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Home » HP Trio » La Corte suprema russa scioglie l’organizzazione per i diritti umani Memorial International

La Corte suprema russa scioglie l’organizzazione per i diritti umani Memorial International

L'organizzazione era stata fondata nel 1989 da dissidenti sovietici ma da anni era considerata "agente straniero", una dicitura usata dal governo per classificare e limitare l'azione di enti e organizzazioni che ricevono finanziamenti dall'estero

Marianna Grazi
28 Dicembre 2021
Police officers detain a Memorial International's supporter outside Russia's Supreme Court, after prosecutor's request to dissolve Memorial International, the country's most prominent rights group, for allegedly violating the controversial law on "foreign agents", in Moscow on December 28, 2021. - Russia's Supreme Court on December 28, 2021 will consider a request to shut down Memorial, the country's most prominent rights group and chronicler of Stalin-era purges and contemporary political persecutions. The organisation, founded in 1989 by Soviet dissidents including Nobel Peace Prize laureate Andrei Sakharov, believes it will become a victim of the repression it was founded to keep at bay by the end of the week. (Photo by Natalia KOLESNIKOVA / AFP)

Police officers detain a Memorial International's supporter outside Russia's Supreme Court, after prosecutor's request to dissolve Memorial International, the country's most prominent rights group, for allegedly violating the controversial law on "foreign agents", in Moscow on December 28, 2021. - Russia's Supreme Court on December 28, 2021 will consider a request to shut down Memorial, the country's most prominent rights group and chronicler of Stalin-era purges and contemporary political persecutions. The organisation, founded in 1989 by Soviet dissidents including Nobel Peace Prize laureate Andrei Sakharov, believes it will become a victim of the repression it was founded to keep at bay by the end of the week. (Photo by Natalia KOLESNIKOVA / AFP)

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Era la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani russa, fondata nel 1989 da dissidenti sovietici tra cui il premio Nobel per la pace Andrei Sakharov durante la perestrojka e impegnata da decenni a commemorare le vittime del regime. Portare avanti la memoria storica di un popolo e delle atrocità subite, delle lotte e delle vite di chi ne fece parte è una delle attività su cui dovrebbe basarsi l’identità culturale di una nazione. Ma evidentemente per la Russia di Putin non è necessario. La Corte Suprema russa ha infatti ordinato lo scioglimento di Memorial International, tra le più note associazioni che portano avanti la battaglia sui diritti. Dal 2016 era stata ‘marchiata’ come “agente straniero”, una dicitura usata come copertura dal governo per limitare la libertà di espressione e di associazione di enti e organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero, perché sarebbero contrarie agli interessi della Russia.

Il giudice della Corte Suprema della Russia, Alla Nazarova, pronuncia la sentenza di scioglimento per International Memorial a Mosca

In passato, inoltre, il presidente aveva accusato più volte Memorial International di sostenere gruppi estremisti e terroristi e a novembre scorso il procuratore generale russo aveva chiesto di sciogliere l’associazione accusandola di avere violato la legge: in più occasioni l’organizzazione si è infatti rifiutata di accompagnare le proprie comunicazioni con il disclaimer obbligatorio con cui si devono presentare i contenuti diffusi dai media e dalle associazioni classificate appunto come “agente straniero”.

“Disgrazia! Disgrazia!” hanno gridato alcuni sostenitori in tribunale dopo la sentenza, mentre il responsabile di Memorial, Yury Dmitriev, uno dei maggiori storici dei Gulag, ha visto aumentare da 13 a 15 anni la sua condanna in un controverso processo per presunti abusi sulla figlia adottiva. Intano l’avvocata Maria Eismont ha affermato che la chiusura è un “segnale molto negativo”, ma ha aggiunto che Memorial farà ricorso e proseguirà con il suo lavoro. “Questa non è la fine”, ha detto ai giornalisti. Ricorso che è stato preso in considerazione dalla legale dell’organizzazione Tatiana Glushkova contro la decisione, duramente criticata da molti attivisti. E non solo: anche l’Onu e l’Unione europea, insieme a gran parte della comunità internazionale, si sono espressi contro lo smantellamento della ong. Il giudice della Corte ha stabilito la chiusura sia della struttura centrale che delle sedi regionali. Durante l’udienza il pubblico ministero ha anche sostenuto che Memorial “crea una falsa immagine dell’Urss come stato terrorista e denigra la memoria della seconda guerra mondiale”.

