La Corte Suprema degli stati Uniti d'America avrà la
prima giudice donna afroamericana in 233 anni di storia. Nella serata (italiana) di giovedì 7 aprile è arrivata infatti la notizia che il Senato degli Stati Uniti ha confermato
la nomina di Ketanji Brown Jackson, la candidata
proposta dal presidente Joe Biden, come nuovo membro dei nove giudici massimi. La 51enne entrerà in carica, dopo il giuramento, questa estate, andando a sostituire il liberal Stephen Breyer, che aveva annunciato nei mesi scorsi di voler andare in pensione e per il quale in passato la stessa Brown Jackson aveva lavorato.
Il voto in Senato
Ketanji Brown Jackson con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Washington Post)
La nomina della candidata democratica, che soddisfa la
promessa fatta in campagna elettorale dal
presidente Biden di mettere una donna nera nel massimo organo giudiziario americano, è stata tutt'altro che scontata o facile. Com'era immaginabile i
senatori Repubblicani hanno cercato in tutti i modi di rallentare il processo di conferma (durato circa 6 settimane) della 51enne di Washington, attaccandola su più fronti durante le audizioni in aula. Addirittura, secondo il
Washington Post, alcune domande sarebbero state pervase anche di sottile
razzismo. Alla fine però, grazie anche all’
appoggio dei conservatori Susan Collins, Lisa Murkowski e Mitt Romney che si sono espressi a favore come i loro colleghi Democratici, Brown Jackson è stata confermata con
53 sì contro 47 no. Il voto è stato supervisionato dalla vicepresidente Kamala Harris, la prima donna nera a ricoprire la carica, e Chuck Schumer, leader della maggioranza, ha definito quello della nomina della giudice suprema un "giorno di gioia" per gli Stati Uniti.
Una nomina storica
La nuova carica - a vita - assunta da Ketanji Brown Jackson
non sposta l'equilibrio ideologico attuale della corte, che ha una maggioranza conservatrice di 6 giudici contro i 3 progressisti. Eppure la sua è una nomina storica: Brown Jackson, come detto, è la prima donna afroamericana ad entrare a far parte della Corte Suprema, la terza nera e la sesta giudice di sesso femminile ad essere scelta. Jackson ha detto di avere una propria "metodologia" per decidere i casi, ma non una filosofia generale. Ed è d'accordo con i senatori repubblicani sull'importanza di
attenersi al testo della Costituzione, come è stato inteso dai fondatori.
Ketanji Brown Jackson è stata nominata giudice della Corte Suprema americana: è la prima donna afroamericana ad assumere questo ruolo e andrà a sostituire il pensionante Stephen Breyer nelle fila progressiste
Durante il processo di conferma, i senatori democratici hanno infatti sottolineato la sua esperienza di lavoro come
difensore pubblico. Sarà così la prima giudice della Corte Suprema dai tempi di Thurgood Marshall - il primo giudice nero della Corte Suprema - ad avere un'esperienza di carriera nel
rappresentare imputati di reati penali. La giurista, nativa di Washington DC e con un curriculum notevole, siede attualmente alla corte d'appello del circuito della Capitale. Due lauree ad Harvard, fa parte dell’organo direttivo della prestigiosa università e ha lavorato come difensore pubblico a Washington prima di entrare in uno studio privato. La senatrice Lisa Murkowski, dell'Alaska, una dei tre repubblicani che hanno votato a favore della sua nomina nonostante l'appartenenza allo schieramento politico opposto, ha detto che questa sua decisione si basa, in parte, su un "rifiuto della politicizzazione corrosiva" che ha caratterizzato il processo di conferma. La nuova giudice invece "porterà alla Corte Suprema una gamma di esperienza che arriva dall'aula di tribunale che pochi possono eguagliare, dato il suo background nelle controversie".