Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » La nuotatrice nello stagno rosso sangue: “Swimming Through” a Vilnius contro la guerra ucraina

La nuotatrice nello stagno rosso sangue: “Swimming Through” a Vilnius contro la guerra ucraina

Rūta Meilutytė, 25 anni, attraversa lo specchio d'acqua colorato davanti all'ambasciata russa nella capitale della Lituania. La performance "è una chiamata ad agire a sostegno del popolo ucraino che sta affrontando il genocidio commesso dalla Russia"

Marianna Grazi
7 Aprile 2022
Stagno-Lituania-Neriga Rekasiute

L'ex atleta lituana Ruta Meilutyte nuota nello stagno tinto di rosso per lo spettacolo "Swimming Through" (Neriga Rekasiute)

Share on FacebookShare on Twitter

Uno stagno rosso sangue, una ragazza ci nuota dentro, attraversandolo come un insetto posato su una ferita aperta. Un’immagine cruda. Una scena che è un pugno nello stomaco di chi la osserva. Un’immagine necessaria per non far chiudere gli occhi, per non far distogliere lo sguardo di fronte a qualcosa di insensato come una guerra che ha già mietuto migliaia di vittime. L’arte contro la guerra. Ancora e sempre. L’ex campionessa olimpica di nuoto Rūta Meilutytė, bracciata dopo bracciata, percorre la distanza tra le sponde del piccolo specchio d’acqua di fronte all’ambasciata russa a Vilnius, in Lituania, in segno di protesta. “È importante non diventare insensibili alle orribili immagini delle uccisioni di massa degli ucraini e al loro dolore. Gli orrori, apparentemente senza fine, imposti dalla Russia alla terra ucraina non devono diventare la norma”, scrive su Twitter l’atleta lituana.

https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/04/Swimming-through.mp4

Swimming Through

Acque ‘insanguinate’, colorate temporaneamente con una tintura ecologica, che rappresentano i presunti crimini di guerra commessi dalle truppe russe contro gli ucraini. Come i fiumi di sangue che sono scorsi in questo primo mese e mezzo di conflitto, come quelli che, negli ultimi giorni hanno macchiato per sempre le strade di Bucha. Davanti all’ambasciata russa nella capitale lituana Vilnius va in scena la performance Swimming Through. Nuotare per invitare a combattere, per resistere alla stanchezza, alla disperazione, per trovare la forza di attraversare quel lago di sangue che è ormai l’Ucraina. Un gruppo di artisti, tra cui Neringa Rekasiute che ha diffuso sui suoi social le immagini dello spettacolo, ha scelto di prendere una posizione forte di condanna ma anche di resistenza di fronte alle atrocità che sarebbero state compiute.

“Putin the Hague is waiting for you” (Putin l’Aia ti sta aspettando) si legge sulla strada che divide i due specchi d’acqua a Vilnius. Il riferimento è alla Corte penale internazionale nei Paesi Bassi, deputata a giudicare i crimini di guerra (Facebook/Neringa Rekasiute)

Non rimanere neutrali di fronte alla guerra

Questo il messaggio che gli organizzatori dello spettacolo hanno diffuso attraverso i loro social:

“La performance “Swimming Through” è una chiamata ad agire a sostegno del popolo ucraino che sta affrontando il genocidio commesso dalla Russia. 
È un appello a non rimanere neutrali di fronte alla guerra. Un appello a prendere parte attiva nel proteggere le vite, la libertà e la democrazia del popolo ucraino che viene torturato, stuprato e ucciso dalla Russia.
È importante non diventare insensibili di fronte alle orribili immagini delle uccisioni di massa degli ucraini e al loro dolore. Gli orrori apparentemente senza fine imposti dalla Russia alla terra ucraina non devono diventare la norma”.

Lituania-stagno-ambasciata russa
Lo stagno ‘insanguinato’ davanti all’ambasciata russa a Vilnius (Lituania). Con la performance il gruppo di artisti invita tutti i cittadini e i governi europei soprattutto a non rimanere neutrali di fronte ai presunti crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina (Facebook/Neringa Rekasiute)

Non manca la stoccata verso gli Stati europei e non solo – l’arte, come accade da millenni, si fa critica dello stesso potere che ‘serve’ – verso chi governa e ha scelto di rispondere alle armi con le sanzioni economiche, senza scendere in campo, appellandosi alla pace ma fornendo mitra.

