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Home » HP Trio » Iryna Vereshchuk, da “Voterei Putin” a “Morte ai russi”. Chi è (davvero) la vicepremier ucraina, volto simbolo della resistenza

Iryna Vereshchuk, da “Voterei Putin” a “Morte ai russi”. Chi è (davvero) la vicepremier ucraina, volto simbolo della resistenza

Dal Parlamento alla mimetica militare, dalle foto istituzionali a quelle di propaganda. La trasformazione della vice prima ministra dell'Ucraina è evidente. Nel 2013, quando era sindaca di Rava Ruska, disse in un'intervista: "Putin fa bene alla Russia, come tutti i presidenti dovrebbero fare agisce nell'interesse del suo Paese"

Remy Morandi
15 Marzo 2022
Iryna Vereshchuk, la vicepremier ucraina

Iryna Vereshchuk, la vicepremier ucraina

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Fa strano scorrere la pagina Instagram di Iryna Vereshchuk, la vicepremier ucraina. Il 16 febbraio, otto giorni prima dell’inizio della guerra in Ucraina, postava una foto di lei stessa sorridente accanto a quattro donne, cantanti di un folkloristico coro ucraino. E scriveva: “Siamo una nazione molto bella e cantante!”, aggiungendo alla didascalia l’emoji di un abbraccio. Il 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l’invasione russa, la vicepremier ucraina ha postato un’altra foto, di lei stessa, non più sorridente ma seria in volto e con addosso la mimetica verde militare. “Se il destino ci ha messo alla prova, allora lo affronteremo. Degnamente! Morte ai nemici! Gloria all’Ucraina!“, ha scritto la vicepremier nella didascalia della foto.

Le foto di Iryna Vereshcuck su Instagram prima e dopo l’inizio della guerra in Ucraina. A sinistra la vicepremier ucraina posa con quattro ragazze di un coro ucraino, nella seconda indossa la mimetica militare e scrive: “Morte ai nemici, gloria all’Ucraina!”

Iryna Vereshcuck, chi è la vicepremier volto della resistenza in Ucraina

La trasformazione della vicepremier ucraina è evidente. Dalle foto istituzionali a quelle di propaganda. Dal Parlamento alla guerra. Ma chi è Iryna Vereshcuck, la vicepremier diventata volto della resistenza in Ucraina? Classe 1979, Iryna Vereshcuck è nata il 30 novembre a Rava Ruska, vicino Leopoli, una delle città tra le più bombardate nel Paese in guerra con la Russia. La vicepremier, 43 anni, si è diplomata all’Istituto Militare del Politecnico di Leopoli in “Informazione Internazionale”, prestando in seguito servizio per cinque anni come ufficiale nell’esercito ucraino. L’ufficiale ha poi conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Leopoli. È diventata avvocata, e il 30 ottobre 2010 è stata eletta sindaco della sua città natale, Rava Ruska. All’epoca era la più giovane donna sindaco dell’Ucraina: aveva 31 anni. Dopo aver governato la città per cinque anni, Vereshcuck ha continuato la sua vita accademica, studiando in Polonia e diventando nel 2016 presidente di un Centro internazionale di studi e ricerche sul Mar Nero e sul Baltico. Tornata a frequentare la vita pubblica, dopo alterne vicende politiche, nel 2021 Iryna Vereshcuck si candida al Parlamento ucraino per il partito ‘Servitore del popolo’, lo stesso del presidente ucraino Volodymyr Zelenski, e viene eletta. Iryna viene quindi nominata vice primo ministro dell’Ucraina e ministro dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni.

La vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck, 43 anni (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

Quando nel 2013 disse: “Voterei per Putin, fa bene alla Russia”

Della vita privata della vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck non si sa molto. Si è sposata due volte e ha due figli. Di lei alcuni giornali ucraini ricordano quando nel 2013 in un’intervista a Kommersant, uno dei maggiori quotidiani politico-finanziari della Russia, disse: “Se avessimo un presidente come Vladimir Putin, voterei per lui. Fa bene alla Russia”, ha dichiarato l’attuale vicepremier ucraina. E alla domanda del giornalista russo di Kommersant “Che vuol dire fa bene alla Russia?”, Iryna Vereshcuck rispose: “Agisce nell’interesse del suo Paese. Ogni presidente dovrebbe difendere il suo Paese in quel modo. È naturale!”.

