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Home » HP Trio » Katia Follesa vittima di una truffa online: “Ho subito un furto d’identità. Non ho mai sponsorizzato prodotti per dimagrire”

Katia Follesa vittima di una truffa online: “Ho subito un furto d’identità. Non ho mai sponsorizzato prodotti per dimagrire”

La comica e conduttrice televisiva denuncia su Instagram: "Non ho mai dato l'autorizzazione a usare la mia immagine per delle gocce miracolose". Ecco cos'è successo. E cosa bisogna fare in caso di furto di identità digitale

Remy Morandi
9 Febbraio 2022
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Katia Follesa vittima di una truffa online. La comica e conduttrice televisiva, 46 anni, ha pubblicato su Instagram un post in cui denuncia di aver subito un furto d’identità: la sua immagine è stata infatti usata per sponsorizzare alcuni prodotti dimagranti su Internet e sui social. Ma come sottolinea la stessa Katia: “Io non ho mai sponsorizzato nessun prodotto dimagrante” e “non ho mai dato l’autorizzazione a usare la mia immagine associata a gocce miracolose per perdere peso velocemente”. Perciò, tutto falso.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Katia Follesa (@katioska76)

Nel post pubblicato su Instagram Katia Follesa denuncia dunque di essere stata vittima di un furto d’identità online. La comica scrive: “Faccio chiarezza una volta per tutte. Non ho mai sponsorizzato nessun prodotto dimagrante. Non ho mai dato l’autorizzazione a usare la mia immagine associata a gocce miracolose per perdere peso velocemente! Non esistono! Sono vittima di una truffa”.

La conduttrice televisiva, originaria di Giussano nella provincia di Monza e Brianza, spiega che dopo essersi resa conto della truffa ha subito attivato i suoi legali: “Gli avvocati stanno esaminando il caso, ma non è cosa semplice in quanto, purtroppo, non si tratta di persone fisiche perseguibili giuridicamente, ma di algoritmi“.

E poi – altro che gocce e prodotti miracolosi – Katia spiega nel post pubblicato su Instagram com’è riuscita a perdere peso negli anni: “Per perdere peso e preservare la mia salute mi sono rivolta a un medico specialista che, dopo una serie di accurati esami, mi ha indicato il percorso migliore per stare bene. Associo ad una sana alimentazione il movimento fisico, blando per giunta. Ogni persona è diversa, non esiste una dieta uguale per tutti”.

E in conclusione al post Katia scrive: “Consiglio di divulgare il più possibile questo messaggio affinché non si cada in truffe paradossali“.

Un italiano su cinque ha subito furti di dati nel 2021

Come Katia Follesa, tante altre persone sono state vittime di truffe e furti di identità online. Secondo uno studio di Surfshark, azienda che si occupa di sicurezza online, nel 2021 sono stati 11,11 milioni gli italiani vittima di furto di dati e credenziali. Ovvero, un italiano su cinque si è visto sottrarre informazioni strettamente personali sul web. “La crescita degli utenti violati – commenta in una nota Surfshark – è allarmante, considerando il danno reputazionale e finanziario che ne deriva. I criminali possono usare le informazioni in varie attività illegali, come email di phishing, false chiamate bancarie e persino furto di identità“.

Nella classifica mondiale dei Paesi con il maggior numero di violazioni di dati, l’Italia si trova al dodicesimo posto per account violati. A guidare la classifica del 2021 sono gli Stati Uniti, con un totale di 214,4 milioni di utenti violati. Segue l’Iran con 156,1 milioni, poi l’India (86,6 milioni), la Russia (27 milioni) e la Francia (24,6 milioni). L’Italia con i suoi 11,11 milioni è preceduta dal Brasile, Regno Unito, Iraq, Corea del Sud, Cina e Canada.

Furto di identità digitale, cosa fare e a chi presentare la denuncia

Nel nostro ordinamento, il furto dell’identità digitale è un reato riconosciuto e punito dal Codice Penale (artt. 494 c.p. e 640-ter, comma 3, c.p.). Nel primo caso, ovvero all’art. 494 del Codice Penale, viene riconosciuto il reato di sostituzione di persona, che viene commesso da chi finge di essere qualcun altro al fine di compiere atti illeciti. Nello specifico, l’art. 494 del Codice Penale dice che:

“Chiunque, al fine di procurare a sé o agli altri un vantaggio o di recare agli altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o agli altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno”.

Nel secondo caso, all’art. 640-ter del Codice Penale, viene riconosciuto il reato di frode informatica, quando un soggetto entra in possesso illegalmente dei dati altrui, attraverso un illecito accesso ai suoi sistemi informatici, dallo smartphone al computer. Nello specifico, l’art. 640-ter del Codice Penale dice che:

“Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”.