Un sostenitore di Memorial International tiene un poster con la scritta “Vivremo per sempre” fuori dalla Corte Suprema della Russia

“International Memorial è un’organizzazione per i diritti umani molto rispettata che ha lavorato instancabilmente per documentare le atrocità e la repressione politica compiute sotto il governo di Joseph Stalin e di altri leader sovietici. Chiudendo l’organizzazione, le autorità russe calpestano la memoria di milioni di vittime perse nel Gulag“, ha dichiarato invece Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, reagendo alla notizia. “Con la liquidazione di Memorial il Cremlino vuole liquidare la storia di milioni di vittime del terrorismo politico dell’Unione Sovietica. E vuole anche liquidare i centinaia di prigionieri politici presenti oggi in Russia. Chiediamo che le autorità russe capovolgano la decisione e la smettano di distruggere società civile, attivisti per i diritti umani e media indipendenti” fanno eco le europarlamentari del Ppe Rasa Juknevičienė e Sandra Kalniete.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Era la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani russa, fondata nel 1989 da dissidenti sovietici tra cui il premio Nobel per la pace Andrei Sakharov durante la perestrojka e impegnata da decenni a commemorare le vittime del regime. Portare avanti la memoria storica di un popolo e delle atrocità subite, delle lotte e delle vite di chi ne fece parte è una delle attività su cui dovrebbe basarsi l'identità culturale di una nazione. Ma evidentemente per la Russia di Putin non è necessario. La Corte Suprema russa ha infatti ordinato lo scioglimento di Memorial International, tra le più note associazioni che portano avanti la battaglia sui diritti. Dal 2016 era stata 'marchiata' come "agente straniero", una dicitura usata come copertura dal governo per limitare la libertà di espressione e di associazione di enti e organizzazioni che ricevono finanziamenti dall'estero, perché sarebbero contrarie agli interessi della Russia.
Il giudice della Corte Suprema della Russia, Alla Nazarova, pronuncia la sentenza di scioglimento per International Memorial a Mosca
In passato, inoltre, il presidente aveva accusato più volte Memorial International di sostenere gruppi estremisti e terroristi e a novembre scorso il procuratore generale russo aveva chiesto di sciogliere l’associazione accusandola di avere violato la legge: in più occasioni l'organizzazione si è infatti rifiutata di accompagnare le proprie comunicazioni con il disclaimer obbligatorio con cui si devono presentare i contenuti diffusi dai media e dalle associazioni classificate appunto come "agente straniero". "Disgrazia! Disgrazia!" hanno gridato alcuni sostenitori in tribunale dopo la sentenza, mentre il responsabile di Memorial, Yury Dmitriev, uno dei maggiori storici dei Gulag, ha visto aumentare da 13 a 15 anni la sua condanna in un controverso processo per presunti abusi sulla figlia adottiva. Intano l'avvocata Maria Eismont ha affermato che la chiusura è un "segnale molto negativo", ma ha aggiunto che Memorial farà ricorso e proseguirà con il suo lavoro. "Questa non è la fine", ha detto ai giornalisti. Ricorso che è stato preso in considerazione dalla legale dell'organizzazione Tatiana Glushkova contro la decisione, duramente criticata da molti attivisti. E non solo: anche l'Onu e l'Unione europea, insieme a gran parte della comunità internazionale, si sono espressi contro lo smantellamento della ong. Il giudice della Corte ha stabilito la chiusura sia della struttura centrale che delle sedi regionali. Durante l'udienza il pubblico ministero ha anche sostenuto che Memorial "crea una falsa immagine dell'Urss come stato terrorista e denigra la memoria della seconda guerra mondiale".
Un sostenitore di Memorial International tiene un poster con la scritta "Vivremo per sempre" fuori dalla Corte Suprema della Russia
"International Memorial è un'organizzazione per i diritti umani molto rispettata che ha lavorato instancabilmente per documentare le atrocità e la repressione politica compiute sotto il governo di Joseph Stalin e di altri leader sovietici. Chiudendo l'organizzazione, le autorità russe calpestano la memoria di milioni di vittime perse nel Gulag", ha dichiarato invece Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l'Europa orientale e l'Asia centrale, reagendo alla notizia. "Con la liquidazione di Memorial il Cremlino vuole liquidare la storia di milioni di vittime del terrorismo politico dell'Unione Sovietica. E vuole anche liquidare i centinaia di prigionieri politici presenti oggi in Russia. Chiediamo che le autorità russe capovolgano la decisione e la smettano di distruggere società civile, attivisti per i diritti umani e media indipendenti" fanno eco le europarlamentari del Ppe Rasa Juknevičienė e Sandra Kalniete.
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