Iryna Vereshcuck è stata eletta nel 2010 sindaco di Rava Ruska. Aveva solo 31 anni, ed è infatti la più giovane donna in tutta l’Ucraina a essere diventata primo cittadino (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

L’intervista fu rilasciata nel 2013, quando ancora non era scoppiata la crisi della Crimea, con la conseguente annessione da parte russa nel 2014. Nel 2021, sette anni dopo l’annessione della Crimea alla Russia, Iryna Vereshcuck venne nominata ministro dei territori temporaneamente occupati in Ucraina. Dopo la sua nomina, nel suo discorso al Parlamento Iryna Vereshcuck sottolineò che intendeva “attuare le disposizioni dei regolamenti e dei programmi pertinenti, compreso il Piano per l’attuazione della strategia di disoccupazione e reinserimento della Crimea” in Ucraina. Così disse Iryna Vereshcuck in Parlamento il 4 novembre 2021. Tra i “compiti prioritari” che la ministra si impose di attuare c’era anche “garantire finanziamenti adeguati per progetti di reinserimento, mobilitare gli sforzi finanziari dei partner internazionali per attuare progetti dal Donbass e dalla Crimea, perseguire una politica di informazione rivolta ai residenti dei territori occupati, nonché portare avanti un’attività diplomatica (con la Russia, ndr) legale e attiva”.

Oggi Iryna Vereshcuck si appella alla Nato per chiedere una no fly zone. “O la guerra peggiorerà”, ha dichiarato la vicepremier a Otto e mezzo su La7

La vicepremier ucraina oggi: “Se l’Occidente non ferma Putin la guerra peggiorerà”

Tre mesi dopo il suo discorso a favore del reinserimento della Crimea, la vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck si è ritrovata in guerra con la Russia. Oggi la vicepremier utilizza i suoi canali social per informare la popolazione tramite foto e video su quanto sta accadendo in Ucraina, sulla situazione della guerra, sui corridoi umanitari, su quante vittime ogni giorno vengono registrate, sui bombardamenti nelle città. Non mancano ovviamente appelli alla Nato per la no fly zone, più volte richiesta dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lunedì 14 marzo a Otto e Mezzo su La7, la vicepremier ucraina ha dichiarato che “È la posizione dell’Occidente ad aver provocato Putin a fare quello che sta succedendo adesso in Ucraina. Nel 2014 lui doveva essere fermato. Nel 2014 c’erano delle sanzioni molto deboli e i rapporti economici e commerciali andavano avanti e questo gli ha fatto capire (a Vladimir Putin, ndr) che l’Occidente non lo ferma, non ha la volontà di fermarlo. Ma la guerra c’è e la guerra peggiorerà se non lo fermiamo adesso”, ha così dichiarato la vicepremier ucraina a Otto e mezzo.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Fa strano scorrere la pagina Instagram di Iryna Vereshchuk, la vicepremier ucraina. Il 16 febbraio, otto giorni prima dell'inizio della guerra in Ucraina, postava una foto di lei stessa sorridente accanto a quattro donne, cantanti di un folkloristico coro ucraino. E scriveva: "Siamo una nazione molto bella e cantante!", aggiungendo alla didascalia l'emoji di un abbraccio. Il 24 febbraio, il giorno in cui è iniziata l'invasione russa, la vicepremier ucraina ha postato un'altra foto, di lei stessa, non più sorridente ma seria in volto e con addosso la mimetica verde militare. "Se il destino ci ha messo alla prova, allora lo affronteremo. Degnamente! Morte ai nemici! Gloria all'Ucraina!", ha scritto la vicepremier nella didascalia della foto.
Le foto di Iryna Vereshcuck su Instagram prima e dopo l'inizio della guerra in Ucraina. A sinistra la vicepremier ucraina posa con quattro ragazze di un coro ucraino, nella seconda indossa la mimetica militare e scrive: "Morte ai nemici, gloria all'Ucraina!"

