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Home » HP Trio » La nuova Miss Sudafrica potrebbe essere transgender: anche i concorsi diventano inclusivi

La nuova Miss Sudafrica potrebbe essere transgender: anche i concorsi diventano inclusivi

Per competere basterà "un valido documento di identità sudafricano che indichi che il suo sesso modificato è femminile"

Camilla Prato
29 Maggio 2021
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Per anni il concorso Miss Sudafrica è stato caratterizzato da operazioni progressiste, sfidando standard di bellezza obsoleti. Un esempio di questo orientamento è stata l’incoronazione, nel 2019, di Zozibini Tunzi, una donna con i capelli corti, poi diventata,  quello stesso anno, la prima Miss Universo ad avere questo taglio.

Questa volta però, l’organizzazione ha rilasciato sui socia un annuncio che ha destato scalpore: la partecipazione al concorso sarà aperta anche alle persone transgender. Lunedì è stato dato il via alle iscrizioni. Per poter competere le candidate transessuali dovranno essere in possesso di un valido documento di identità sudafricano, da cui risulti che il loro sesso è stato modificato ed è ora femminile, cioè che la transizione da uomo a donna è stata completata.
In pochi minuti, sotto il post, hanno cominciato a fioccare i commenti come “Meritiamo tutte questa possibilità e questa grazia” e “L’inclusione salirà finalmente sul palco”. Su Twitter un attivista LGBTQ si è detto “impaziente che la prima transgender sia incoronata Miss Sudafrica per rappresentarci in il concorso Miss Universo”.

In Sudafrica l’omosessualità è non solo legale, ma anche ben accolta dalla popolazione. In più della metà dei Paesi africani, invece, insieme alla transessualità viene considerata un crimine. Ad oggi sono infatti 31 su 54 gli Stati che ritengono le relazioni tra persone dello stesso sesso come “un vizio contro natura” e che prevedono quindi una pena che varia, a seconda dello stato di riferimento, da una sanzione pecuniaria alla prigione. Negli ultimi tempi, tuttavia, diversi Governi africani hanno iniziato a rimuovere quelle leggi che stigmatizzano un’identità percepita come ‘diversa’ da quella tradizionale, proibendone la discriminazione.

La battaglia per i diritti LGBT, però, non si combatte solo sul piano giuridico, ma anche su quello culturale e sociale. Infatti in quegli Stati in cui godono di una protezione a livello legale, dal punto di vista sociale rimangono ancora faticosamente accettate. Il cambiamento della legislazione spesso non procede di pari passo con un cambio di percezione all’interno della società. La comunità LGBT in Africa continua oggi a interfacciarsi con una discriminazione legata a credenze religiose o a pregiudizi che hanno una forte influenza sulla popolazione: la comunità infatti viene frequentemente accusata di diffondere il virus dell’HIV e di indurre i bambini all’omosessualità.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Per anni il concorso Miss Sudafrica è stato caratterizzato da operazioni progressiste, sfidando standard di bellezza obsoleti. Un esempio di questo orientamento è stata l'incoronazione, nel 2019, di Zozibini Tunzi, una donna con i capelli corti, poi diventata,  quello stesso anno, la prima Miss Universo ad avere questo taglio. Questa volta però, l'organizzazione ha rilasciato sui socia un annuncio che ha destato scalpore: la partecipazione al concorso sarà aperta anche alle persone transgender. Lunedì è stato dato il via alle iscrizioni. Per poter competere le candidate transessuali dovranno essere in possesso di un valido documento di identità sudafricano, da cui risulti che il loro sesso è stato modificato ed è ora femminile, cioè che la transizione da uomo a donna è stata completata. In pochi minuti, sotto il post, hanno cominciato a fioccare i commenti come "Meritiamo tutte questa possibilità e questa grazia" e "L'inclusione salirà finalmente sul palco". Su Twitter un attivista LGBTQ si è detto "impaziente che la prima transgender sia incoronata Miss Sudafrica per rappresentarci in il concorso Miss Universo". In Sudafrica l'omosessualità è non solo legale, ma anche ben accolta dalla popolazione. In più della metà dei Paesi africani, invece, insieme alla transessualità viene considerata un crimine. Ad oggi sono infatti 31 su 54 gli Stati che ritengono le relazioni tra persone dello stesso sesso come "un vizio contro natura" e che prevedono quindi una pena che varia, a seconda dello stato di riferimento, da una sanzione pecuniaria alla prigione. Negli ultimi tempi, tuttavia, diversi Governi africani hanno iniziato a rimuovere quelle leggi che stigmatizzano un'identità percepita come 'diversa' da quella tradizionale, proibendone la discriminazione. La battaglia per i diritti LGBT, però, non si combatte solo sul piano giuridico, ma anche su quello culturale e sociale. Infatti in quegli Stati in cui godono di una protezione a livello legale, dal punto di vista sociale rimangono ancora faticosamente accettate. Il cambiamento della legislazione spesso non procede di pari passo con un cambio di percezione all’interno della società. La comunità LGBT in Africa continua oggi a interfacciarsi con una discriminazione legata a credenze religiose o a pregiudizi che hanno una forte influenza sulla popolazione: la comunità infatti viene frequentemente accusata di diffondere il virus dell’HIV e di indurre i bambini all’omosessualità.
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