Chiunque, quindi, si dovesse accorgere di aver subito un furto di identità digitale deve immediatamente rivolgersi alla Polizia Postale e denunciare l’accaduto. Nel frattempo, si consiglia di controllare tutti gli accessi alle piattaforme utilizzate online e provvedere subito a cambiare le password.

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Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Katia Follesa vittima di una truffa online. La comica e conduttrice televisiva, 46 anni, ha pubblicato su Instagram un post in cui denuncia di aver subito un furto d’identità: la sua immagine è stata infatti usata per sponsorizzare alcuni prodotti dimagranti su Internet e sui social. Ma come sottolinea la stessa Katia: “Io non ho mai sponsorizzato nessun prodotto dimagrante” e “non ho mai dato l’autorizzazione a usare la mia immagine associata a gocce miracolose per perdere peso velocemente”. Perciò, tutto falso.
 
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Un post condiviso da Katia Follesa (@katioska76)

Nel post pubblicato su Instagram Katia Follesa denuncia dunque di essere stata vittima di un furto d'identità online. La comica scrive: "Faccio chiarezza una volta per tutte. Non ho mai sponsorizzato nessun prodotto dimagrante. Non ho mai dato l'autorizzazione a usare la mia immagine associata a gocce miracolose per perdere peso velocemente! Non esistono! Sono vittima di una truffa". La conduttrice televisiva, originaria di Giussano nella provincia di Monza e Brianza, spiega che dopo essersi resa conto della truffa ha subito attivato i suoi legali: "Gli avvocati stanno esaminando il caso, ma non è cosa semplice in quanto, purtroppo, non si tratta di persone fisiche perseguibili giuridicamente, ma di algoritmi". E poi - altro che gocce e prodotti miracolosi - Katia spiega nel post pubblicato su Instagram com'è riuscita a perdere peso negli anni: "Per perdere peso e preservare la mia salute mi sono rivolta a un medico specialista che, dopo una serie di accurati esami, mi ha indicato il percorso migliore per stare bene. Associo ad una sana alimentazione il movimento fisico, blando per giunta. Ogni persona è diversa, non esiste una dieta uguale per tutti". E in conclusione al post Katia scrive: "Consiglio di divulgare il più possibile questo messaggio affinché non si cada in truffe paradossali".

Un italiano su cinque ha subito furti di dati nel 2021

Come Katia Follesa, tante altre persone sono state vittime di truffe e furti di identità online. Secondo uno studio di Surfshark, azienda che si occupa di sicurezza online, nel 2021 sono stati 11,11 milioni gli italiani vittima di furto di dati e credenziali. Ovvero, un italiano su cinque si è visto sottrarre informazioni strettamente personali sul web. "La crescita degli utenti violati - commenta in una nota Surfshark - è allarmante, considerando il danno reputazionale e finanziario che ne deriva. I criminali possono usare le informazioni in varie attività illegali, come email di phishing, false chiamate bancarie e persino furto di identità". Nella classifica mondiale dei Paesi con il maggior numero di violazioni di dati, l'Italia si trova al dodicesimo posto per account violati. A guidare la classifica del 2021 sono gli Stati Uniti, con un totale di 214,4 milioni di utenti violati. Segue l'Iran con 156,1 milioni, poi l'India (86,6 milioni), la Russia (27 milioni) e la Francia (24,6 milioni). L'Italia con i suoi 11,11 milioni è preceduta dal Brasile, Regno Unito, Iraq, Corea del Sud, Cina e Canada.

Furto di identità digitale, cosa fare e a chi presentare la denuncia

Nel nostro ordinamento, il furto dell'identità digitale è un reato riconosciuto e punito dal Codice Penale (artt. 494 c.p. e 640-ter, comma 3, c.p.). Nel primo caso, ovvero all'art. 494 del Codice Penale, viene riconosciuto il reato di sostituzione di persona, che viene commesso da chi finge di essere qualcun altro al fine di compiere atti illeciti. Nello specifico, l'art. 494 del Codice Penale dice che: "Chiunque, al fine di procurare a sé o agli altri un vantaggio o di recare agli altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o agli altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno". Nel secondo caso, all'art. 640-ter del Codice Penale, viene riconosciuto il reato di frode informatica, quando un soggetto entra in possesso illegalmente dei dati altrui, attraverso un illecito accesso ai suoi sistemi informatici, dallo smartphone al computer. Nello specifico, l'art. 640-ter del Codice Penale dice che: "Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032". Chiunque, quindi, si dovesse accorgere di aver subito un furto di identità digitale deve immediatamente rivolgersi alla Polizia Postale e denunciare l'accaduto. Nel frattempo, si consiglia di controllare tutti gli accessi alle piattaforme utilizzate online e provvedere subito a cambiare le password.
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