ci appartengono”.

Che sonorità proporrete in questo tour?

“Sarà una performance calorosa, con sonorità acustiche. Useremo gli strumenti della tradizione. Ci piace essere fedeli a noi stessi nella misura del possibile. Ci piace invece usare la tecnologia per far sentire meglio la nostra musica a diverse generazioni”.

Cosa può fare la musica contro le ingiustizie, contro la guerra?

“Poco. Anche il cannone più piccolo suona più forte di qualsiasi musica. Oggi siamo al cospetto di cannoni veramente potenti, ma non possiamo rinunciare ad essere reattivi di fronte all’irrazionalità della guerra. Di questi tempi dobbiamo rafforzare decisamente la nostra umanità. Penso in sostanza che la musica in quanto tale non cambi molto, ma se resisti, se cominci a cambiare le cose viene fuori la musica, perché dà l’idea che la tribù si è rimessa in movimento”.

Lo sta facendo con grande coraggio anche il popolo ucraino?

“Ancora una volta le situazioni non risolte o gestite male ci portano a una condizione estrema e inaccettabile di guerra, di invasione, di sopruso e di abuso contro le popolazioni indifese. Volevamo tanto fare questo tour, abbiamo sognato per molto tempo di tornare in Italia dopo il dilagare della pandemia; torniamo in un Paese che, come tutto il mondo, lotta ancora una volta per la pace, per il rispetto dei diritti umani, per il rispetto dei popoli, per la gente comune che vive del proprio lavoro e che non aspetta altro che poter lavorare, vivere, crescere e amare, condividere in pace. Speriamo che questi concerti siano un momento di incontro, per riaffermare i diritti delle persone, al di sopra dei giochi delle grandi potenze”.

Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista
Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista

Come è nata la vostra collaborazione con il cantautore fiorentino Giulio Wilson?

“Tre anni fa Giulio ci ha mandato una mai con la canzone Vale la pena, che ci ha fatto capire che il suo modo di comporre è molto interessante, Quel brano, che diceva: ‘Per chi non si è arreso, per chi sente il dovere di esser migliore c’è una speranza infinita, si chiama vita’. Che insomma sostiene che vale la pena ancora di lottare e continuare a vivere per le piccole e le grandi cose della vita per una singolare magia temporale era in sintonia con quello che stavamo vivendo in Cile in quel periodo in cui c’erano di nuovo grandi movimenti sociali, che difatti adottarono quel brano e l’hanno anche cantato durante le manifestazioni”.

Vale la pena è il nome del brano che ha suggellato l’incontro, il sodalizio, prima umano e poi artistico tra gli Inti-Illimani e Giulio Wilson. La canzone, scritta da Wilson e cantata insieme agli Inti-Illimani, è stata registrata a Santiago del Cile durante le proteste popolari scaturite il 7 ottobre 2019 contro l’aumento del carovita e la corruzione. La canzone è arrivata al momento giusto, tanto da rappresentare una sorta di condivisibile manifesto contemporaneo di un’epoca in cui si ha bisogno di confronti, di dialogo, di abbattere i confini per afferrare l’umanità di ogni cosa, l’umanità di ogni vita.

E’ uno slogan universale e di speranza, dedicato a tutti. Il brano è uscito in doppia versione, in italiano e in spagnolo e oggi Vale la pena è una delle 13 tracce che compongono l’album di Wilson. Realizzerete un album insieme?

Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia
Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia

“L’idea c’è, anche se è stata interrotta da due anni di pandemia. Pensiamo di riprenderla, anche perché ho iniziato a lavorare ad alcune canzoni che mi sembra stiano nascendo bene. Vedremo, oggi è stato anche dire che si sta collaborando per fare un album. Oggi non si fanno più dischi, ma questo ne varrebbe la pena”.

Le date

Queste le date del Vale la pena tour degli Inti Illimani e Giulio Wilson: il 13 marzo SALSOMAGGIORE TERME (Teatro Nuovo);

il 14 marzo a FIRENZE (Tuscany Hall);

il 15 marzo a BOLOGNA (Teatro Duse);

il 17 marzo a ROMA (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli);

il 18 marzo a CARPI (Teatro comunale);

il 20 marzo a SASSARI (Teatro Comunale)