Iryna Vereshcuck, chi è la vicepremier volto della resistenza in Ucraina

La trasformazione della vicepremier ucraina è evidente. Dalle foto istituzionali a quelle di propaganda. Dal Parlamento alla guerra. Ma chi è Iryna Vereshcuck, la vicepremier diventata volto della resistenza in Ucraina? Classe 1979, Iryna Vereshcuck è nata il 30 novembre a Rava Ruska, vicino Leopoli, una delle città tra le più bombardate nel Paese in guerra con la Russia. La vicepremier, 43 anni, si è diplomata all'Istituto Militare del Politecnico di Leopoli in "Informazione Internazionale", prestando in seguito servizio per cinque anni come ufficiale nell'esercito ucraino. L'ufficiale ha poi conseguito la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Leopoli. È diventata avvocata, e il 30 ottobre 2010 è stata eletta sindaco della sua città natale, Rava Ruska. All'epoca era la più giovane donna sindaco dell'Ucraina: aveva 31 anni. Dopo aver governato la città per cinque anni, Vereshcuck ha continuato la sua vita accademica, studiando in Polonia e diventando nel 2016 presidente di un Centro internazionale di studi e ricerche sul Mar Nero e sul Baltico. Tornata a frequentare la vita pubblica, dopo alterne vicende politiche, nel 2021 Iryna Vereshcuck si candida al Parlamento ucraino per il partito 'Servitore del popolo', lo stesso del presidente ucraino Volodymyr Zelenski, e viene eletta. Iryna viene quindi nominata vice primo ministro dell'Ucraina e ministro dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni.
La vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck, 43 anni (Foto tratta dal suo profilo Instagram)

Quando nel 2013 disse: "Voterei per Putin, fa bene alla Russia"

Della vita privata della vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck non si sa molto. Si è sposata due volte e ha due figli. Di lei alcuni giornali ucraini ricordano quando nel 2013 in un'intervista a Kommersant, uno dei maggiori quotidiani politico-finanziari della Russia, disse: "Se avessimo un presidente come Vladimir Putin, voterei per lui. Fa bene alla Russia", ha dichiarato l'attuale vicepremier ucraina. E alla domanda del giornalista russo di Kommersant "Che vuol dire fa bene alla Russia?", Iryna Vereshcuck rispose: "Agisce nell'interesse del suo Paese. Ogni presidente dovrebbe difendere il suo Paese in quel modo. È naturale!".
Iryna Vereshcuck è stata eletta nel 2010 sindaco di Rava Ruska. Aveva solo 31 anni, ed è infatti la più giovane donna in tutta l'Ucraina a essere diventata primo cittadino (Foto tratta dal suo profilo Instagram)
L'intervista fu rilasciata nel 2013, quando ancora non era scoppiata la crisi della Crimea, con la conseguente annessione da parte russa nel 2014. Nel 2021, sette anni dopo l'annessione della Crimea alla Russia, Iryna Vereshcuck venne nominata ministro dei territori temporaneamente occupati in Ucraina. Dopo la sua nomina, nel suo discorso al Parlamento Iryna Vereshcuck sottolineò che intendeva "attuare le disposizioni dei regolamenti e dei programmi pertinenti, compreso il Piano per l'attuazione della strategia di disoccupazione e reinserimento della Crimea" in Ucraina. Così disse Iryna Vereshcuck in Parlamento il 4 novembre 2021. Tra i "compiti prioritari" che la ministra si impose di attuare c'era anche "garantire finanziamenti adeguati per progetti di reinserimento, mobilitare gli sforzi finanziari dei partner internazionali per attuare progetti dal Donbass e dalla Crimea, perseguire una politica di informazione rivolta ai residenti dei territori occupati, nonché portare avanti un'attività diplomatica (con la Russia, ndr) legale e attiva".
Oggi Iryna Vereshcuck si appella alla Nato per chiedere una no fly zone. "O la guerra peggiorerà", ha dichiarato la vicepremier a Otto e mezzo su La7

La vicepremier ucraina oggi: "Se l'Occidente non ferma Putin la guerra peggiorerà"

Tre mesi dopo il suo discorso a favore del reinserimento della Crimea, la vicepremier ucraina Iryna Vereshcuck si è ritrovata in guerra con la Russia. Oggi la vicepremier utilizza i suoi canali social per informare la popolazione tramite foto e video su quanto sta accadendo in Ucraina, sulla situazione della guerra, sui corridoi umanitari, su quante vittime ogni giorno vengono registrate, sui bombardamenti nelle città. Non mancano ovviamente appelli alla Nato per la no fly zone, più volte richiesta dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lunedì 14 marzo a Otto e Mezzo su La7, la vicepremier ucraina ha dichiarato che "È la posizione dell'Occidente ad aver provocato Putin a fare quello che sta succedendo adesso in Ucraina. Nel 2014 lui doveva essere fermato. Nel 2014 c'erano delle sanzioni molto deboli e i rapporti economici e commerciali andavano avanti e questo gli ha fatto capire (a Vladimir Putin, ndr) che l'Occidente non lo ferma, non ha la volontà di fermarlo. Ma la guerra c'è e la guerra peggiorerà se non lo fermiamo adesso", ha così dichiarato la vicepremier ucraina a Otto e mezzo.
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