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La reporter neozelandese incinta accolta dai talebani perché non può rientrare in patria

di MARIANNA GRAZI -
31 gennaio 2022
Reporter incinta respinta da Nuova Zelanda accolta da talebani

Reporter incinta respinta da Nuova Zelanda accolta da talebani

Charlotte Bellis racconta la sua storia a New Zealand Herald

Ha definito la sua storia "brutalmente ironica" raccontandola sul New Zealand Herald ma quella che è capitata alla giornalista neozelandese Charlotte Bellis è una vicenda stupefacente. La donna, incinta, è stata accolta dai talebani a Kabul dopo che, a causa delle norme anti-Covid, il suo Paese non l'ha autorizzata a rientrare dal Qatar. La reporter, in agosto, durante la fase calda del ritiro delle truppe occidentali e il ritorno dei talebani, aveva lavorato in Afghanistan per Al Jazeera assieme al suo compagno, il fotografo belga Jim Huylebroek. A settembre poi era rientrata al quartier generale di Doha, una volta scoperto di essere rimasta incinta.

La Primo Ministro neozelandese Jacinda Ardern

Essendo illegale in Qatar aspettare un figlio senza essere sposati la giornalista ha deciso, per sicurezza, di licenziarsi dal canale all news e di rientrare in Nuova Zelanda. Questo senza però fare i conti con le rigide norme anti-Covid (tra cui la quarantena di dieci giorni in hotel/carceri gestiti da militari) imposte nel suo Paese dal governo di Jacinda Ardern, che le hanno impedito il rimpatrio. Bellis ha spiegato di aver inviato alle autorità neozelandesi 59 domande per ottenere un via libera "d'emergenza", senza mai avere risposta. A quel punto lei e il suo compagno sono ripiegati in Belgio, da dove sono presto dovuti ripartire non avendo un permesso di soggiorno per restare.

Bellis, incinta, è stata accolta da alti funzionari talebani in Afghanistan

L'unico altro Paese per il quale la coppia aveva il visto era l'Afghanistan e così Charlotte ha deciso di rivolgersi ai suoi contatti tra alti funzionari talebani. "Siamo felici per te, puoi stare qui, non avrai nessun problema", hanno dichiarato questi, suggerendole comunque di dire di essere sposata per sicurezza e di "chiamarli" qualora poi qualcuno venisse a sapere che non lo è. "Andrà tutto bene", l'hanno rassicurata. L'ironia della sorte, ha scritto la reporter, "è che io stessa avevo attaccato i talebani per il trattamento riservato alle donne e adesso mi trovo invece a criticare il mio Paese". Bellis dovrebbe partorire una bambina a maggio ma ancora non è riuscita a tornare in Nuova Zelanda; tuttavia rendere pubblica la sua storia ha velocizzato la procedura per l'ingresso. Chris Bunny, il capo del Sistema di isolamento e quarantena, ha spiegato che la domanda della giornalista è stata respinta perché non soddisfaceva il requisito della partenza entro 14 giorni, mentre il ministro neozelandese per l'emergenza Covid Chris Hipkins ha chiesto che sia avviata un'indagine sul suo caso. “Se quando sei incinta e non sposata essere ospitata dai talebani ti sembra un rifugio sicuro, vuol dire che sei messa male...", ha concluso la donn