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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"Proporremo in concerto quella che è la nostra aspirazione: far sentire al pubblico che non siamo un gruppo fermo a cinquanta anni fa, che siamo una band viva, di oggi, che vive problemi e gli entusiasmi del presente, ma allo stesso tempo un gruppo che ha una storia ed è fiero di questo – spiega Jorge Coulón, fondatore del gruppo -. E’ normale che il pubblico voglia sentire in concerto le canzoni che conosce, ma è naturale che noi vogliamo fargli anche sentire quello che sappiamo fare oggi. Alla fine sarà un concerto che si identifica con la nostra storia, ma che farà anche alla platea che siamo musicisti che vivono il loro tempo, la sua epoca. Il set sarà insomma un compromesso fra queste due anime artistiche che di certo ci appartengono". Che sonorità proporrete in questo tour? "Sarà una performance calorosa, con sonorità acustiche. Useremo gli strumenti della tradizione. Ci piace essere fedeli a noi stessi nella misura del possibile. Ci piace invece usare la tecnologia per far sentire meglio la nostra musica a diverse generazioni". Cosa può fare la musica contro le ingiustizie, contro la guerra? "Poco. Anche il cannone più piccolo suona più forte di qualsiasi musica. Oggi siamo al cospetto di cannoni veramente potenti, ma non possiamo rinunciare ad essere reattivi di fronte all’irrazionalità della guerra. Di questi tempi dobbiamo rafforzare decisamente la nostra umanità. Penso in sostanza che la musica in quanto tale non cambi molto, ma se resisti, se cominci a cambiare le cose viene fuori la musica, perché dà l’idea che la tribù si è rimessa in movimento". Lo sta facendo con grande coraggio anche il popolo ucraino? "Ancora una volta le situazioni non risolte o gestite male ci portano a una condizione estrema e inaccettabile di guerra, di invasione, di sopruso e di abuso contro le popolazioni indifese. Volevamo tanto fare questo tour, abbiamo sognato per molto tempo di tornare in Italia dopo il dilagare della pandemia; torniamo in un Paese che, come tutto il mondo, lotta ancora una volta per la pace, per il rispetto dei diritti umani, per il rispetto dei popoli, per la gente comune che vive del proprio lavoro e che non aspetta altro che poter lavorare, vivere, crescere e amare, condividere in pace. Speriamo che questi concerti siano un momento di incontro, per riaffermare i diritti delle persone, al di sopra dei giochi delle grandi potenze".
Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista
Giulio Wilson è un cantautore di Firenze: oltre ad essere enologo e vignaiolo biologico indipendente, è musicista polistrumentista
Come è nata la vostra collaborazione con il cantautore fiorentino Giulio Wilson? "Tre anni fa Giulio ci ha mandato una mai con la canzone Vale la pena, che ci ha fatto capire che il suo modo di comporre è molto interessante, Quel brano, che diceva: 'Per chi non si è arreso, per chi sente il dovere di esser migliore c’è una speranza infinita, si chiama vita'. Che insomma sostiene che vale la pena ancora di lottare e continuare a vivere per le piccole e le grandi cose della vita per una singolare magia temporale era in sintonia con quello che stavamo vivendo in Cile in quel periodo in cui c’erano di nuovo grandi movimenti sociali, che difatti adottarono quel brano e l’hanno anche cantato durante le manifestazioni". Vale la pena è il nome del brano che ha suggellato l’incontro, il sodalizio, prima umano e poi artistico tra gli Inti-Illimani e Giulio Wilson. La canzone, scritta da Wilson e cantata insieme agli Inti-Illimani, è stata registrata a Santiago del Cile durante le proteste popolari scaturite il 7 ottobre 2019 contro l’aumento del carovita e la corruzione. La canzone è arrivata al momento giusto, tanto da rappresentare una sorta di condivisibile manifesto contemporaneo di un’epoca in cui si ha bisogno di confronti, di dialogo, di abbattere i confini per afferrare l’umanità di ogni cosa, l’umanità di ogni vita. E’ uno slogan universale e di speranza, dedicato a tutti. Il brano è uscito in doppia versione, in italiano e in spagnolo e oggi Vale la pena è una delle 13 tracce che compongono l’album di Wilson. Realizzerete un album insieme?
Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia
Gli Inti-Illimani hanno cantato e gridato forte il loro impegno civile contro le lotte di classe: il gruppo, guidato dal fondatore Jorge Coulón torna a esibirsi in Italia
"L’idea c’è, anche se è stata interrotta da due anni di pandemia. Pensiamo di riprenderla, anche perché ho iniziato a lavorare ad alcune canzoni che mi sembra stiano nascendo bene. Vedremo, oggi è stato anche dire che si sta collaborando per fare un album. Oggi non si fanno più dischi, ma questo ne varrebbe la pena".

Le date

Queste le date del Vale la pena tour degli Inti Illimani e Giulio Wilson: il 13 marzo SALSOMAGGIORE TERME (Teatro Nuovo); il 14 marzo a FIRENZE (Tuscany Hall); il 15 marzo a BOLOGNA (Teatro Duse); il 17 marzo a ROMA (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli); il 18 marzo a CARPI (Teatro comunale); il 20 marzo a SASSARI (Teatro Comunale)
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