“Con Paesi come la Germania che non si fanno avanti e impongono sanzioni adeguate all’aggressore – scegliendo il denaro invece delle persone, è difficile rimanere speranzosi. Perciò è cruciale che noi continuiamo ad agire – diffondendo informazioni veritiere, facendo volontariato, protestando, donando, e facendo pressione sui nostri governi affinché agiscano“.

Chi è Rūta Meilutytė

Rūta Meilutytė, 25 anni, è stata campionessa olimpica nei 100 rana ai Giochi di Londra 2012 e detiene ancora il record mondiale della distanza

Rūta Meilutytė, 25 anni, è un’ex nuotatrice olimpionica, specializzata nella rana veloce. Ritiratasi nel 2019, era stata oro a soli 15 anni nel 100 rana ai Giochi di Londra 2012, diventando la seconda atleta lituana a vincere un oro olimpico dopo quello ottenuto a Sidney 2000 dalla tiratrice a volo, Daina Gudzinevičiūtė. Nata a Kaunas (Lituania) il 19 marzo 1997, Rūta ha perso la madre quando aveva appena 4 anni a causa di un incidente automobilistico: i ricordi della mamma sono vaghi, ma i familiari rivedono molto della donna nella figlia, soprattutto nelle caratteristiche fisiche della nuotatrice. Ha iniziato a nuotare all’età di 7 anni, a 13 si è trasferita con il padre e i fratelli dalla sua città natale a Plymouth, nel Regno Unito. Da quel momento Ruta è stata allenata da Jon Rudd, che l’ha portata a diventare la ranista più veloce al mondo nei 50 e 100 rana in vasca lunga (anche se il record nella distanza più breve è stato battuto nel 2021 dall’italiana Benedetta Pilato) e nei 100m in vasca da 25 metri (record ancora imbattuto).

Rūta Meilutytė e la rivale russa Yuljia Efimova, più volte condannata per doping, contro cui la lituana si è scagliata pubblicamente in passato

A soli 22 anni ha annunciato il ritiro, tornando però recentemente in gara in alcune competizioni nazionali. Da sempre accesa sostenitrice dello sport pulito, non è la prima volta che Meilutytė ‘se la prende’ con la Russia: in passato ha più volte attaccato pubblicamente la nuotatrice e rivale russa Julija Efimova, pluri-condannata per doping. Per questo anche in questa occasione non ha esitato a scendere in acqua, anche se non in piscina ma in un contesto ben diverso, per protestare contro ingiustizie ben diverse e ben più gravi, mentre dal suo account Twitter, fin dall’avvio dell’invasione russa, cerca di dare sostegno ai cittadini ucraini attraverso appelli e condivisione di siti dove poter donare.

L’arte contro la guerra

In queste settimane di guerra il mondo dell’arte si è mobilitato in molti modi per chiedere il cessate il fuoco, la pace immediata, la fine di una vera e propria carneficina. La performance della 25enne Meilutytė a Vilnius somiglia ad un altro episodio simile, che vuole anch’esso richiamare l’idea del sangue che purtroppo continua a scorrere in Ucraina a causa della guerra. Lo ‘spettacolo’ in questione è quello avvenuto  in piazza a San Pietroburgo a fine marzo, quando l’artista russa Yevgenia Isayeva ha messo in scena la sua protesta contro l’invasione delle truppe del Cremlino nel Paese vicino. Sui gradini  esterni dell’assemblea municipale della città la giovane, coperta da un telo bianco fino ai piedi, ha ripetuto gridando più volte “Il mio cuore sanguina” mostrando appunto il suo copro, il viso e le mani coperti di vernice rossa a richiamare il colore del sangue. Isayeva, com’era da aspettarsi, è stata portata via dalla polizia russa. Cosa che invece non è accaduta ovviamente in Lituania nel caso di Swimming Through, dove il governo anzi per dimostrare la propria contrarietà alla guerra ha deciso di espellere il diplomatico russo dal Paese baltico e di fermare le importazioni energetiche da Mosca.

Potrebbe interessarti anche

La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza
Lifestyle

Violenza domestica, una sartoria terapeutica per cominciare una nuova vita

24 Marzo 2023
Lifestyle

Carlotta Bertotti, la macchia sfoggiata: “Io ribelle come Mulan”

26 Marzo 2023
Il Parlamento lavora al riconoscimento dell’“Agricoltore custode dell’ambiente e del territorio”
Scienze e culture

Ambiente, da contadini a “guardiani” del territorio

26 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Uno stagno rosso sangue, una ragazza ci nuota dentro, attraversandolo come un insetto posato su una ferita aperta. Un'immagine cruda. Una scena che è un pugno nello stomaco di chi la osserva. Un'immagine necessaria per non far chiudere gli occhi, per non far distogliere lo sguardo di fronte a qualcosa di insensato come una guerra che ha già mietuto migliaia di vittime. L'arte contro la guerra. Ancora e sempre. L'ex campionessa olimpica di nuoto Rūta Meilutytė, bracciata dopo bracciata, percorre la distanza tra le sponde del piccolo specchio d'acqua di fronte all'ambasciata russa a Vilnius, in Lituania, in segno di protesta. "È importante non diventare insensibili alle orribili immagini delle uccisioni di massa degli ucraini e al loro dolore. Gli orrori, apparentemente senza fine, imposti dalla Russia alla terra ucraina non devono diventare la norma", scrive su Twitter l'atleta lituana.
https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/04/Swimming-through.mp4

Swimming Through

Acque 'insanguinate', colorate temporaneamente con una tintura ecologica, che rappresentano i presunti crimini di guerra commessi dalle truppe russe contro gli ucraini. Come i fiumi di sangue che sono scorsi in questo primo mese e mezzo di conflitto, come quelli che, negli ultimi giorni hanno macchiato per sempre le strade di Bucha. Davanti all'ambasciata russa nella capitale lituana Vilnius va in scena la performance Swimming Through. Nuotare per invitare a combattere, per resistere alla stanchezza, alla disperazione, per trovare la forza di attraversare quel lago di sangue che è ormai l'Ucraina. Un gruppo di artisti, tra cui Neringa Rekasiute che ha diffuso sui suoi social le immagini dello spettacolo, ha scelto di prendere una posizione forte di condanna ma anche di resistenza di fronte alle atrocità che sarebbero state compiute.
"Putin the Hague is waiting for you" (Putin l'Aia ti sta aspettando) si legge sulla strada che divide i due specchi d'acqua a Vilnius. Il riferimento è alla Corte penale internazionale nei Paesi Bassi, deputata a giudicare i crimini di guerra (Facebook/Neringa Rekasiute)

Non rimanere neutrali di fronte alla guerra

Questo il messaggio che gli organizzatori dello spettacolo hanno diffuso attraverso i loro social:
"La performance “Swimming Through” è una chiamata ad agire a sostegno del popolo ucraino che sta affrontando il genocidio commesso dalla Russia.  È un appello a non rimanere neutrali di fronte alla guerra. Un appello a prendere parte attiva nel proteggere le vite, la libertà e la democrazia del popolo ucraino che viene torturato, stuprato e ucciso dalla Russia. È importante non diventare insensibili di fronte alle orribili immagini delle uccisioni di massa degli ucraini e al loro dolore. Gli orrori apparentemente senza fine imposti dalla Russia alla terra ucraina non devono diventare la norma".
Lituania-stagno-ambasciata russa
Lo stagno 'insanguinato' davanti all'ambasciata russa a Vilnius (Lituania). Con la performance il gruppo di artisti invita tutti i cittadini e i governi europei soprattutto a non rimanere neutrali di fronte ai presunti crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina (Facebook/Neringa Rekasiute)
Non manca la stoccata verso gli Stati europei e non solo - l'arte, come accade da millenni, si fa critica dello stesso potere che 'serve' - verso chi governa e ha scelto di rispondere alle armi con le sanzioni economiche, senza scendere in campo, appellandosi alla pace ma fornendo mitra.
"Con Paesi come la Germania che non si fanno avanti e impongono sanzioni adeguate all'aggressore - scegliendo il denaro invece delle persone, è difficile rimanere speranzosi. Perciò è cruciale che noi continuiamo ad agire - diffondendo informazioni veritiere, facendo volontariato, protestando, donando, e facendo pressione sui nostri governi affinché agiscano".

Chi è Rūta Meilutytė

Rūta Meilutytė, 25 anni, è stata campionessa olimpica nei 100 rana ai Giochi di Londra 2012 e detiene ancora il record mondiale della distanza
Rūta Meilutytė, 25 anni, è un'ex nuotatrice olimpionica, specializzata nella rana veloce. Ritiratasi nel 2019, era stata oro a soli 15 anni nel 100 rana ai Giochi di Londra 2012, diventando la seconda atleta lituana a vincere un oro olimpico dopo quello ottenuto a Sidney 2000 dalla tiratrice a volo, Daina Gudzinevičiūtė. Nata a Kaunas (Lituania) il 19 marzo 1997, Rūta ha perso la madre quando aveva appena 4 anni a causa di un incidente automobilistico: i ricordi della mamma sono vaghi, ma i familiari rivedono molto della donna nella figlia, soprattutto nelle caratteristiche fisiche della nuotatrice. Ha iniziato a nuotare all'età di 7 anni, a 13 si è trasferita con il padre e i fratelli dalla sua città natale a Plymouth, nel Regno Unito. Da quel momento Ruta è stata allenata da Jon Rudd, che l'ha portata a diventare la ranista più veloce al mondo nei 50 e 100 rana in vasca lunga (anche se il record nella distanza più breve è stato battuto nel 2021 dall'italiana Benedetta Pilato) e nei 100m in vasca da 25 metri (record ancora imbattuto).
Rūta Meilutytė e la rivale russa Yuljia Efimova, più volte condannata per doping, contro cui la lituana si è scagliata pubblicamente in passato
A soli 22 anni ha annunciato il ritiro, tornando però recentemente in gara in alcune competizioni nazionali. Da sempre accesa sostenitrice dello sport pulito, non è la prima volta che Meilutytė 'se la prende' con la Russia: in passato ha più volte attaccato pubblicamente la nuotatrice e rivale russa Julija Efimova, pluri-condannata per doping. Per questo anche in questa occasione non ha esitato a scendere in acqua, anche se non in piscina ma in un contesto ben diverso, per protestare contro ingiustizie ben diverse e ben più gravi, mentre dal suo account Twitter, fin dall'avvio dell'invasione russa, cerca di dare sostegno ai cittadini ucraini attraverso appelli e condivisione di siti dove poter donare.

L'arte contro la guerra

In queste settimane di guerra il mondo dell'arte si è mobilitato in molti modi per chiedere il cessate il fuoco, la pace immediata, la fine di una vera e propria carneficina. La performance della 25enne Meilutytė a Vilnius somiglia ad un altro episodio simile, che vuole anch'esso richiamare l'idea del sangue che purtroppo continua a scorrere in Ucraina a causa della guerra. Lo 'spettacolo' in questione è quello avvenuto  in piazza a San Pietroburgo a fine marzo, quando l’artista russa Yevgenia Isayeva ha messo in scena la sua protesta contro l'invasione delle truppe del Cremlino nel Paese vicino. Sui gradini  esterni dell’assemblea municipale della città la giovane, coperta da un telo bianco fino ai piedi, ha ripetuto gridando più volte "Il mio cuore sanguina" mostrando appunto il suo copro, il viso e le mani coperti di vernice rossa a richiamare il colore del sangue. Isayeva, com'era da aspettarsi, è stata portata via dalla polizia russa. Cosa che invece non è accaduta ovviamente in Lituania nel caso di Swimming Through, dove il governo anzi per dimostrare la propria contrarietà alla guerra ha deciso di espellere il diplomatico russo dal Paese baltico e di fermare le importazioni energetiche da Mosca.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto